Autori | Parola, Monica |
Anno Compilazione | 2002 |
Anno Revisione | VERSIONE PROVVISORIA |
Provincia | Alessandria.
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Area storica | Adiacenze corridoio casalese.
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Abitanti | 280 (ISTAT; 2001).
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Estensione | 7,63 Kmq (ISTAT; 1991).
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Confini | Il comune di Odalengo Piccolo confina ad ovest con Villadeati, a nord con Odalengo Grande e Cerrina Monferrato, ad est con Castelletto Merli e a sud con Alfiano Natta.
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Frazioni | Serra, Vicinato. Nuclei: Palmaro,Dorato, Pessine.
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Toponimo storico | La documentazione di età medievale riporta diffusamente la forma Oddalengo, che in realtà indica due località poste di fronte su due colline del basso Monferrato, distinte in Piccola e Grande. Un placito del 940 parla di “Audalingo” (B.S.S.S. 28, p. 97); certamente l’etimologia del nome attuale rimane incerta.
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Diocesi | Casale dal 1474, prima rientrava in quella di Vercelli (cfr. MHP, Cartarum, I, col. 622, anno 1070).
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Pieve | Nessuna notizia.
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Altre Presenze Ecclesiastiche | Nel 1095 un certo Oddone di Aldarada dona alla chiesa e alla basilica di SS. Giovanni e Paolo di Branchengo varie case, sedimi e poderi nel villaggio e nel territorio di Odalengo (Casalis, Dizionario). La chiesa parrocchiale è dedicata a Santa Maria e San Pietro ed è di iuspatronato dell’Abbazia di Desana ed è posta nella frazione Vicinato. Nella chiesa parrocchiale, nel secolo XVIII, sono erette tre compagnie: quella di S. Michele Arcangelo presso l’altare omonimo , quella del Santissimo Sacramento e quella del Rosario presso l’altare della Beata Vergine Maria. La compagnia dei disciplinanti sotto il titolo di S. Michele ed è stata eretta nel 1694; i confratelli indossano la cappa bianca e il cingolo bianco, non hanno un oratorio proprio, tuttavia possiedono una tribuna nella chiesa parrocchiale. Alcuni banchi della chiesa davanti all’altare maggiore sono di proprietà del marchese Giovanni Gozzani e dei signori Fresia. All’inizio del Settecento gli oratori presenti sul territorio di Odalengo Piccolo sono: quello dedicato a San Pietro nella frazione Serra, la parrocchia più antica, detto oratorio spetta alle frazioni Serra, Palmaro e Capitani; quello dedicato a San Sebastiano a Pessine; quello di S. Antonio Abate, eretto nel cantone di Marco di proprietà dei signori Fresia e quello di S. Maria dei Campi dei Cavalieri di Malta. In una visita pastorale di fine Ottocento si ritrova una cappella campestre nella regione Madonna delle Vigne dedicata alla Madonna delle Vigne, potrebbe trattarsi della Chiesa di S. Maria dei Campi nominata nella visita di inizio Settecento. (Visita pastorale del vescovo Pietro Secondo Radicati (1701-1729), risposte, pp. 630r-647r; Visita pastorale del vescovoFrancesco Alciati (1817-1829), risposte, pp.122r-127r; Visita pastorale del vescovo Paolo Maria Barone (1892-1903), risposte, pp. 757r-814r).
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Assetto Insediativo | Il comune di Odalengo Piccolo è situato sulla destra del torrente Stura. Il territorio comunale è diviso tra le due frazioni Serra e Vicinato che sono posizionate sul declivio meridionale di colli separati da una valletta appartenente al bacino del torrente Versa ed è frazionato in vari piccoli abitati.
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Comunità, origine, funzionamento | Nonostante l’esistenza di statuti cinquecenteschi, certa rielaborazione di raccolte precedenti, non sappiamo nulla dell’esistenza di una forma di organizzazione comunale della città. Per il Trecento, unica fonte di informazione rimane il Dizionario di Goffredo Casalis, che ci fa sapere come alcuni rappresentanti di Odalengo fossero presenti ai diversi parlamenti convocati nel 1305, 1320, 1379 e 1388.
