Autori | Cerino Badone, Giovanni, and Massimo Angelini |
Anno Compilazione | 1998 |
Anno Revisione | 2012 |
Provincia | Alessandria
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Area storica | Repubblica di Genova, Oltregiogo
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Abitanti | 716 [Dato ISTAT al 31 dicembre 2013]
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Estensione | 1250 ha [ISTAT] e 1206 ha [SITA] al censimento del 1991.
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Confini | Bosio, Gavi, Montaldeo, Mornese, San Cristoforo, Castelletto.
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Frazioni | Cadegualchi Cadepiaggio, Cadimassa, Tramontana, Tramontanino.
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Toponimo storico | In Corte Palode nel 973, Palodium nel 1130, de Palude nel 1142 [Ferretto 1909, docc. IV, XXVIII, XXXVIII].
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Diocesi | Tortona fino al 1255, poi Genova [MHP, Iurium, I : 1222].
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Pieve | Parrocchia dei SS. Rocco e Sabastiano. Inizialmente una cappella succursale del monastero di San Remigio, nel 1845 l’’edifico, ricostruito ed ingrandito, fu consacrato a Parrocchia nel 1845.
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Altre Presenze Ecclesiastiche | Convento di San Remigio. La storia di questo monumento inizia da molto lontano, dal 10 giugno 1033, quando il Marchese Adalberto, di stirpe Obertenga e la moglie Adelasia dotano la badia Benedettina di S. Maria di Castiglione presso Parma di moltissimi beni e diritti immobiliari siti in diversi comitati del regno Italico. A quel tempo il dominio degli Obertenghi si estendeva su una vastissima area dell’Italia settentrionale, la Marca Obertenga, cui appartenevano sia Parma sia questa parte dell’Appennino e questo spiega perché a detta badia fossero assegnati beni in Gavi, Tassarolo e Palaude (Parodi). Il nome Palaude citato nei documenti ricorda come il territorio circostante l’attuale nucleo di Parodi fosse paludoso. I padri Benedettini trasferiti qui lo bonificano facendo defluire le acque stagnanti del torrente Albedosa e al centro della valle resa fertile e coltivata costruiscono il Monastero che viene dedicato a S.Remigio. La prima documentazione dell'esistenza del Monastero risale al 1143, il 13 aprile, quando una bolla di Papa Innocenzo II conferma la dipendenza di S. Remigio da S. Maria di Castiglione che dipende a sua volta direttamente dalla Santa Sede. Nel 1188 S. Remigio ha già come sua dipendenza la vicina Chiesa di S. Stefano e in pochi anni nel territorio circostante si sono formate comunità agricole, alcune delle quali dotate di propri sindaci e quindi affrancate dal dominio degli Obertenghi. Sono gli anni in cui il complesso di S.Remigio accresce rapidamente la sua importanza come testimoniano le controversie che si accendono non solo tra i comuni di Genova e Tortona ma tra le rispettive diocesi che si contendono questa fetta dell’Oltregiogo. I legami con S. Maria di Castiglione parmense si affievoliscono e contemporaneamente diventano sempre più forti quelli con Genova, tanto che in un atto del 1378 troviamo come rettore di S. Remigio il genovese Aleramo Spinola di Luccoli. Fino al secolo XVII S. Remigio esercita una grande influenza come centro religioso, culturale ed economico su tutta l’area che fa parte del comune di Parodi e si estende dalla Castagnola oltre il monte Tobbio sino al mare comprendendo le comunità di Bosio, Spessa, S. Stefano , Costa, Cadepiaggio, Tramontana, Capanne e la cascina Benedicta (anch’essa costruita dai Benedettini). Verso la metà del XVI secolo, sotto il patrocinio della famiglia Doria, S. Remigio diventa parrocchia e nel corso della seconda metà del secolo XVII l’antico cenobio viene adattato ad abitazione del parroco ed i beni del vecchio Monastero vengono alienati. Nella prima metà del XIX secolo la Chiesa torna a essere un importante fulcro locale di vita religiosa tanto che a questo periodo risale la trasformazione a tre navate voluta per far fronte all’aumento della popolazione. La parrocchiale esercita ancora le sue funzioni per tutto il secolo XIX e per la prima metà del XX ma la sua posizione decentrata determina l’aspirazione da parte della popolazione ad avere una Chiesa all’interno del perimetro urbano. Nel 1959 viene infatti edificata la nuova parrocchiale in Cadepiaggio e l’antica Chiesa dei padri Benedettini, perso il ruolo di supremazia tenuto per secoli, è definitivamente abbandonata e conosce gli anni più bui della sua lunga storia che culminano con il crollo della volta della navata centrale avvenuto nel 1982.
