Autori | Torre, Angelo |
Anno Compilazione | 2013 |
Provincia | Biella
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Area storica | Biellese
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Abitanti | 88 (ISTAT 1/1/2012)
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Estensione | ha 945
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Confini | Piedicavallo, Campiglia Cervo, Sagliano Micca, Andorno Micca.
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Frazioni | Cantone di Beccara fino al 1951
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Toponimo storico | Rossazza
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Diocesi | Biella dal 1772. Anteriormente Vercelli
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Pieve | Biella, dal X secolo secondo Lebole, Ferraris, Borello-Rosazza, come dipendenza della chiesa di San Martino di Campiglia con tutte le chiese della valle Cervo (v. scheda Biella)
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Altre Presenze Ecclesiastiche | Oratorio di Santi Pietro e Giorgio, attestato dal 1664 come sede di celebrazione della messa da parte di un cappellano stipendiato dagli abitanti del cantone, dipendente dalla parrocchia di Campiglia. L’edificio venne ricostruito nel 1754. L’emigrazione locale costringe a spostare la festa patronale dal 29 giugno alla ricorrenza della Cattedra di San Pietro, 18 gennaio o 22 febbraio. L’erezione della parrocchia ha una storia tormentata, che nasce nel 1728, quando 60 capi di casa dei cantoni Rosazza e Vittone si impegnano a versare uno stipendio a un sacerdote con riserva però del diritto di patronato, suscitando l’opposizione di parroco e comune di Campiglia. L’operazione riesce un secolo più tardi, nel 1824, anche grazie a un lascito di Pietro Giuseppe Rosazza. Come riconoscimento della matrice, la nuova parrocchia doveva versare l. 100 al parroco e alla chiesa di Campiglia. Lebole, op. cit., p. 120, riporta anche l’elenco dei parroci e descrive le rilevanti ricchezze artistiche contenute nell’edificio e dovute al patrocinio del sen. Federico Rosazza, che la fece ricostruire in stile neo-romanico nel 1876. Sono segnalati inoltre la cappella della Madonna del Carmine, del 1796, lungo la strada per Piedicavallo, quella della Madonna della Neve alla Sella di Rosazza del 1846, e l’oratorio dei Santi Antonio e Rocco, costruito nel 1847 dagli alpigiani nel cantone di Desate, luogo di acuti conflitti settecenteschi fra l’allora cantone di Rosazza e quello di Valmosca (Campiglia) a mezz’ora di cammino dal paese.
Nel territorio comunale esiste l’oratorio di San Defendente, nel cantone Beccara, segnalato dal 1637, descritto nella visita pastorale del 1664 e parzialmente ricostruito nel 1786.
Nel 1825 con la parrocchia sorse una confraternita intitolata a San Giorgio per distacco dalla confraternita di Sant’Antonio da Padova di Campiglia Cervo, con il mantenimento dei privilegi di anzianità dei singoli confratelli, che dal 1842 pagava un cappellano per le proprie funzioni e per “fare la scuola pubblica due volte al giorno” (Lebole, op. cit., 591-92).
Le opere pie hanno prodotto una abbondante documentazione ottocentesca, conservata in ASCP, s. II, mm. 43 e 44, dove si segnalano il concentramento delle Congregazioni di Carità di Rosazza, Piedicavallo e Montesinaro tra 1894 e 1898, la modificazione dello statuto nei tre anni successivi, il distacco di quella di Rosazza tra 1907 e 1908 (Ivi, n.2, Concentramento delle Opere Pie di P., con proteste nel 1890, e un’approvazione del comune che giunge solo nel 1894 e si deve ribadire nel 1897. Rosazza non appare tra i corpi che approvano tale operazione nel 1898).
ASCP, mm 1-14, Congregazione di Carità, m. 12: separazione patrimoniale tra Piedicavallo e Rosazza nel 1898 (1908): molti lasciti dal 1880 alla Congregazione di Rosazza, e dal 1901 alle opere pie riunite, probabile causa della separazione di Rosazza. Vanno segnalate anche molte cause legate al cantone di “Monte Asinaro”.
