Autori | Gherner, Ugo |
Anno Compilazione | 1996 |
Anno Revisione | VERSIONE PROVVISORIA |
Provincia | Torino.
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Area storica | Bassa Valsusa/Torinese.
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Abitanti | 3021.
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Estensione | ha. 3674 (ISTAT), 3753 (SITA).
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Confini | Gran parte del territorio del comune di Val della Torre, comprendente il vallone del Casternone, è delimitato da confini naturali: a nord lo spartiacque che va dal monte Arpone in direzione del monte Colombano lo separa dal territorio del comune di Viù; a nord est un altro crinale 1o separa dai comuni Givoletto e di S. Gillio; a sud ovest e a ovest, dal monte Musine al monte Curto al monte Arpone, lo spartiacque segna i confini con i comuni di Almese e di Rubiana; a sud la costa fra il monte Musiné e il monte Calvo segna il confinecon Caselette; a sud est, invece, in pianura, il confine con S. Gillio segue una linea tormentata che solo a tratti coincide con il corso del Casternone, del rio Laiassa e del rio Crosa.
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Frazioni | Molino di Punta, Montelera, Verna, Brione, Grange di Brione; numerose borgate e “case sparse”.
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Toponimo storico | (Val della Torre) Vallis Sancti Martiniani (904), Vallis Briduna (1118), Vallis Turris (1197); (Brione) Ebreon, Bretumus; (Grange di Brione) Grangie di Varisel1a; (Montelera, frazione capoluogo) Piazza (cambiamento del nome: adunanza del Rettorato della Provincia di Torino, 24 aprile 1931, Arch. della Provincia di Torino, D 1 40).
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Diocesi | Torino.
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Pieve | Attestata nel 1386 la dipendenza della chiesa di S. Giuliano dalla pieve di S. Maria di Druento (CASIRAGHI 1979).
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Altre Presenze Ecclesiastiche | Fra il 998 e il 1001 da S. Solutore di Torino dipende la chiesa di S. Martiniano «quondam monasterium»; nel 1118 circa, da S. Salutore dipendono le chiese di S» Maria, di S. Giuliano, di S. Donato. Probabilmente, a causa della crisi di S, Salutore nel secolo XII, parte dei beni di quella chiesa passa all'abbazia cistercensense di Casanova e, da questa, alla nuova fondazione cistercense (prima attestazione 1197) di S. Maria di Brione, che, dall'inizio del secolo XIII, dopo aver inglobato la chiesa di S. Martiniano, possiede anche quelle di S. Maria e di S, Giuliano. I tentativi della fine del secolo XIII da parte di S. Salutore -- appoggiato dai vescovi e dal comune di Torino -- di riprendere il controllo sulle chiese anticamente dipendenti non ottiene risultati duraturi (FERRUA 1981).
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Luoghi Scomparsi | Non reperita informazione pertinente.
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Comunità, origine, funzionamento | La comunità di Val della Torre è nettamente distinta, dal punto di vista istituzionale, in due aree: quella settentrionale, la più vasta, su cui avevano giurisdizione fino all'inizio del secolo XIV i vescovi di Torino e successivamente i conti (poi duchi) di Savoia; e quella più meridionale, allo sbocco del vallone del Casternone nella pianura torinese, su cui, dalla fine del secolo XII, si insedia il monastero di S. Maria di Brione, prima di monache cistercensi, quindi, in età