Autori | Sereno, Cristina |
Anno Compilazione | 2007 |
Provincia | Torino.
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Area storica | Contado comunale di Chieri fino al secolo XVII; a tutt'oggi è considerato parte del Chierese
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Abitanti | 3244 (ISTAT, 2001).
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Estensione | 1546 ha. (SISTAT)
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Confini | A nord San Mauro Torinese e Castiglione Torinese, a est Pavarolo, a sud-est Chieri, a sud-ovest Pino Torinese, a ovest Torino.
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Frazioni | Capoluogo; Rivodora; Soperga; Tetti Barbasso, Tetti Berruto; Tetti Chiapasso; Tetti Coggiola; Tetti Collo; Tetti None; Tetti Pietraforata; Tetti Piola; Tetti Ronchi; Tetti Valentino; Case sparse; Basilica di Superga; Superga (ISTAT 2001). Vedi mappa.
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Toponimo storico | «Baldicherium Cheriensium» (Casalis 1834, p. 31). La località appare nominata in un diploma di Federico I fra i feudi di pertinenza del vescovo Carlo di Torino nel 1159 (MGH, Diplomata, doc. 50, p. 252 [26 gennaio 1159]), mentre «Baldicerium» comincia a comparire nelle visite pastorali dal 1584 (AA Torino, VP, 1584, 7.1.5, f. 406).
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Diocesi | Torino
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Pieve | Le chiese di Santa Maria e di San Giuliano di Baldissero erano soggette alla pieve dei Santi Vittore e Corona di Reano di Montaldo Torinese, località che sarebbe da identificare con «Reiano» presso Chieri (Casiraghi 1979, pp. 91-92).
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Altre Presenze Ecclesiastiche | Prevostura di San Giuliano di Baldissero, attestata nel 1375 e nel 1386 (Casiraghi 1979, p. 88); chiese di Santa Maria e San Giuliano, quest’ultima attestata nel secolo XII (Casiraghi 1979, pp. 91-92) e nel XIII (Daviso di Charvensod 1939, p. 124) come priorato dipendente dal monastero benedettino torinese di San Solutore (Borgi 1993, p.57); parrocchiale di Santa Maria di Baldissero in finibus Cherii (AA Torino, VP, 1584, 7.1.5, f. 406); parrocchiale di Santa Maria della Spina, probabilmente la stessa della precedente attestazione (AA Torino, VP, 1671, 7.1.18, f. 51; VP, 1750, 7.1.29, f. 132 v.); chiesa di San Francesco di Sales a Rivodora, resasi autonoma dalla parrocchia di Superga nel secolo XVIII (AA Torino, VP, 1770, 7.1.40, ff. 25-27). Nel 1834 la parrocchia di Santa Maria della Spina risultava consacrata a San Bartolomeo, mentre era attiva la parrocchia di San Francesco di Sales a Rivodora (Casalis 1834, pp. 31-32). Attualmente è segnalata dall’arcidiocesi di Torino come parrocchia soltanto la chiesa di Santa Maria della Spina a Baldissero (Vedi fonte). La «parochiale sancte Marie loci Baldicerii in finibus Cherii» compare per la prima volta nella visita pastorale del 1584 (AA Torino, VP, 1584, 7.1.5, f. 406). Dal 1671 (AA Torino, VP, 1671, 7.1.18, f. 51) la parrocchiale è registrata con l’intitolazione di Santa Maria della Spina, mentre nel 1750 (AA Torino, VP, 1750, 7.10.29, f. 132 v.) vi è attestata, presso l’altare di Santa Maria del Rosario, la società di Santa Maria del Rosario. Nella visita del 1770 è riportata l’interessante notizia relativa alla separazione della chiesa dedicata a San Francesco di Sales di Rivodora («Ridoira sive Rivodora») dalla parrocchia di Superga, e dell’erezione della chiesa di Rivodora a sua volta in parrocchia (AA Torino, VP, 1770, 7.1.40, ff. 25-27). Il presule di Torino Francesco Rorengo di Rorà viene a visitare le due chiese di Superga e Rivodora, in quanto gli abitanti di quest’ultima località stanno da tempo chiedendo la separazione da Superga. L'arcivescovo concede il distacco e la creazione della nuova parrocchia sotto il titolo di San Francesco di Sales; i confini della nuova parrocchia si situano fra Baldissero, San Mauro e Pino Torinese. Da quel momento la parrocchia di Rivodora si attesta regolarmente, come del resto quella di Baldissero, fino al secolo XX.
