Autori | Fiore, Alessio |
Anno Compilazione | 2011 |
Provincia | Cuneo
|
Area storica | Saluzzese.
|
Abitanti | 4107 (ISTAT 2001); 4246 (dati comunali 2010).
|
Estensione | 2415 h (ISTAT 2001).
|
Confini | Da nord a sud, in senso orario, Villafranca Piemonte, Faule, Polonghera, Murello, Villanova Solaro, Torre San Giorgio, Saluzzo e Cardè.
|
Frazioni | Brasse, a ovest del concentrico, Roncaglia, a nord, e Pasco, a est. Da segnalare anche la cascina S. Marco, a nord-ovest del concentrico, un tempo grangia cistercense di Aimondino. Vedi mappa.
|
Toponimo storico | Moreta nel XIV e XV secolo (vedi ad es. ACMoretta, fasc. 876, fald. 1), mentre tra XVII e inizio XIX secolo prevale la forma Morretta (fald. 2-7), alternata con Moretta, già presente nel XVIII, che diviene dominante nel corso dell’800 (fald. 6-8).
|
Diocesi | Torino.
|
Pieve | Pieve di S. Giovanni di Murello (Casiraghi, p. 113).
|
Altre Presenze Ecclesiastiche | La più antica menzione (1236) di una chiesa a Moretta riguarda la chiesa di S. Maria; sembra però più antica la parrocchiale, successivamente scomparsa, intitolata a S. Giovanni, dipendente dalla pieve di Murello e attestata a partire dal ‘300. nel catasto del 1380 si accenna inoltre a una cappella di S. Martino, menzionata fino al ‘700. A metà del XV secolo è inoltre attestata la chiesa dello Spirito Santo a cui è associata l’omonima confraria, più volte rimaneggiata nel corso dei secoli. Nel 1412 la chiesa di S. Maria del Borgo è ormai divenuta la parrocchiale, come attesta una donazione di beni effettuata ad essa da Martino del Boca (ACMoretta, Pergamene, 2).Nel 1716 viene terminata una nuova parrocchiale, intitolata a S. Giovanni e alla Vergine Maria, edificata sul sito della preesistente chiesa di S. Maria. Al periodo tra 1630 e 1639 sembra invece risalire la costruzione di S. Rocco. Tra il 1685 e il 1691 ha luogo la costruzione del santuario della Beata Vergine del Pilone, situato lungo la strada per Villfranca, poco fuori dal concentrico (Musumeci 2010, pp. 97-99). Tra la fine del XVII secolo e l’inizio del XVIII si segnala la presenza di 11 cappelle. Nella visita del Bejamo del 1664 si ricordano S. Pietro Martire, a Brasse, S. Marco (risalente al ‘500 e situata nell’omonima grangia), Madonna della Rosa, ai margini del concentrico, S. Sebastiano, a occidente del concentrico, Madonna del Pasco, a Pasco, e della Maddalena, cappella signorile adiacente al castello. Nel ‘700 vengono inoltre menzionate una cappella Del castello, S. Antonio, S. Martino e S. Firmino.
|
Assetto Insediativo | Moretta è situata in un’area di pianura oggi cerealicola, ma ricoperta durante l’alto medioevo da un’ampia coltre boschiva. Verso il 1170 l’insediamento di Moretta è a carattere aperto e di ridotte dimensioni (Grillo 2000, p. 174). Sono proprio i Pazella a sviluppare l’insediamento e, negli anni immediatamente precedenti al 1200, a provvedere alla sua fortificazione. Alla metà del XIII secolo è già attestata una struttura insediativa bipartita, con l’opposizione tra castrum e villa (Longhi, pp. 12-17) A un’area cinta da mura, presumibilmente più antica si è quindi affiancato un adiacente abitato aperto. A partire dal 1322 viene menzionato anche un receptum, un ricetto. Pochissimi anni dopo, nel 1327, viene attestata l’esistenza, all’interno del castrum di un palacium magnum, residenza del signore locale.