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Statuti | Statuti la cui esistenza di ricava da una relazione del senato casalese alla duchessa Eleonora del 1596, essendo l’originale scomparso. Brusasca esclude che i primitivi statuti fossero una sorta di regolamento signorile come, ad esempio, a Montiglio (Brusasca, Gli statuti, p. 20). Si tratterebbe comunque di statuti esigui come numero di articoli rispetto ai coevi di Castelletto Merli o Gabiano, per esempio. Una prima conferma degli statuti nel 1546 da parte della marchesa fa riferimento a rielaborazioni di testi (Colella, Comune). Vi è inoltre un libro degli ordinati, ma solo dal 1682 che fa riferimento a un corpus statuario che non è pervenuto.
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Catasti | Nell’archivio comunale di Odalengo Piccolo è conservato un catasto iniziato nell’anno 1733 come da misura iniziata nel 1726 e proseguito dall' agrimensore Pietro Calzone d’Altavilla e terminato nell’anno 1733. Si tratta di un volume in foglio di circa 800 pagine che inizia con il consegnamento dell’ill.mo signor marchese Giovanni Gozani di Casale; esiste inoltre un libro dei trasporti ossia Vacchetta della comunità iniziato nel 1750, un catasto del 1832, uno del 1867 e il nuovo catasto edilizio urbano del 1938.
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Ordinati | La serie degli ordinati parte solo dalla restaurazione ed è pressoché completa tranne per gli anni che vanno dal 1831 al 1842, dal 1856 al 1863, e il 1871.
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Dipendenze nel Medioevo | In età longobarda e carolingia il luogo sembra aver formato un comitato autonomo: così almeno fa supporre un diploma di Enrico IV del 1070 con cui l’imperatore dona al vescovo di Vercelli un casale “cum arimannia et servitio quod pertinet ed comitatum Odalengo” (MHP; Cartarum, I, col. 622). La donazione è in seguito confermata da Corrado III nel 1152 e ancora da Enrico VI nel 1191 (MHP, Cartarum, col. 977). Nonostante ciò, secondo una cronaca settecentesca, nel 1164 Federico I donava il possedimento di Odalengo al marchese Guglielmo del Monferrato per rafforzare la sua politica di intervento contro i comuni dell’Italia settentrionale (Di San Giorgio, Cronica, p. 31). A partire da questa data la località segue le sorti del Marchesato. Di certo, sappiamo che dopo il 1217 il vescovo di Vercelli non vanta più diritti esclusivi su Odalengo: si tratta di un accordo con il comune di Alessandria circa la comunanza degli acquisti territoriali in una determinata area. Odalengo non viene nominata, il che farebbe supporre o che fosse considerata come facente parte a tutti gli effetti del Marchesato di Monferrato, oppure che rientrava nei domini comuni alle due città (MHP, Cartarum I, c.1232). Per il XIII secolo mancano ulteriori notizie, fino al 1279 quando il gastaldo monferrino in Odalengo fa consegnare ad alcuni privati i beni dipendenti dal monastero della Rocca (B.S.S.S. 42, p. 185, p. 187).
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Feudo | Un primo atto di infeudazione vera e propria alla chiesa di Vercelli è la conferma della proprietà del luogo nel 1191 (MHP, Cartarum, col. 977); tuttavia tale sottomissione risulta limitata al solo aspetto economico e non tocca le prerogative della sovranità imperiale. Odalengo rimane feudo diretto dei marchesi fino al 1454 quando viene infeudata a un certo Tommaso Bossi. In precedenza, solo nel 1445 una parte del feudo era stata data a Oddino di Montalero (A.S.T., Protocolli del Monferrato, n.5 (Tizzone), p. 148). Dal secolo XVI, Oddalengo piccolo diviene signoria dei Fresia, nel Settecento i Gozzani ne sono investiti con titolo comitale. I marchesi Gozzani acquistano la proprietà di un piccolo castello denominato di Pessine. Un altro castello, appartenuto ai vassalli Fresia, è attualmente posseduto degli eredi del barone Camillo di S. Agabio. (Guasco, Dizionario, vol.II, pp.106-107).