Basilica di Superga. Vedi mappa. |
Assetto Insediativo | Baldissero è un borgo collinare del Torinese situato ad una altitudine di 421 m. La distribuzione della popolazione in riferimento ai nuclei insediativi identificati appare diseguale, suddivisa com’è principalmente fra il capoluogo vero e proprio e la frazione di Rivodora, collocata in una depressione sottostante nei pressi del corso d’acqua omonimo. Si registrano poi diverse altre frazioni minori e case sparse. Come fatto osservare recentemente, la caratteristica più evidente dell’abitato «è di essere molto sparso, costituito da frazioni con forte coesione, in alcuni casi con una propria cappella o Chiesa (San Quirico, San Giuliano, San Grato, Toetto, Rivodora) o da case isolate. Baldissero si è strutturato solo in minima parte intono ad un nucleo, mentre gli insediamenti abitativi sono dispersi in tutto il territorio» (Castelli 2008).
[Addenda del CS ott 2011: Regione Piemonte: cartografia cascine. (Una volta aperta la mappa, bisogna scegliere il comune e lo sfondo) Vedi mappa.] |
Luoghi Scomparsi | Se si accettano le testimonianze erudite, il primo nucleo della comunità di Baldissero si sarebbe trovato in una località detta «Malloch», poi «Alba Cherii» e infine «Paluch», com’è attualmente nota; abbandonata dagli abitanti nel secolo XIV, divenne sede di una fornace nel secolo XVIII, mentre oggi si configura principalmente come luogo di passaggio (Liboà 2003).
[Addenda del CS sett 2016] Si può identificare anche un'altra località scomparsa sul territorio di Baldissero nel locus di «Bresianum» attestato fina dall'XI secolo, ma abbandonato dalla popolazione probabilmente per confluire su Chieri nel XIII (Settia 1975, D8). Sempre sul territorio di Baldissero, ma con meno tracce documentarie vi sono anche le località di Meletum e Paernum anch'esse non più rintracciabili dopo il XIII secolo (Settia 1975, D44, D59).
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Comunità, origine, funzionamento | Le origini remote della comunità di Baldissero non sono agevoli da ricostruire, a causa di una situazione documentaria decisamente carente. Fonti erudite risalenti al primo Novecento, forse fondate su compilazioni settecentesche, riferiscono che il primo nucleo abitato si sarebbe trovato in una località chiamata prima «Malloch» (da malus locus, forse per via di bande di briganti o ribelli), riconoscibile oggi nella località denominata «Paluch» [Vd.Località scomparse]. Il centro originario sarebbe stato abbandonato ai primi del secolo XIV, in seguito alla soppressione violenta dell’ordine templare, che proprio qui avrebbe avuto una fondazione fortificata; la popolazione si sarebbe allora suddivisa in tre gruppi, andando a fondare le nuove comunità di Superga, Rivodora e, appunto, Baldissero, quest’ultima collocata nel luogo ancora oggi occupato dal capoluogo del comune, intorno alla chiesa di Santa Maria della Spina (Liboà 2003; Castelli 2008). In base alla documentazione più antica che è stato possibile rintracciare, a Baldissero comincia a essere attestata una comunità vera e propria negli anni Ottanta del secolo XVI, quando l’amministrazione sabauda rilascia due quietanze in suo favore (AST, Sezioni Riunite, Patenti controllo finanze, Registro 1584 in 1585, f. 252; Registro 1594 in 1595, f. 131). Non si hanno invece notizie più precise e circostanziate sull’origine e il funzionamento della comunità. Al momento della separazione da Chieri, nel 1694, è possibile sapere che il neoeretto comune di Baldissero è dotato di sindaci, incaricati di presentare la documentazione per lo smembramento del territorio chierese (AST, Sezioni Riunite, I, Archiviazione, Provincia di Torino, m. 1, n. 2). Nell’ambito della Perequazione Generale del Piemonte, nel secolo XVIII, si legge di beni comuni e antichi pertinenti alla comunità (AST, Sezioni Riunite, II Archiviazione, capo 21, n. 71, ff. 35-37). Nel 1702 e nel 1720 la comunità è nuovamente registrata