Il catasto napoleonico del 1812 riconosce, oltre al nucleo principale, quattro insediamenti rurali (hameaux): Brasse, Piatera, Roncaglia e Pasco, a cui vanno aggiunti una ventina di edifici rurali sparsi nel territorio della comunità, concentrati in particolare a nord e a sud, sud-ovest. Fino dal ‘200 risulta integrata nel distretto di Moretta anche l’abitato di Villanova, situato a sud-est del nucleo principale. Nel 1327 l’insediamento di Villanova viene rifondato dal principe di Acaia Filippo, su terre proprie oltre che dei monasteri di Rivalta e di Fruttuaria. La rifondazione è inserita in un progetto più complesso che vede negli stessi anni un forte intervento sul tessuto insediativo di Moretta, con la costruzione di un castello e del ricetto. Alla rifondazione dell’insediamento di Villanova corrisponde nel giro di pochi anni (1335) anche la costruzione di un autonomo distretto che subirà un percorso ovviamente diverso rispetto a Moretta. La popolazione, che alla metà del XII secolo era stimabile in appena una decina di fuochi, conosce nel periodo successivo una forte crescita e sulla base dei due estimi a cavaliere del 1400 risulta di oltre 100 fuochi, nonostante il presumibile forte decremento post-1348. Alla vigilia della peste del 1630 la popolazione raggiunge un picco di 1566 abitanti. L’epidemia compisce il villaggio con particolare intensità e al suo termine rimangono in vita solo 726 Morettesi (ACMoretta, fald. 195, n. 2). Nel 1799 la popolazione ha ampiamente recuperato le perdite, raggiungendo un nuovo massimo di 3150 abitanti, di cui 2402 residenti nel recinto 748 fuori dal recinto (Di Francesco-Vindemmio 2001, p. 310). Nel corso dell’800 la popolazione subisce un incremento, fino a sfiorare i 3500 abitanti intorno al 1860, per poi diminuire lievemente sul finire del secolo per effetto dell’emigrazione. Per tutta la prima metà del XX secolo la popolazione decresce lievemente. Nella seconda metà del ‘900 invece, anche grazie agli insediamenti industriali in loco, la popolazione, a differenza di altri centri vicini conosce un’inversione del processo di decremento e una notevole crescita, superando le 4000 unità (dati ISTAT). Vedi scheda. |
Luoghi Scomparsi | Non risultano luoghi scomparsi nel territorio di Moretta.
|
Comunità, origine, funzionamento | Nel XII e XIII secolo la comunità locale sembra avere carattere informale. Una prima franchigia, perduta, alla comunità, indice indubbiamente di una maggior formalizzazione della comunità contadina, risale al 1300. La più antica franchigia pervenutaci risale invece al 1322, ed è concessa alla comunità dal principe Filippo I di Acaia; in essa si fa già riferimento al Comunis et Universitas di Moretta e Villanova (Di Francesco-Vindemmio 2001, p. 191-96). L’istituzione comunale è dunque ormai matura e operativa e si pone da contraltare istituzionale al principe-signore. Dal 1412 risulta localmente attiva la Confratria dello Spirito Santo, nella cui domus si riuniva all’epoca il consiglio della comunità, a testimonianza della stretta simbiosi tra le due istituzioni (ACMoretta, Pergamene, n. 3). Nei primi decenni del ‘400 il consiglio della comunità era composto di 13 elementi, due dei quali eletti massari (ACMoretta, Propositari 1440, fald. 27, n. 3). Il consiglio rimarrà l’organo centrale della vita istituzionale della comunità anche nei secoli successivi.
|
Statuti | Una prima serie di franchigie concesse dai detentori della signoria locale (Acaia prima, Solaro poi) inizia con il 1322. Sono gli Acaia a concedere la prima, seguita nel 1336 da una conferma. Il passaggio del dominatus loci ai Solaro porta ovviamente a un nuovo testo (1362), seguita poi nei decenni successivi da ulteriori conferme e modifiche (fasc. 877-878). La prima redazione degli statuti comunali pervenutaci è quella del 1435, aggiornata poi nel 1503 (Gli statuti). La stessa redazione del 1435 è però da ritenersi esemplata su una perduta, risalente ai primi decenni del ‘300. Nel 1713 vengono redatti i Bandi campestri (pubblicati in anastatica in Di Francesco 2004), redatti dalla comunità, senza intromissione alcuna da parte dei Solaro.