In ASCR, il Faldone “Congregazione di Carità” ed Ente Comunale di Assistenza, 1908-1943” contiene in realtà l’elenco dei lasciti alla Congregazione di Carità dal 1831: “Legati donazioni ed offerte alla CDC di San Pietro in Rosazza”, che mostra una altissima concentrazione negli anni trenta e quaranta dell’Ottocento (1831, offerta flli Rosazza Mina Ciocca per intenzione fllo Antonio l.10; 1839, offerte in più volte dal signor Carlo Antonio Rosazza a favore dei poveri l. 355.82; 1842, da Carlo Valz Brenta legato l. 130; 1843, dal Signor Don Tua Vicario l. 500; 1848, legato di Vitale Rosazza Vitale l. 1000; 1849, offerta di Maria Rosazza Tottagranda pagata dal fratello Antonio l. 30 ecc. Tra i “legati et offerte delle rendite a questa congregazione” spiccano: la segale dovuta dal mugnaio di Conerezio proveniente da antico livello per emine 2 c 10, legato del signor Bartolomeo Piatti di Quittengo; la somma proveniente da vendita cascina di Carisio, rendita l 175 per la quota di Rosazza; la vendita cassa e beni in territorio di Quittengo; il reddito di l 2000 di Simone Schiavone legato dal signor Barnaba Tempia in due rendite distinte. La Congregazione ha conservato un Inventario del 1912 in cui spiccano certificati di rendite per l. 1031.00. L’inventario dell’archivio della congregazione contiene la corrispondenza per gli anni 1839-1852; documenta il possesso di beni mobili nel comune di Piedicavallo, e contiene l’inventario di beni immobili e rendite (l. 612). In ASN, Intendenza della Provincia di Biella, 1844, Piedicavallo, è conservata la donazione di Carlo Antonio Rosazza a San Pietro, 1839. Nel 1870 è documentato il pagamento di Bettina Rosazza al Pio Istituto di Carità (?), per elemosine fatta a poveri. Nel 1891 è segnalato il rimborso per spese legate agli esposti.
Sempre nel faldone “Congregazione di Carità” sopra citato è conservato materiale relativo all’Istruzione pubblica anteriore alla Prima guerra mondiale.
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Assetto Insediativo | Nei censimenti di Piedicavallo, prima della formazione del Comune, la popolazione di Rosazza si distribuisce nei tre cantoni, Rosazza, Beccara e Vittone. La loro popolazione totale ammonta a 1962 nel 1871, scesa a 1045 dieci anni dopo, a 849 nel 1901, 712 nel 1911, 810 nel 1921, ma precipitata a 511 nel 1931, 438 nel 1936, 362 nel 1951, 322 nel 1961, 219 nel 1971, 141 nel 1981, 118 nel 1991. I dati delle due borgate mostrano tendenze del tutto analoghe: Vittone conta 256 abitanti nel 1871, ridotti a 162 nel 1921, a 107 dieci anni dopo. Beccara passa alle stesse date da 133 a 96 e a 52. Come per Piedicavallo, gli anni venti del Novecento si rivelano decisivi per il declino demografico. La formazione del comune non sembra dunque aver ovviato a difficoltà preesistenti, probabilmente legate all’economia montana durante la fase di intensa industrializzazione della seconda metà dell’Ottocento.
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Luoghi Scomparsi | Vittone, dopo il 1951.
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Comunità, origine, funzionamento | Rosazza divenne comune autonomo nel 1906, includendo anche la frazione Beccara e la frazione Vittone. Prima di quella data, il cantone di Rosazza è protagonista di forti conflitti con il borgo di Piedicavallo per l’amministrazione del comune nato nel 1700 dalla disgregazione del marchesato d’Andorno. L’ASCP, m. 33, conserva un “Ricorso di Rosazza per riunire Consiglio in questo cantone”, 1701; ivi, m. 43, 1702, l’”Ordinanza di Antonio Giovanni Vercellone dottore di ambe le leggi, notaio della prefettura di Biella, nella lite di Giovanni Antonio Rosazza, Pietro Rosazza Battore, Antonio Rosazza Scianfino, Eusebio Mosca Ferraretta, Giovanni Gilardo Magnano, Eusebio Rosazza e Giovanni Prario consiglieri contro la comunità di Piedicavallo…per vertenza insorta sulle nomine sul riparto consiglieri e sul luogo delle convocazioni”. Gli attori espongono che Armano di Gros aveva ordinato di mutare in ogni anno “un console e un consigliere de più vecchi” e che “l’eletione cada sempre in quota degli cantoni e persone in cui concorrano i requisiti”. Ora, il primo anno è toccato a Piedicavallo, il secondo a Montesinaro, il terzo sarebbe dovuto toccare a Rosazza, ma è stato nominato console un Beccara del cantone di Beccara (cui sarebbe toccato il quarto). Come se non bastasse, quest’ultimo risulta “contabile”, cioè debitore, in quanto “scantoniere”. Inoltre si è avuta l’elezione di Giovanni Buglio che doveva invece essere rimosso come console anno precedente.
I conflitti proseguono nel 1734 con la supplica di Rosazza per il rinnovo del Consiglio di Piedicavallo su basi proporzionali al peso delle frazioni e rotazione tra loro (ASCP, m.33).
Ai conflitti con Piedicavallo, è riconducibile anche il furto di una croce nel 1765 durante una Missione (ASCP, Tribunale).
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Statuti | Statuto di Biella per i secoli medievali, marchesato di Andorno per l’epoca moderna.
