Quattordio

AutoriLombardini, Sandro
Anno Compilazione2002
Provincia
Alessandria
Area storica
Abitanti
1922 [censimento 1991]; 1813 [dati comunali 1999].
Estensione
1779 ha. [ISTAT]; 1806 ha. [SITA].
Confini
A nord Viarigi e Refrancore, a est Felizzano, a sud Masio e Cerro Tanaro, a ovest Castello di Annone.
Frazioni
Piepasso, Serra, Garaita, Val Derossi, Rocca. Secondo i dati ISTAT (1991), tre «centri», tra cui il concentrico di Quattordio, raccolgono circa il 95 per cento della popolazione, a cui si aggiungono tre «nuclei» e una modesta presenza di «case sparse». Vedi mappa.
Toponimo storico
Sono attestate più varianti del toponimo in età medievale: Quartodecimum; Quatordem; Quattuordum; Quattordas; Quatorze e Quatordeum [Sella e Vayra (a cura di) 1887, vol. I, doc 707 del 1098; Bissati 1926, doc. 118 del 1273; Gasca Queirazza 1997, p. 526]. «Quartodecimum» [Casalis 1847, p. 61].
Diocesi
Il Registrum ecclesiarum dioecesis Astensis del 1345 elenca San Pietro di Quattordio tra le chiese esenti da giurisdizione [Bosio 1894, p. 128]. Al tempo della visita apostolica compiuta da Angelo Peruzzi nel 1585, essa risultava invece dipendere pienamente dalla giurisdizione del vescovo di Asti e del suo vicario foraneo di Masio [Bosio 1894, p. 133; A.S.T., Corte, Vescovati e arcivescovati, Alessandria, Mazzo 1, fasc. 17, Stato delle terre che sono dipendenti dal vescovado d’Alessandria, ed altre del medesimo contado soggetto a Diocesi di diversi vescovi, tanto sudditi che stranieri (25 gennaio 1728); A.S.T., Paesi, Paesi di nuovo acquisto, Alessandrino, Contado di Alessandria, Mazzo 3, fasc. 22, Nota delle terre del Contado d’Alessandria e delle terre separate ed aggregate e sotto qual diocesi sono soggette (s.d. ma attorno agli anni 1707-1708)].
Pieve
Non è noto se la chiesa di Quattordio sia stata mai inquadrata in una più vasta circoscrizione plebana. Verso la fine del secolo XVI era sottoposta al vicariato foraneo di Masio.
     Nel 1805, quando la diocesi di Alessandria venne soppressa e quella di Asti ne assorbì diverse chiese, Quattordio fu assegnata al vicariato foraneo di Cerro.
     Nel 1817, con la ricostituzione e il rimaneggiamento delle diocesi piemontesi soppresse o ridesegnate durante il periodo napoleonico, Quattordio entrò a far parte della circoscrizione di competenza del vicario di Viarigi [Bosio 1894, pp. 133-139; vd. anche schede Cerro Tanaro, Masio e Viarigi].
Altre Presenze Ecclesiastiche
La parrocchia di Quattordio, dedicata a San Pietro, appare insignita,  dagli anni Trenta del secolo XVII,  della dignità di prevostura [Bosio 1894, p. 143]. Verso la metà del secolo successivo godeva di un reddito annuo di circa £1150 di Piemonte [A.S.T., Sezioni Riunite, II Archiviazione, Capo 13, Province d’ultimo acquisto, Paragrafo I, Mazzo 59, Alessandria (s.d. ma attorno al 1760)]. A quest’epoca la chiesa di San Sebastiano, ubicata presso il cimitero, è ufficiata da una confraternita [Casalis 1847, p. 65]. Nel territorio di Quattordio, sia a Piepasso che a Serra,  era attestata, verso la metà del secolo XIX, la presenza di una cappellania i cui officianti erano stipendiati dagli abitanti [Casalis 1847]. Nel 1885 fu istituita una seconda parrocchia a Piepasso [Bosio 1894, p. 142].
Assetto Insediativo
I luoghi in cui fu articolato storicamente l’insediamento corrispondono non soltanto alle principali vocazioni ecologiche e produttive del territorio comunale, ma anche alle principali direttrici di transito, e alle vie comunali, che ne attraversano il territorio: Piepasso e Serra sulle direttrici collinari di Viarigi, Refrancore e dell’antico Basso Monferrato; ancora Serra sulla via per Asti e Quattordio, nella pianura cerealicola, sulla via  dell’attraversamento del fiume Tanaro di fronte a Masio e con una derivazione attraverso la regione Garaita (vedi mappa).
Luoghi Scomparsi
Il castello, che si trovava probabilmente su una piccola altura, oggi indicata come «la rocca, poco sopra l’attuale chiesa parrocchiale» [Sergi 1986, p. 328].
Comunità, origine, funzionamento
Non si ha notizia dell’esistenza di una comunità organizzata per i secoli centrali del Medioevo.