fra i consegnamenti fatti agli incaricati del governo sabaudo (AST, Sezioni Riunite, Consegnamenti, Registri Sentenza 1672 in 1723, 50; 1700 in 1716, 42; 1720, 155), il che ne segnala quantomeno l’attività, ma non permette di dire molto di più sulla sua struttura. La lite per i confini con Arignano fra il 1719 e il 1722 può essere interpretata come un segnale di combattività e consapevolezza da parte della comunità (AC Chieri, cartella 124, articolo 42, p. 2, n. 3). Non va trascurata neppure la separazione, nel 1770, della parrocchia di Rivodora da quella di Superga, che avviene proprio in seguito alle proteste degli abitanti della frazione, i quali manifestano, attraverso l’autodeterminazione religiosa, una certa consapevolezza della loro comune identità (AA Torino, VP, 1770, ff. 25-27). Può inoltre essere significativa per testimoniare dell’organizzazione della comunità, anche se in ambito religioso più che civile, la notizia relativa all’esistenza di due compagnie di fedeli nella località alla fine del secolo XVIII, la Compagnia del Corpus Domini e la Compagnia della Santissima Madonna del Rosario (AST, Corte, Materie ecclesiastiche, Benefizi di qua dai monti, Benefizi divisi per paesi dalla A alla Z, m. 9, VI, 1 [30 agosto 1790]).
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Statuti | Non è stato possibile rintracciare antichi statuti della comunità, né presso le varie sezioni dell’Archivio di Stato di Torino, né presso l’Archivio Storico del Comune di Chieri, né infine presso l’Archivio Storico del Comune di Baldissero Torinese. [Vd.Dipendenze medioevo] Statuto comunale 2011. Vedi testo.
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Catasti | Presso l’Archivio di Stato di Torino si conservano le mappe, le matrici e i sommari relativi a Baldissero compilati in occasione della realizzazione del catasto Rabbini, alla metà circa del secolo XIX (AST, Sezioni Riunite, cat. Rabbini, Mappa 1860, n. 9 e 10; matrice n. 7; sommarione n. 7). La cartografia mostra già in tale secolo una distribuzione della popolazione decisamente frammentata, con due centri più significativi nel capoluogo, sulla collina, e presso la frazione Rivodora, lungo il rio omonimo, e il resto distribuito fra case sparse e cascine isolate. Interessante appare inoltre la suddivisione della Basilica di Superga in due metà esatte, attribuite rispettivamente a Baldissero e al vicino comune di San Mauro. Vedi mappa 1. Vedi mappa 2. Vedi mappa 3. Vedi mappa 4. Vedi mappa 5.
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Ordinati | La redazione degli ordinati della comunità di Baldissero Torinese inizia pochissimi anni dopo la separazione da Chieri e la costituzione in centro autonomo: gli ordinati più antichi risalgono infatti al 1696, dopo di che essi compaiono a intervalli regolari e senza interruzioni nei decenni e secoli successivi, a testimonianza di un’attività civile regolare [AC Baldissero, cartella Ordinati, 1696].
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Dipendenze nel Medioevo | Nel secolo XIII sono attestati dei signori di Baldissero fra i fedeli del comune di Chieri, al quale questi giurano fedeltà e cedono la giurisdizione sul castello ivi collocato, ricevendola indietro in feudo (AST, Sezioni Riunite, Titoli de stati antichi della Reale Casa, I, ff. 69, 71 e 74; AC Chieri, cartella 40, articolo 10, p. 4, n. 1). Nel secolo XIV una donna, Bartolomea Aicardi, riceve dallo stesso comune di Chieri l’investitura della giurisdizione sul luogo di Baldissero, che già suo padre deteneva (AST, Sezioni Riunite, Titoli de stati antichi della Reale Casa, I, f. 77). Da un punto di vista più generale, il territorio di Baldissero e la sua comunità dipendono dal comune di Chieri per tutto il medioevo e parte dell’età moderna, fino a quando, nel 1694, viene smembrato ed eretto a comune autonomo (per la documentazione sui rapporti con Chieri: AC Chieri, cartella 42, articolo 12, pp. 1-6).