moderna, di clarisse. Una comunità organizzata sembra esistere dal 1350, perché in un documento del 1591 viene citato un accordo - il cui testo è oggi perduto - di tale anno fra le comunità di Val della Torre e di S. Gillio sui rispettivi confini, attuato con la consueta procedura dell'apposizione di termini (PRATO 1913). Nel secolo XVI, la credenza ordinaria è composta di sei membri, due dei quali fungono da sindaci, per sei mesi; le riunioni del consesso dei capi di casa avvengono in piazza. Nell'assemblea annuale dei capi di casa i credenzieri in carica propongono due elettori; la medesima cosa fa l'assemblea; i quattro designati indicano i due sindaci, i quattro credenzieri, i tre tassatori e i due regolatori (i consiglieri scaduti potevano essere rieletti). Nel secolo XVIII (in seguito all'editto del 29 aprile 1733), il consiglio ordinario è ridotto a quattro, poi a cinque membri; la durata a due anni e poi a due e mezzo; ogni sei mesi i consiglieri effettivi dichiarano scaduto il membro anziano e ne eleggono uno nuovo, Nella seconda metà del secolo XVIII vengono introdotte alcune modifiche nel funzionamento degli organismi comunali: non può essere eletto chi era già stato consigliere negli ultimi cinque anni; il Consiglio nomina il sindaco, solitamente il membro anziano, che rimane in carica sei mesi, cosicché ogni credenziere, prima dello scadere della carica, faceva. i suoi sei mesi di sindacato; dal 1777, oltre al Consiglio ordinario, è in funzione il Consiglio straordinario, nominato dall'Intendenza Generale su una lista di candidati composta dai “maggiori registranti “; le due credenze riunite formavano il doppio Consiglio, a cui erano demandati gli affari più importanti (PRATO 1913). La diversa situazione delle due aree del comune è la base dei tentativi di divisione attuati ripetutamente dalla popolazione di Brione e dei contrasti fra le due parti della comunità, significativamente in concomitanz con revisioni nella ripartizione dei prelievi fiscali. Si registrano infatti, alla metà del secolo XVI, tentativi, peraltro falliti, da parte del comune di sottoporre a tassazione il territorio di Brione. Più tardi, durante prima metà del secolo XVII, gli abitanti della frazione Grange, sostenuti dalle monache, chiedono l'aggregazione al comune di Caselette; ancora nel 1742 è respinta dall'Intendenza generale una an un’analoga richiesta di distacco avanzat a dagli abitanti di Brione. Nel 1765 i Brionesi chiedono il dimezzamento dell 'imposta, oltre a provvidenze per il mantenimento della chiesa parrocchiale e per l’istruzioone ai fanciulli, nonché la presenza di un rappresentante nel Consiglio comunale. L’Intendenza generale riponde positivamente alle prime due richieste, mentre i Brionesi non ottengono soddisfazione per la terza, che verrà ripetuta, ancora con esito negativo, nel 1781 (PRATO 1913). La comunità è caratterizzata da frequenti contrasti con i signori locali, contrasti che si trascinano per periodi di tempo molto lunghi. Sono attestate liti con i Baratonia nei secoli XIII e XVI (Cartario di Brione cit., doc. 42, p. 45; PRATO 1913); dal secolo XV, il comune accumula debiti ai danni dei signori locali per l'affrancamento dei diritti signorili, che saranno regolati definitivamente soltanto nel 1860 (PRATO 1913). |
Catasti | Nell’ A.C . sono presenti Consegnamenti (seco!o XV) e Catasti (1609, 1687, 1772).
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Ordinati | 1532-1598; 1619-1682; dal .1742. Bandi campestri : 1717 (approvazione Senato 1719).