Statuti
Mancano attestazioni di produzione statutaria. Statuto comunale 2012. Vedi testo.
Catasti
L’archivio comunale conserva abbondante materiale settecentesco. Agli inizi del secolo risalgono un Libro cattastro, sij libro del registro generale del luogo di Quatordio, in due volumi, del 1701-1702 e un Libro figurato, anch’esso pubblicato nel 1701 (ma redatto negli anni 1698-1699). Prodotti all’epoca del «censimento» dell’Alessandrino, ossia negli anni Sessanta e Settanta del secolo, sono invece un Libro figurato del 1763, un Sommarione e una mappa del 1770 e un catasto del 1773 [A.C.Q., Sez. Catasto, nn. 1-3, 5 e 9-10]. A quest’epoca risale la prima catastazione del tenimento separato della Garaita. Vedi mappa.  La sezione Catasto dell’archivio comunale di Quattordio comprende così una serie parallela composta da un Libro figurato del 1763, da un Sommarione e da un catasto della Garaita, del 1773 [A.C.Q., Sez. Catasto, nn. 4, 6, 8 e 14]. La documentazione che concerne i mutamenti di proprietà: il Libro dei trasporti di Quattordio copre il periodo 1701-1883, quello della Garaita, gli anni 1777-1883 [A.C.Q., , Sez. Catasto, nn. 15-21]. Il periodo del governo francese ha lasciato una traccia nella Copie de l’atlas de Quatordio del 1813 ([AC Quattordio, Sez. Catasto, n. 13]. Un esemplare del catasto redatto nel quadro del «censimento» dell’Alessandrino si trova in A.S.T., Sezioni Riunite, Camera dei conti, Catasti, Quattordio (D 200/1).
Ordinati
Presso l’archivio storico comunale sono conservati convocati e ordinati (dal secolo XIX: deliberazioni) del consiglio comunale in serie pressoché ininterrotta (fa eccezione il periodo 1705-1718) a cominciare dal 1675 [A.C.Q.,  Sez. I, Serie 1, Atti comunitativi, nn. 1-56].
Dipendenze nel Medioevo
Un documento del 910 ci mostra il vescovo di Asti impegnato a scambiare suoi possedimenti ubicati in Quattordio con beni di proprietà del conte Gotefredo [Gabotto 1904, doc. 42]. Al tempo della lega stipulata tra il conte Umberto II di Savoia e il comune di Asti nel 1198, il luogo risulta tuttavia essere stato in potere del conte che lo cedette in quell’occasione alla città [Sella e Vayra 1887]. Tale donazione fu confermata nel 1159 da un privilegio dell’imperatore Federico I.
     A partire da questa data, il comune di Asti si assicurò sempre più il possesso di Quattordio, unitamente ad altri luoghi posti a est della città, come attesta la cronaca di Ogerio Alfieri, secondo la quale, verso il 1280, il territorio di Asti si estendeva nella valle del Tanaro fino a Felizzano (Fragmenta de gestis Astensium). Nel secolo XIII, il territorio fu teatro degli scontri fra astigiani e marchesi di Monferrato (1204) e il castello di Quattordio fu rifugio dei ghibellini astesi, assediati dagli alessandrini (1225) [cfr. per es. Gasparolo 1928-1930, vol. II, doc. 258].
     Verso gli inizi del Trecento, Quattordio fu uno dei luoghi che il comune di Asti diede in pegno ad alcune famiglie ghibelline detentrici di crediti nei suoi confronti [Castellani 1998, p. 220 n.]. In questi anni la località appare al centro delle lotte tra guelfi e ghibellini astigiani che vi ripararono, come nel 1309 [Castellani 1998, p. 226]. Sempre nel Trecento, sul territorio di Quattordio si affrontarono truppe viscontee e imperiali, da un lato, e monferrine, dall’altro. Verso il 1404 il luogo fu occupato da Facino Cane, che ne fece una sua signoria grazie al consenso della famiglia astigiana dei Guttuari. In seguito, Quattordio rientrò nel distretto di Alessandria e nel 1442 fu assegnato al marchese di Monferrato dal duca di Milano Francesco Sforza, per essergli tuttavia ritirato nel 1450 [Sergi 1986, pp. 328-329].