|
Catasti | Moretta si distingue per la presenza di precoci registrazioni catastali; le due più antiche risalgono infatti al 1380 e al 1403 (De Angelis 2007; fald. 496 e 498). Seguono un ulteriore catasto del 1425 (fald. 499), uno di anno non specificato ma di mano del XV sec. (fald. 497) e materiale meno omogeneo risalente al periodo 1490-1512 (fald. 500). Al 1618-1620 risale un corposo catasto (fald. 503), seguito da un registro delle mutazioni per il periodo fino al 1633 (fald. 504). Nel 1791 viene redatto il Cadasto della Molto Illustre Comunità di Moretta (fald. 510), con mappa territoriale (fald. 512) e relativo indice (fald. 515). Allo stesso anno risale anche un Registro dei beni allodiali ed enfiteutici. Due Libri dei trasporti coprono il periodo 1791-1806 (fald. 518-519). È ovviamente presente il catasto napoleonico del 1812 (fald. 522), con le relative mappe (fald. 523). Per il periodo successivo le informazioni sono fornite da un Libro dei trasporti (fald. 524) e da un Colonnario delle proprietà (fald. 526-527).
|
Ordinati | Il primo fascicolo della serie dei propositari è quello relativo al triennio 1416-1419 (fald. 27, fasc. 1). La serie si presenta inizialmente frammentaria. Dal 1472 la serie diviene piuttosto regolare (fald. 28-93), nonostante alcune significative lacune, in particolare nel XVI secolo (1498-1502; 1584-1600).
|
Dipendenze nel Medioevo | Nella prima metà del XII secolo, con il collasso della marca di Torino, l’area della pianura saluzzese, scarsamente popolata, cade nelle mani di Bonifacio del Vasto. Dopo la sua morte la zona di Moretta passa al ramo dei marchesi di Busca (Grillo 2000). Verso il 1160 Berengario di Busca concede, probabilmente in beneficio, Moretta, allora un piccolo insediamento aperto, alla famiglia saluzzese dei Pazella, che nei decenni successivi ne promuove lo sviluppo con grande decisione. Negli stessi anni il bosco di Aimondino, situato a nord dell’insediamento, viene ceduto all’abbazia di Staffarda, che vi fonda una grangia e promuove ampi dissodamenti, entrando in conflitto con i signori di Moretta, che vedono minacciate le loro prerogative. Il conflitto per il controllo della vasta area boschiva tra la grangia e Moretta sembra vedere vincere all’inizio del XIII secolo i Pazella. Nell’archivio monastico è infatti conservato materiale processuale ma non la sentenza, mentre l’entità del patrimonio della grangia (250 giornate circa), tutto sommato ridotto, sembra indicare un riuscito contenimento delle ambizioni cistercensi da parte dei signori e dei rustici da loro dipendenti. Nel 1197 i Pazella ricevono in beneficio la decima di Moretta dal vescovo di Torino in cambio di un censo annuale, segno del loro consolidamento locale; concessione poi rinnovata nel 1236 (Carte archivio arcivescovile Torino, doc. 112 e 220). Dopo il lungo dominio dei Pazella seguono alcuni passaggi di mano della signoria locale e nel 1295 inizia il dominio dei principi di Acaia, prima come alti signori e in breve come signori diretti. Il centro è proprietà allodiale della famiglia principesca, fino al 1368, quando viene ceduto in feudo, a titolo oneroso (dietro il pagamento di 21000 fiorini), ai Solaro, una stirpe aristocratica molto attiva nell’area. Nel frattempo, nel 1335, Villanova, rifondata come borgo nuovo, era stata scorporata definitivamente dalla castellania di Moretta e ceduta ai Falletti. Solo nel 1422 il vicino centro passerà ai Solaro, a cui si deve l’attuale denominazione di Villanova Solaro.
|
Feudo | Per tutta l’epoca moderna il feudo di Moretta rimane nelle mani dei Solaro; già dall’infeudazione originale il feudo era diviso in tre quote tra membri diversi della stirpe aristocratiche. Con il passare del tempo si assiste ad una notevole polverizzazione delle quote del feudo. Già alla fine del XVI secolo, e più precisamente nel 1574 Francesco Luigi Solaro riceveva in feudo un quinto della dodicesima parte di Moretta. Analoghe porzioni toccano a due altri consorti. Nel 1596 i fratelli Carlo e Ludovico Solaro ricevono invece congiuntamente in feudo un sessantesimo di Moretta (Di Francesco-Vindemmio 2001, p. 217). Altri rami del consortile mantengono invece porzioni decisamente più consistenti. Così nel 1669 il conte Bonifacio Solaro ottiene l’investitura della sesta parte del feudo e della giurisdizione di Moretta.
