Valle Mosso

AutoriTorre, Angelo
Anno Compilazione1998
Provincia

Biella

Area storica
Biellese.
Abitanti
4350.
Estensione
890 ha (ISTAT); 986 ha (SITA).
Confini
Bioglio; Campiglia Cervo; Mosso Santa Maria; Piedicavallo; Pistolesa; Strona; Trivero; Valle San Nicolao.
Frazioni
Valle Mosso; Crocemosso; NUCLEI: Fornace; Frignocca; Massaro; Orcurto; Piana; Premarcia; Rovella-Cartotto; Simone; Violetto; Case sparse; Alpe Isolato. Vedi mappa.
Toponimo storico
Valle Inferiore, Valle Strona; Campore.
Diocesi
Biella dal 1772; prima, Vercelli.
Pieve
Santa Maria di Cossato.
Altre Presenze Ecclesiastiche
Nel territorio comunale esistono tre parrocchie: a Valle Inferiore, Croce di Mosso e Campore-Falcero. A Crocemosso, la cappella di sant'Antonio è attestata dal 1444 (Lebole 1982, 339), probabilmente consacrata in 1534, poi chiesa curata in sec. XVI (sotto il titolo dei Santi Antonio e Bernardo: ibid); a Valle Inferiore, Sant'Eusebio esiste dal 1666; a Campore-Falcero, la parrocchia del Cuore Immacolato di Maria risale al 1954. Alle parrocchie si affiancano gli oratori dei disciplinanti: a Croce Mosso esistono almeno dal 1683 con forte enfasi sul culto della Trinità e sull'elite locale (Cento fratelli e cinquanta sorelle), e con acuta concorrenza cultuale nei confronti del curato (sec. XIX). A Valle Inferiore i disciplinati avevano sede in un altare laterale dedicato prima al Suffragio, poi al Crocifisso, con attività caritative, e lasciti e investimenti devozionali dell'elite locale (Berra, Robiolio e Ormezzano). Ciascuna parrocchia era frammentata da una serie di cappelle di cantone. Erano un tempo dipendenti da Crocemosso: S. Sebastiano, S. Rocco, S. Pietro (Cravello); Immacolata (Piana); S. Giuseppe (Premarcia); S. Giovanni Battista (Torello); Madonna d'Oropa (Fiorina); Rosario (Frignocca); S. Giovanni Battista (Orcurto). Dipendevano un tempo da Valle Inferiore: SS Nome di Maria (Ormezzano); S. Vincenzo (Picco). Dipendono invece ora dalla parrocchia di Campore: Madonna d'Oropa; Ss. Martino e Filippo (Molino Filippo). Esiste infine un oratorio interparrocchiale: S. Rocco "ad pontes".
Assetto Insediativo

Vedi mappa 1Vedi mappa 2.

Valle Mosso è il risultato della aggregazione di due cantoni dell'antico Mandamento di Mosso, Valle Inferiore e Crocemosso: o, per meglio dire, della costellazione di cantoni che costituiva l'antica comunità di Croce Mosso (ancora nel 1773 definita "la più conspicua" del mandamento). La configurazione attuale del comune è molto recente, ma è il risultato di tensioni territoriali di lungo periodo. Essa nasce infatti dalla dissoluzione del mandamento medievale di Mosso, dipendente dal comitato di Vercelli, e si presenta in età moderna e contemporanea come una struttura politica caratterizzata dalla frammentazione territoriale. Tale frammentazione parossistica si coglie attraverso la semplice elencazione dei cantoni e dei cascinali che punteggiano il territorio della valle. Una delle prime rappresentazioni grafiche, la carta dell'Ingegnere Momo del 1802, segnala per Valle (inferiore) Mosso e Crocemosso almeno 31 cantoni/cascinali: nel territorio di Croce, Robiolio, Prelle, Mantello, Falcero, Campore, Chioso/Simone, Vicoletto, Galli, Avie, Mulino, Nicoletto, Torelli, Gerodano, Permarsa, Piana, Occurti, Frignocca, Lansone, Ponzone, Pietretto; in quello di Valle (Inferiore) Mosso, Valle Inferiore, Picco, Bertotto, Garlotto, Boggio, Oretto, Ceruto, Zanone, Gravello e Ormezzano.