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Dipendenze nel Medioevo | Il territorio di Val della Torre è all'interno del comitato carolingio di Torino. Fra il secolo IX e il X è compreso nella vasta marca di Ivrea; quando questa è smembrata in marche di dimensioni inferiori, a metà del secolo X, entra a far parte della marca di Torino, governata ereditariamente dagli Arduinici. Tenuta saldamente in mano dal1'arduinica Adelaide fino alla morte, dal 1091 la marca si disgregò e la zona fra S. Ambrogio e Torino fu teatro di contese fra il vescovo torinese -- che mirava al1a costruzione di un principato vescovile di cui Rivoli, in mano all’episcopio torinese, era l’aamposto verso la valle di Susa. --e gli Umbertini conti di Moriana-Savoia, che controllavano il valico del Moncenisio e la media valle di Susa fino a S. Ambrogio (SERGI 1981). Il territorio di Val della Torre è sotto il controllo dei vescovi torinesi e del monastero di S. Solutore, da cui dipendono le chiese del territorio (FERRUA 1980). Nel 1159 al vescovo di Torino è confermata la “curtem de Brione cum castello” (Le carte del1 ‘archivio arcivescovile di Torino , a cura di G. BORGHEZIO, C. FASOLA, Torino 1913 (B.S.S.S., 106), doc. 1, p. 2). Dal secolo XII i conti di Moriana-Savoia attuano la loro penetrazione dalla valle di Susa nella pianura torinese; nella seconda metà del secolo XIII, dopo l'acquisizione del controllo dì Rivoli nel 1247, il potere sabaudo si estende fino a Torino ( SERGI 1981). L'insediamento delle monache cistercensi a Brione (dalla fine del secolo XII), che godono dell’esenzione monastica e che sono protette dai conti di Savoia e dall'imperatore (nel 1238 Federico II concede alle monache di Brione il diritto di pascolo “a castro seu villa quae dicitur in Casel1is usque ad castrum quod appellatur Javoletum, a Turretta [ Val della Torre] usque Planiciam et Alpignanum” , sottrae al monastero di S. Solutore, in crisi, il controllo di due delle tre chiese del territorio di Val della Torre, ed è un elemento che gioca a favore del controllo sabaudo della zona a danno dei vescovi torinesi, che trovano alleati nel comune di Torino (nel 1288 le monache di Brione si rivolgono al papato 1amentando “quod potestas et communitas Taurinensis eas indebitis esaxtionibus agravant et molestant alias iniurantes eisdem” : Cartario del monastero di S. Maria di Brione (Val della Torre) fino all’ anno 1300, a cura di G. SELLA, Pinerolo 1913(B.S.S.S. 67), doc. 34, p. 26. I vescovi di Torino all'inizio del secolo XIV detengono nel territorio di Val della Torre ancora ampi diritti che infeudano ai de Turre( I protocolli di Tedisio vescovo di Torino , a cura di B. FISSORE, Torino 1969 (B.S.S., 169), doc , 56 , p. 80) e ai Mocucco (op. cit., doc. 66, p. 93), ma la zona è ormai inserita nel più vasto dominio sovraregionale dei Savoia. |
Feudo | Agl inizi del secolo XIV; infeudaz ione da parte del vescovo di Torino ai deTurre e ai Moncucco (FERRUA 1980). Nel 1352 iCanali di Cumiana acquistano il feudo di Caselette e Val della Torre (PROVANA DI COLLEGNO, Notizie e documenti di alcune certose del Piemonte , II, Torino 1900, p. 115) e ottengono da Amedeo VI mero e misto imperio, giurisdizione piena, alta e bassa, diritti vari su Alpignano, S. Mauro e Val della Torre; pagano il laudemio di fiorini d'oro 747 per Caselette, di 453 per Alpignano e Val della Torre (PRATO 1913). Nei secoli XV-XIX vi è una intricata storia di vendite, eredità, riprese dei feudi in mano ducale, in cui Caselette e Val della Torre sono sempre insieme. Negli anni 1443, 1472, 1473, 1498 si hanno ratifiche dell'investitura da parte del duca Ludovico di Savoia ai Canali di Cumiana, Caselette, Givoletto, Val della Torre (A.S.T., Corte, Provincia di Susa, m, 6, Caselette, nn. 4, 5, 6, 7, 8). Nel 1578 il feudo di Case!ette e Val della Torre passa a Bartolomeo Cappone, pinerolese, che lo aveva acquistato dai Canali di Cumiana (PRATO 1913). Nel 1579 o 1592 si ha la vendita di Caselette e Val della Torre a Teodoro Valperga (per 10.000 scudi da 9 fiorini ciascuno). Nel 1589 la vedova di Bartolomeo Cappone rivendica per i figli il castello di Case!ette e nove delle dieci parti della giustizia di Caselette e Val della Torre (A.S.T., C£rte, Provincia di Susa, m. 6, Caselette, n. 9). Nel 1636 Val della Torre viene infeudata ai Cauda, insieme con Caselette. Nel 1794, all’estinzione dei Cauda, il feudo di Caselette, con Val della Torre e Brione, passa a Luigi Francesco Cays, discendente di una figlia del capostipite dei Cauda (PRATO 1913). |
Mutamenti di distrettuazione | Provincia di Torino (istituita da Carlo Emanuele I nel 1622).
