Autori | Raviola, Alice B. |
Anno Compilazione | 2003 |
Anno Revisione | VERSIONE PROVVISORIA |
Provincia | Asti. |
Area storica | Val Tiglione. |
Abitanti | 2234 (ISTAT 1991). |
Estensione | 14,20 kmq. |
Confini | A nord-ovest Rocca d’Arazzo, a nord-est Rocchetta Tanaro, a est Belveglio e Vinchio, a sud Castelnuovo Calcea, a sud-ovest Montegrosso d’Asti, a ovest Montaldo Scarampi. |
Frazioni | Nessuna frazione amministrativa. Fino al censimento del 1981 erano ritenute tali le località di Ronchi e Variala, già attestate in età moderna, ma attualmente non più in possesso dei requisiti (distanza dal centro abitato, numero di ab.) per costituire frazioni a sé. Lo stesso vale per la Piana, la parte bassa del paese dove risiede parte della popolazione e si trovano numerose attività commerciali. Assai numerosi e persistenti nel tempo, tuttavia, i toponimi relativi alle suddivisioni interne del territorio: Noceto, già attestata nel Medioevo; reg. Pozzolo; Moncucco; Ronchi, Laioli, Tocco (XIX sec.) (Monticone 1957, p. 10); Gazo; Variala; Moncucco; Costarossa; Freto; Nisorella; Vallone; Resio; Crocetta; Fontamersa; Fontanabuona; ecc. |
Toponimo storico | «Montebersarius», attestato nel 1182 (Le carte dell’abbazia di San Bartolomeo, p. 46); «Mombersario», «Montebersario» nel XIII secolo (Le carte dell’Archivio capitolare di Asti). Almeno tre sono le etimologie proposte per il toponimo di Mombercelli: Monte «berceaux» (dal francese «pergolato»); «Monbirsan», equivalente a «luogo di caccia», ricordato in una fonte ecclesiastica relativamente recente e non supportato da prove documentarie (Monticone 1957, p. 22); «Monte barcarium», calcato sul lemma tardo-latino birca (una specie di betulla), forse più attendibile in riguardo al tipo di vegetazione presente in loco in età medievale (Fasano, Franco 1999, p. 12). |
Diocesi | Mombercelli appartenne a un’enclave a sud del Tanaro, composta anche dalle località di Costigliole, Agliano, Vinchio, Castelnuovo Calcea e Calosso, soggetta alla diocesi di Pavia sin dal X-XI secolo (Bordone 1980, p. 34). Ad essa continuò ad appartenere in età moderna, sotto la vicaria di Costigliole, e sino al 1843, quando fu assegnata a quella di Asti e costituita vicaria a sua volta (Monticone 1957, p. 16). |
Pieve | Nessuna attestazione. |
Altre Presenze Ecclesiastiche | L’attuale parrocchiale, intitolata a San Biagio, è frutto di ricostruzioni, modifiche, ampliamenti susseguitisi nel corso dei secoli. Sulla base di una notizia ricavata dal Codex Astensis, è stato supposto che il suo primo nucleo fosse costituito dalla cappella del castello che sorgeva sul colle Serra ed era dedicata a Sant’Andrea (Monticone 1957, p. 15). I primi dati certi, però, si ricavano soltanto dalla visita pastorale effettuata da un delegato del vescovo di Pavia nel 1576: egli visitò in primo luogo l’oratorio di San Giacomo, di proprietà della comunità, divenuto luogo di culto principale poiché l’antica parrocchiale, dedicata a San Giuliano, sorgeva fuori dal centro abitato (Cartello 1999, p. 76). Esistevano a Mombercelli anche una compagnia del SS. Sacramento e una confraternita dei Battuti, in linea con altre realtà dell’Astigiano di Antico Regime (Cartello 1999, p. 77; Parola 1999). San Giuliano risultava invece quasi diroccata e anche il cimitero ad essa attiguo, ancora utilizzato, versava in pessime condizioni di manutenzione. Altrettanto poteva dirsi della chiesetta campestre di San Dionigi, ridotta a un cumulo di macerie, e della quale era frequentato dalle famiglie della località, poco fuori il paese, solo il cimitero (Cartello 1999, p. 77). |
Assetto Insediativo | Sito sulla riva sinistra del Tiglione, il paese sorge sulla dorsale che unisce i due colli di San Dionigi e Serra, che danno tuttora il nome a due delle borgate di Mombercelli. Parte delle attività commerciali e delle abitazioni si trovano però in località Piana, lungo la strada provinciale di collegamento con Asti. |
Luoghi Scomparsi | Secondo una testimonianza desunta dal Codex Astensis, a Mombercelli, tra XII-XIII secolo, erano presenti ben quattro castelli: uno di questi si sarebbe trovato in località Mons Puteolo (Pozzolo) e avrebbe probabilmente fatto capo a un villaggio fortificato di cui non si ha più traccia (Fasano, Franco 1999, p. 23). Con riferimento al catasto del 1774, invece, risultano scomparse piccole borgate o case sparse corrispondenti ai toponimi di Montrento, Pamperduto, Parniero, Pratorotondo, Vallone di Mussa, «al Cabanone», alla Bellona (dove erano concentrate le proprietà della famiglia Bellone), Val Borrina, Val del Zucco e Vallone del Moro (AC Mombercelli, m. 205, Catasto, 1774). |