Luoghi Scomparsi

                         

Comunità, origine, funzionamento
La comunità di Croce è attestata a partire dal catasto del 1637. Quella di Valle Inferiore è a lungo unita con Valle Superiore, e almeno fino al 1784 (riconoscimento dei debiti e dei crediti e piantamento dei termini di confine tra i due cantoni). Diverso è il piano rituale: a parte gli oratori di confraternite (v. sopra), esistono a Valle Inferiore dal 1684 gli Statuti autonomi della Confraternita del SS. Sacramento, con forti poteri arbitrali delle figure del priore e dei consiglieri (Lebole 1972).
Statuti
Statuto comunale 2004. Vedi testo.
Catasti
I catasti di Croce Mosso risalgono al 1638, con mutazioni a partire dal 1642.
Per quanto riguarda Valle Inferiore, al catasto del 1638 se ne aggiunge un secondo della secondsa metà del secolo XVIII.
Ordinati
Per quanto riguarda Croce Mosso sono conservati gli Ordinati per i periodi 1743-87; 1787-97; 1797-1801;
Dipendenze nel Medioevo
Comitato di Vercelli (Guasco).
Feudo
Infeudazione del luogo di Valle Inferiore a Gio Antonio Piccono (di Ivrea?) il 29.6.1722.
Mutamenti di distrettuazione
Provincia di Biella fino al 1859. Provincia di Novara fino al 1927; Provincia di Vercelli fino al 1992; Provincia di Biella dal 1992. Nel primo '800, contrariamente a tutto il resto della Valle, non dipende dall’Insinuazione di Bioglio, ma da quella di Biella (Casalis).Vedi mappa.
Mutamenti Territoriali
Solo nel 1766 si giunge alla fissazione di confine con Pettinengo, Bioglio, Valle San Nicolao, Vallanzengo, Croce, Trivero, Mandamento, Santa Maria, Pistolesa, Veglio. Casalis segnala qualche frazione di V. nel territorio di Crocemosso e viceversa.
Separazione da Valle Inferiore nel 1784;
Aggregazione di  Crocemosso nel  1926-29, che segue a ripetute richieste dei cantoni inferiori di Croce di far parte di Valle Mosso (1890-93, 1927). 
Comunanze
I pascoli di Alpe Isolato risultavano ancora ospitare una mandria di 50 capi nel 1965 (Calleri). Nel 1810 l'Alpe Isolato risulta affittato a margari di Bioglio. CUC riporta ha 331.8236 di uso civico (Cat. A) ;
Alla richiesta del Commissario agli Usi Civici di indicare la superficie di terreni comunali atti a coltura, il Podestà indicava (2.10.1934): case siti e corti giornate 16.35, prati g. 265.45, campi 204.19, vigne 128.86, castagneti e coste, g. 381.46, SBrovere e gerbidi imboschiti g. 81.75, rocche nude e ripe corrose g. 21.38 Tot. g.2030.3
Liti Territoriali
Si rimanda alla voce "Valle Mosso" qui di seguito.
Fonti
A.C.Vallemosso (riordino dott. T. Gamaccio, 1992):
- Sezione di Croce di Mosso, serie I:
Catasto 1638, con mutazioni a partire dal 1642;
Ordinati 1743-87; 1787-97; 1797-1801;
Causati dal 1721;
Imposti dal 1630;
Confini, Stabilimento della linea divisionale delle Alpi e montagne appartenenti all'ex mandamento di Mosso e della linea di confine con trivero, Vallanzengo, Piatto, Camandona, Veglio e Pistolesa, 1766-67; Transazione di questione territoriale tra le Comunità del mandamento di Mosso e la Comunità di Vallanzengo, 1772; Id. con Trivero, 1772; ordinato di protesta di Mosso verso gli altri ex cantoni, per ritardo nella delimitazione dei confini, 1784; copia degli atti di divisione e piantamento dei termini tra la Comunità di Valle Inferiore e Superiore, 1784  (m. 12);
 Serie II:
Confini con Bioglio sull'Alpe Isolato, 1862; distacco delle frazioni Varale, Prelle, Robiolio, Bose, Pianale, Falcero, Girodetti e Campore  e aggregazione a Valle Inferiore, 1891-93 (m.83).
 
- Sezione di Valle Mosso:
Catasto 1638; seconda metà sec. XVIII;
Libro dei Trasporti, 1791; Passaggi e Volture al 1875;
Quinternetti dal 1764;
Ordinati 1803-4, 1816-34, 1834-40, 1841-49;
Confini:  Atti di linea di contorno di Valli di Mosso, 1766: 1°, con Pettinengo; 2° con Bioglio, Valle San Nicolao e Valanzengo; 3° con Croce; 4° con Trivero; 5° con Mandamento; 6° con Santa Maria; 7° con Pistolesa; 8° con Veglio (m.40); Testimoniali di linea di Contorno del Scrittorio di Trivero, 1789; divisione dei beni comuni, 1774; copia del processo verbale della linea di contorno tra la Commune di Trivero, e quella di Valle Inferiore, 1807; affittamento alpe Isolato, 1810 (m.40).