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Feudo | Nel secolo XV si ha notizia della concessione di Baldissero a Giacomino della Porta «ex dominis et comitibus Castrimontis», fedele del duca Amedeo di Savoia, per i servizi resi (AST, Corte, Paesi, Provincia di Torino, m. 6 [10 febbraio 1417]) e di una lite avvenuta di fronte alla duchessa Iolanda di Savoia fra il giurisperito Ambrogio «de Vignate» e il comune di Chieri per il castello e il luogo di Baldissero, il quale viene assegnato a Chieri (AST, Corte, Paesi, Provincia di Torino, m. 6 [6 agosto 1470]; per l’origine della controversia AC Chieri, cartella 21, articolo 6, p. 24, n. 12, 1441). Dopo la separazione di Baldissero da Chieri, si ha notizia dell’infeudazione della località da parte di Vittorio Amedeo di Savoia prima (1694) al conte Giovanni Antonio Benso (AST, Sezioni Riunite, Registro Controllo Finanze, 36, 1693 e 1694, f. 64) e poi (1699) a Giovanni Battista Fontanella (AST, Sezioni Riunite, Registro Controllo Finanze, 45, 1699, f. 26). Quest’ultimo nel 1734 consegna appunto al commissario regio incaricato la giurisdizione sui beni e i redditi della località (AST, Sezioni Riunite, Commessaro Bazano, 1734, f. 14, n. 377). La famiglia Fontanella si segnala anche nei decenni successivi come una presenza costante nel territorio della località, tant’è vero che ancora nella lite sulle strade del 1831 uno degli allegati, presentati contro le decisioni del comune di Baldissero e a sostegno invece degli interessi degli abitanti della frazione di Rivodora, è costituito da una lettera del conte Eugenio Fontanella, definito «uno de’ maggiori registranti della Comune di Baldissero» (AST, Corte, Paesi per A e B, lettera B, m. 2 [1831]).
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Mutamenti di distrettuazione | Baldissero rientra nelle competenze del comune di Chieri fino al 1694, quando diventa comune autonomo, tuttavia continua a seguirne le vicende amministrative inglobato com'era entro la maglia del Ducato e poi del Regno Sabaudo (AST, Sezioni Riunite, I Archiviazione, Provincia di Torino, m. 1, n. 2 [1694]).
[Addenda del CS sett 2016] Durante l'epoca napoleonica è incluso nel Dipartimento del Po (Sturani 1995), corrispondente poi con la Provincia di Torino. Nel XIX secolo Chieri si costituisce mandamento provinciale e Baldissero torna a gravitare nell'orbita dell'antico comune di riferimento (Casalis 1834, p.31)
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Mutamenti Territoriali | [Addenda del CS sett 2016] Dal momento della sua costituzione in comune autonomo (1694) non si rilevano significativi mutamenti territoriali, fatta eccezione per un distacco temporaneo della frazione di Rivodora fra il 1873 e il 1932 aggregatasi a San Mauro [AC S. Mauro, cat. I, cl. 1, 1/2].
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Comunanze | La Perequazione settecentesca del Piemonte indica la presenza, nel territorio di Baldissero, di circa 10 giornate di beni comuni, quasi tutte adibite a bosco, prato o gerbido; il compilatore osserva che «quali tutti beni sovra descritti sono beni antichi della comunità et non sono di reddito alcuno a detta comunità, servandosi altro per il pascolo dei bestiami» (AST, Sezioni Riunite, II Archiviazione, Capo 21, n. 71, ff. 35-37; n. 83, ff. 9-11). Una situazione sostanzialmente affine viene rilevata, circa due secoli dopo, dal perito incaricato della individuazione dei beni comuni, il quale dichiara di aver censito un ettaro e 40 are di terreno demaniale, esclusivamente adibito a bosco e pascolo permanente; egli, constatata l’assenza di ricorsi da parte di membri della comunità su tali beni, propone la possibilità per il comune di metterli in vendita (CLUC, fasc. Baldissero Torinese).