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Catasti | |
Ordinati | Archivio in attesa di riordino.
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Dipendenze nel Medioevo | Comune di Biella e suo mandamento.
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Feudo | |
Mutamenti di distrettuazione | Vedi scheda Piedicavallo.
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Mutamenti Territoriali | Conflitti con Piedicavallo e separazione dal suo territorio nonostante l’offerta di quel comune di una casa, della fine del secolo XIX, in regione Pinchiolo – a metà strada tra i due insediamenti - per farne il nuovo municipio al fine di evitare la separazione di Rosazza (ASCP, s. II, m. 51, beni indivisi, usurpazioni, vendita del taglio dei boschi).
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Comunanze | Fino al 1906 almeno le comunanze di Rosazza sono comprese, senza divisione esplicita, all’interno di quelle di Piedicavallo ma ne determinano pesantemente le vicende. Infatti pochi decenni dopo la formazione del nuovo comune di Piedicavallo vennero redatti gli “Atti della misurazione e divisione de beni comuni tra Campiglia, San Paolo, Quittengo, Piedicavallo” (V. Piedicavallo, Comunanze). In essi non compaiono beni attribuiti al cantone di Rosazza, né a quelli di Beccara e Vittone (ASCP, Mazzo 15, 23 ottobre 1722). Essi riportano tuttavia le conclusioni della “Causa di San Paolo e Campiglia contro le comunità di Piedicavallo e Quittengo” in cui si fa invece cenno a pascoli e beni comuni spettanti ai cantoni di Rosazza e Beccara.
"Comparsi… in seguito ad ammonizione nostra del 16.12 in pié di supplica di Piedicavallo e Quittengo cadente al giorno d’oggi ore 16 per la terminazione del fatto di cui nel ordinanza nostra del luglio e agosto 1723…[i misuratori che hanno fatto la divisione tra le comunità] hanno riferto e riferiscono in ordine armano di Gros, haver assegnato a caduna comunità la loro porzione il 16 agosto 1722, dato principio alla divisione il 29 ottobre non esser sostenibile detta divisione per esser seguita senza procedimento della misura e trabucazione e mancare alla comunità di Piedicavallo giornate 103.4 stante che il totale tra le quattro comunità ascende a giornate 3711.85 delle quali spettandone a detta comunità un terzo ne tocca a Piedicavallo giornate 1235.28 per esserli solo state assegnate giornate 1135.15 oltre del che essere tal divisione dannosa alli cantoni di Rosazza e Beccara per esserli solamente stati assegnati cento trabucchi di larghezza delle Comuni ivi attinenti ed altrettanta alla comune di Campiglia in modo che la sua estenzione di detto commune ne seguirebbero discordie per …pascolamento // che venisse a farsi come è facile) in detta porzione spettata a Campiglia gionta massime la servitù che patisce la corzione pretesa assegnarsi a Piedicavallo per il passaggio delle bestie di tuto il marchesato d’Andorno per andare alla Valle d’Aosta li boschi poi stateli assegnati esser di niun profitto a Piedicavallo per essere destinati al impedimento le valanche di neve e perci. Non potergli togliere per servirsene atteso il motivo suddetto, quali boschi si sono avuti in considerazione da detti periti e finalmente oppongono non esser seguita detta divisione in contradditorio della comunità di Piedicavallo per non constare d’alcun ordinato di deputazione delle persone che si pretende abbino assistito alla detta supposta divisione sentiti detti amministratori di Quittengo quali allegano non aver sufficienza de pascoli e foglia d’alberi per nutrimento de loro bestiami e non aver nemmeno boschami per loro uso, e perciò assegnarseli qualche porzione de boschi e pascoli; sentite le opposizioni di San Paolo e Campiglia non esser rilevante essa dotazione perché o è stata ordinata la divisione da detto signor Delegato a giudizio degli esperti senza procedimento di misura di consenso delle medesima comunità, come ne risulta dalla fede Conte Armano, e dalla relazione di signori periti per li motivi de quali, suffragare l’opposta mancanza di giornate 103.13.4 primo per non constare di tal mancanza, e secondo quand’anche ne constasse deve aversi riguardo alla maggior bontà e qualità situazione de beni e non già alla quantità delle giornate; oltre del che non esservi lesione sufficiente per rompere detta divisione che poi in attinenza de cantoni di Beccara e Rosazza sijno solamente stati assegnati cento trabucchi di larghezza delle communi ivi esistenti alla comunità di Piedicavallo, ed altrettanto a Campiglia, tal assegnazione esser seguita a questa comunità per compire alla sua tangente e per lasciare il passaggio de loro bestiami nel andare alle altre montagne assegnateli ne rilevare l’altra opposizione della servitù del Marchesato per esservi le strade che conducono nella valle d’Aosta e per i boschi che avversariamente si allega essere inutili di servirsene, essere però proficui non solo per la ramaglia, che per le foglie, ed alberi che cadono e per fine all’ultima opposizione di mancanza // di deputazione di persone per l’assistenza alla detta divisione non esser la medesima rilevante per esser comparse le parti avanti il signor regio delegato qual ha ordinato la divisione d’ordine di Sua Maestà per suo decreto delli 19 agosto 1720 sottoscritto. De Saint Laurent per il generale delle finanze che quivi per copia…tal provvisione seguita ad instanza delle dette quattro comunità della valle d’Andorno instando e conchiudendo rejecersi la avversante opposizione tanto fatte da Piedicavallo, come da Quittengo come irrilevanti, e dichiararsi dover star ferma la divisione fatta con inibizione a chicchessia di inferir molestia alle comunità e particolari di San Paolo e Campiglia…si dichiara dover star ferma la medesima divisione rispetto a tutte le quattro comunità sotto pena di scudi 25 d’oro in particolar e 50 in comune."