Richiesta delle frazioni Prelle, Bose, Robiolio di Crocemosso di essere aggregate al comune di Vallemosso, s.d. ma post 1915; riunione dei Comuni di Vallemosso e Crocemosso con centro a Vallemosso, 1928; Risposte del podestà alle domande del Commissariato agli Usi Civici, 1934; Delimitazione di confini  con Valle Superiore, Santa Maria, Pistolessa, Veglio, Pettinengo, Strona, 1935 (m.106).
Beni comuni, affitto Alpe Isolato 1933-38 (m. 216).
 
A.C. Mosso Santa Maria, Nomine gabelloto di Valle Inferiore, 1689 e 1702
A.S.T. (Archivio di Stato di Torino). Vedi inventario.
A.S.T.,  Carte topografiche e disegni, Carte topografiche serie III, Biella, Mazzo 2, Foglio 1, Carta Topografica Regolare del Circondario di Biella / dipartimento della Sesia. Carta topografica regolare del circondario di Biella, dipartimento della Sesia, anni dal 1800 al 1814, Antonio de Steffani di Graglia Misuratore. Inchiostro e acquerello di vari colori (s.d.) [Autore disegno originale: Antonio Desteffani di Graglia]. Vedi mappa.
A.S.T., Corte, Provincia di Biella, m.4, n.1, Supplica della Comunità di Santa Maria.
A.S.T., Corte, Provincia di Biella, m. 4, n. 8. Informativa concernente li Pascoli del Mandamento di Mosso.
A.S.T., Sezioni Riunite, Camera dei Conti, Art. 475, Mosso e cantoni (1699).
A.S.T., Sezioni Riunite, II Archiviazione., c. 21, n.16, Ricavo dei cantoni delle 12 province del Piemonte non facienti corpo di comunità. A.S.T, Camera dei conti, ivi, n. 101, Controversie tra Comunità. e Ricavo di Comunità che hanno beni nel territorio di altre comunità A.S.T, Corte, Paesi per Provincia, Biella, m. 42, n.3, Copia di relazione rimessa dal V. Intend. Bozino per giustificarsi delle doglianze della Comunità di Croce di non aver ancora perfezionata la divisione dei beni comuni del mandamento di Mosso (1773).
Bibliografia
Calleri, G., Alpeggi biellesi, Biella 1966;
Casalis, Dizionario geografico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, Torino 1833-1850, vol. 00;
Censimento della popolazione del regno d'Italia (1901, 1911, 1921), Roma 1902, 1914, 1927;
Censimento generale della popolazione (1931), Roma 1933-XII,  vol. II, Popolazione dei comuni e delle frazioni di censimento, Parte Prima, Italia settentrionale;
Censimento generale della popolazione, vol. I, Dati sommari per comune, Provincia di Vercelli (1951, 1961, 1971, 1981, 1991), Roma 1956 ecc.).
Guida illustrata per villeggiante nel Biellese, Casanova, Torino 1892;
Guida per gite alpine nel Biellese e indicazioni sull'industria del circondario, Torino 1882, 126-30;
Guida per gite ed escursioni sul Biellese edite e compilate dal Club Alpino sezione di Biella, Biella 1873, 101 sgg;
Lebole, D., Storia della Chiesa biellese, Le confraternite, vol. II, Biella 1972, 319-25
Rinaldi, P., Crocemosso e l'industria della lana durante un secolo, in P. Sella e le origini della Grande Industria in Italia, Biella 1925, pp. 138-39.
Descrizione Comune

Valle Mosso

   Valle Mosso è il risultato della aggregazione di due cantoni dell'antico Mandamento di Mosso, Valle Inferiore e Crocemosso: o, per meglio dire, della costellazione di cantoni che costituiva l'antica comunità di Croce Mosso (ancora nel 1773 definita "la più conspicua" del mandamento). La configurazione attuale del comune è molto recente, ma è il risultato di tensioni territoriali di lungo periodo.