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Liti Territoriali | Dopo l’erezione in comune autonomo, Baldissero vive alcune liti con le località vicine (Chieri, Arignano) per i rispettivi confini (AC Chieri, rotolo 15, articolo 164, p. 12, n. 23 e cartella 124, articolo 42, p. 2, n. 3). Un gruppo di documenti della prima metà del secolo XIX si rivela di estremo interesse per comprendere le dinamiche territoriali interne ed esterne alla comunità. In questa data infatti si assiste ad una controversia fra il consiglio comunale di Baldissero, da un lato, e alcuni abitanti del comune, risiedenti nella frazione Rivodora, a riguardo della decisione presa dai membri del consiglio di privilegiare la strada detta di San Quirico su quella detta del Cervo, entrambe dirette a Chieri. Se tale risoluzione fosse approvata, gli abitanti di Rivodora sarebbero svantaggiati nelle loro possibilità di raggiungere sia il capoluogo sia Chieri, mentre anche le vicine località di Cordova e Castiglione rimarrebbero senza vie di comunicazione con Chieri, loro punto di riferimento commerciale. La lite, pur non concernendo nello specifico porzioni di territorio, ma le vie di comunicazione, mette in luce la rilevanza della località, e soprattutto della sua rete viaria, per mettere in connessione le località collinari con il centro di Chieri, segnalando anche una situazione di tensione in seno al comune collinare, dato che, come sottolinea il perito inviato a risolvere la questione, il consiglio comunale che ha deciso la modifica delle strade fosse «diviso d’opinione, essendo ben naturale che ciascuno de’ suoi membri preponderasse, a seconda del proprio interesse e giusta la rispettiva situazione delle loro case e poderi». La soluzione equilibrata proposta dal perito (il mantenimento di entrambe le strade) riflette la situazione attuale della viabilità, con la convergenza su Chieri delle strade provenienti sia dal capoluogo sia da Rivodora (AST, Corte, Paesi per A e B, lettera B, m. 2). È inoltre attualmente aperta una disputa sulle rispettive competenze territoriali su Superga fra i comuni di Baldissero, San Mauro e Torino.
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Fonti edite:
I più antichi catasti del comune di Chieri (1253), a cura di M.C. Daviso di Charvensod, Torino 1939 (BSSS 161).
MGH, Diplomata Regum et Imperatorurn Germaniae, X, 2, a cura di H. Appelt, Hannover 1979. Fonti inedite:
AA Torino (Archivio Arcivescovile di Torino).
Visite Pastorali, 1585 (7.1.5); 1671 (7.1.18); 1837 (7.1.21); 1750 (7.1.29, 7.1.34, 7.1.35, 7.1.36); 1770 (7.1.40); 1774 (7.1.56, 7.1.57); 1837 (7.1.78); 1840 (7.1.81); 1886 (7.1.90); 1932 e 1933 (7.1.93); 1939 e 1943 (7.1.94). AC Baldissero (Archivio Storico del Comune di Baldissero).
AC Baldissero, cartelle Ordinati. Per le attestazioni più antiche relative a Baldissero Torinese occorre fare riferimento alle pubblicazioni di fonti e alle raccolte archivistiche di area chierese, del cui territorio la località fece parte fino allo scorporo del 1694 [AC Chieri, cartella 42, articolo 12, pp. 1-6] Buona parte della documentazione di età moderna si trova presso l’Archivio di Stato di Torino [AST, Sezioni riunite] Presso l’Archivio Storico del Comune di Baldissero si trovano conservati gli atti successivi all’erezione di Baldissero in comune autonomo, cioè dal 1694 fino ad oggi; la raccolta non è dotata di inventario.
AC Chieri, (Archivio Storico del Comune di Chieri).
cartella 40, articolo 10, p. 4, n. 1. cartella 42, articolo 12, pp. 1-6. cartella 124, articolo 42, p. 2, n. 3. rotolo 15, articolo 164, p. 12, n. 23. AC S.Mauro, (Archivio Storico del Comune di San Mauro Torinese)
cat. I, cl. 1, 1/2
AST (Archivio di Stato di Torino).