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Mutamenti Territoriali | Nel secolo XIX, breve periodo di aggregazione al comune di S. Gillio, terminata nel 1864. Nel 1928 Soppressione del comune e aggregazione a quello di S. Gillio (A.C. Givoletto) . 1947: Ricostituzione del comune di Val della Torre (A.C. Givoletto).
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Comunanze | 1731 Le consegne di beni comuni al momento del1a Perequazione risultano ai confini con Rivera e Almese (regioni Pietra Ollera, Saponera, Fontana Fredda, Fontana Giomenia) , con Rubiana e Almese (regioni Moncurto, Chianfan) (A.S.T., Camerale, II Arch., n. 81). A partire dal 1731, i lavori seguiti alla Perequazione portano a controversie per l'attribuzione di porzioni di territorio con Caselette (41 giornate di beni comuni attribuite a Val della Torre; 214 giornate di beni comuni attribuite a Caselette); con Pianezza (303 giornate di pascoli attribuiti a Pianezza, oppure 553 giornate di beni comuni attribuite a Pianezza, secondo le diverse dichiarazioni dei comuni) (A.S.T., Camerale, II Archiviaz., Capo 21, n, 101). |
Liti Territoriali | Nel 1350,luglio 31 e nel 1351, febbraio 25: Apposizione di termini confine fra Val della Torre e S. Gillio (doc. non pervenuto). 1591: Revisione dei confini tra Val della Torre e S. Gillio (A.C. S. Gillio; A.C. Val della Torre, 1,1). 1621: Revisione dei confini fra Val della Torre e Caselette (A. C. Val della Torre).
Nel 1646, giugno 4: “Visita rogata Gualpa del territorio e fini di S. Gillio per dimostrare che le cassine della Vallonia delle madri di S. Chiara di Torino sono dentro detto territorio”; il comune di Val della Torre dichiara nulla la visita; il curato di Brione dichiara di amministrare i sacramenti agli abitanti della cascina delle monache (A.C. S. Gillio, categ. I, fald. 2, fasc., 3). 1666-67: “Comunità di Givoletto contro particolari di Val della Torre per infrazione ai bandi campestri” (A.C. Gìvoi etto, 19, 1). 1700: “Testimoniali per il possesso del Musiné” (A.C. Val della Torre, 52, 1); 1700: Revisione dei confini di Val della Torre con Rivera e Givoletto (A.C. Val della Torre). 1749: Revisione dei confini fra Val della Torre e S. Gillio (A.C. Val della Torre). 1768: Verbale con ultimazione delle differenze territoriali fra le comunità di Val della Torre e di S. Gillio (A.C. S. Gillio, categ. I, fald. 2, fasc. 9). 1831: “Ricorso della comunità di Val della Torre contro proprietari di Rivera , Rubiana, Colle S. Giovanni per abusi di pastura” ( A .S T., Corte, Paesi per A e B, V, m, 1, Val della Torre, n. 8). 1878-1892: Comunità di Val della Torre contro particolari per il diritto di pascolo a Col S. Giovanni (A.C. Val della Torre, 53, 6) |
A.C.V. (Archivio Storico del Comune di Val della Torre).