  Essa nasce infatti dalla dissoluzione del mandamento medievale di Mosso, dipendente dal comitato di Vercelli, e si presenta in età moderna e contemporanea come una struttura politica caratterizzata dalla frammentazione territoriale. Tale frammentazione parossistica si coglie attraverso la semplice elencazione dei cantoni e dei cascinali che punteggiano il territorio della valle. Una delle prime rappresentazioni grafiche, la carta dell'Ingegnere Momo del 1802, segnala per Valle (Inferiore) Mosso e Crocemosso almeno 31 cantoni/cascinali: nel territorio di Croce, Robiolio, Prelle, Mantello, Falcero, Campore, Chioso/Simone, Vicoletto, Galli, Avie, Mulino, Nicoletto, Torelli, Gerodano, Permarsa, Piana, Occurti, Frignocca, Lansone, Ponzone, Pietretto; in quello di Valle (Inferiore) Mosso, Valle Inferiore, Picco, Bertotto, Garlotto, Boggio, Oretto, Ceruto, Zanone, Gravello e Ormezzano.
   A questa pluralità di insediamenti (notata anche da Casalis: "parecchie borgate sparse sui colli") corrisponde specularmente la molteplicità dei luoghi sacri sparsi nel territorio. Si contano infatti tre parrocchie: a Valle Inferiore, Sant'Eusebio dal 1666; a Crocemosso, cappella di sant'Antonio, 1444 (Lebole 1982, 339), probabilmente consacrata nel 1534, poi chiesa curata nel sec. XVI (sotto il titolo dei Santi Antonio e Bernardo: ibid); a Campore-Falcero, Cuore Immacolato di Maria dal 1954. Inoltre, sono presenti moltissimi oratori: un oratorio di disciplinanti dal 1683; un cospicuo numero di oratori un tempo dipendenti da Crocemosso: S. Sebastiano, S. Rocco, S. Pietro (Cravello); Immacolata (Piana); S. Giuseppe (Premarcia); S. Giovanni Battista (Torello); Madonna d'Oropa (Fiorina); Rosario (Frignocca); S. Giovanni Battista (Orcurto). Inoltre, esistono oratori un tempo dipendenti da Valle Inferiore: SS Nome di Maria (Ormezzano); S. Vincenzo (Picco), nonché oratori ora dipendenti dalla parrocchia di Campore: Madonna d'Oropa; Ss. Martino e Filippo (Molino-Filippo). Infine va segnalato l'oratorio interparrocchiale S. Rocco "ad pontes", che è situato al confine delle parrocchie di Mosso, di Veglio e di Valle Inferiore (cioè Valle Mosso), a conferma dell'intreccio di coerenze territoriali che caratterizza la valle Mosso. Del resto, ancora a metà '700 la processione delle Rogazioni, rito eminentemente politico, mostra "esser solito quel popolo...andar processionalmente fuori della parrocchia ed anche estendersi sopra il territorio di Santa Maria, Croce di Mosso e di Veglio ed occorrendo nell'incontrarsi nelle processioni de rispettivi luoghi per causa della preminenza, succedono poi degli sconcerti e scandali". La proposta di contenere il rituale "nei limitrofi del luogo", trasformava così un rituale comunale in un rituale di frazione (ibid., 380).
   La rilevanza politica degli oratori di cantone risulta ovviamente variabile nello spazio e nel tempo. In qualche caso, essi ospitano i rituali della carità e della vicinanza, che possiamo identificare con la Trinità e lo Spirito Santo. Le "case de Fragnocha" si identificavano nel culto della Trinità ancora nel sec. XVII (Lebole 1982, 341), proprio quando sembra scomparire nella parrocchiale di Croce l'altare dedicato alla Trinità, con affreschi antichi (forse triandrici) e uno specifico rituale per la messa che vi si celebrava (Lebole 1982, 351). Ma è proprio una confraria di Santo Spirito, quella di Valle Strona nel 1661, a generare la parrocchia (S. Eusebio di Vallemosso) che poi risulterà capace di attrarre altri insediamenti (ibid., 388-9). Il tipo di tensione politica cui dà origine questo modello di insediamento è raccontato da P. Rinaldi a proposito dell'inumazione di P. Sella, il fondatore dell'industria biellese, contesa tra l'oratorio di nascita, quello di attività lavorativa e quello di morte, e che dà luogo a ben quattro lapidi che ne celebrano l'esemplare biografia (Rinaldi, 138-9).