|
Mutamenti di distrettuazione | All’inizio del XVIII secolo Moretta fa parte della provincia di Pinerolo. Con il 1714 è inserita nella provincia di Saluzzo cui appartiene fino alla costituzione, in età napoleonica, del dipartimento della Stura, corrispondente all’incirca all’attuale provincia di Cuneo. Nell’1814, con la Restaurazione, è inserita nella ricostituita provincia di Saluzzo, di cui fa parte fino al 1859, quando è il vecchio distretto saluzzese è incorporato nella nuova provincia di Cuneo, a cui Moretta appartiene ancora oggi (Sturani 1995; Atlante storico Cuneo).
|
Mutamenti Territoriali | All’inizio del ‘300 risulta integrata nel distretto di Moretta anche l’abitato di Villanova, situato a sud-est del nucleo principale e precedentemente a capo di un autonomo distretto. Nel 1327 l’insediamento di Villanova viene rifondato dal principe di Acaia Filippo, su terre proprie oltre che dei monasteri di Rivalta e di Fruttuaria. La rifondazione è inserita in un progetto più complesso che vede negli stessi anni un forte intervento sul tessuto insediativo di Moretta, con la costruzione di un castello e del ricetto (Di Francesco-Vindemmio 2001). Alla rifondazione dell’insediamento di Villanova corrisponde nel giro di pochi anni (1335) anche la costruzione di un autonomo distretto. Nel 1335 Villanova viene scorporata definitivamente dalla castellania di Moretta e ceduta ai Falletti.
|
Comunanze | Tra ‘600 e ‘700 la comunità è proprietaria della cascina della Roncaglia e di quella di Brasse piccolo, con le relative aziende agrarie. I due complessi fondiari sono dati in affitto a privati e infine venduti nella prima metà del XVII secolo (ACMoretta, fald. 205-206). La comunità dispone poi di alcuni campi arabili di minore entità (poche decine di giornate) e di gerbidi e (soprattutto) boschi. Nel 1715 risulta possedere infatti ben 435 giornate di beni comuni, sottoposti a un fitto di 90 moggi di grano (ASTo, Consegnamenti delli feudi e beni feudali, Reg. 331, ff. 264 sgg.). I diritti di pascolo dei membri della comunità sul territorio sono motivo di lite sia tra la comunità e i propri signori, sia con le comunità vicine, in particolare con quella di Villanova Solaro, con cui Moretta è impegnata in un lungo conflitto che si protrae per tutto il XVI secolo (ACMoretta, fald. 157-158). Con i Solaro invece il problema si ripropone periodicamente (1680-1682; 1703-1720; 1763) fino all’abolizione dei diritti signorili (ACMoretta, fald. 159, fasc. 1-3). Un disegno del 1603 mostra l’esistenza di un vasto bosco della comunità di Moretta situato in un’ansa del Varaita, al confine con il territorio di Polonghera (ACMoretta, fald. 154, fasc. 6). La comunità è proprietaria del porto con traghetto sul Varaita, situato in località Pasco, a partire dal 1707 al più tardi (ACMoretta, fald. 212, fasc. 1), fino alla metà del XX secolo (ACMoretta, fald. 212, fasc. 21). Solo nel 1829 la comunità di Moretta acquista dal Principe di Carignano Carlo Alberto un terzo del porto natante sul Po, lungo la strafa per Villafranca (che acquista i restanti due terzi). (ACMoretta, fald. 204, fasc. 4). Entrambi i porti sono affittati a privati che li gestiscono applicando una tariffazione che sembra stabilita dalla comunità. I possessori di fondi al di là dei fiumi hanno accesso gratuito all’infrastruttura.
