Autori | Comino, Giancarlo |
Anno Compilazione | 1998 |
Provincia | Cuneo
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Area storica | Monregalese.
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Abitanti | 1695 (ISTAT 1991).
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Estensione | 1511 ha (ISTAT 1991).
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Confini | A nord Margarita, a est Mondovì, a est e a sud Villanova Mondovì, a ovest Chiusa Pesio.
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Frazioni | Blangetti, Mussi, Prato Salice, Revelli e Viglioni. Vedi mappa.
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Toponimo storico | «Planum Faytum», «Feytum»: il piano dei faggi. La prima attestazione rinvenuta risale a un atto del 7 settembre 1256 con il quale il dominus Enrico de Vasco vende al dominus Rufino «de Boçolasco» e a Bonifacio «de Boçolasco» tutto ciò che detiene nel territorio di Mondovì, «in finibus que appellantur Frascheta et Planum Faytum et circa ipsos fines» (BRT, Pergamene, sc. 2, n. 30). Nella sua forma latina permane inalterato nella documentazione dei secoli XIII-XV; compare nella forma attuale con l’introduzione del volgare nella seconda metà del Cinquecento.
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Diocesi | Pianfei fa parte della diocesi di Asti fino al 1388, quando viene assegnato alla nuova diocesi di Mondovì.
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Pieve | «Plebs [Prepositura] Morotii», da cui dipende la chiesa di S. Caterina di Villanova, che, fino alla costituzione della nuova parrocchia di Pianfei (1583), ha giurisdizione spirituale sul territorio (Conterno 1988, p. 28).
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Altre Presenze Ecclesiastiche | Parrocchia di S. Giovanni Battista, eretta nel 1583 dal visitatore apostolico Gerolamo Scarampi smembrandola da quella di S. Caterina di Villanova. Oratorio della confraternita di S. Michele arcangelo. Cappella di S. Sebastiano nella frazione Mussi. Cappella di S. Ambrogio; cappella di S. Bernardo; cappella di S. Anna. Parrocchia del Patrocinio di S. Giuseppe in frazione Blangetti, eretta nel 1952 smembrandola da quella di S. Giovanni Battista (Diocesi di Mondovì 1978, pp. 89-90).
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Assetto Insediativo | |
Luoghi Scomparsi | Nessuno.
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Comunità, origine, funzionamento | Una comunità di Pianfei non è attestata se non nel momento in cui il luogo si separa da Mondovì nel 1698: gli ordinati iniziano infatti il 1 settembre di quell’anno. Sono invece 99 particolari, tutti capifamiglia, che, senza essere organizzati in una pur embrionale forma comunitaria, chiedono a mons. Scarampi la costituzione della parrocchia nel 1583: essi rappresentano, nell’ambito del finaggio di Villanova, le borgate di Pianfei, Lens e Freschea (Mandrille 1983, p. 19).
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Statuti | Non noti. Bandi campestri del 1726; Regolamenti comunali di polizia urbana, rurale, pubblica igiene del 1875, 1888, 1900-1906 (AC Pianfei, Cat. III, cl. II).
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Catasti | Catasto descrittivo del 1711; Catasto e Libro dei trasporti del 1801; Catasto del 1855; Nuovo catasto del 1880; Mappe del territorio del 1810, segnalate in un inventario ottocentesco (AC Pianfei, Cat. V, cl. VI).
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Ordinati | Dal 1712 con qualche lacuna negli anni 1768-1770, 1796-1807, 1828-1829. Un inventario del 1933 segnala un volume di ordinati che inizia il 1 settembre 1698, non più reperito dopo l’ultimo riordinamento (AC Pianfei, Cat. I, cl. VII).
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Dipendenze nel Medioevo | Comitato di Bredulo. L’appartenenza del luogo ai «domini de Vasco» e «de Boçolasco», in mancanza di altri riscontri, non è ben valutabile, anche in considerazione della presenza, sicura e forte, dei signori di Morozzo nella zona: questi ultimi contribuiscono alla fondazione del monastero cistercense femminile di Pogliola e considerano il priorato di S. Biagio come monastero di famiglia; entrambi insistono molto da vicino sul territorio pianfeiese (Guglielmotti 1990).