   Se si esamina la cronologia della formazione degli oratori periferici, si profila in tutta la sua chiarezza un processo di frammentazione territoriale, che possiamo chiamare processo di apparrocchiamento, e che ha come protagonisti gruppi di parenti dislocati in insediamenti cantonali, che costituiscono il vero cuore della vita economica e politica locale. Il maggior numero di oratori è legato alla parrocchia più antica, quella di Croce: S. Sebastiano sembra coincidere con il forno comunale di Croce Mosso, ed è già presente a fine '500; S. Rocco è di fine Seicento, e diventa sede della confraternita (parrocchiale) del Sacramento, e porta anch'esso, sorprendentemente, i segni del culto trinitario, con una cinquecentesca discesa dello Spirito Santo di scuola vercellese (Lebole, 367). S. Pietro di Cravella, costruito a fine '500, è un oratorio di parentela, ancora centro di investimenti devozionali nel 1865; Immacolata era l'oratorio del cantone Allavié; S. Giuseppe, del cantone Premarcia, con dipinti di inizio '700; S. Giovanni Battista era dapprima l'oratorio del cantone - parentale - Torello e poi di una "confederazione" di cascinali detti di Pichetto, Ardizzone, Carlo e Merle, Cassinaccia e Molina: una costellazione cangiante che si riflette nei mutamenti di titolo (S. Carlo prima, S. Chiaffredo poi, infine S. Giovanni Battista). Madonna d'Oropa, oratorio della frazione Fiorina, sembra essere nato dall'abbondanza di sacerdoti (A.C.V.B., Decreta,vol. I, f. 269, 1804, cit. in Lebole 372) delle parentele locali; Madonna del Rosario, cantone Frignocca, dal 1867; S. Giovanni Battista è l'oratorio del cantone Orcurto, ed è l'ultimo in ordine di tempo, risalendo al 1893). La nuova parrocchia di Valle (Inferiore) Mosso vede a sua volta riprodursi il processo di apparrocchiamento: l'oratorio del SS. Nome di Maria, del 1737, è una cappella parentale del cantone Ormezzano; S. Vincenzo (1771) è l'omologo per il cantone Picco.
   Non si è autorizzati a pensare che tale processo di apparrocchiamento sia terminato in seguito ai mutamenti di questo secolo. Il confronto fra i Censimenti successivi all'unificazione consente infatti di vedere come mutino costantemente i nuclei abitati registrati, e come uno stesso nucleo possa essere inserito sia fra le frazioni, sia fra i nuclei (es. Campore, Premarcia). In generale, l'accorpamento di Croce e Valle Inferiore ha determinato la scomparsa di una nutrita serie di nomi di nuclei dai censimenti successivi al 1931 (Bose, Robiolio, Falcero, Prelle, Molina: le più prossime al centro del nuovo comune, ma fino al 1931 ancora caratterizzate da abitazioni temporanee di pastori o carbonai). Nello stesso tempo, tuttavia, troviamo registrati per la prima volta nuclei posti a quota superiore (Vie Bolche, Cerruti, Avié). Dal 1981 in poi resistono solo i nuclei più orientali del vecchio comune di Croce. Ma nuovi nuclei si formano e vengono registrati nel 1991 (Massaro), altri ricompaiono dopo un silenzio di sessant'anni (Violetto). La tendenza, tuttavia, a presentarsi come un borgo accentrato sembra ora prevalere in Vallemosso (eccettuato il dualismo con Croce).
   Questo processo di apparrocchiamento appare assolutamente peculiare anche rispetto al modello Biellese. Un processo che pare aver mutato lo stesso orientamento geografico del cantone di Valle Inferiore, che si è proposto progressivamente quale centro anche territoriale delle diverse configurazioni amministrative cui ha dato vita. Valle Inferiore, infatti, nel processo di divisione dei pascoli comuni in cui si sostanziava l'identità politica del Mandamento di Mosso (v. Mosso), appare caratterizzata da un rapporto di attrazione e forte tensione nei confronti di Valle Superiore, prima, e di Croce, poi.
   Cerchiamo di descrivere questo duplice processo in modo schematico. Lo scorporo, o il tentativo di scorporo, da parte di Veglio, che caratterizza il secolo XVII pur prolungandosi nel successivo, ha probabilmente generato, nel 1637, il catasto del Mandamento di Mosso, ancora conservato in molti comuni: registra l'unione tra Valle Superiore (Sella) e Valle Inferiore, e due cantoni (Picco nella Valle e d'Rivet nella Valle) che non si rendono autonomi, ma anzi si trovano oggi il primo in Mosso, il secondo in Vallemosso. A ulteriore illustrazione del processo di formazione dei cantoni come processo continuo e aperto va considerato il fatto che nella Perequazione, e nella Misura Generale del 1710 cui ci si ispira, si dichiara che Valle Superiore e Valle Inferiore "fanno un sol corpo di comunità" (A.S.T., Sezioni Riunite, II archiviazione, c. 21, n.16). 