|
Liti Territoriali | Nel 1447 viene trovato un compromesso nel conflitto che oppone il marchese e la comunità di Saluzzo da una parte e Moretta e i Solaro dall’altra per il controllo del bosco situato ai confini tra le due comunità (ACMoretta, Pergamene, n. 6). Una lunga lite per i diritti sulle acque del Varaita coinvolge per tutto il XVII secolo la comunità di Moretta e quella di Murello (ACMoretta, fald. 154, fasc. 6). L’area boscosa al confine con Polonghera è motivo di sporadiche liti con i signori (ACMoretta, fald. 161, fasc. 1) e i particolari del centro confinante. Una lunga serie di liti, che si configurano di fatto come un unico conflitto contrappongono signori e comunità per i pascoli (ASTo, Sezioni riunite, I archiviazione, prov. Saluzzo, Mazzo 1, fasc. 2).
|
Archivio Arcivescovile di Torino, Visite pastorali (sezione VII), 7.1.2 Visita vescovo Filippo de Mari, f. 39 (a. 1546).
AATorino, Visite pastorali (sezione VII), 7.1.3 Visite, ff. 131-132 (a. 1593). AATorino, Visite pastorali (sezione VII), 7.1.5 Visite vescovo Angelo Peruzzi, ff. 255-259r (a. 1584). AATorino, Visite pastorali (sezione VII), 7.1.34 Visite a cappelle campestri dell’arcivescovo G.B. Roero, ff. 438v-443 (a. 1751). Archivio Comunale di Moretta, Pergamene, n. 6. Compromesso tra il marchese e la comunità di Saluzzo da una parte e i signori Solaro e la comunità di Moretta dall’altro per il possesso del bosco di Saluzzo. (a. 1447). ACMoretta, fald. 212, Documenti relativi i Porti sul Varaita (1707-1950) ACMoretta, fald. 204, fasc. 4, Vendita fatta dall’azienda di S.A.R. il principe di Carignano Carlo Alberto di Savoia (a. 1829). ACMoretta, fald. 147, Liti contro signori e particolari per registrazioni di beni e usurpazioni (aa. 1567-1677). ACMoretta, faldd. 157-158, Comunità di Moretta contro comunità e particolari di Villanova Solaro per i diritti di pascolo (aa. 1524-1596). ACMoretta, fald. 159, fasc. 1-3, Comunità di Moretta contro i conti Solaro di Moretta per diritti di pascolo (aa. 1680-1763). ACMoretta, fald. 195, n. 2, Notta delli vivi et morti di Contagione nel luogo di Moretta (a. 1630). ACMoretta, fald. 496, Regestum comunis et universitatis hominum Morete…possessiones et bona, Catasto (a. 1380). ACMoretta, fald. 498, Catasto (a. 1403). ACMoretta, fald. 503, Catasto (aa. 1618-1620). ACMoretta, fald. 510, Cadasto della Molto Illustre Comunità di Moretta (a. 1791). ACMoretta, fald. 154, fasc. 6, Comunità di Moretta contro comunità di Murello per il taglio del fiume Varaita (aa. 1603-1700). ACMoretta, fald. 876, fasc. 4, Consignamento per la nobile comunità di Morretta del 1608 (copia di inizio XVIII secolo) ACMoretta, fald. 876, fasc. 6, Copia dei Consignamenti fatti dai Signori Conti Solari di moretta dal 1381 al 1717 (aa. 1718-1719). ACMoretta, fald. 880, fasc. 2, Convenzione tra i membri della casata Solaro per la conservazione della giurisdizione et unione della casa (a. 1559). Archivio di Stato di Torino, Sezioni riunite, Consegnamenti delli feudi e ben feudali, reg. 206, ff. 248 sgg., Consegamento del conte Emanuele Solaro di Moretta (a. 1618) ASTo, Sezioni riunite, Consegnamenti delli feudi e ben feudali, reg. 206, ff. 257 sgg., Consegnamento dei conti Carlo e Ludovico Solaro di Moretta (a. 1618). ASTo, Sezioni riunite, Consegnamenti delli feudi e ben feudali, reg. 190, ff. 459 sgg., Aggiunta al consegnamento della nobile comunità di Moreta (a. 1608). ASTo, Sezioni riunite, II archiviazione, capo 21, n. 313, Ristretti misure provincia di Saluzzo (a. 1721). ASTo, Sezioni riunite, I archiviazione, prov. Saluzzo, Mazzo 1, fasc. 2, Stato delle liti delle comunità (a. 1715). Gli Statuti di Moretta (1435), a cura di M. Comba, T. Vindemmio, Pinerolo 2004.
| |
Bibliografia | Atlante storico della provincia di Cuneo, a cura di P. Camilla, G. Lombardi, E. Mosca, G. Sergi, Cuneo 1973.