Feudo
Nel 1197 il comune di Asti infeudò a Enrico di Quattordio la terza parte del castrum e della villa di Quattordio. Dal 1430 circa, sotto il dominio dei duchi di Milano, il feudo appare frazionato tra diversi signori. L’investitura a Perrino Turco nel 1431 avviene da parte di Filippo Maria Visconti e prelude al frazionamento del feudo tra più consignori: probabilmente dalla metà del secolo XV i de Regibus; dal 1455 i Bagnoli; dal 1464 i Guasco; gli Amidei, od Omodei, di Felizzano, riconfermati nel feudo di Quattordio nel 1486 da Galeazzo Maria Sforza. Sullo scorcio del secolo XV gli Sforza investono i fratelli Carretti e forse i Colli, che vendono le loro porzioni di feudo agli Stampa nel 1533. Una investitura del 1586 ai Civalieri è integrata con acquisti dai Guttuari nel 1586; una investitura agli Olivazzi è del 1652 [A.S.T., Corte, Paesi, Paesi di nuovo acquisto, Alessandrino, Mazzo 14, Fascicolo 17, Quattordio, Nota de' beni di Quatordio stati confiscati in odio di Gio. Agostino Guttuarjo Consignore di detto Luogo delli 15. Marzo 1558 Colla Sentenza del Magistrato contro li prettend.ti aver ragione sopra i detti beni: Ed altra à favore di Baldassare Guttuario per riguardo ai feudali delli 25. ottobre 1559 (15 marzo-25 ottobre 1559)].  Nel secolo XVI si affermano quali principali detentori di quote di giurisdizione i Civalieri e gli Olivazzi [A.S.M., Registri ducali, reg. G, f. 578 e filza I, nn. 20 e 95; filza 5, n. 22; reg. S, f. 83; filza I, n. 88; reg. SS, f. 15; reg. SS, f. 35; reg. 18, f. 84; A.S.T., Corte, Paesi, Paesi di nuovo acquisto, Alessandrino, mazzo 14, nn. 1, 18, 19 e 25; Sella e Vayra (a cura di) 1898, doc. 630; Sergi 1986, pp. 328-330].
     Verso il 1760, su 48 mesi di giurisdizione, due esponenti della casata Olivazzi, milanesi, possiedevano 20 mesi, mentre il conte Civalieri, alessandrino, ne deteneva 18 1⁄4 e un altro alessandrino, il conte Mantelli, possedeva 9 mesi. I restanti 3⁄4 di mese spettavano allora al regio patrimonio [A.S.T., Sezioni Riunite,  II Archiviazione, Capo 13, Province d’ultimo acquisto, Paragrafo I, Censimento, Mazzo 59, Alessandria [1760] c. 8; Guasco 1911, vol. III, pp. 1195-1196].
Mutamenti di distrettuazione
Tra il medioevo e la prima età moderna, Quattordio fece parte del contado di Alessandria e in quanto tale fu interamente subordinato alla città dal punto di vista giurisdizionale e nella ripartizione degli oneri fiscali. L’infeudazione quattrocentesca aveva comunque già rappresentato, nel quadro del consolidamento dello stato regionale milanese, un primo parziale allentamento dei vincoli di dipendenza diretta della comunità da Alessandria, con l’interposizione, per esempio, di una sfera di competenza di un podestà locale di nomina feudale, rispetto alla giurisdizione del «maggior magistrato» cittadino.
     L’età spagnola portò un’ulteriore decisivo mutamento nel 1561, con l’istituzione nella provincia di Alessandria, come in tutte le altre otto province del ducato di Milano, di un nuovo corpo intermedio che prese il nome di congregazione del contado. Questo organismo, costituito esclusivamente dai rappresentanti delle comunità rurali, ebbe l’intera responsabilità della ripartizione interna e dell’esazione della quota di tributi imposta al contado, separatamente dalla città capoluogo.
     La provincia alessandrina passò nel 1707-1708 sotto il controllo dei Savoia, in virtù della cessione prevista dal trattato segreto concluso con gli Imperiali nel 1703 A.S.T., Camerale,  I archiviazione, Provincia di Alessandria e Lomellina, Mazzo 1, Cognitioni prese sopra le gravezze, pesi e carighi che pagano la Città e Contado d’Alessandria alla Camera di Milano et altri (s.d., ma dopo il 1707); Notizie per Alessandria (s.d., ma 1707); A.S.T., Corte, Paesi, Paesi di nuovo acquisto, Alessandrino, Contado di Alessandria, Mazzo  4, fasc. 8, Informazioni di quanto anticamente è sempre stato stillato farsi dal contado d’Alessandria ogn’anno nel suo governo economico (1714); A.S.T., Corte, Materie economiche, Censimento dei paesi di nuovo acquisto, Mazzo 5 di II addizione: fasc. 14, Risposte dell’Intendente Generale della Provincia d’Alessandria sugli eccitamenti fattigli dall’Uffizio del Censimento, relativamente al modo di amministrazione di quel Contado (16 aprile 1769); fasc. 16, Rappresentanza dell’Ufficio del Censimento per il sistema delle pubbliche amministrazioni (20 giugno 1769); A.S.T., Paesi, Paesi di nuovo acquisto, Alessandrino, Contado di Alessandria, Mazzo 3, fasc. 12, Stato delle terre del contado e provincia d’Alessandria e terre adiacenti (12 marzo 1707); fasc. 20, Memoriali e risposte sporte a S. A. R. dalle infrascritte Città e Communità, cioè Città d’Alessandria, Terre del Contado d’Alessandria (1707)]. Pur se ridimensionati nella loro rilevanza dal più saldo profilo amministrativo della provincia sabauda, il contado e le sue istituzioni rimasero in vita sotto i nuovi sovrani fino al 1775.
