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Origine e sviluppi di un progetto di ricerca innovativo.
Il governo amministrativo del territorio costituisce per la Regione uno dei compiti più impegnativi per l’articolata rete comunale piemontese e per le peculiarità territoriale che ciascun ente locale presenta. Consapevoli di tali difficoltà, fin dal 1993 i responsabili regionali (dr.sa Maria Paola Pasetti) si rivolsero al Dipartimento di Storia dell’Università di Torino per ottenere informazioni storiche atte a risolvere contingenti problemi di definizione di confini comunali; tale esperienza maturava in seguito nella richiesta da parte dell’allora Assessorato Enti Locali di un complessivo progetto che fornisse all’Amministrazione un quadro approfondito e completo del “percorso storico seguito da ciascun comune piemontese nella formazione del proprio territorio”, dalle vicende generatrici dell’insediamento demico all'assetto territoriale attuale, con particolare riguardo alla definizione dei confini comunali, considerati nel loro sviluppo nel tempo.
Il progetto originario dello “Schedario storico-territoriale dei Comuni piemontesi” (SSTCP), elaborato nel febbraio del 1995 dal prof. Renato Bordone, prevedeva l’elaborazione di una “scheda” per ciascun comune della Regione Piemonte comprensiva della bibliografia esistente e del censimento delle fonti storiche, edite e inedite, relative alla fase di fondazione e alle successive trasformazioni dell'organizzazione territoriale dal medioevo all'età contemporanea. L’insieme delle schede, fornendo informazioni sul percorso storico dei singoli territori comunali, avrebbe consentito il confronto fra le vicende amministrative dei diversi comuni, ponendosi anzitutto come aggiornato strumento di conoscenza per chi doveva assumere decisioni relative all’organizzazione e al governo del territorio. Fin allora l’unico strumento complessivo a disposizione era infatti costituito dal Dizionario geografico-storico statistico-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, curato da Goffredo Casalis alla metà dell'Ottocento e ormai superato dai successivi progressi della ricerca storica.
Finanziata dall’ Assessorato Regionale Enti Locali e coordinata da un Comitato Scientifico composto da medievisti (†Renato Bordone, Paola Gugliemotti e Luigi Provero), modernisti (Angelo Torre e Sandro Lombardini) e geografi storici contemporaneisti (Maria Luisa Sturani) - che, abbandonando le tradizionali partizioni accademiche per periodi storici, si concentrarono invece sui problemi comuni che emergevano dalla cronologia dei territori –, una nutrita équipe di schedatori si mise subito all’opera, producendo nell’arco dei primi tre anni oltre 300 schede a campionatura dell’intero territorio. Nel 1999 la committenza regionale venne poi assunta dall’Assessorato alla Cultura che nel dicembre 2000 deliberò la prosecuzione dei lavori dello Schedario, garantendo continuità al progetto.
Utilizzo e citazione dello Schedario:
E' possibile impiegare le schede in quanto materiale protetto da copyright attraverso le opportune citazioni sitografiche:
Autore, Nome Comune, in Schedario storico-territoriale dei comuni piemontesi, Anno di Compilazione o revisione se presente: [mese/anno della consultazione in rete] <URL di riferimento>.
Se si intende citare una voce specifica della scheda si veda qui sotto:
Autore, Nome Comune, in Schedario storico-territoriale dei comuni piemontesi, Anno di Compilazione o revisione se presente, alla voce luoghi scomparsi: [mese/anno della consultazione in rete] <URL di riferimento>.
Le schede revisionate
Per motivi di trasformazione della maglia amministrativa o per l'emergere di nuovi fondi, prima inaccessibili ai ricercatori, talvolta è necessario intervenire sulle schede con integrazioni mirate o revisioni complessive della scheda. In tal caso per facilitare la tracciabilità degli interventi le schede vengono attribuite ad un revisore (autore secondario) o si indica, voce per voce, quali sono state corrette/integrate e chi nè è l'autore. Se la voce viene redatta senza intaccare il valore scientifico della prima versione le voci nuove risultano attribuite genericamente al Comitato scientifico: [Voce aggiornata a cura del CS]