CASIRAGHI G., La diocesi di Torino nel medioevo, Torino 1979. COMBA R., Le villenove del principe. Consolidamento istituzionale e iniziative di popolamento fra i secoli XIII e XIV nel Piemonte sabaudo, in Piemonte medievale. Forme del potere e della società. Studi per Giovanni Tabacco, Torino 1985, pp. 123-141. DE ANGELIS A., I catasti di Moretta del 1380 e del 1403, in «Bollettino della società per gli Studi Storici, Archeologici e Artistici della Provincia di Cuneo», 137 (2007). DEL BO B., RAO R., Dalla città alla campagna: il radicamento dei Solaro a Moretta, in «Bollettino della società per gli Studi Storici, Archeologici e Artistici della Provincia di Cuneo», 137 (2007). DI FRANCESCO G., VINDEMMIO T., Moretta tra cronaca e storia, Pinerolo 2004. GRILLO P., Dal bosco agli arativi: la creazione della grangia di Aimondino in una raccolta di testimonianze degli inizi del Duecento, in L’abbazia di Staffarda e l’irradiazione cistercense nel Piemonte meridionale, a cura di R. Comba, G. G. Merlo, Cuneo 1999, pp. 269-286. LONGHI A., Principati territoriali e fortificazioni collettive: il caso dei Savoia-Acaia, In: Ricetti e recinti fortificati nel basso Medioevo, a cura di R. Bordone, M. Viglino Davico, Torino, 2001, pp. 105-134. LONGHI A., Il cantiere sabaudo del castello di Moretta (1295-1335), in «Bollettino della società per gli Studi Storici, Archeologici e Artistici della Provincia di Cuneo», 137 (2007). MULETTI D., Memorie storico-diplomatiche appartenenti alla città e ai marchesi di Saluzzo, Saluzzo, 1829-1838. MUSUMECI C., Paesaggio storico e pianificazione del territorio: il caso di Moretta, Tesi di Laurea in Architettura, Politecnico di Torino, 2010. PETRAGALLO T., Le “grange” San Marco e Pomerolo nel Cuneese. Contributo alla storia dell’abitazione rurale, Tesi di Laurea in Architettura, Politecnico di Torino, 2001. Gli Statuti di Moretta (1435), a cura di M. Comba, T. Vindemmio, Pinerolo 2004. M.L. STURANI, Il Piemonte, in Amministrazioni pubbliche e territorio in Italia, a cura di L. Gambi, F. Merloni, Bologna, 1995, pp. 107-153. |
Descrizione Comune | Moretta Dopo la morte di Bonifacio del Vasto la zona in cui era compresa Moretta passa al ramo dei marchesi di Busca (Grillo 2000). L’odierno territorio comunale era all’epoca coperto quasi integralmente da fitti boschi. Verso il 1160 Berengario di Busca concede, probabilmente in beneficio, Moretta, allora un piccolo insediamento aperto comprendente meno di una decina di abitazioni, alla famiglia saluzzese dei Pazella, che nei decenni successivi ne promuove lo sviluppo con grande decisione. Negli stessi anni il bosco di Aimondino, situato a nord dell’insediamento, viene ceduto all’abbazia di Staffarda, che vi fonda una grangia e promuove ampi dissodamenti, entrando in conflitto con i signori di Moretta, che vedono minacciate le loro prerogative. Il conflitto per il controllo della vasta area boschiva tra la grangia e Moretta sembra vedere vincere all’inizio del XIII secolo i Pazella. L’entità del patrimonio della grangia (250 giornate circa), tutto sommato ridotto rispetto a realtà vicine come Lagnasco e Scarnafigi, sembra indicare un riuscito contenimento delle ambizioni cistercensi da parte dei signori e dei rustici da loro dipendenti. Nel 1197 i Pazella ricevono in beneficio la decima di Moretta dal vescovo di Torino in cambio di un censo annuale, segno del loro consolidamento locale; concessione poi rinnovata nel 1236 (Carte archivio arcivescovile Torino, doc. 112 e 220). Il conflitto con i cistercensi rappresenta indubbiamente il momento cruciale per la vicenda del territorio. Il giovane e fragile insediamento avrebbe potuto infatti essere soffocato nella culla dall’espansione fondiaria dei monaci, che avrebbero privato Moretta dello spazio di espansione di cui necessitava e dell’accesso a risorse cruciali. La solidità del rapporto tra la piccola comunità e i suoi signori, oltre al forte rapporto di quest’ultima con il marchese di Saluzzo, consentirono di superare la precoce crisi e di assicurare all’insediamento un’area ricca di forti potenzialità, che permette nel secolo successivo un forte sviluppo demografico, a cui si accompagna un irrobustimento delle strutture comunitarie, che trovano un importante sanzione nelle franchigie (perdute) del 1300, confermate ed estese nel 1322, in un testo dove si fa riferimento a un Comunis et Universitas già esistente e consolidato (Di Francesco-Vindemmio 2001, p. 191-96).