Questa divisione non sarebbe comprensibile senza la considerazione del sistema di pascolo comune dell’intera valle e del complesso sistema di reciprocità su cui si reggeva. Esso conteneva margini di ambiguità e lasciava spazio per conflitti anche aspri. Il sistema di pascolo emerge dagli “Atti della divisione fra Campiglia, San Paolo, Quittengo e Piedicavallo, 1728-1731”, che contengono i conflitti tra Piedicavallo – o meglio del cantone Rosazza - e la contrada Mosche (odierna località Valmosca in CTR Piedicavallo), con suppliche dei Mosca che ribattono a Piedicavallo e rifiutano il pagamento della “mobilia” – vale a dire la quota di imposizione, o cotizzo, sul singolo capo di bestiame - a Piedicavallo, nonostante quest’ultimo la paghi a Campiglia per il pascolo nei beni comuni di quest’ultima.
Nel corso del conflitto infatti, il 24 ottobre 1729, “Esprime la comunità di Piedicavallo valle d’Andorno siccome nelle differenze che Piedicavallo e Quittengo avevano contro Campiglia e San Paolo in ordine alla divisione di sue montagne e beni comuni, ordinato da Sua Illustrissima doversi eseguire la divisione fatta dagli esperti ed agrimensori che hanno ad essa proceduto per ordine del quondam illustrissimo Armano di Gros e come che la comunità di Piedicavallo s’è opposta ad ordinanza. Ha avuto raccorso a Sua Maestà per ottenere la revisione la quale si sij degnata commettere all’Illustrissimo Avvocato Generale di conoscere sovra tal fatto il quale per sue conclusioni ha rimesso le parti avanti Vostra Signoria Illustrissima, ed in seguito del che il 6 dicembre 1728 ha ordinato transferirsi in luogo del Vaj tenimento di Piedicavallo, come è seguito, indi, doppo aver visitato detto Vaj per altra ordinanza del 18 agosto 1729, mandato eseguire la divisione eccetto Vaj con farsi la terminazione per li signori agrimensori Ronco e Pistono assistiti da sindaci e secretari di dette rispettive comunità tutto fatto e stabilito sotto il 29 febbraio 1729 per dette montagne e beni comuni, siglata e stabilita, con tutto che si giattano i particolari del cantone di Mosche di Campiglia voler pascolare ne beni comuni spettanti alla comunità di Piedicavallo in detta divisione nella regione delle Desate sotto pretesto sia stato a loro favore riservata la ragione di poter pascolare in esso in ragione che li particolari d’esso cantone non hanno il loro registro al catasto di detta comunità; ed ora desiderando la comunità di Piedicavallo esponente di ottener non tanto inibitione acciò ogni comunità e particolari d’esse si trattenghino ne termini prescrittoli da d divisione et ord,sa tanto per il pascolo che tagliamento de boschi, quanto anche a quelli particolari di Mosche di non pascolare sovra le fini di Piedicavallo e nella regione delle Desate sono racorse da VS Illma.Supplicando a voler inibire a Campiglia, San Paolo e Quittengo e particolari d’esse d’ingerirsi ne immischiarsi tanto per il pascolo che per qualonque altro uso oltre le montagne e beni comuni a caduno spettanti e a particolari di Mosche di condurre al pascolo tanto per se che per interposta persona loro bestiami nella reg delle Desate…".