   Nel 1699 si hanno i primi atti di separazione delle comunità del Marchesato di Mosso: si cerca di rivedere l'estimo delle "ruote" e degli "ordegni" per le attività industriali, si cerca di separare i possessori di terreni in parrocchie diverse da quella di abitazione (ciò che vale soprattutto per Mosso Santa Maria, Valle Superiore e Inferiore, e in particolare i "registranti in Valle Inferiore non parrocchiani di Santa Maria" e i "parrocchiani di Santa Maria registranti in Valle Superiore"), si rinegozia il mercato settimanale, e si istituiscono i consigli di Valle Superiore, Valle Inferiore e Pistolesa (AST, Sezioni Riunite, Camera dei Conti, Art. 475, Mosso e cantoni, 1699.).
   La questione della divisione dei pascoli "disgiunti" (v. Mosso) avvicina invece Valle Inferiore e Croce Mosso opponendoli ai restanti cantoni (sia quelli dotati di "titolarità" politica, come Valle Superiore, sia quelli che ne sono privi, come Capo Mosso: v. A.S.T., Corte, Paesi per provincia, Biella, m. 42, 1773): Valle Inferiore e Croce, infatti, non possono avere accesso diretto ai pascoli alti, e neppure a quelli boschivi vicini ai cantoni della fascia montana superiore. Questo spiega il motivo per il quale sono stati questi due cantoni a mettere in moto il processo di divisione (v. Mosso). O meglio, Valle Inferiore tenta due diverse - e contraddittorie - strade per accedere ai pascoli e ai boschi comuni. Da un lato, e soprattutto in un primo tempo, tenta di fare corpo unico con Valle Superiore: nel catasto del 1637, infatti, i due cantoni registrano unitamente le proprietà fondiarie dei rispettivi abitanti. Ma si tratta di una unione non solo parziale - come tutte a Mosso -, ma anche di breve momento: Valle Superiore, intanto, ha in comune con Mosso Santa Maria e Pistolesa la confraria di Santo Spirito e appartiene alla stessa giurisdizione parrocchiale di questi due cantoni. Inoltre il criterio - contestato - di divisione dei pascoli e dei boschi comuni può anche rendere appetibile una separazione: ad esempio, se si divide sulla base delle 120 quote di Ducati, per chi non ha accesso diretto ai pascoli è senz'altro conveniente essere autonomo - se i cantoni che dividono i pascoli sono cinque [Veglio, Pistolesa, Santa Maria, Croce e Valle (Superiore + Inferiore)], a Valle spetta 1/10 del montante complessivo. Separandosi da Valle Superiore, invece, a Valle Inferiore potrebbe spettare 1/6. Di fatto, entrambe le strategie sembrano essere state percorse.
    In una seconda fase, Valle Inferiore sembra aver percorso una diversa strada, quella dell'alleanza - carica di tensione - con l'allora potente cantone di Croce Mosso. Questa alleanza emerge nel 1766, e condurrà alla parziale divisione dei beni comuni.
   Nel 1766 si intraprende la Misura generale del Mandamento (tutti i cantoni tranne Veglio); Croce Mosso chiede la divisione anche di giornate 500 (circa ha 180) "tra Alpi, Boschi, gerbidi e Roche" ancora in comune tra tutto il Mandamento. La divisione deve avvenire "in proporzione di Ducati" - cioè di quote-parte - e deve comprendere anche Veglio, staccatasi dal Mandamento nel 1629. Quindi, esiste una formazione territoriale - il Mandamento - che comprende il "quoziente" di 120 ducati, di cui fa parte anche Veglio, secondo le seguenti quote: Croce, ducati 34+5/8; Veglio, 19+1/8; Pistolesa, 6+1/24. Croce e Veglio rappresentano, quindi, quasi la metà del mandamento. Le altre comunità (cantoni) rifiutano, e Croce fa ricorso. Nel 1767, il 21 luglio Croce intima il ricorso alle altre comunità, ma senza effetto; il 21 agosto 1771 si assiste a un nuovo ricorso di Croce al Re di Sardegna; le altre comunità fanno osservare che sono aperte pendenze territoriali con Vallanzengo, Trivero e Campiglia, che ostacolerebbro la divisione chiesta da Croce Mosso.