A.S.T. (Archivio di Stato di Torino). A.S.T., Carte topografiche e disegni, Carte topografiche segrete, Borgonio B 1 Nero, Mazzo 1, "CARTA COROGRAFICA / DEGLI / Stati di S.M. il Re di SARDEGNA / data in luce / dall'Ingegnere / BORGONIO / nel 1683 / corretta ed accresciuta / nell'anno 1772". Borgonio (Ingegnere) [Stagnon 1772] Carta corografica degli Stati di terraferma di S.M. il Re di Sardegna. Copie 2 una in fol. 17, compresa la tabella di riunione; colla divisione per governi e la seconda composta di fol. 16 colla divisione della Provincia ed un'altra copia in 4 fol. (Manca la copia composta di fogli 16). (Note: Sul verso: "Carta III. / continente il Marchesato di Susa, il Contado di / Nizza, e le Provincie di Pinerolo, e Cuneo, con la maggior / parte di quella di Torino, piccola parte delle rispettive / Provincie di Moriena, Ivrea, Alba, Mondovì, e / Principato d'Oneglia, con le Frontiere di Francia / e parte della Provenza, il Principato di Monaco, e / piccola parte del Genovesato". L'originale seicentesco dal titolo "Carta generale de' Stati di Sua Altezza Reale" fu disegnato da Tommaso Borgonio ed inciso da Giovanni Maria Belgrano. Per l'edizione settecentesca qui conservata vennero aggiunti alcuni fogli raffiguranti i paesi di nuovo acquisto incisi da Stagnone su disegni di Castellino, Galletti e Boasso e vennero anche apportate alcune modifiche ai fogli disegnati dal Borgonio. Cfr. anche Carte Topografiche per A e B, PIEMONTE, n. 23 e Carte Topografiche Segrete, BORGONIO B 5 nero), Foglio 3, 1772, . Vedi mappa. | |
Bibliografia | CASIRAGHI G., La diocesi di Torino nel medioevo , Torino 1979.
FERRUA L. Il monastero di S. . Maria di Brione dalle origini alla fine del XIII secolo, in <BSBS>, I960, pp . 1-75. MEDICO G., VINDROLA L., Il santuario del la madonna della Bassa. Le sue origini, i_ suoi ex-voto, Borgone 1992 [recens, Pari <Segusium> 33]. OLIVERO E., L'antica parrocchia di Brione (Va1 della Torre), in (Bollettino della SPABA>, 1925, pp. 1 sgg. PARI F., S. Maria del1a Bassa al col1e omonimo (Rubiana - Valdel1atorre) . Piccola storia di un santuario intervallivo , nel 1 e mire di amministraz ioni pubbliche, in <Segusium>, 29 (1990). PRATO P., Alcune notizle storiche su Valdel1atorre, 1913. PROVANA DI COLLEGNO F. S., Notizie e documenti di alcune certose del Piemonte, I, Torino 1894, II, Torino 1900. ROSSI T., Per la. futura storia di. Torino, Pinerolo 1913 (BSSS 67). SACCHETTI F., Memorie della chiesa di Susa, Torino 1887. SAVI S., La cattedrale di S. Giusto e 1e chiese romaniche del1a diocesi di Susa, Pinerolo 1992. SELLA G. (a cura di), Cartario del monastero di S. Maria di Brione (Val della Torre) fino all’anno 1300, Pinerolo 1913 (BSSS 67). SERGI G., Potere e territorio 1ungo 1a strada di Francia. Da Chambéry a Torino fra X e XIII secolo, Napoli 1981 TARPINO A., Tradizione pubblica e radicamento signori1e nello sviluppo familiare dei visconti di Baratonia (secoli XI-XIII), in <B.S.B.S.>LXXIX (1981), pp. 5-65 |
Descrizione Comune | Val della Torre II territorio di Val della Torre corrisponde alla valle del Casternone e al suo sbocco nella pianura torinese. Toccato dalla romanizzazione in modo abbastanza marginale e soltanto nella zona pianeggiante (ritrovamento di una epigrafe funeraria del I secolo d. C. in località Brione: CROSETTO DONZELLI, WATAGIN 1981), anche in età medievale è lontano dalle grandi correnti di traffico che hanno inciso in modo determinante sul1'assetto politico-istituzionale dell'adiacente valle di Susa. Soltanto Brione è toccata dall'itinerario (Strata Vercel1ensis) che da Caselette si inoltra nella pianura padana, tagliando fuori Torino (SERGI 1981).