Cadepiaggio, Parrocchia di San Remigio e Carlo. Costruita nel 1959, l’edificio è venuto ad insistere sul luogo dove sorgeva la settecentesca cappella di San Carlo, demolita per far spazio al cantiere della nuova costruzione.
Tramontana. Parrocchia della Natività di Maria. L’edificio, aperto al culto nel 1869, sostituisce le due precedenti chiese parrocchiali, abbandonate una per l’eccessiva distanza dall’abitato (ed oggi perduta), l’altra per le dimensioni ridotte ed adibita ad Oratorio, dedicato a San Giovanni Battista decollato. Costuito nel 1584, è oggi sede della Confraternita omonima.
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Assetto Insediativo | L’insediamento di Parodi è il classico esempio di “fuo d’acropoli”. Nell’XI secolo, sullo sperone roccioso più alto, venne edificato un castello in cui si succedettero almeno cinque generazioni di feudatari che si fregiarono del titolo di Marchesi di Parodi. A metà del XII secolo venne costruita una cinta muraria che racchiudeva il castello e tutta la sommità della collina, la zona viene ancora oggi chiamata Reguardia
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Luoghi Scomparsi | Bruversa, detta anche Riversa (1917), territorio situato in alpe de Paolodio tra Marcarolo e Parodi, menzionato dal 1195 [Lugano 1987, p. 224].
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Comunità, origine, funzionamento | A partire dal XV secolo sono attestati in Parodi i consoli o un podestà, designati in loco, e i castellani inviati da Genova. Ai primi spettava la facoltà di gestire la giurisdizione civile, mentre ai secondi toccava la competenza sulla giurisdizione della giustizia, e le competenze schiettamente militari. A parte le decisioni più complesse e legate alla stessa sicurezza della repubblica, la gestione di buona parte della vita della comunità era demandata alla comunità di Parodi, sia tramite i consoli sia, nei casi più gravi, con l’intervento diretto dei capi famiglia convocai a parlamento nella chiesa parrocchiale. Dopo il podestà venivano in ordine quattro consiglieri del comune che duravano in carica un anno e deliberavano in materia di opere pubbliche, viabilità, fisco e polizia urbana. I documenti dell’archivio comunale ricordano la presenza di “magistrali” e “sindaci”. Ai primi era richiesta la vigilanza sul commercio minuto, mentre ai secondi spettava la rappresentanza di interessi particolari della comunità o di gruppi di cittadini in ordine a problematiche contingenti di varia natura. L’organo supremo era rappresentato dai Consoli, ai quali venne sottratto progressivamente ogni funzione sino ad assumere più una funzione di rappresentanza che effettiva.
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Statuti | La Comunitas e il Commune Palodii sono dotati di statuti formati tra il 1432 e il 1538, trascritti in volgare nel XVII secolo [Podestà 1998].
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Catasti | I catasti antichi sono andati distrutti nel 1945.
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Ordinati | Gli ordinati hanno inizio dal 1945.