     Dopo la caduta dell’antico regime in Piemonte (1798), entro la maglia amministrativa francese, Quattordio seguì le sorti dell’intero territorio della vecchia provincia di appartenenza, aggregato, senza sostanziali alterazioni, a una circoscrizione di estensione variabile avente per capoluogo Alessandria. Si trattò dapprima del dipartimento del Tanaro, creato durante il primo effimero periodo di occupazione (1799), e, dopo il ritorno dei Francesi e in seguito alla riorganizzazione amministrativa del 1801, del dipartimento di Marengo, circondario (arrondissement) di Alessandria. Non toccato dal successivo rimaneggiamento del 1805, l’inquadramento amministrativo del circondario e dunque di Quattordio non mutò fino alla Restaurazione (Sturani 2001; ANP, F2 I 863 (Montenotte)]. Vedi mappa.    
     Dopo la parentesi napoleonica, Quattordio rientrò a far parte della ricostituita provincia di Alessandria, parte dal 1818 della più vasta «divisione» facente capo alla città. A livello subprovinciale, appartenne al mandamento di Felizzano. Nel 1859, la divisione di Alessandria ridivenne, con le altre divisioni piemontesi, provincia, mentre l’area dell’ex provincia costituì un circondario [Sturani 1995; Casalis 1847, p. 61]
Mutamenti Territoriali
L’aggregazione della regione Garaita, o Garaita Franca, a Quattordio come esito di un lungo contenzioso con le comunità di Cerro e Masio è sancita con sentenza della Camera dei Conti del Piemonte nel 1784 a conferma di una patente regia del 15 settembre 1775 [A.S.T., Camerale, II Archiviazione, Capo 13, Mazzo 1, n. 25, Relazione sovra la pertinenza Territoriale, e sovra l’immunità del Tenimento della Garajta in contesa tra le Communità Del Cerro Basso Monferrato e Di Quattordio e Masio Provincia Alessandrina (s.d., ma 1764); fasc. 34, Dell’unioni proposte farsi nella Provincia d’Alessandria (1764); Casalis 1847, p. 62]. Vedi mappa.
Comunanze
Entro la prima metà del secolo XIX, non risulta più alcuna significativa estensione di beni comuni [A.S.T., Corte, Paesi, Paesi in genere in generale, Mazzo 18, fasc. 3, Terreni comunali incolti esistenti nella Provincia di Alessandria (30 ottobre 1838). Nel 1990 non risulta la presenza di terreni gravati da usi civici [C.U.C.].
Liti Territoriali
Presso l’archivio storico comunale si conservano i seguenti fascicoli riguardanti atti di lite tra la comunità di Quattordio e altre comunità: Atti di lite del Comune di Quattordio contro il Comune di Felizzano per la manutenzione del ponte sul rio Rina (1744); Instromento di transazione di questione territoriale fra la Comunità di Annone e Masio con quella di Quattordio, 2 Luglio 1763, n. 137; Atti di lite del Comune di Quattordio contro il Comune di Cerro per il possesso della Garaita (1734-1778) [A.C.Q., , Sez. I, Serie 9, Atti di lite ed instromenti, nn. 134-135 e 137; Casalis 1847, p. 63].
     Il contenzioso del secolo XVIII intorno alla Garaita, «detta la Garaita Franca» riguarda un’area alquanto vasta, ma dai contorni indefiniti e dalla superficie incerta, situata lungo il Tanaro e oggetto, a quell’epoca, dello sforzo di organizzazione catastale e amministrativa intrapresa dal governo sabaudo nei territori dell’Alessandrino (vedi mappa).
     Da un punto di vista fiscale, la Garaita Franca, che appare dotata all’epoca di un suo «catasto particolare», è classificata dagli amministratori sabaudi come «tenimento separato»  e, dunque, «di diretto dominio» della Corona. In attesa di un’attribuzione amministrativa al livello comunale, essa è contesa principalmente tra le comunità di Quattordio, Masio e Cerro, nelle quali sono iscritti a catasto in varia proporzione i proprietari dei beni fondiari in questione.  Questi sono piuttosto ingenti, con un’estensione variamente stimata tra le circa 180 e le circa 350 moggia (nelle misure di superficie locali, pari a circa 150-300 giornate di Piemonte).
     Il contenzioso giurisdizionale, che sarà drasticamente arginato da deliberazioni camerali negli anni Sessanta e Settanta del secolo, investe tanto i diritti e le esenzioni fiscali di natura feudale quanto quelli ecclesiastici originati e consolidatisi sia entro lo stato monferrino sia entro quello milanese. Vedi mappa
     In particolare, la Garaita è compresa, in questo senso, entro una più ampia circoscrizione che la ingloba, denominata Rocca Sparvera, o Rocca Civalieri, un feudo classificato come «rustico e separato», di cui a quest’epoca è in discussione l’appartenenza al distretto di Alessandria. Un breve ingresso di Felizzano nel contenzioso non sembra sortire esiti tangibili [A.S.T., Sezioni Riunite, II Archiviazione, Capo 13, Mazzo 1, n. 25, Relazione sovra la pertinenza Territoriale, e  sovra l’immunità del Tenimento della Garajta in contesa tra le Communità Del Cerro Basso Monferrato e Di Quattordio e Masio Provincia Alessandrina (s.d. ma 1764); fasc. 34, Dell’unioni proposte farsi nella Provincia d’Alessandria (1764)].