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Mutamenti di distrettuazione | Il comune di Odalengo Piccolo appartenevano al Marchesato, poi Ducato del Monferrato. Dopo l’annessione del Ducato del Monferrato agli stati sabaudi all'inizio del XVIII secolo entra a far parte della provincia di Casale. Tale assetto si mantiene fino alla caduta dell’antico regime im Piemonte (1798). La circoscrizione di Casale, nel periodo napoleonico, viene aggregata senza sostanziali alterazioni a una circoscrizione avente come capoluogo Alessandria. Si tratta dapprima del dipartimento del Tanaro (1799), e in seguito alla riorganizzazione amministrativa del 1801 del dipartimento di Marengo arrondissement di Casale. Non toccato dal successivi cambiamenti del 1805 l’inquadramento amministrativo resta invariato fino alla restaurazione. In seguito Odalengo ritorna a far parte della ricostruita provincia di Casale inclusa nella divisione di Alessandria, che viene in seguito ridotta a circondario della provincia di Alessandria nel 1859 (Sturani, Il Piemonte, 1995).
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Mutamenti Territoriali | La circoscrizione territoriale non ha subito alcuna variazione.
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Comunanze | La comunità, a metà Settecento, possiede boschi e terreni gerbidi in diverse contrade confinanti con Odalengo Grande, per moggia 66, resi in parte coltivi e concessi in enfiteusi perpetuo a quattro particolari; inoltre possiede beni coltivi e “vignati” che vengono dati in affitto “ad tempus”, situati in diverse contrade, per circa 3 moggia. In detti boschi non è permesso “di boscheggiare in tutto o in parte benché ciò si pratichi abusivamente dalle persone più povere e nullatenenti”. I boschi della comunità sono tutti adatti al pascolo, i gerbidi, invece, sono aridi non avendo il territorio acqua e non servono al pascolo.(A.S.T.C. Ricavo de' redditi di quelle comunità, misura de' territorj e de' beni antichi e moderni e notizie diverse, (s.d., ma 1760/1769). In ottemperanza alla legge del 16 giugno 1927 sull’alienazione degli usi civici, il regio commissariato per il riordino degli usi civici con decreto del 6 maggio 1939 autorizza l’alienazione 8.63 ettari di terrero comune di “categoria A” ossia bosco, pascolo e incolto e di 0,27 ettari di terreno comune di “categoria B” ossia terreni utilizzati per le colture agrarie.[C.L.U.C., Provincia di Alessandria, fasc. Odalengo Piccolo].
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Liti Territoriali | Lite tra la comunità di Odalengo Piccolo e quella di Alfiano per l’attribuzione del terreno boschivo detto “Carpegna”, 1762-1763 [.A.C.A.,Sezione prima, Atti di lite, Atti di lite della comunità di Alfiano, Causa della comunità di Alfiano contro la comunità Odalengo Piccolo, 1762-1763, fald. 20, fasc. 14; vd anche scheda Alfiano Natta].
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A.C.A. (Archivio Storico del Comune di Alfano Natta).
A.C.A., Causa della comunità di Alfiano contro la comunità Odalengo Piccolo, 1762-1763, fald. 20, fasc. 14. A.C.O. (Archivio Storico del Comune di Odalengo Piccolo).
A.C.O., Ordinati A.C.O.,Catasti A.C.O.,Lite del Comune di Odalengo Piccolo contro Delù don Luigi, 1886 A.C.O.,Lite del Comune di Odalengo Piccolo contro Delù don Luigi A.C.O.,Lite del Comune di Odalengo Piccolo contro Delù don LuigiCorrispondenza relativa alla domanda di Odalengo Piccolo di essere aggregata alla provincia di Asti, 1959 A.N.P. (Archives Nationales, Paris).