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Feudo | Pianfei viene infeudato a Carlo Francesco Vincenzo Ferrero d’Ormea nel 1739 (Gattullo 1992, p. 157), che lo acquista dal conte Solaro della Margarita, che lo deteneva dal 1699.
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Mutamenti di distrettuazione | Fino al 1698 fa parte del distretto di Mondovì, da cui viene separato ed eretto in comunità autonoma nell’ambito del ducato sabaudo.
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Mutamenti Territoriali | Non sono segnalati dalle fonti mutamenti territoriali: sia nella ripartizione del 1698, sia nelle misurazioni successive, i confini seguono le strade (di Chiusa, Margarita, del Pasco), il torrente Pogliola e la bealera di Brobbio.
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Comunanze | Non sono segnalati beni comuni nella documentazione seguente alla divisione del 1698.
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Liti Territoriali | Non si segnalano liti per questioni di territorio. Una lite con Mondovì riguarda il «riparto delle debiture» in conseguenza dello smembramento del distretto (1713-1790) (AC Pianfei, Cat. I, cl. IX).
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A.C.P. (Archivio Storico del Comune di Pianfei).
A.C.P., Cat. I, cl. IX. A.C.P., Cat. III, cl. II; A.C.P., Cat. V, cl. I, m. 191, fascc. 1-2; cl. VI; cl. VII. B.R.T. (Biblioteca Reale di Torino).
B.R.T., Pergamene, sc. 2, n. 30. B.R.T., Storia patria n. 853, Relazioni della provincia di Mondovì, relat. Corvesy 1753. La relazione dell’intendente Corvesy è edita: Descrizione della Provincia di Mondovì: relazione dell’intendente Corvesy, 1753, a cura di G. Comino, Mondovì 2003. | |
Bibliografia | Casalis G., Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M il Re di Sardegna, XIV, Torino 1846, pp. 448-450.
Conterno G., Pievi e chiese tra Tanaro e Stura nel 1388, in La diocesi di Mondovì. Le ragioni di una storia. Miscellanea di studi storici nel VI Centenario, Farigliano 1988, pp. 7-55.
Descrizione della Provincia di Mondovì: relazione dell’intendente Corvesy, 1753, a cura di G. Comino, Mondovì 2003.
Diocesi di Mondovì, Annuario 1978, Mondovì 1978.
Gattullo M., La carte dell’Archivio Ferrero d’Ormea, in «BSSSAACn», 107 (1992), pp. 149-161.
Guglielmotti P., I signori di Morozzo nei secoli X-XIV: un percorso politico del Piemonte meridionale, Torino 1990 (BSS 206).
Il “Liber Instramentorum” del Comune di Mondovì, a cura di G. Barelli, Pinerolo 1904 (BSSS 24).
Mandrile A., La Parrocchia di Pianfei. Storia di quattro secoli 1583-1983, Cuneo 1983.
Michelotti A., Storia di Mondovì, Mondovì 1920.
Morozzo della Rocca, Le storie dell’antica Città del Monteregale ore Mondovì in Piemonte, Mondovì 1894-1907, voll. I-III.
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Descrizione Comune | Pianfei
Il «Planum Faytum» medievale si trova compreso in una vasta area di terre comuni che comprende la Fraschea, delimitata dal torrente Pogliola, dal Pesio e dalla via Morozzenga, il bosco di Roracco e di Crollabosco, il Tenzonilio, il Moncervetto e i Roccarini. A fine Duecento, quando il comune del Monteregale compie un’ampia ricognizione dei suoi beni comuni, è già iniziato un intenso sfruttamento agricolo in alcune sue parti, che comunità, enti monastici e signori locali si contendono.