Un altro momento cruciale è quello che inizia con il 1295, quando Moretta passa sotto il dominio dei principi di Acaia, prima come signori eminenti e in breve come signori diretti. Sotto il controllo della stessa dinastia cade in quegli stessi anni anche il vicino centro di Villanova, in una fase di grave crisi demografica legata all’intensa attivtà bellica che caratterizza l’area negli anni a cavallo del 1300. La debolezza di Villanova porta in breve a una perdita di autonomia a favore di Moretta. I due centri vengono uniti in un’unica circoscrizione, la castellania di Moretta. Anche le due comunità vengono unite; la franchigia del 1322 parla infatti di un Comunis et Universitas di Moretta e Villanova. Nel 1327 gli Acaia intraprendono però la rifondazione dell’insediamento di Villanova, che viene ripopolato e riorganizzato, con un forte investimento economico. Pochissimi anni dopo, nel 1335, Villanova può quindi riacquistare una piena autonomia da Moretta, venendo scorporata da quest’ultima e ceduta in feudo a titolo oneroso ai Falletti; una scelta che permette alla dinastia di valorizzare i pesanti investimenti effettuati per la rifondazione dell’insediamento. Anche la stessa Moretta, pochi decenni dopo, nel 1368, sarà ceduta in feudo, a titolo oneroso (dietro il pagamento di 21000 fiorini), ai Solaro, una stirpe aristocratica molto attiva nell’area (Del Bo, Rao 2007). E proprio i Solaro acquisteranno dai Falletti nel 1422 anche Villanova. In questo caso però la riunione delle due comunità nelle mani dello stesso consortile non darà vita a fenomeni di fusione o di accorpamento, sia grazie a una maggiore stabilità degli assetti di popolamento dell’area sia grazie alla non perfetta coincidenza dei consortili che governeranno i due centri. Il territorio di Moretta, ormai sostanzialmente assestatosi, subirà da questo momento solo modificazioni marginali. Si individuano infatti due aree di tensione territoriale che danno luogo a liti. Una al confine con Saluzzo per il controllo dell’area boschiva tra le due comunità, che sembra trova re soluzione nel 1447 (ACMoretta, Pergamene, n. 6). Una seconda infine al confine con Polonghera, motivo di sporadiche liti con i signori del luogo (ACMoretta, fald. 161, fasc. 1). Anche i possessi promiscui con Villanova Solaro, retaggio dell’unione tra i due centri sotto gli Acaia, danno vita a liti fino al momento in cui i due centri si trovano entrambi nelle mani del consortile dei Solaro. Dopo il 1422 le due comunità, anche grazie all’indispensabile mediazione dei propri signori, riusciranno a trovare accordi in grado di reggere per i secoli successivi. Un dato che non fa che sottolineare la decisività della simbiosi signore-comunità nell’area nel processo di formazione dei territori comunali. La vicenda di accorpamento e di scorporo di Moretta e Villanova sotto gli Acaia mostra comunque come il rapporto tra signore e comunità sia cruciale per comprendere le dinamiche insediative e territoriali locali. Scelte signorili, spinte da parte dei sudditi, memoria di circoscrizioni preesistenti, identità comunitarie e bisogni economici interagiscono in modo complesso e a volte contradditorio nel plasmare e riplasmare le strutture territoriali |