A queste affermazioni si ribatte da parte del cantone di Mosche (Valmosca) con una “Supplica di Filippo del qundam Carlo Mosca, eredi di Giorgio Mosca, Carlo del quondam Carlo Mosca, Giovanni Battista del quondam Carlo Mosca, Lorenzo Mosca Dinot, eredi di Giovanni Battista Mosca, cioè Pietro e Bernardino, Giovanni Mosca Goretta, eredi di Gius Mosca Zoncha, eredi di Bernardino Toba, Antonio Mosca Zoncha, eredi di Giovanni Battista Mosca Zoncha, eredi di Bernardino Mosca Bianco, Giovanni Mosca Chirivalla, eredi di Antonio Mosca Chirivalla, Giacomo Mosca Jachetta, Pietro Mosca Lorenzat, Pietro Mosca Jachetta, eredi di Giovanni Battista q Filiberto Mosca, Lorenzo Mosca Lorenzat, Giuseppe Mosca Zanfiro, eredi di Tomaso Mosca, eredi di Pietro Mosca Frattello, eredi di Antonio Vano Dinon, oratorio di san Biagio, eredi di Giovanni Maria Vano, tutti di Campiglia e cantoni di Mosche e Valle…che l’unione e aggregazione di registro resta etiamdio utile e avantagiosa al predetto luogo di Campiglia, mentre si accresce…quantità di pascoli per il mantenimento del bestiame”, che sostiene il diritto del cantone di usare i pascoli comuni di Piedicavallo situati sopra la regione di Rosazza (Carta CTR, Piedicavallo).
A questa supplica dei Mosca il comune di Piedicavallo risponde con una ulteriore petizione nel 1730/31 “affinché si remedi la descrizione delle montagne e beni comuni”. Ripete supplica precedente. Mosche possiede caseggi e beni in reg Desà territorio Piedicavallo. Ordinanza del 28 agosto 1700 concede a particolari di Mosche di poter pascolare li luoro bestiami nelli pascoli e fondaglie ivi attigue a deti caseggi e beni sitti in detta regione di Desà, non fossero tenuti al pagamento della mobiglia cioè del cotizzo cui sono tenuti tutti gli altri particolari per ragione de luoro bestiami ma bastasse che tale cotizzo pagassero alla detta comunità di Campiglia. Non hanno mai pagato a Piedicavallo. Piedicavallo sostiene a questo punto come si tratti di un episodio di un conflitto più risalente: infatti “Con ordinanza di divisione dei pascoli di 16 novembre 1722 Mosche viene invitata a unire e aggregare il [proprio] registro a Piedicavallo. Ordinanza del 10 gennaio 1728 di esecuzione doglianze e ordinanza del 2 agosto 1728 Avvocato Generale si dimostrano favorevoli a Piedicavallo e visita dell’intendente con agrimensore e ordinanza del 18 agosto 1729 riammette la divisione delle alpi del 10 gennaio 1728, ma stabilisce: 1) la limitazione del pascolo di Mosche alla regione Desà; 2) la fissazione preventiva del numero di bestie bovine e lanute e caprine da tenersi alli caseggi per gioire del beneficio di detto pascolo in proporzione al loro registro, che non eccede soldi 3 (mentre portano tutti i bestiami malgrado il diritto di usare altri pascoli in Campiglia); 3) obbligo di pagamento della “mobilia” perché ora i beni comuni sono stati divisi; 4) chiedono la reciprocità con Campiglia (nonostante sia ristretta e non riguardi coloro che tengono bestie “nelle cassine e fabriche”). Dopo poco, il 18 luglio 1730 giungono le risposte del governo torinese sulla questione. Esse affermano 1) accordo sul pascolo in vicinanza a caseggi poggiando su massima Lex Insuper ff de servit. Rustic. Praed. In fatto d’acqua commune; 2) accordo sulla fissazione del numero di bestie al pascolo (Leggi I,II, III cod de pascuis publ. Et priv lib 11; 3) accordo sul concorso al cotizzo della mobilia su basi di reciprocità con Campiglia; 4) che non è appoggiata all’universal osservanza di questa patria nella quale le bestie che non si tengono sovra il territorio de beni per la coltura de medemi non puonno per ragione di essi mandarsi al pascolo da un territorio all’altro, si crede bensì, che quando i padroni d’essi beni in occasione di coltivarli conducono bestie sovra di essi, possano in ragion de medemi quelli far pascolare ne communi durante il tempo della coltura solamente, con obbligo di ritirarle finita essa coltura. Si accorda perciò permesso di fare instanza ma c/o intendente. Laurenti (Saint Laurent), 10 agosto 1730.
Questa decisione stabilisce un complesso sistema di utilizzazione dei pascoli comuni che è descritto (o suggerito) da un documento senza data e di difficile comprensione:
“Li particolari di Piedicavallo registranti di Campiglia valersi delle teggie communi in Alpi per ricovero bestiami, concorrendo per il loro registro a pagamento carichi e pagamento cottizzo per la mobilia devono esser considerati come terrieri e così potersi valere anch’essi delle teggie communi per goder del pascolo delle alpi e beni comuni come registranti terrieri.