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Dipendenze nel Medioevo | Parodi viene menzionato per la prima volta X nella suddivisione del Nordovest in tre grandi marche viene compreso nella Marca Obertenga. Il nome di Palude (dalla palude dell'Albedosa) compare la prima volta in un documento del 973, nel quale si coglie anche l'organizzazione territoriale, con la divisione in comitati, (o contee), retti dal comes, e la corrispondenza con i distretti vescovili. È attorno all'anno Mille, più precisamente nei secoli XI e XII, che si intensificano le notizie sul territorio parodese perché prende fonila un assetto del sito che viene dato in dotazione (10 giugno 1033) ai monaci di Santa Maria di Castiglione (Parma), i quali edificano San Remigio e bonificano la palude, aprendo uno sbocco alle acque dell'Albedosa. In questo periodo anche Genova comincia ad essere presente nella zona, quando il monastero di San Siro riceve in dotazione due masserie nel territorio di Tramontana (1065). Ma è soprattutto con la costruzione di stazioni di assistenza, controllate frequentemente da strutture monastiche (testimoniate da toponimi come Eremiti e Benedicta) che fanno capo a chiese genovesi, che si coglie rintensificazionc dei traffici lungo le vie marenche e l'interesse di Genova al controllo dei movimenti. Documenti del sec. XII fanno pensare ad una emancipazione amministrativa dagli Obertenghi, perché in una (la prima, non certo runica!) controversia con Mornese compaiono San Remigio e Santo Stefano con loro Sindaci autonomi. Che il territorio sia considerato di grande interesse non tanto economico quanto di posizione si vede nei tempi successivi, nelle mire del vescovo di Tortona di estendervi il suo potere, nelle controversie dei Di Negro genovesi con l'Abate di Santa Maria di Castiglione, ed infine nell'assegnazione definitiva alla Diocesi di Genova (1289)
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Feudo | Alla fine del XII secolo i marchesi di Parodi rinunciano a ogni diritto sul castello e sul territorio, il sui pieno possesso al comune di Genova è confermato nel 1191 dall’imperatore. Nel 1528 tale possesso è nuovamente garantito a Genova.
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Mutamenti di distrettuazione | La podesteria di Parodi dipende dal capitano e poi (1708) dal governatore di Novi. Inglobato il consolato di Fiaccone nel corso del sec. XVII, Voltaggio nel maggio del 1797 divenne parte della Repubblica Ligure al posto della decaduta Repubblica di Genova. Dopo l’annessione della Repubblica Ligure da parte dell’Impero Francese (31 Ottobre 1805), diventa parte del Dipartimento di Genova, Circondario di Novi, Cantone di Gavi. Nel 1815 Voltaggio rientra a far parte del Regno di Sardegna. Nel 1819 la maglia amministrativa rimane sostanzialmente la sessa, con la nuova denominazione di Divisione di Genova, Provincia di Novi, Mandamento di Gavi. Nel 1859, in seguito al riordino del nuovo Stato unitario, Parodi entra nella Provincia di Alessandria.
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Mutamenti Territoriali | Nel 1948 la parte meridionale del territorio comunale di Parodi viene staccata ed affidata al nuovo comune di Bosio.
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Comunanze | Nella scheda del CLUC risultano 3 particelle soggette a uso civico, in tutto 1800 mq di terreno. Si hanno notizie di terre comuni agli uomini di Parodi nella grangia di Bruversa, dal XIII secolo [Trucco 1911, doc. DCCVII] e nell’are di Marcarolo, al confine con il Governo di Polcevera (secolo XVI).
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Liti Territoriali | Nel XIX secolo risultano contesi i confini tra Parodi e Larvego in località Priadoga nella valle del Gorzente. [ACC, Mazzo 1, fascicolo 3].
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ACC. Archivio del comune di Campomorone
ACP. Archivio del comune di Parodi
ASG. Archivio di Stato di Genova
CLUC. Commissariato per la Liquidazione degli Usi Civici
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Bibliografia | ASLSP Atti della Società Ligure di Storia Patria.
BSSS Biblioteca della Società Storica Subalpina.
MHP Monumenta Historiæ Patriæ.
AA.VV., Una strada per l'Oltregiogo. I quattrocento anni della Bocchetta (1585-1985), Comunità Montana Alta Val Lemme ed Alto Ovadese, Ovada 1986.
ALFONSO, L. a cura di, Annuario Arcidiocesi di Genova. Schede storiche, Grafiche Fassicomo, Genova 1994.
BENSO , R. Voltaggio. Terra di Val Lemme, Cassa di Risparmio di Alessandria, Alessandria s.d. (ma 1981).
BOCCALARI, R. Voltaggio, Tip. Nazionale, Genova 1936.