La giurisdizione della villanova di Mondovì appare piena e ben salda: nelle fonti il «Planum Faytum» è spesso legato alla Fraschea di S. Biagio, da cui sembrano partire i dissodamenti per la spinta del priorato benedettino. Nel 1293 il comune del Monteregale concede in affitto per dieci anni a Raimondo Folcherio lo sfruttamento del «Planum Faytum» e di tutti i prati che possono essere irrigati dall’acqua del Pogliola, con la possibilità di acquisire altra terra oltre i limiti stabiliti; i «tetti» presenti devono essere esenti da qualsiasi pagamento (Il “Liber Instramentorum” del Comune di Mondovì, doc. 45, pp. 113-115).
Nei patti fra il comune e i signori di Morozzo del 27 dicembre 1300, questi ultimi ottengono, in cambio della remissione delle Alpi, la sesta parte del grano di ciascuna giornata che è seminata o si seminerà nei beni comuni della Fraschea e del «Planum Faytum», oltre al diritto di far legna e di pascolo nei terreni non ancora coltivati (Il “Liber Instramentorum” del Comune di Mondovì, doc. 66, pp. 161-165). È sicuramente in conseguenza di questa intensa attività di dissodamento che il luogo si popola, senza tuttavia organizzarsi in un centro ben definito.
Fino all’inizio del Quattrocento le pergamene del priorato di S. Biagio testimoniano la presenza nella zona di famiglie di Villanova, che si insediano nel declivio collinare che si protende verso la pianura, in direzione di Beinette, Margarita e Morozzo. In seguito, non mancano acquisizioni patrimoniali di famiglie monregalesi e del Capitolo della Cattedrale, che ottiene dalla città l’esteso possedimento di Gomba Martina (Michelotti 1920, p. 160).
Nel corso del secolo XV si giunge così alla liquidazione pressoché definitiva delle terre comuni, che vengono spartite tra le comunità vicine di Villanova (la Roncaglia), Morozzo e Margarita (la Retormia), Beinette. Il territorio viene così a definirsi meglio anche in virtù della più razionale organizzazione delle colture e dallo sviluppo dell’irrigazione, in particolare nella regione del Lens.
Il fatto di non avere un forte nucleo organizzato è certamente l’aspetto più limitativo per Pianfei, alle soglie dell’età moderna. Ne è una prova la richiesta di istituzione della parrocchia nel 1583: Pianfei continua ad essere associato a Lens e alla Fraschea, ma che cosa sono queste ultime se non gruppi di case isolate senza nessuna possibilità di ulteriori sviluppi? Si può dire comunque che è iniziata una fase nuova, che gli varrà il riconoscimento di comunità autonoma nel 1698, anche se, come noterà l’intendente Corvesy, «non fa corpo unito, meno v’è alcun gruppo di case di qualche riguardo, ma trovasi tutto disperso alla campagna» (BRT, Storia patria n. 853, Relazioni della provincia di Mondovì, relat. Corvesy 1753, p. 319).
La delimitazione del territorio non pare avere creato problemi ai delegati ducali, nonostante che i «deputati» di Villanova riferiscano che, in passato, c’è stato un atto di divisione tra la loro comunità e quella di Pianfei, e intendono dimostrare che i confini di quest’ultima non giungono fino a dove sono stati posti i termini divisori. Una consistente parte delle terre è sottratta all’imposizione fiscale e gode dell’immunità: vi sono sette prebende canonicali, frutto dell’attribuzione al Capitolo dei possessi di Gomba Martina; le monache di S. Maria di Pogliola hanno due cascine di 198 giornate; oltre cento circa appartengono a vari benefici (BRT, Storia patria n. 853, Relazioni della provincia di Mondovì, relat. Corvesy 1753, pp. 322-323).
Il territorio di Pianfei viene delimitato varie volte nel corso del Settecento: nel 1715, 1755, e 1797, senza sostanziali contestazioni. I confini naturali continuano a connotarlo con sufficiente chiarezza; allo sconfinamento prodotto dalla bealera di Lens a causa delle piene del Pesio, la città rimedia stabilendo che la linea divisionale debba iniziare più a ridosso del fiume.
Una nuova delimitazione avviene negli anni 1888-1894 (AC Pianfei, Cat. V, cl. I, m. 191, fascc. 1-2).
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