Nei secoli dell'alto e del pieno medioevo non si afferma nel suo territorio un potere egemone e l'insediamento sparso che caratterizza ancora oggi Val della Torre può essere una conseguenza sia di tale situazione istituzionale sia della conformazion eorografica del terreno. Cappelle campestri, spesso erette e mantenute da piccoli nuclei demici -- fra l'inizio del secolo XVIII e la metà del XIX, ma con ampliamenti ancora all’inizio del XX -- sono insieme effetto e segnale di tale tipo d'i insediamento, Esse sono:S. Martino, nella borgata Castello, eretta nel 1714 dal parroco di S. Donato per il culto degli abitanti delle borgate superiori (regione Laschera) , ampliata nel 1863; SS. Vito e Lucia, nella borgata Rublent, fondata da Michele Rublent nel 1729, ingrandita nel 1902; S. Michele, nella borgata Pragrané, fatta costruire da :Michele Negro nel 1756; S. Anna, nella borgata Buffa, fondata nel 1764, sotto il giuspatronato delle famiglie Savarino e Brunatti; SS. Grato e Apollonia, nella borgata Verna, fondata nel 1835 dai borghigiani locali; S. Firmino, nei pressi della borgata Chiaberge, ex pilone trasformato in cappella nel 1846 . Posto ai limiti occidentali della pianura torinese e di fianco alla valle di Susa, non appartiene chiaramente né all'una né all'altra area; ne sono sintomi l’unificazione come feudo prima ad Alpignano poi a Caselette; il suo inserimento prima nella Provincia di Torino poi in quella di Susa e l'intricata situazione amministrativa di metà Settecento: prima del regio editto del 1749, il comune faceva parte della Provincia di Torino per quanta riguardava il governo e l'intendenza, di quella di Susa per quanto riguardava la prefettura. Con Regia patente, nel 1750, viene annesso alla Provincia di Susa per l'intendenza e la prefettura, a quella di Torino per il governo; nel 1758 il comune chiede di far parte, per tutte quelle competenze. dell a Provincia di Torino (A,S.T. , Camerale, I Archiviaz., Provincia di Susa, m, 1). Dal secolo XIX (nel 1800 il comune chiede di essere aggregato a Rivoli: A.C. Val della Torre), la tendenza che si impone è quella di gravitare su Torino: Val della Torre fa parte del mandamento di Pianezza e per tutte le funzioni amministrative sovracomunali fa capo a Torino (CASALIS, s.v.) ; a metà Ottocento e nuo vamente nel periodo fascista è temporaneamente aggregato al comune di S. Gillio. Nei secoli centrali del medioevo il territorio di Val della Torre dipende in gran parte dal vescovo di Torino, in nome del quale detengono diritti i Baratonia (TARPINO 1981). I diritti vescovili e quelli dell'abbazia torinese di S. Solutore sono erosi dall'insediamento, alla fine del secolo XII, delle monache cistercensi di S. Maria di Brione, probabile filiazione dell'abbazia di Casanova, che dovette essere entrata in possesso di alcuni beni che nella zona deteneva S. Solutore, in concomicatnza con il peniodo di crisi dell'abbazia torinese (FERRUA 1981). Nel medesimo periodo, si consolida e si estende il controllo sabaudo sulla valle di Susa, dalla seconda metà del secolo XIII non più contrastato, ai danni del vescovo di Torino: lo sbocco della valle del Casternone rientra nell'area egemonizzata dai Savoia, grazie anche alla protezione accordata alle monache di S. Maria. Nella parte alta della valle rimangono alcune chiese dipendenti da S. Solutore e diritti spettanti ai vescovi di Torino, i quali all'inizio del secolo XIV li infeudano a famiglie locali (i de Turre) e a esponenti di un'aristocrazia radicata anche a Torino e a Rivoli (i Moncucco). La comunità sembra rivolgere la maggior parte delle proprie energie nel fronteggiare i tentativi di separazione della borgata di Brione, nella sottrazione ai feudatari locali di terre e diritti, nella difesa dei diritti comunitari nei confronti delle comunità confinanti. Nella zona di montagna, i contrasti riguandano soprattutto i pascoli e si verificano con tutte le comunità che confinano con Val della Torre: con Almese-Rivera per la zona monte Musiné, il cui nome stesso rivela un'etimologìa dal significato