A.N.P. , F2, Administration Départementale, I, 863 Montenotte, Département de Marengo, Tableau de la population parcommune d'après le récensement fait par ordre du Préfet dans les derniers mois de l'an XII, 1804. A.S.T. (Archivio di Stato di Torino)
A.S.T., Corte, Materie Ecclesiastiche, Arcivescovadi e Vescovadi, Vercelli A.S.T., Corte,Materie Ecclesiastiche, Benefizi di qua da’ monti. Benefizi di qua da’ monti A.S.T., Corte,Paesi, Monferrato, Feudi per A e B A.S.T., Corte,Paesi. Monferrato, Provincia di Casale, Provincia di Casale A.S.T., Corte,Paesi, Monferrato, Ducato del Monferrato, Ducato del Monferrato A.S.T., Corte,Paesi, Paesi per A e B, O A.S.T., Corte,Protocolli del Monferrato, n.5 (Tizzone) A.S.T., Corte,G. G., Saletta, Ducato del Monferrato, vol. I, parte terza, circa 1711 e ss. A.S.T., Sezioni Riunite, Prima Archiviazione, Provincia di Casale, mazzo I, Relazione dello Stato e Coltura de’ beni de’ territori delle città e comunità della provincia di Casale. Stati de raccolti o quesiti fatti dall’Uffizio Generale di finanze in dipendenza di detta relazione 1742/1743, fasc. 18 A.S.T., Sezioni Riunite, Prima Archiviazione, Provincia di Casale, mazzo II, Ricavo de' redditi di quelle comunità, misura de' territorj e de' beni antichi e moderni e notizie diverse (s.d., ma 1760/1769), fasc. 4 A.S.T., Sezioni Riunite, Prima Archiviazione, Boschi e Selve, cap. 14, provincia di Casale, Volume contenente le consegne de boschi e selve fatte nel 1771 da comuni della provincia di Casale, fasc.13. A.V.C. (Archivio Storico Diocesano di Casale Monferrato).
A.V.C., Visita pastorale del vescovo Pietro Secondo Radicati (1701-1729), risposte, I-P, vol. V, Odalengo Piccolo, 1712, pp. 630r-647r A.V.C., Visita pastorale del vescovo Francesco Alciati (1817-1829), risposte, A-O, vol.I, Odalengo Piccolo pp.122r-127r A.V.C., Visita pastorale del vescovo Paolo Maria Barone (1892-1903), risposte, P-Z, Odalengo Piccolo, pp. 757r-814r B.S.M. (Biblioteca di Statistica e Matematica applicata alle Scienze Umane, Facoltà di Economia, Torino)..
B.S.M., Censimenti dal 1839 al 1991. C.U.C. (Commissariato per la Liquidazione degli Usi Civici, Torino).
C.U.C., Provincia di Alessandria, fasc. Odalengo Piccolo. | |
Bibliografia | Andar per castelli da Alessandria da Casale tutto intorno, a cura di G. Sergi, Torino 1986.
M. Brusasca, Gli statuti di Gabiano, Casale 1955.
Cartari minori, a cura di E. Durando, vol. I, Pinerolo 1907 (B.S.S.S. 40).
Cartario Alessandrino fino al 1300, a cura di F. Gasparolo, Alessandria 1928-1930, 3 voll.
G. Casalis, Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S. M. il Re di Sardegna, Torino 1854.
V. Colella, , Comune e feudo di Odalengo grande, Torino 1967, tesi di laurea , relatore M. Viora.
A. Di Ricaldone, , Monferrato tra Po e Tanaro. Guida storico-artistica dei suoi comuni, Cavallermaggiore-Asti 1999.
B. Di San Giorgio, Cronaca del Monferrato, Torino 1780.
F. Guasco, Dizionario feudale degli antichi stati sabaudi e della Lombardia. Dall'epoca carolingia ai nostri tempi (774-1901), Pinerolo 1911, 5 voll.
Le più antiche carte dell’archivio capitolare di Asti, a cura di F. Gabotto, Pinerolo 1904 (B.S.S.S.28).
A. Manno, Il Patriziato Subalpino, Firenze 1895.
Monumenta Historiae Patriae, Chartarum, vol. I.
Popolazione residente dei comuni. Censimenti dal 1861 al 1991, circoscrizioni territoriali al 20 ottobre 1991, a cura di ISTAT, Roma 1994.
Pratiche del territorio, a cura di A. Torre, in “Quaderni Storici”, 103, 2000.
M. L. Sturani, Il Piemonte, in Amministrazione e territorio in Italia, a cura di L. Gambi, F. Merloni, Bologna 1995. Unità amministrative. Variazioni territoriali e di nome dal 1861 al 2000. Popolazione legale per comune ai censimenti dal 1861 al 1991 ai confini dell'epoca, a cura di ISTAT, Roma 2001.