Fonti
A.C.Q. (Archivio Storico del Comune di Quattordio), Sez. I, Serie 1, Atti comunitativi, nn. 1-56.
A.C.Q., Sez. I, Serie 9, Atti di lite ed instromenti, nn. 134-135, 137.
A.C.Q., Sez. Catasto, nn. 1-21.
 
A.N.P. (Archives Nationales, Paris). Vedi inventario.
A.N.P., F2, Administration Départementale, I, 863 [Montenotte], Département de Marengo, Tableau de la Population par commune d’après le récensement fait par ordre du Préfet dans les derniers mois de l’an XII (1804).
 
A.S.M. (Archivio di Stato di Milano). Vedi inventario.
A.S.M., Registri ducali.
 
A.S.T. (Archivio di Stato di Torino). Vedi inventario.
A.S.T., Carte topografiche e disegni, Carte topografiche per A e per B, Po, Mazzo 1,"LE / COURS / DU PO / DEDIÉ AU ROY / Par son tres humble, tres obeissant / et tres fidele Serviteur et Sujet, le / P. PLACIDE Augustin Dechaussé, et / Geographe Ordinaire de sa Majesté". Carta Corografica in stampa del Corso del Fiume Po delineata e dedicata a S.M- Cristianissima dal P. Placido Agostiniano scalzo nel 1734. Sulla Scala di 1/253.600 (Note: La carta è formata da 5 fogli giustapposti. Il 1° reca l'indicazione "A PARIS 1704"; il 3° e il 4° sono datati 1703; sul 1° e sul 5° foglio è riportata la data di concessione del privilegio reale, rinnovato per 15 anni nel 1734. Cfr. anche Carte Topografiche Segrete, PO 29 E IV ROSSO, 1703-1734 (ma vd. Note) [Autore disegno originale: P. Placide; Autore incisioni: Berey; Autore edizione: "A PARIS / Chez les Augustins pres la Place des Victoires"]. Vedi mappa.
A.S.T., Carte topografiche e disegni, Carte topografiche segrete,  Borgonio B 1 Nero, v. immagine 3 ("CARTA COROGRAFICA / DEGLI / Stati di S.M. il Re di SARDEGNA […]").Borgonio (Ingegnere) [Stagnon 1772] Carta corografica degli Stati di terraferma di S.M. il Re di Sardegna. Copie 2 una in fol. 17, compresa la tabella di riunione; colla divisione per governi e la seconda composta di fol. 16 colla divisione della Provincia ed un'altra copia in 4 fol. (Manca la copia composta di fogli 16). (Note: Sul verso: "Carta IV. / continente le Provincie d'Asti, Casale, Acqui, / Alessandria, Tortona, Oltrepò Pavese, e Bobbiese, con la / maggior parte delle Provincie d'Alba, Mondovì, Lumellina, e / Principato d'Oneglia, piccola porzione delle Provincie di / Vercelli, e Torino, con li Feudi Imperiali, Stato di Landi, / e Piacentino, la maggior parte della Repubblica di / Genova, e piccola parte del Principato di Pavia, Lodigiano / e Stato detto Pallavicino".L'originale seicentesco dal titolo "Carta generale de' Stati di Sua Altezza Reale" fu disegnato da Tommaso Borgonio ed inciso da Giovanni Maria Belgrano. Per l'edizione settecentesca qui conservata vennero aggiunti alcuni fogli raffiguranti i paesi di nuovo acquisto incisi da Stagnone su disegni di Castellino, Galletti e Boasso e vennero anche apportate alcune modifiche ai fogli disegnati dal Borgonio. Cfr. anche Carte Topografiche per A e B, PIEMONTE, n. 23 e Carte Topografiche Segrete, BORGONIO B 5 nero.), 1772 [Autore incisioni: Iacobus Stagnonus (Giacomo Stagnon/ Stagnone)]. Vedi mappa.
A.S.T., Carte topografiche e disegni, Carte topografiche per A e B, Dipartimenti, Mazzo 1, "DÉPARTEMENT / DE / MARENGO / Divise en 3 Arrondisemens / et en 31 Cantons." Carte dei dipartimenti della Dora (n.1), di Marengo (n. 2, 2 bis), del Po (n. 3), della Sesia (n. 4), delle Alpi Marittime (n. 5, 5 bis). Note : In alto: "N.° 101.", "ATLAS NATIONAL DE FRANCE", s.d., [Autore incisioni: P.A.F. Tardieu; autore edizione: P.G. Chanlaire]. Vedi mappa.