In seguito a che haver ordinato chiamarsi i particolari possidenti beni e cassine in regione Desate tanto di Mosche che quelli di Rosazza cantone di Piedicavallo, come pure li particolari di Beccara altro cantone d’esso Piedicavallo presentienti aver ragione negl’istessi pascoli in detta regione e questi comparsi li 21 detto mese quali habbiamo respettivamente insistito alle dimande et sensi come sovra, fatte dalle loro respettive comunità, e preso in nota li respettivi bestiami accertati con quinternetti /del sale, si siamo il giorno susseguente transferti nella predetta regione di Desate in compagnia di cui sopra con sindaci, segretari e particolari predetti loro signori avvocati e ivi esaminati li siti contentiosi, visti gli atti di cui sopra seguiti per rellatione fatta dagli esperti li 16 novembre 1722 et havuto il giudizio del predetto (?) agrimensore et estimatore Vineis habbiamo riconosciuto /che oltre al non esser attuabile a dividere li pascoli in detta regione tra gli respettivi particolari de cantoni sovra nominati si lasciarebbe anche quando tal divisione fosse fattibile sempre tra di loro motivi di querele attesa la situazione de caseggij e beni respettivi, che pertanto dichiariamo come segue: che resti assignato come assigniamo a particolari di Mosche cantone di Campiglia il tenimento comune principiante dal rivo del Vej sin e per tutto alle croci che dividono essa comunità di Campiglia da quella di Piedicavallo al di qua del rio di Rossazza verso W. A quelli di Beccara e Rossazza l’altro tenimento commune che da esso rio del Vej s’estende e continua sin al detto cantone di Beccara pure al di qua del predetto rio di Rossazza verso W + con che si cattastri il registro de fondi detto commune delle Desate al cattastro di Piedicavallo e paghino li carichi, con obbligo di mobilia.
Et per fine che il tenimento de Communi al di la del rio di Rossazza predetto verso Mezzanotte resti de sudetti particolari [Scritto in senso ortogonale: B° in foglio successivo ma foglio 1] di Piedicavallo dichiarando li particolari di Mosche non saranno tenuti ad alcuna mobilia con tall’assegno verso la comunità di Piedicavallo e che potranno bensi boscheggiare ne boschi superiori et all’intorno de loro cassine e beni al di là del rivo di Rossazza verso Mezzanotte tutto che tal tenimento resti in proprio pascolo de particolari di Piedicavallo come sovra ma tal boscheggio per loro uso proprio e de bestiami loro pendente il tempo che secondo il solito si habita in essi beni e caseggi senza poter esportarne per altro uso a termini delle Regie Costituzioni e previe le debite permissioni ne casi dalle medesime prescritte.
E rispettivamente a particolari di Piedicavallo che dipendentemente alla divisione e ordinanze già seguite hanno ragione di pascolare ne communi di Campiglia dichiariamo tenuti questi a pagar la mobilia ad esso Campiglia alla mente dell’ordinanza 12 giugno 1729 dal nostro antecessore prescritta che mediante essa mobilia e anche paghino la taglia alla longa de beni per quali restano registranti B° (foglio 2) in essa Campiglia resti loro lecito di pascolare li loro bestiami si e come si pascolano e ponno pascolare li particolari di Campiglia da regolarsi però essi bestiami per ragione di registro e come da che esige il servitio di quei publici che si termini in una volta li litiggi che da si gran tempo continuano così tante considerabili spese già fatte mandiamo rimettersi copia della presente a respettivi signori segretari di comunità, quali incarichiamo di far congregare li respettivi consigli et ivi chiamati li particolari interessati ivi faciasi lettura de respettivi assegni de pascoli predetti et providenze come sopra date, et ove abbiasi ragioni a rapresentare in contrario, il che non credesi, debbino essi signori segretari prender respettivamente nota degli opponenti con distinta delle loro contrarie rapresentanze // della sugezione imposta sovra li pascoli del Desate propri e spettanti a Piedicavallo, quali non devano esser di deteriore condizione di quelli di Campiglia e perciò se quelli di Piedicavallo si dichiarano tenuti al pagamento di quella pascollando nel territorio di Campiglia devano anche dichiararsi tenuti li particolari di Campiglia a tal pagamento per ragione di detto pascolo per il che repetendo anche li mottivi addotti nella loro ramostranza implorano l’osservanza in questo capo del parere per essi raportato con dichiararsi esser li particolari del cantone di Mosche tenuti al pagamento di detta mobilia per li bestiami che verranno tassati poter pascolare ne pascoli attigui alle cassine del Desate instando assegnarli di detto pascolo una portione separata e certa affine non continui la cumulativa per essi pretesa senza termine, opponendo parimenti esser luogo alla dichiarazione chiamata da Campiglia che non possino…
Esiste infine una parte di documento, cancellato, di notevole interesse:
"Si propone di dare a particolari di Beccara, e Rossazza cantone di Piedicavallo aventi beni e casa nelle Desate, il pascolo da esso cantone di Beccara sino a rivo del Vej e verso levante di qua del rivo di Rossazza, quali ambi rivi servirebbero di termini divisori. A particolari di Mosche cantone di Campiglia haventi pur beni e case in dette Desate il pascolo da esso rivo di Vej sino e per tutto al longo del suddetto riale di Rossazza estensivamente sino alle croce servente di termine fra la comunità di Campiglia e Piedicavallo tal distesa pur verso ponente e al di qua di esso rivo di Rossazza. Et alla comunità di Piedicavallo tutti li rimanenti pascoli che sono di la del riale Rossazza verso Mezzanotte in modo che esso rivo resterebbe di termine pur divisorio.”