Carte topografiche e disegni, Carte topografiche segrete, Borgonio B 1 Nero, Mazzo 1, "CARTA COROGRAFICA / DEGLI / Stati di S.M. il Re di SARDEGNA / data in luce / dall'Ingegnere / BORGONIO / nel 1683 / corretta ed accresciuta / nell'anno 1772". Borgonio (Ingegnere) [Stagnon 1772] Carta corografica degli Stati di terraferma di S.M. il Re di Sardegna. Copie 2 una in fol. 17, compresa la tabella di riunione; colla divisione per governi e la seconda composta di fol. 16 colla divisione della Provincia ed un'altra copia in 4 fol. (Manca la copia composta di fogli 16). (Note: Sul verso: "Carta III. / continente il Marchesato di Susa, il Contado di / Nizza, e le Provincie di Pinerolo, e Cuneo, con la maggior / parte di quella di Torino, piccola parte delle rispettive / Provincie di Moriena, Ivrea, Alba, Mondovì, e / Principato d'Oneglia, con le Frontiere di Francia / e parte della Provenza, il Principato di Monaco, e / piccola parte del Genovesato". L'originale seicentesco dal titolo "Carta generale de' Stati di Sua Altezza Reale" fu disegnato da Tommaso Borgonio ed inciso da Giovanni Maria Belgrano. Per l'edizione settecentesca qui conservata vennero aggiunti alcuni fogli raffiguranti i paesi di nuovo acquisto incisi da Stagnone su disegni di Castellino, Galletti e Boasso e vennero anche apportate alcune modifiche ai fogli disegnati dal Borgonio. Cfr. anche Carte Topografiche per A e B, PIEMONTE, n. 23 e Carte Topografiche Segrete, BORGONIO B 5 nero), Foglio 3, 1772, . Vedi mappa. Carte topografiche e disegni, Carte topografiche e disegni, Carte topografiche serie III, mazzo 1, Baldissero, Tipo del / Bosco à Vastaciceri o sia Fontanete fini di / Baldissero, della Sig.a Damigiella Buschetti, venduto / a S.E. il Sig.r Marchese d'Ormea nel 1745. et indi / a P.P. Barnabiti come da Instromento rogato Posse li / 30: Giugno d.[ett]o Anno. Al Catastro registrato g[iornat]e 5:8 e dalla / Misura Chiaberto risulta mancare Tavo[l]e 15:2.4 che si suppongono / nella Pezza P.P. St Domenico, pagato nell'Accompra £: 3:1:10 cad.[un]a Tav.[ol]a / il prezzo totale sono £: 1525:14:9: / acquistato p[er] Instrom[ento] 30. Giugno 1745. rog[a]to Rosso. Tipo del bosco a Vastaciceri o sia Fontanete, fin di Baldissero...", dopo 1769. Inchiostro e acquerello verde, s.d. Vedi mappa. Carte topografiche e disegni, Ufficio Generale delle Finanze,Tipi, cabrei e disegni (sezione II), mazzo 107, Chieri, Pianta di bosco situato a Baldissero, regione Le Streghe, di proprietà dei padri di S. Domenico (Data: 9/07/1757; modificata: 14/08/1758) [Autore disegno originale : Carlo Giuseppe Vay]. Vedi mappa. Carte topografiche e disegni, Carte topografiche e disegni, Casa di Sua Maestà, mazzo 273, Reale basilica di Superga, Reale Basilica di Soperga. Appezzamento bosco sulle fini di Pino Torinese. Appezzamento bosco sulle fini di Baldissero, 31 dicembre 1879 [Autore disegno originale : Arch. E. Piazza e Ing. G. Maroni]. Vedi mappa. [Senza collocazione] "Appezzamento bosco sulle fini di Pino T.se. Appezzamento bosco sulle fini di Baldissero", s.d. Vedi mappa. Carte topografiche e disegni, Ufficio Generale delle Finanze,Tipi, cabrei e disegni (sezione II), mazzo 107, Chieri, Pianta di bosco situata a Baldissero, regione Vastaciceri, di proprietà dei padri di S. Domenico (Data: 30/05/1770) [Autore disegno originale : Carlo Giuseppe Vay]. Vedi mappa.