A.S.T., Corte, Antichi inventari di archivi comunali piemontesi (sec. XVIII), Mazzo 17, fasc. Redabue, Copia d’inventaro de’ libri e scritture del tenimento di Redabue aggregato all’amministrazione di questo pubblico di Masio, archiviati nell’archivio della medemma, formato dal notaio Domenico Traversa, segretario di detto tenimento, 17 Giugno 1779.
A.S.T., Corte, Materie economiche, Censimento dei paesi di nuovo acquisto, Mazzo 5 di II addizione: fasc. 14, Risposte dell’Intendente Generale della Provincia d’Alessandria sugli eccitamenti fattigli dall’Uffizio del Censimento, relativamente al modo di amministrazione di quel Contado (16 aprile 1769); fasc. 16, Rappresentanza dell’Ufficio del Censimento per il sistema delle pubbliche amministrazioni (20 giugno 1769).
A.S.T., Corte, Paesi, Paesi di nuovo acquisto, Alessandrino, Contado di Alessandria: Mazzo 3, fasc. 12, Stato delle terre del contado e provincia d’Alessandria e terre adiacenti (12 marzo 1707); fasc. 20, Memoriali e risposte sporte a S. A. R. dalle infrascritte Città e Communità, cioè Città d’Alessandria, Terre del Contado d’Alessandria…(1707); fasc. 22, Nota delle terre del Contado d’Alessandria e delle terre separate ed aggregate e sotto qual diocesi sono soggette (s. d., ma attorno agli anni 1707-1708); Mazzo 4, fasc. 8, Informazioni di quanto anticamente è sempre stato stillato farsi dal contado d’Alessandria ogn’anno nel suo governo economico (1714).
A.S.T., Corte, Paesi, Paesi di nuovo acquisto, Alessandrino, Mazzo 14, Fascicolo 17, Quattordio, Nota de' beni di Quatordio stati confiscati in odio di Gio. Agostino Guttuarjo Consignore di detto Luogo delli 15. Marzo 1558 Colla Sentenza del Magistrato contro li prettend.ti aver ragione sopra i detti beni: Ed altra à favore di Baldassare Guttuario per riguardo ai feudali delli 25. ottobre 1559 (15 marzo-25 ottobre 1559).
A.S.T., Corte, Paesi, Paesi in genere in generale, Mazzo 18, fasc. 3, Terreni comunali incolti esistenti nella Provincia di Alessandria, 30 Ottobre 1838.
A.S.T., Corte, Vescovati e arcivescovati, Alessandria, Mazzo 1, fasc. 17, Stato delle terre che sono dipendenti dal vescovado d’Alessandria, ed altre del medesimo contado soggetto a Diocesi di diversi vescovi, tanto sudditi che stranieri, 25 Gennaio 1728.
A.S.T., Sezioni Riunite, I Archiviazione, Provincia di Alessandria e Lomellina: Mazzo 1, Cognitioni prese sopra le gravezze, pesi e carighi che pagano la Città e Contado d’Alessandria alla Camera di Milano et altri (s. d, ma dopo il 1707); Notizie per Alessandria (s. d, ma 1707).
A.S.T., Sezioni Riunite, II Archiviazione, Capo 13, Province di ultimo acquisto, Paragrafo 1, Censimento: Mazzo58, Stato delle Comunità della Provincia d'Alessandria… li di quali Cattastri sono stati formati nel passato secolo et si ritrovano ancora in stato di servizio (s. d., ma attorno al 1760); Mazzo59, Alessandria (s. d., ma attorno al 1760).
A.S.T., Sezioni Riunite, Carte topografiche e disegni, Carte topografiche serie III, Asti, Carta Topografica della strada Reale che dalla Città d'Alessandria tende a quella d'Asti, passando ne Luoghi di Solero, Felizzano, Quatordio, ed Annone [L'indice è sottoscritto Alessandria, 29 gennaio 1788, Architetto Giuseppe Caselli]. Vedi mappa.
A.S.T., Sezioni Riunite,  Carte topografiche e disegni, Ufficio Generale delle Finanze,Tipi, cabrei e disegni (sezione II), Mazzo 269,  Garaita, tenimento,  Tipo del tenimento della Garaita, controverso fra le Comunità di Quattordio Alessandrino, ed il Cerro Monferrato... [1766]. [Autore disegno originale: Gio. Gius. M.a Boldrini]. Vedi mappa.
A.S.T., Sezioni Riunite, Carte topografiche e disegni, Carte topografiche serie III, Asti, Carta Topografica della strada Reale che dalla Città d'Alessandria tende a quella d'Asti, passando ne Luoghi di Solero, Felizzano, Quatordio, ed Annone [L'indice è sottoscritto Alessandria, 29 gennaio 1788, Architetto Giuseppe Caselli]. Vedi mappa.
A.S.T., Sezioni Riunite, Catasti, Quattordio (D 200/1).