In sostanza, il pascolo su beni comuni di altre comunità è consentito solo in relazione alla coltivazione di beni ivi posseduti, e non per nutrimento costante delle mandrie e greggi. Inoltre, e in particolare, la posizione dei cantoni di Rosazza e Beccara li espone alle servitù di passaggio dei vicini del cantone Mosche e alla loro utilizzazione del pascolo della regione Desate.
Per la rimanente vicenda settecentesca delle comunanze si possono consultare in
ASCP, m. 15, 1866/67, Confini: delimitazione dell’alpe Chiobbia (in realtà lite contro un Rosazza usurpatore, 1755) e lo “Schizzo delle ragioni della Comunità di Piedicavallo contro Giovanni Antonio Rossazza Pistoletto” per ridursi in rappresentanza. Sindaco Norza Giovanni Battista ed Eusebio Rosazza e Giuseppe Zorio consiglieri contro le usurpazioni di detta comunità e il decreto di inibizione dell’intendente contro i particolari nominati. Altri particolari sono espressi il 22 gennaio 1756, con un nuovo ricorso della comunità. Si dà incarico al geometra Beccara per portarsi sui luoghi in contradditorio de particolari usurpatori, con avvenuto riconoscimento degli appropriamenti seguiti. Quindi la comunità e i particolari presentano istanza al giudice ordinario del luogo contro Giovanni Antonio Rosazza Pistoletto come usurpatore nella regione al Drivo. Si ordina di lasciare libero, con opposizione di Pistoletto. l’intendente accetta il pagamento delle taglie decorse ma anche i lavori per sostegno della strada invocati da Pistoletto. Richiesta di contraddittorio tra tutti i particolari interessati e indicati. Si procede all’incanto dei beni rappresagliati. In contraddittorio Rosazza con Piatti fanno l’abbozzo, e si portano alla pezza di prato in regione Fienobello di Giovanni Battista Rosazza Bertina. La comunità si oppone alla catastazione delle pezze contese (perché “tutti e singoli li particolari di d comunità ne pretenderebbero il simile, di maniera che la maggior parte di detto luogo non sarebbe sufficiente ad appagar l’ingordigia de particolari d’esso luogo oltre di che ne succederebbero per conseguenza molti sconcerti, e talora omicidij oltre ad esser costretti a pascolare bestiami in beni comuni alieni. Ora i particolari usurpatori sono assenti (!). Occorre perciò seguire le indicazioni di Beccara e non quelle di Rosazza, che sostiene di aver lavorato per sostegno della strada “falsamente”.
Segue altra mappa, non corrispondente con la prima, Andorno Quittengo, di Boggio, del 20 giugno 1758 riguardante una pezza di terra di Giovanni Battista q Pietro Rossazza Batore di Piedicavallo, regione al Spietto (seguono i confinanti) ad indicazione di lui proprietario e Giovanni Antonio Rosazza consigliere, di tavole 61.2.6.
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Liti Territoriali | La principale tensione territoriale che vede coinvolto il cantone di Rosazza riguarda il pascolo nella regione di Desate, conteso dal cantone Mosche di Campiglia ma spettante anche al cantone Beccara di Piedicavallo. Per salvaguardare tale diritto di Mosche, Campiglia ha preteso nel 1722 una striscia di trabucchi 100 per servitù di passaggio, contestata da Piedicavallo a nome di Rosazza (V. Comunanze). Una bozza di accordo tra Piedicavallo e Campiglia, del 1728-31, in merito a questo conflitto (V. Piedicavallo, Comunanze), indica che nella detta regione di Desate il cantone di Mosche ha fatto “caseggi” e rivendica il diritto boscheggiare per le necessità quotidiane.
ASCP, un registro atti giudiziali 1757-58 di notaio di Quittengo; inventario delle cause criminali; 1724-97 1727 taglio bosco proibito Valtz, taglio Pianticelle 1728, spari a matrimonio 1737, taglio bosco 1733, contrasto su la montagna della Bianca: pecore 1743, 1765, furto croce di legno di Rosazza durante Missione, 1766
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Archivio Storico del Comune di Rosazza: da riordinare.