DESIMONI, C. Annali storici della città di Gavi e delle sue famiglie (dall' anno 972 al 1815), Tip. Jacquemod Figli, Alessandria 1896.
FERRETTO, A. I Primordi del Cristianesimo in Liguria, ASLSP (XXIX), Genova 1907.
FERRETTO, A. Documenti genovesi di Novi e Valle Scrivia, BSSS (LI), Pinerolo 1909.
LEARDI, E. Il Novese. Segni e radici di un'identità, Tip. Brigati, Genova-Pontedecimo 1996.
B. Nogara, A. Roncallo, Suppliche di Martino V relative alla Liguria, in ASLSP, XIII, 1973.
E. Podestà, Storia di Parodi Ligure e dei suoi antichi Statuti, Ovada 1998.
REMONDINI, A. e M., Parrocchie dell'Arcidiocesi di Genova. Notizie storico-ecclesiastiche, Regione XIII, Genova 1891.
VINZONI, V. Il Dominio della Serenissima Repubblica de Genova in Terraferma (1773), anastatica ed. C.I.E.L., Genova 1955.
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Descrizione Comune | Al termine del X secolo il territorio di Parodi faceva parte della Marca obertenga. Tr ail XI e il XII secolo era soggetto al Comitato di Tortona, sotto il dominio degli Adalbertini, marchesi di Massa e Parodi. Nel 1148, dopo aver occupato Fiaccone e acquistato Voltaggio (1121), la Repubblica di Genova acquistò dal marchese Alberto il castello di Parodi [ASG, Materie politiche, mazzo I]. Nel 1166 Parodi cadde nella mani del marchese di Monferrato. Venne riconquistato cinque anni più tardi dai marchesi Guglielmo e Rainerio di Parodi, alleati con i marchesi di Gavi, e sottomesso al comune di Genova, dal quale ne ricevettero l’investitura [Ferretto 1909, doc LXXIX]. A fine del XII secolo i marchesi di Parodi rinunciavano a ogni diritto sul castello e sul territorio, il cui pieno possesso a favore del comune di Genova veniva confermato nel 1191 dall’imperatore Enrico VI. Parte importante della storia di Parodi coincide con quella del monastero di San Remigio, presso la località Cadepiaggio. Nel XI secolo dipendeva, probabilmente, dal monastro di Santa Maria di Castiglione, presso Parma. La prima citazione è del 1143, in una bolla di Innocenzo II. Nel 1228 veniva definito “parrochia”, ma senza diritto di battesimo lasciato alla pieve di Gavi [Ferretto 1909, doc. CDXXV]. Comunque la prima attestazione di una “cura d’anime” affidata al parroco di San Remigio risale al 1430 [Nogara et Alia, 1973, pp. 316-317]. Lo stesso monastero, agli inizi del XIII secolo, fu al centro di una contesa di carattere giurisdizionale tra il vescovo di Tortone e il priore di Santa Maria di Castiglione che ne vide riconosciuto il possesso. Cessò di essere monastero alla fine del XIV secolo [Rossi 11995, p. 11]. In seguito il priorato passò alla famiglie Spinola e Doria. Nel 1582 monsignor Bossio descrisse S. Remigio come “ecclesia parrocchiali et prioratus”, con una casaccia intitolata a Santa Mari a[ASG, ms. 547]. Nel 1528 il possesso era stato nuovamente garantito a Genova.La podesteria di Parodi dipende dal capitano e poi (1708) dal governatore di Novi. Inglobato il consolato di Fiaccone nel corso del sec. XVII, Voltaggio nel maggio del 1797 divenne parte della Repubblica Ligure al posto della decaduta Repubblica di Genova. Dopo l’annessione della Repubblica Ligure da parte dell’Impero Francese (31 Ottobre 1805), diventa parte del Dipartimento di Genova, Circondario di Novi, Cantone di Gavi. Nel 1815 Voltaggio rientra a far parte del Regno di Sardegna. Nel 1819 la maglia amministrativa rimane sostanzialmente la sessa, con la nuova denominazione di Divisione di Genova, Provincia di Novi, Mandamento di Gavi. Nel 1859, in seguito al riordino del nuovo Stato unitario, Parodi entra nella Provincia di Alessandria.
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