 
B.N.F. (Bibliothèque nationale de France). Vedi catalogo.
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Descrizione Comune
Quattordio
     Diversi indizi affioranti nella documentazione storica suggeriscono di assegnare particolare importanza ai processi di formazione del territorio di Quattordio entro la maglia territoriale più ampia di cui fece parte in epoche diverse. Un processo di trasformazione di primaria importanza e che attende studi sistematici riguarda le sorti, e in particolare la presumibile, forte, espansione della viticoltura, pur nel quadro di un’agricoltura locale che, basata su un assortimento policolturale a forte orientamento cerealicolo, veniva considerata  tra le più redditizie del contado alessandrino dai funzionari statali del secolo XVIII.
      Già orientato alla viticoltura nella seconda metà del secolo più di altre zone del contado, con la prima metà del secolo XIX il territorio di Quattordio viene descritto da Goffredo Casalis come noto per il «vino chiaro e generoso» dei suoi «grignolini» [A.S.T., Sezioni Riunite, II Archiviazione, Capo 13, Province d’ultimo acquisto, Paragrafo 1, Censimento, Mazzo 59, Alessandria, tab. 1, c. 6 (s.d., ma prima del 1760); Casalis 1847, p. 65]. In età contemporanea, a partire dagli anni Trenta del secolo XX, un nuovo polo di gravitazione territoriale condiviso con il comune di Felizzano ha cominicato a formarsi grazie allo sviluppo di una maglia di piccoli e medi stabilimenti industriali, dedicati in particolare alla produzione di vernici, smalti, trafile e fornetti per cavi smaltati elettrici e telefonici [Beltrame 1992; Pezzi 192; Pettazzi 1993].
     Un secondo aspetto storico importante fu la vocazione di apertura ai commerci. Allo stato attuale delle conoscenze, è possibile appena enunciare l’esistenza del problema storico del rapporto tra produzione agricola locale e commercializzazione. Tutt’al più, è possibile segnalare l’esistenza, in particolare a partire dall’età moderna, di poli di gravitazione urbani, in primo luogo Alessandria, per cereali e vino. La descrizione insolitamente estesa che Goffredo Casalis forniva verso la metà del secolo XIX del territorio di Quattordio, grazie alle «notizie ricevute» dal conte Pietro Civalieri, ricorda gli sforzi di trasformazione colturale in corso su un territorio che, già qualche decennio prima, le inchieste dei funzionari statali descrivevano come «per la maggior parte di Feudatarj e stranieri» [A.S.T.,  Sezioni Riunite, II Archiviazione, Capo 13, Paesi d’ultimo acquisto, Censimento. Alessandria. Provincia d’Alessandria (1763), c. 30v; Bima 1967]:
 
Oltre all’uva, infatti, si raccolgono altresì civaje, e canapa; e ben si può dire che vi sarebbero assai più copiose le produzioni territoriali, se i proprietarii di beni ed i villici fossero più solerti nel coltivar le campagne, e adottassero i migliori metodi di coltura, che già sono praticati da alcuni possidenti [Casalis 1847, p. 65].
 
     Ubicato entro il Contado alessandrino eppure ai suoi confini, equidistante da Alessandria e Asti, tra la pianura cerealicola e la collina a vocazione viticola, Quattordio fu a lungo un potenziale crocevia di scambi, transiti e commerci. Un notevole grado di apertura del territorio di Quattordio alle risorse e alle pressioni fornite da poteri politici complementari o concorrenti è stato in questo senso un elemento di profonda continuità nella sua storia su un lungo arco di tempo.
     È opportuno enunciare l’importanza, in modo particolare  per l’età moderna, di commerci di transito a largo raggio come area d’innesto di un duplice snodo di transiti: i flussi tra il cosiddetto Alto e Basso Monferrato e quelli provenienti dal contado alessandrino o a esso diretti. Quest’area comprende importanti centri agricoli situati sia a nord del Tanaro, a ovest e a est rispetto all’asse della strada, nello stato di Milano, quali Annone, Quargnento, Quattordio, Solero, sia nel Monferrato, come Montemagno, Altavilla, Cuccaro e soprattutto San Salvatore. Da queste località si dipartono strade e cammini che convergono radialmente su Felizzano e sul grande asse di comunicazione nord-sud.
     La rete dei traffici si interseca con quella delle giurisdizioni signorili. Ai signori appartengono la maggior parte dei pedaggi riscossi lungo i cammini: anzitutto la strada per il Genovese, oltre che luoghi di sosta e di deposito per gli uomini, gli animali e le merci che transitano sulle lunghe distanze. Alcuni esponenti delle famiglie signorili della zona appaiono direttamente impegnati ad accompagnare i convogli. Ancora la descrizione di Casalis riporta, in questo senso, gli echi di un lungo passato, sia pure da poco tramontato, di luogo di intersezione di vie di transito, seppure dotate ormai di una precisa gerarchia amministrativa, con la nuova distinzione tra vie «comunali» (insistenti sulla valle del rio Gaminella) e la Strada reale nell’area pianeggiante presso il Tanaro, mentre la «Strada franca» è, all’epoca in cui scriveva Casalis, un ricordo.