di “monte dei vicini” (PATRIA 1993). Nel 1831 tali contrasti arrivano anche a produrre risse con morti fra gli uomini di Val della Torre, colpiti da sassi (A.S.T., Paesi per A e B, V, m.l); con Rubiana per i pascoli fra il monte Curto e il monte Arpone; con Col S. Giovanni per la zona fra il monte Arpone e l'alpe Lunella; con Givoletto sullo spartiacque orientale della valle. La documentazione di tali contrasti si infittisce per il secolo XVII e soprattutto per il XVIII, ma è presente anche per il XIX . La zona dove i contrasti assumono maggiore rilevanza è quella dello sbocco in pianura, dove si sovrappongono e si intersecano i conflitti con Brione e quelli con il comune di S. Gillio. La presenza fiscalmente “immune” delle monache cistercensi, estesa nella zona allo sbocco della valle per circa 400 giornate, comporta caratteristiche istituzionali e condizioni di tassazione diverse per Brione rispetto al resto della comunità, con reiterati tentativi, mai fruttuosi, dei Brionesi di essere staccati dal comune di Val della Torre a metà del secolo XVI, ripetutamente a metà e negli ultimi decenni del secolo XVIII. Anche la rappresentanza polìtica dei Brionesi al1'interno del1e strutture amministrative del1a comunità risente di questa situazione: le richieste avanzate, nel secolo XVIII, di avere propri rappresentanti nel consiglio della comunità non ottengono risposte positive. I Brionesi lamentano inoltre il troppo scarso contributo della comunità nella fornitura di servizi nei loro confronti (spese per il culto nella parrocchia, spese per l'istruzione) e ciò sembra corrispondere a verità, se l'Intendenza generale dispone misure che vanno nella direzione della soddisfazione delle richieste dei Brionesi. Significativamente, i contrasti più frequenti e più antichi sono quelli con S. Gillio, con cui Val della Torre confina nella zona di pianura. Sono documentate, infatti, revisioni di confini nel 1350, nel 1591, nel 1646, nel 1749, nel 1768, mentre non sono documentate altre revisioni dopo il periodo napoleonico, cioè dopo la soppressione degli ordini religiosi. La ragione di tali dispute sta, ancora una volta, nella presenza delle monache, non più cistercensi, ma clarisse. Nella “terminazione” del 1768, per esempio, richiesta da S. Gillio, la zona contesa si trova fra i corsi del Casternone e del Secco, fino alla strada verso Alpignano, cioè press'a poco la zona del confine attuale. I rappresentanti delle due comunità hanno posizioni diverse, che risultano inconciliabili, riguardo all’accertamento del confine, che passa all'interno dei beni ecclesiastici. Si giunge a un compromesso e la zona contesa, se anche viene assegnata a S. Gillio, viene considerata pascolo comune di entrambi i comuni (A.C. S. Gillio). Nel 1913 il comune è dotato di ben 5000 giornate di beni comunali, di cui quasi 4500 in montagna e le altre consistenti in beni sparsi e sulle rive del Casternone, fra cui anche due mulini. Questa larga disponibilità di beni comuni è il risultato di un lungo lavoro di recupero di beni usurpati, per esempio nel 1714, o nel 1839 (A.C. Val della Torre), ma anche di una tenace opera di resistenza ai feudatari e di riscatto di diritti ad essi spettanti. Ne sono significativi esempi le liti con i Baratonia, attestate nel secoli XIII e XVI il comune deve imporre due volte, a pochi anni di distanza, una taglia eccezionale per sostenere le relative spese legali) e, soprattutto, la lunga vertenza con i feudatari per l'affrancamento dalle decime. La contrattazione fra comune e feudatari è documentata per il 1430, per il 1489, per il 1499; nel 1564 il comune inadempiente è condannato dal Senato a pagare gli arretrati rivalutati; nel 1658 e nel 1761 sono stipulati nuovi accordo. Ancora nel 1801 il Senato conferma l’accordo precedente; nel 1850 comune e feudatari sono nuovamente in causa; nel 1860 il comune paga una somma una tantum all’allora feudatario conte Cays, il quale ancora nel 1895 fa ricorso per l'estinzione delle annualità dovute.
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