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Descrizione Comune | Odalengo Piccolo
Odalengo piccolo è posizionato sulle colline sulla destra dello Stura, Giovanni Giacomo Saletta all’inizio del Settecento descrive “Odalengo da Prato o sia piccolo tra li fiumi Po, e Tanaro” confinante con “li territori di Odalengo Grande o sia da Stura, Villadeati, Castelletto Merli et Alfiano” a cui oggi si aggiunge il comune di Cerrina Monferrato (Saletta, Ducato, p. 349r). La superficie del comune risulta nel 1911 di 7, 61 Km2, dal 1951 è, invece, di 7, 63 Km2.
L’assetto territoriale di Odalengo è caratterizzato da un insediamento policentrico, articolato in piccoli abitati denominati, nel Settecento, cantoni cioè “Vicinale , Pescine, Marco, Serra, Casa de Dorati, et Casa de Palmari” (Saletta, Ducato, p. 349r). Questo assetto nel corso dei secoli ha sviluppato due poli di gravitazione le frazioni Serra e Vicinato. Serra e Vicinato sono posizionate sul declivio meridionale di colli separati da una valle appartenente al bacino del torrente Versa e che sono anche le frazioni più abitate del comune (tabella n. 1). La popolazione in costante diminuzione dall’inizio del Novecento (tabella n. 2) risiede agglomerata intorno ai cantoni per 80/90%, solo il 10/20% risiede nelle case sparse (tabella n. 3). La chiesa parrocchiale di Santa Maria e S. Pietro è nel cantone di Vicinato , mentre quella più antica S. Pietro nel cantone Serra. Sul territorio di Odalengo i cavalieri di Malta posseggono una “ masseria” nella quale vi è la chiesa intitolata Madonna dei Campi e un’altra “masseria” è di proprietà del monastero di Santa Maria Maddalena della città di Casale (Saletta, Ducato, p. 349r). I resti di due edifici fortificati si trovano nel territorio di Odalengo. Si tratta dei castelli di Pessine e di Marco. Uno solo di loro doveva essere considerato castello e infatti i consegnamenti di beni feudali parlano del castello di Odalengo. Giuseppe Sergi, considerando le proprietà di Giovanni Gozzani che gli spettano nel 1703 assieme al feudo e luogo di Odalengo Piccolo e la posizione del castello in rapporto al territorio e ai nuclei abitati, propende per il castello di Pessine (Sergi, Andar per castelli, p. 564). Le colline sono descritte da Giovanni Giacomo Saletta, nel Settecento, e da Goffredo Casalis, nell’Ottocento, in parte coltivate a viti e in parte a boschi. La comunità, a metà del secolo XVIII, possiede boschi e gerbidi in diverse contrade confinanti con Odalengo Grande, per moggia 66, resi in parte coltivi e concessi in enfiteusi perpetuo a quattro particolari; inoltre possiede beni coltivi e “vignati” che vengono dati in affitto “ad tempus”, situati in diverse contrade, per circa 3 moggia. I boschi sono cedui, il taglio viene effettuato ogni otto/nove anni e si ricava annualmente 15000/16000 pezzi di legna. Esistono anche moggia 370 circa di boschi allodiali spettanti a diversi particolari, boschi cedui con qualche pianta di pino selvatico e di castagno da cui ricava ogni anno 25000/30000 pezzi di legna. I boschi della comunità sono tutti adatti al pascolo e quelli dei particolari sono per un terzo “fertili d’ erba” e possono servire, nel complesso, da pascolo per circa 500 animali. I terreni gerbidi della comunità sono aridi, non avendo il territorio acqua, e non servono al pascolo del bestiame. I boschi con pascoli sono distanti mezzo miglia circa dal cantone di Pessine e di Vicinale e dagli altri cantoni più di un miglia. In detti boschi non è permesso “di boscheggiare in tutto o in parte benché ciò si pratichi abusivamente dalle persone più povere e nullatenenti”. La comunità non ha alcun reddito salvo quello che annualmente ricava dall’affitto dei boschi e quello dagli altri beni coltivi dati in enfiteusi ed in affitto (A.S.T.C. Ricavo de' redditi di quelle comunità, misura de' territorj e de' beni antichi e moderni e notizie diverse, s.d., ma 1760/1769).Verso la fine del Settecento la quantità di boschi