    Ma nel 1773-74, al momento della divisione dei beni comuni, Valle Superiore e Valle Inferiore si presentano ancora unite, o parzialmente unite. Anzi, è proprio questa ambiguità a sollevare l'opposizione di Croce, favorita da Valle Inferiore, alla divisione fra le due Valli: lo scopo è di ottenere la divisione di tutti i beni comuni ancora indivisi. Valle Superiore sostiene che la divisione di tutti i beni comuni produrrebbe sconcerti per l'attribuzione dei diritti di passaggio e l'introduzione dei bestiami nelle parti divise; Croce sostiene invece che la divisione vada fatta in cinque parti, poiché le due Valli (Superiore e Inferiore) devono essere considerate unite fino alla effettiva separazione reciproca - della quale va ancora riconosciuta l'effettiva quota.
    Solo nel 1784, in seguito a ordinanza dell'intendente del 22 luglio, si giunge a una transazione: con una serie di "compensi" si sottopongono a verifica i conti dell'accordo del 1773-74, rogato Bocca. Si riconosce così che  quell'accordo è fallito perché si è lasciata libertà alle comunità di calcolare le quote su due principi contraddittori: "o sulla base de Ducati, o su quella del Tasso" (quest'ultimo favorirebbe Santa Maria); inoltre non si sono mai dati per intiero i redditi dell'Alpe Artignaga (dove Veglio ha diritto al pascolo di 35 bovini a lire 85 annuali; che l'accordo del 1773-74 favoriva Valle (Superiore e Inferiore) e Pistolesa. Ora Valle Superiore e Inferiore hanno deciso di dividere Artignaga tra loro (il che significa dividerla anche con Santa Maria, poiché Valle Superiore possiede in comune con Santa Maria l'Artignaga: affittata nel 1774 a lire 340 annue, di cui a Inferiore spettano lire 106.5, a Superiore metà della quota acquistata con Santa Maria (lire 116.17) oltre a 106.5 per la divisione dei pascoli con Valle Inferiore ( in totale lire 233.15). Si giunge alla divisione del fitto da Veglio, ma Croce non riconosce la transazione perché non ha visto l'ordinanza. Valle Inferiore riconosce un "tenue" credito da Veglio e Pistolesa. Nel 1794, la divisione viene messa in discussione da una nuova causa tra Valle Inferiore e Valle Superiore per la divisione del tasso, la partecipazione alle spese per le strade di Casale e Nizza, il riparto dei fitti dell'Artignaga (3/4 a Valle Superiore, 1/4 a Santa Maria), il debito di Valle Superiore nei confronti di Valle Inferiore. Si impone il riparto per Ducati.
   Ma i documenti di fine '700 sono condizionati dall'illusione dei funzionari sabaudi di scorporare effettivamente i cantoni biellesi. Il loro insieme di relazioni si manifesta invece per i due secoli successivi. Così, nel 1807 si ha una nuova ricognizione dei "limiti" tra Valle Inferiore e Trivero (ACVallemosso, Crocemosso, m. 40, Copia del Processo Verbale della linea di Contorno tra la Comm.ne di Trivero e quella di Valle Inferiore Mosso). Nel 1871 si assiste a un nuovo conflitto tra Croce Mosso e Bioglio per sconfinamento di capre dei fittavoli dell'Alpe Bialora, dal 1862 (ACVallemosso, Crocemosso, m. 83). Nel 1909 è la volta di una "Vertenza di Confine tra i Comuni di Strona e Crocemosso": la costruzione della strada da Cossato a Vallemosso in luogo della vecchia mulattiera ha distrutto i "termini lapidei", e ha dato origine a una vertenza pluriennale, che dura  almeno dal 1896. Strona è privo di mappa, il confine si ricostruisce con la memoria dei più anziani: la strada è stata demolita da soli trent'anni. La nuova divisione però priverebbe Croce Mosso di un opificio, in cui lavorano 11 famiglie, l'unica bottega della borgata ecc. Alcuni documenti ("Tipo dimostrativo dello stabilimento Botto Albino"), risultano però protocollati nel giugno 1935, segno di un contenzioso ancora in atto. E' confermata da una relazione del 1935 sulle operazioni di delimitazione territoriale del comune di Valle Mosso. Risultano ancora aperte controversie con Trivero, Valle Superiore e Santa Maria, Pistolesa, Veglio e Pettinengo, Strona.