Archivio Storico Comunale di Piedicavallo (ASCP), serie I e serie II, Archivi aggregati (mm.1-14, Congregazione di Carità in particolare m. 12), mm. 15-23 ECA, 24-26, Opera Pia Asilo Infantile Jon Tonel; mm. 27-29 Conciliatura (1878-1931); 30-32, Scuole Elementari; 33, Tribunale (1715-1801).
AST, Corte, Provincia di Biella, m. 2, Adorno; Ivi, Paesi per Provincia, m. 42;
AST, Riunite, Patenti controllo Finanze, 1717-1801, Vendita tasso su Piedicavallo, 26 giugno 1734;
AST, Riunite, I Archiviazione, Provincia di Biella, m. 1, n.1;
AST, Riunite, II Archiviazione, capo 21, Perequazione dei tributi, m. 13, 16, 17, 29, 74, 86, 101, 176-77, 186, 198, 224, 308.
Archivio di Sato Di Biella, Relazione Intendente Blanciotti , 1752.
Archivio della Curia Vescovile di Vercelli:
Archivio di Stato di Vercelli.
Archivio della Provincia di Vercelli.
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Bibliografia | Albertazzi, Adolfo, Rosazza, “Il biellese”, 1927, p. 191;
Lebole, Delmo, La chiesa biellese nella storia e nell’arte, vol. II, Biella, Unione biellese, 1962, pp. 116-119
Lebole, Delmo, Le confraternite, in Id., Storia della chiesa biellese, 8 voll., 1978-2005 (indice), Biella, Unione biellese, 1972 pp. 591-92;
Anna e Giovanni Valz Blin, La valle del Cervo, Pollone, Leone Griffa, 2000, p. 9.
Il XIX secolo, scheda su http://museo.comune.biella.it (consultato nell'ottobre 2013).
Angelo Stefano Bessone e Sergio Trivero, Il segreto della rosa: una chiesa tra spiritismo e massoneria, edizioni DocBi, 2001;
Nella fausta occasione del solenne aprimento e sacra benedizione della nuova chiesa parrocchiale di Rosazza e della inaugurazione della casa parrocchiale…, Biella, 1880;
Ramella, Franco, Terra e telai: sistemi di parentela e manifattura nel Biellese dell'Ottocento, Torino, Einaudi, 1984;
Gianni Valz Blin, Giuseppe Maffei, Biella, Eventi & progetti, 2001, pp. 18-22;
Anna e Giovanni Valz Blin, La valle del Cervo, Pollone, Leone Griffa, 2000, p. 9.
Varale, G., Un nuovo comune piemontese: Rosazza Biellese, “La Gazzetta del Popolo della domenica”, a. 25, n. 48, 1 dicembre 1907.
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Descrizione Comune | Rosazza
Rosazza era una cappella dipendente dalla parrocchia di Campiglia e un cantone del comune di Piedicavallo, nato nel 1700 dalla disgregazione del marchesato di Andorno. Esso è protagonista di forti conflitti per la rotazione delle cariche pubbliche e per la gestione dei beni comuni con il borgo principale, in particolare quelli situati nella regione di Desate e contesi – o in ogni caso cogestiti – dal cantone Mosche di Campiglia. Il cantone di Rosazza si separa nel 1906 dal comune di Piedicavallo insieme con i cantoni di Beccara e Vittone.
La separazione è certamente resa possibile dalla figura di Federico Rosazza, influente erede di una serie di parentele già presenti nella vita pubblica dello stato sabaudo come imprenditori militari e poi, nell’Ottocento, esponenti della vita politica del Regno d’Italia. Tali gruppi sono portatori di una cultura laica legata alla massoneria e commissionano una serie di edifici di grande rilievo nel panorama della Valle Cervo (v. Bessone – Trivero e Valz Blin), che sono ultimati negli ultimissimi anni del secolo XIX.
Accanto a queste ragioni, la separazione sembra però da ascrivere alle tensioni locali relative alla gestione dei lasciti della Congregazione di Carità, in valle Cervo organizzata su base di cantone fino agli anni ottanta del 1800, e nel cantone oggetto di una lunga serie di lasciti a partire dagli anni trenta (v. Altre presenze ecclesiastiche). A partire dagli anni ottanta l’azione prefettizia ispirata dal governo centrale impone l’unificazione delle diverse congregazioni dei cantoni di Piedicavallo in una unica istituzione comunale, con sede nel borgo di Piedicavallo, che non viene accettata dai tre cantoni di Rosazza, Beccara e Vittone, i quali danno vita a un nuovo comune a partire dal 1906. La nuova formazione non appare in grado di arrestare l’acutissimo declino demografico degli anni venti e trenta del Novecento, né lo spopolamento del secondo dopoguerra.
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