esistente sul territorio di questa comunità supera i bisogni degli abitanti, il legname in eccesso viene venduto ai cittadini di Moncalvo. Il legname viene inoltre utilizzato per le fornaci di calcina e mattoni esistenti sul territorio. (A.S.T.C.,Volume contenente le consegne de boschi e selve fatte nel 1771 da comuni della provincia di Casale,pp. 169-171). La comunità non ha bannalità di forni, e simili. Vi sono solo alcuni forni di particolari ai quali si corrisponde un pane ogni tavola di quaranta pani che si cuociono. Vi sono pure alcuni particolari che hanno mulini da cavallo per uso personale. Anche la comunità possiede un mulino, che mediante la caduta delle acque pluviali macina sopra il torrente. La comunità non ha alcun corpo di casa proprio, affitta, in questo luogo, da Giovanni Domenico Clerici una casa per le riunioni del consiglio corrispondendo l’annuo fitto di lire 8 (A.S.T.C. Ricavo de' redditi di quelle comunità, misura de' territorj e de' beni antichi e moderni e notizie diverse, s.d., ma 1760/1769). Non sono state rintracciate nella documentazione archivistica liti territoriali, compare solo a fine Ottocento una vertenza tra il Comune e il parroco don Luigi Delù riguardante la proprietà della campana come pure del campanile della chiesa parrocchiale. Tale proprietà, secondo gli atti della sentenza, spetta unicamente al Comune che può servirsi della campana per i diversi suoi bisogni e fare eseguire tutte quelle opere al campanile che si ravviseranno necessarie senza che gli occorra a tal riguardo alcun permesso del parroco, per esempio un’ apertura esterna al campanile per permettere il passaggio della persona che verrà incaricata dal Comune di suonare la campana per l’apertura della scuola (A.C.*Odalengo Piccolo* , Lite del Comune di Odalengo Piccolo contro Delù don Luigi, 1886). La situazione distrettuale non subisce mutamenti dalla formazione della provincia di Alessandria anche se le popolazioni di Odalengo Piccolo, Villadeati, Alfiano Natta, Castelletto Merli e Ponzano, nel 1956, chiedono di essere scorporate dalla provincia di Alessandria ed incorporate in quella di Asti. Ferdinando Clerici, portavoce di tali esigenze, in una lettera ai consiglieri della provincia di Alessandria espone le motivazioni di tale richiesta. In primo luogo la cittadina di Moncalvo, in provincia di Asti, rappresenta per questi paesi il centro di attrazione. Infatti, i paesi di Odalengo Piccolo, Castelletto Merli e Ponzano dipendono dalla stazione ferroviaria di Moncalvo, inoltre “da tempo immemore , forse da sempre”, i detti comuni dipendono dalla Pretura, dall’ufficio del registro, dall’ufficio delle imposte, dalla direzione didattica di Moncalvo. Gran parte dei prodotti agricoli e del bestiame di detti comuni viene contrattato e venduto sul mercato di Moncalvo, sempre a Moncalvo le popolazioni citate si riforniscono “del necessario” dagli attrezzi agricoli, ai vestiti. Naturalmente se conviene ai detti comuni di essere uniti a Moncalvo conviene altresì a Moncalvo per ragioni commerciali ed economiche. In secondo luogo, mentre Asti si può raggiungere in breve tempo con mezzi diversi , non essendoci in media più di 25 chilometri , per recarsi nel capoluogo di Alessandria, con il treno, bisogna passare per Asti o per Casale. La via di transito casalese, essendo servita da minor numero di treni con minori coincidenze, crea maggiori disagi. Infine “se si trova giusto che la città di Asti sia capoluogo di provincia, perché non dare ad essa un numero meno sproporzionato di comuni (Asti 120, Alessandria 187, Cuneo 249) da amministrare (A.C.*Odalengo Piccolo*, Corrispondenza relativa alla domanda di Odalengo Piccolo di essere aggregata alla provincia di Asti, 1959). Sono dunque le popolazioni di questi comuni che attraverso un processo corale che si sviluppa da tempo immemore costruiscono i territori della loro azione che raramente coincidono con le strutture amministrative e politiche calate dall’alto. |