  L'aggregazione di Croce Mosso, sancita infine, come vedremo, dagli accorpamenti fascisti, pare conseguenza di tutt'altra strategia. I rapporti tra i due insediamenti sono tradizionalmente conflittuali (per un esempio cfr. le "Difficoltà da parte di Croce Mosso per ripartizione spesa di costruzione cimitero" nel 1835 (AST, Corte, Segreteria Interni, Corrispondenza dell'Intendente di Biella, m. 21). Si potrebbe sostenere che l'intreccio e la sovrapposizione dei legami fra i diversi cantnoni costituisca una vera e propria struttura politica. Se ne ritrova un esempio nella vicenda delle onoranze funebri di Pietro Sella, che viene conteso dai diversi luoghi a cui, amministrativamente, la sua biografia era legata: l sua parrocchia di nascita non coincideva con quella di morte, e neppure con quella dove si era sviluppata la sua attività industriale (Rinaldi).
   Una delle tappe salienti di questo processo di unione attraverso il conflitto è costituita dalla domanda di 65 elettori delle frazioni Varale, Prelle, Robiolio, Bose, Pianale, Falcero, Girodetti, Campore e case sparse a destra dello Strona, di essere distaccate dal comune di appartenenza ed aggregate a quello di Valle Inferiore Mosso (ACValle Mosso, Archivio di Croce Mosso, Consiglio provinciale 1893). La richiesta non viene accolta per l'opposizione di Croce, salvo poi essere attuata dalle riforme territoriali fasciste. E' di estremo interesse considerare il profilo dei promotori di tale separazione. Si tratta in realtà di una delle sottounità della carta Momo 1802: essa corrisponde alla sezione meridionale del territorio comunale di Crocemosso. Queste frazioni, composte da gruppi parentali (Lebole 1982, 343), diedero vita a una nuova parrocchia nel 1954, e ancora nel 1963 il vescovo di Biella includeva nella giurisdizione parrocchiale l'oratorio di Molino-Filippo con la frazione omonima, quella di Stazione e di Stronetta. Il nuovo parroco aveva in ogni caso l'obbligo di celebrare negli oratori la messa festiva, e di confermare le tradizioni "antiche" riguardo a sepolture e matrimoni (ibid., 413). Come dire che la presenza di una più vasta unità parrocchiale non deve smentire l'identità di base, quella cantonale.
   Questa riaggregazione territoriale è senza dubbio legata alla progressiva allocazione lungo lo Strona delle attività manifatturiere prima disperse, ma esprime una concezione della comunità politica ben nota agli abitanti della Valle: l'attrazione verso Valle Inferiore si esprime non tanto nella sfera rituale, quanto nella sfera caritativa, che costituisce da secoli - attraverso le confrarie dello Spirito Santo - l'identità politica locale. Quando i cantoni sopra citati chiederanno,  nel 1890-93 lo scorporo da Croce, Valle Inferiore li sosterrà sulla base del fatto che i suoi abitanti partecipano già dei privilegi assistenziali di cui il ricco comune è dotato. Il mutamento di nome del 1916 (da Valle Inferiore a Valle Mosso) sembra tradurre questo mutamento di status del cantone, legato all'attività manifatturiera. Accanto a queste, ragioni definite "topografiche": l'abitato dei due comuni si mescola formando "un solo mosaico edilizio...tutti...credono di essere a Vallemosso trovandosi a Crocemosso. Le frazioni secessioniste protagoniste della prima richiesta del 1890 (Prelle ecc.) sono quelle "che raccolgono tutta l'industria di Pannilana...nell'orbita di Vallemosso". Infine si fanno valere ragioni ecclesiastiche: la popolazione delle frazioni secessioniste celebra i matrimoni a Vallemosso.
   L'aggregazione di Croce Mosso al nuovo comune di Valle Mosso sembra costituire, specularmente, la sconfitta di una élite politica locale che aveva sostenuto invece l'aggregazione di Vallemosso e Santa Maria (AC Valle Mosso, Sezione Valle Mosso, m.106, 1928: lettera del podestà di V., Botto, al prefetto della provincia di Vercelli). Si tratta della stessa élite politica che aveva a lungo osteggiato il monopolio dei pascoli da parte dei notabili di Mosso Santa Maria, Valle Superiore (A.S.T., Paesi per Provincia, Biella m. 42, 1773), e il controllo dei boschi comuni da parte di cantoni come Capo di Mosso, che si valevano del monopsonio di risorse cruciali come il legname per le attività manifatturiere e tintorie sviluppate da Croce. Anche se le rivalità politiche tra Croce, Mosso Santa Maria e Valle Inferiore andrebbero studiate più a fondo, questa posizione consente in ogni caso di capire la ragione del fatto che sia stata Croce a promuovere (se non a ottenere) la divisione dei pascoli fra '700 e '800.