Comunità, origine, funzionamento | È difficile individuare con precisione una data per la nascita della comunità di Mombercelli. Le prime attestazioni del luogo, infatti, richiamano più che altro all’esistenza di domini loci che ne controllavano il territorio e non all’attività di un comune che a questi fosse alternativo o contrapposto. Un «dominus Enricus Montibersarii», per esempio, compare tra i testimoni di un atto di compravendita di un terreno posto in Vigliano effettuato da tali Baiamot e Anselmo il 27 aprile 1182 (Le carte dell’abbazia di San Bartolomeo, p. 46). In un atto del 2 aprile 1201 riportato dal Codex Astensis (doc. 171) è ancora menzionato Enrico da Mombercelli il quale, insieme con Alberto e Monaco Sardo, Rodolfo da Mombercelli, Alberto Sardo e Merlo da Malamorte (Belveglio), prestarono giuramento di fedeltà alla città di Asti a nome di Mombercelli e Malamorte (Monticone 1957, p. 23). La presenza di domini, più che di rappresentanti della comunità, resta costante anche negli anni successivi: nel 1277 un «Anfossus de Mombersario» fu presente come testimone a un contratto d’affitto stipulato ad Asti tra tre abitanti di Quarto (Le carte dell’Archivio capitolare di Asti, p. 193), mentre nel 1281 il «dominus Henricus Spelta de Montebersario» è annoverato tra i canonici di San Secondo d’Asti (Le carte dell’Archivio capitolare di Asti, p. 245). |
Catasti | Catasto della comunità di Mombercelli fatto dal misuratore Carlo Giuseppe Molina, 1774 (m. 205); Libro dei trasporti della comunità di Mombercelli, XVIII-XIX sec. (m. 206); Libro dei trasporti, XIX sec. (m. 207); Atti preparatori, 1724-1896 (m. 210). |
Ordinati | Il primo volume conservato riguarda gli anni 1564-1574; dal II (1593-1616), la serie è pressoché completa per l’intero Antico Regime. |
Dipendenze nel Medioevo | Escludendo il cenno a Mombercelli contenuto nel celebre memoriale apocrifo di Raimondo Turco, signore di Mombercelli e Malamorte (Belveglio) deceduto nel 1092 (Monticone 1957, p. 20), il documento più antico in cui è menzionato il luogo è il testamento del 1125 con il quale Bonifacio del Vasto, discendente di Aleramo, lasciò al minore dei suoi sette figli, Ottone Boverio, la contea di Loreto comprendente Costigliole, Agliano e Mombercelli stesso (Bordone 1983; Provero 1991; Fasano, Franco 1999, p. 17). |
Feudo | Sottoposto al controllo di domini di Mombercelli nei secoli XII e XIII e a quello delle famiglie Scarmpi e Turco nel XIV, il feudo ebbe una giurisdizione tripartita per buona parte dei secoli dell’età moderna: nel Cinquecento, infatti, essa risultava divisa in tre parti controllate una dagli Asinari del ramo di Bernezzo, una dai Bellone, famiglia di origine monferrina radicatasi in loco, e una dai Maggiolini, patrizi comaschi e sudditi del Ducato di Milano al cui dominio Mombercelli, terra imperiale, era indirettamente soggetto. Ancora in occasione dei consegnamenti feudali del 1753, il luogo risultava feudo dei Maggiolini per la metà e degli Asinari di Bernezzo e dei Bellone per gli altri due quarti (Manno 1895-1906, vol. I, p. 277; Raviola 1999). |
Mutamenti di distrettuazione | Soggetto all’influenza del Contado d’Asti nei primi secoli del medioevo, in seguito al matrimonio di Valentina Visconti con Luigi di Valois (1387) Mombercelli fu tra le terre dell’Astigiano che passarono sotto la dominazione del ducato di Milano. A questo appartenne fino al 1737 quando, durante la guerra di Successione polacca, fu tra le località cedute al Regno di Sardegna (Raviola 1999). Assegnato alla provincia di Asti, ne fece parte fino al 1799 per essere poi aggregato al dipartimento di Marengo, avente per capoluogo Alessandria, durante gli anni della dominazione napoleonica (Sturani 2001). In seguito alla Restaurazione restò alla provincia di Alessandria, ma nella divisione di Asti (AST, Corte, Paesi per A e B, M, m. 12, fasc. 1, 1824) e fu costituito capo di mandamento per le circostanti località di Agliano, Belvedere, Castelnuovo Calcea, Montaldo Scarampi, Montegrosso e Vinchio (Informazioni statistiche 1852, p. 2). Al principio del 1834 si diffuse la voce che al luogo sarebbe stato sottratto il titolo (probabilmente a causa di una banda di malviventi, guidata dal mombercellese Pietro Castino, che creò numerosi problemi di ordine pubblico in paese e nei dintorni) (AST, Corte, Paesi per A e B, M, m. 12, fasc. 6, 1834). In realtà, il provvedimento non fu attuato e Mombercelli restò a capo del mandamento. Nel 1935, all’atto di costituzione della nuova Provincia di Asti, fu a questa assegnato. |