Corte, Materie ecclesiastiche, Benefizi di qua dai monti, Benefizi divisi per paesi dalla A alla Z, m. 9, VI, 1; Corte, Paesi, Provincia di Torino, m. 6; Corte, Paesi per A e B, lettera B, m. 2. Sezioni Riunite, I Archiviazione, Provincia di Torino, m. 1, n. 2 (1694); II Archiviazione, capo 21, n. 71, ff. 35-37; n. 83, ff. 9-11; Sezioni Riunite, Commessaro Bazano, 1734, f. 14, n. 377; Sezioni Riunite, Consegnamenti, Registri Sentenza 1672 in 1723, 50; 1700 in 1716, 42; 1720, 155; Sezioni Riunite, Patenti controllo finanze, Registro 1584 in 1585, f. 252; Registro 1594 in 1595, f. 131; Sezioni Riunite, Registro Controllo Finanze, 36, 1693 e 1694, f. 64; 45, 1699, f. 26; Sezioni Riunite, Titoli de stati antichi della Reale Casa, I, ff. 69, 71, 74, 77; CLUC (Commissariato per la liquidazione degli Usi Civici).
Provincia di Torino, fasc. Baldissero Torinese. | |
Bibliografia | La scheda è stata costruita a partire soprattutto da materiale archivistico, essendo la bibliografia su Baldissero decisamente contenuta. Infatti, i principali interventi relativi alla storia della località si leggono sull’«Armanach ’d Baudisé Türineis», pubblicazione con cadenza annuale a cura del Centro di Documentazione Storica di Baldissero Torinese.
Borgi A., La questione storiografica di S. Mauro di Pulcherada, dattiloscritto presso il Dipartimento di Storia dell’Università di Torino, Sezione di Medievistica e Paleografia, a.a. 1992-93.
Casalis G., Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, Maspero, Torino 1833-1856, vol. II (1834), pp. 31-32.
Casiraghi G., La diocesi di Torino nel medioevo, Torino 1979 (BSS 196).
Castelli B., Il mistero del paese frammentato, in «Armanach ’d Baudisé Türineis», (2008).
Guasco Di Bisio F., Dizionario feudale degli antichi Stati Sardi e della Lombardia, Pinerolo 1911 (BSSS 54-58), pp. 141-142.
Liboà R., Paluch, in «Armanach ’d Baudisé Türineis», (2003).
Settia A.A., Insediamenti abbandonati sulla collina torinese, «Archeologia medievale» II (1975), pp. 237-328.
Sturani M.L., Il Piemonte, in Amministrazioni pubbliche e territorio in Italia, a cura di L. Gambi, F. Merloni, Bologna 1995, pp. 107-153.
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Descrizione Comune | Baldissero Torinese Lo stato della documentazione che è stato possibile rintracciare non rende agevole la ricostruzione delle origini della comunità di Baldissero, soprattutto nelle fasi più remote. Essa inizia a comparire con un certo margine di sicurezza nelle fonti soltanto verso la fine del secolo XVI, mentre per le vicende più antiche si possiedono soltanto notizie erudite relative a un precedente insediamento abitativo in località «Alba Cherii», abbandonato ai primi del secolo XIV per la sede attuale (Liboà 2003; Castell, 2008). Appare invece certa la dipendenza della località attestata nelle fonti medievali come «Baldicherium Cheriensium» dal vicino comune di Chieri, fra i cui fedeli compaiono i signori del posto, nei secoli XIII e XIV; gli stessi documenti segnalano anche la presenza, in loco, di una fortificazione, anch’essa sottoposta al comune di Chieri (AST, Sezioni Riunite, Titoli de stati antichi della Reale Casa, I, ff. 69, 71, 74, 77; AC Chieri, cartella 40, articolo 10, p. 4, n. 1). A partire dal secolo XV, invece, diventa predominante sul luogo l’ingerenza dei duchi, poi re, di Savoia, che mostrano di considerare Baldissero come una entità di loro pertinenza, nonostante le proteste chieresi (AST, Corte, Paesi, Provincia di Torino, m. 6 [10 febbraio 1417 e 6 agosto 1470]): è appunto in questo clima che, probabilmente, si prepara la separazione dei due paesi e l’ottenimento dell’autonomia da parte di Baldissero.