Comunanze | Nel 1848, per ricavare denaro da destinare a lavori pubblici di vario tipo, il comune deliberò la vendita di 17,48 giornate di terreni comunali, suddivisi in 15 lotti, con una base d’asta di £ 6907 (AST, Corte, Paesi, Paesi per A e B, M, m. 12, fasc. 11). |
A.C.M. (Archivio Storico del Comune di Mombercelli). R | |
Bibliografia | Bordone R., Città e territorio nell'alto Medioevo: la società astigiana dal dominio dei Franchi all'affermazione comunale, Torino 1980 (BSSS 200). Bordone R., Il “famosissimo marchese Bonifacio”. Spunti per una storia delle origini degli Alerami detti del Vasto, in «BSBS», 81 (1983), pp. 587-602. Bordone R., Proposta per una lettura della Corografia di G. S. Decanis, Asti 1979. Bordone R., Trasformazione della geografia del potere tra Piemonte e Liguria nel basso medioevo, in Incastellamento, popolamento e signoria rurale tra Piemonte meridionale e Liguria. Atti del Secondo Convegno, Acqui Terme, 17-19 novembre 2000, Bordighera-Acqui Terme 2000. Le carte dell’abbazia di San Bartolomeo di Azzano d’Asti (952, 1151-1299), a cura di A.M. Cotto, G.G. Fissore, S. Nebbia, Torino 1997 (BSS 214). Le carte dell’Archivio capitolare di Asti (secc. XII-XIII), a cura di A.M. Cotto, G.G. Fissore, P. Gosetti, E. Rossanino, Torino 1986 (BSS 190). Cartello F., Sull’antica parrocchiale, in Mombercelli. I primi mille anni di un paese in cui il pane si chiama vino, Asti 1999, pp. 75-79. Casalis G., Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, Maspero, Torino 1842, pp. 464-466. Cassioli M., La Chiesa cristiana evangelica di Mombercelli, in Mombercelli. I primi mille anni di un paese in cui il pane si chiama vino, Asti 1999, pp. 149-160 Censimento della popolazione del Regno d’Italia al 10 febbraio 1901, Roma 1902, vol. I. Codex Astensis qui de Malabayla communiter nuncupatur, a cura di Q. Sella, I, Roma 1887, II-IV, Roma 1880. Fasano N., Franco L., Paesaggio, economia e dominio signorile a Mombercelli nell’età medievale, in Mombercelli. I primi mille anni di un paese in cui il pane si chiama vino, Asti 1999, pp. 11-28. Giannoni D., Castelli e signorie in Val Tiglione nel processo di trasformazione politica del territorio medievale in Asti, in «BSBS», 72 (1974), pp. 401-447. Informazioni statistiche raccolte dalla Regia Commissione superiore per gli Stati di S.M. in terraferma, Stamperia Reale, Torino 1839 e 1852. Mombercelli. I primi mille anni di un paese in cui il pane si chiama vino, Asti 1999. «Il più acurato intendente». Giuseppe Amedeo Corte di Bonvicino e la Relazione d’Asteggiana del 1786, a cura di B.A. Raviola, Torino 2004. Provero L., Quadro territoriale e progetti di affermazione dei primi marchesi del Vasto (XII secolo), in «BSBS», 89 (1991), pp. 5-89. Raviola B.A., Un feudo tripartito: Mombercelli, terra imperiale, ed i suoi feudatari durante il dominio dello Stato di Milano (1538-1736), in Mombercelli. I primi mille anni di un paese in cui il pane si chiama vino, Asti 1999, pp. 29-74. Raviola B.A., Il Monferrato gonzaghesco. Istituzioni ed élites di un micro-stato (1536-1708), Firenze 2003. Renosio M., Una comunità contadina, in Mombercelli. I primi mille anni di un paese in cui il pane si chiama vino, Asti 1999, pp. 121-134. Renosio M., La gestione del territorio, in Mombercelli. I primi mille anni di un paese in cui il pane si chiama vino, Asti 1999, pp. 135-148. Sturani M.L., Innovazioni e resistenze nella trasformazione della maglia amministrativa piemontese durante il periodo francese (1798-1814): la creazione dei dipartimenti ed il livello comunale, in Dinamiche storiche e problemi attuali della maglia istituzionale in Italia. Saggi di geografia amministrativa, a cura di Ead., Alessandria 2001, pp. 89-118. |
Descrizione Comune | Mombercelli Due sono gli aspetti fondamentali della storia di Mombercelli tra medioevo ed età moderna: la frammentazione della giurisdizione del luogo, che ebbe inevitabili conseguenze sull’organizzazione politico-economica della comunità, e la sua posizione di confine tra Contado d’Asti e Stato di Milano che fece del paese un centro commerciale di relativa importanza. |