Alla fine del secolo XVII la località diventa pertanto un comune autonomo, staccandosi dalla giurisdizione del più influente e potente vicino, Chieri. Non sono note le motivazioni precise che hanno condotto a un ampio smembramento del territorio chierese (contemporaneamente a Baldissero, infatti, si stacca anche Pino Torinese), dal momento che la documentazione attualmente nota riporta soltanto il fatto durante la sua realizzazione; è presumibile tuttavia che esso costituisca il risultato di spinte autonomistiche da parte della comunità, in via di strutturazione nel secolo precedente (AST, Sezioni Riunite, Patenti controllo finanze, Registro 1584 in 1585, f. 252; Registro 1595, f. 131), forse approfittando di una fase di appannamento del centro chierese, la cui autorità, come accennato qui sopra, si scontra con la sempre più decisa affermazione del governo sabaudo. Comunque, i nodi più significativi per la definizione delle caratteristiche del territorio di Baldissero sembrano essere due: da un lato, la distribuzione della popolazione in centri insediativi diversi e relativamente distanti fra loro; dall’altro, la rilevanza della rete viaria che lo attraversa, e che mette in comunicazione fra loro, e con le località minori, i due principali centri sull’uno e sull’altro versante della collina torinese, Torino e Chieri.
Dal punto di vista insediativo e demografico si impone infatti con evidenza soprattutto la netta bipartizione fra il capoluogo, collocato sulla collina sovrastante Chieri, e la frazione di Rivodora, posta invece a fondo valle, lungo il corso del rio omonimo, e proiettata sul lato opposto della collina, verso San Mauro e Torino. In particolare Rivodora emerge nella documentazione nel 1770, quando la visita pastorale di quell’anno registra la separazione della chiesa di San Francesco di Sales, situata appunto a Rivodora, dalla parrocchia di Superga. Tale vicenda, sollecitata dalle proteste organizzate degli abitanti di Rivodora, può costituire un segnale di forte volontà di autonomia almeno sul piano religioso, che non arriva tuttavia mai a tradursi in autonomia amministrativa (AA Torino, VP 1770, 7.1.40, ff. 25-27). Già nella relazione del 1831, compilata dal perito chiamato a giudicare della lite sulle strade per Chieri, compariva la segnalazione che «la popolazione del territorio di Baldissero è di circa 1800 anime, delle quali 600 circa abitano la Borgata e regione del Rivo Dora», rendendo evidente la rilevanza della frazione nelle dinamiche insediative della località (AST, Corte, Paesi per A e B, lettera B, m. 2). Attualmente, l’area su cui si distribuisce il gruppo di abitazioni definito Rivodora appare amministrativamente suddiviso fra il comune di Castiglione Torinese (nella parte inferiore, in direzione di San Mauro) e quello di Baldissero (nella parte più elevata, in corrispondenza con il nucleo più accentrato e numeroso, dove si colloca anche la chiesa di S. Francesco). Tale dato sembra suggerire un sorta di distribuzione «a incastro» delle competenze comunali sul territorio collinare, dovuto probabilmente all’estrema rilevanza di questa area, soprattutto dal punto di vista delle vie di comunicazione.
La situazione di queste ultime appare infatti molto significativa, se si considera che il territorio di Baldissero è percorso dalle principali strade che collegano i due versanti della collina su cui si estende il suo territorio. Questo dato emerge con chiarezza sia osservando la cartografia – già quella ottocentesca – dell’area (AST, Sezioni Riunite, cat. Rabbini, Mappa 1860, nn. 9 e 10), sia prendendo in esame la lite sulle strade del 1831, relativa appunto alla definizione della stesse (AST, Corte, Paesi per A e B, lettera B, m. 2). La documentazione riguardante quest’ultimo evento sembra indicare la presenza di contrasti sia fra Baldissero e i comuni limitrofi (Cordova, Castiglione), sia fra il capoluogo e la rilevante frazione di Rivodora: l’impressione che si ricava dalla lettura degli atti è di un tentativo di imposizione degli interessi del capoluogo su quelli del resto del territorio comunale, e anche sulle esigenze commerciali dei comuni vicini; lo confermerebbe anche il commento del perito inviato a dirimere la questione, che osserva come gli atti del consiglio comunale rivelino una nettissima spaccatura fra le varie parti. La soluzione di mediazione proposta dal perito, vale a dire il mantenimento, con la medesima importanza, di entrambe le strade, segnala la rilevanza di entrambe le arterie stradali, nonché la consapevolezza che il collegamento diretto con il centro chierese appariva di estremo rilievo sia per Baldissero sia per la frazione Rivodora.
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