     Per Casalis, che si rifà all’autorità del Durandi per correggerla, proprio a Quattordio:
 
l’antica strada Emilia, che da Asta Pompeja andava a Forum Fulvii sarebbesi allontanata un poco dal Tanaro: ma probabilmente Quattordio non cambiò di luogo, e fu il Tanaro che se ne allontanò, siccome dimostrano le osservazioni geologiche e topografiche. Infatti Quattordio, come già si è detto, giace sul dosso dell’ultimo colle della catena che raggiunge quelli dell’Astigiano, ed ha una positura naturale fra la valle del Tanaro, e quella del rivo che scende dal Monferrato, ed ivi finisce la via Serra che percorre tutte queste alture, e diramasi poco, e va lontano [...]. Su questo territorio corrono quattro vie comunali; una tende per Piepasso e Viarigi; una a Masio; la terza al Cerro; la quarta a Refrancore. Poco lungi vi passa altresì una strada, che altre volte chiamavasi franca; per essa è agevolata la comunicazione tra i due Monferrati [...]. Un altro torrentello o rivo denominato della Chiesetta scende anche dai colli del Monferrato, attraversa la via comunale di Piepasso, ove si valica col mezzo di un ponte in cotto recentemente costrutto a spese del comune; indi attraversa la strada di Masio, e gettasi nel Gaminella. Il rivo Tagliarolo interseca la strada reale e quella di Masio, e si unisce al sopraddetto [Casalis 1847, pp. 63-64].
    

Casalis sottolinea, in particolare, la persistente importanza di Piepasso, di cui stima la popolazione in non meno di 400 abitanti [p. 66].
      A essere in causa, invece, sotto il nome di «Strada franca», era, durante l’età moderna, un diritto di transito di merci esente dal pagamento del cosiddetto dazio di Alessandria, fra due sezioni dello stato del Monferrato, quella situata a nord del Tanaro e quella posta a sud del fiume, prive di continuità territoriale perché ormai totalmente separate dall’incunearsi del territorio milanese. La questione riguarda una breve sezione – tra Fubine, ultima terra monferrina a nord del Tanaro, e Bergamasco, prima terra monferrina a sud del fiume – dell’importante asse di comunicazione che unisce Casale alla riviera genovese [A.S.T., Corte, Monferrato, Materie Economiche, Mazzi 16 e 16.2, a cui si deve aggiungere un corposo fascicolo in A.S.T., Corte, Paesi di nuovo acquisto, Alessandrino, Mazzo 10, Felizzano, n. 10].
     Il mezzo principale di attraversamento del Tanaro è, per chi segue questa strada,  il traghetto che unisce le sponde in un punto variabile  secondo le condizioni delle acque, ma approssimativamente in corrispondenza dell’abitato di Felizzano, situato sulla riva sinistra del fiume. Felizzano, che in tal modo presta il suo nome alla denominazione della Strada franca, non ha soltanto una centralità geografica. Attorno all’importante mercato di Felizzano, ai traffici di diverso raggio che lungo la via per la costa genovese si svolgono o dalla quale si irradiano, si innestano interrelazioni di scala locale che hanno un ruolo fondamentale nel compensare gli squilibri produttivi anzitutto dell’area immediatamente circostante e consentirle di affrontare un carico fiscale di perdurante pesantezza, a causa soprattutto delle vicende belliche che ripetutamente la interessano.
     In questo contesto, la presenza sul territorio di Quattordio dell’ampia giurisdizione semiautonoma della cosiddettta Garaita Franca connota in modo profondo e particolare il territorio nella  duplice vocazione commerciale e produttiva, oltre che nelle vicende evolutive dal punto di vista giurisdizionale e amministrativo. Si tratta di un possedimento che i funzionari statali del secolo XVIII definiscono «tenimento separato» sia da Quattordio sia dalle comunità adiacenti (vedi mappa).
     La separazione è innanzitutto giurisdizionale, in quanto si tratta di terre sulle quali lo stato sabaudo rivendica un dominio superiore nell’attesa di dirimere un contezioso assai intricato, promosso a più livelli dai detentori di diritti signorili, dalle comunità, dalle magistrature del contado alessandrino e dalle supreme magistrature dello stato. Sono incerti e in dicussione i titoli di possesso, i limiti delle giurisdizioni, nonché i perimetri, l’estensione, la catastazione di una superficie variamente stimata tra le 180 e le 370 giornate di terra. La sua ubicazione, a ridosso di potenziali transiti sul Tanaro e delle principali vie di comunicazione si somma alla elevata produttività del suolo per farne un vero e proprio banco di prova dei criteri di assorbimento da parte dell’amministrazione e della fiscalità statale dei tasselli strategici di un assetto territoriale, economico e sociale che aveva caratterizzato profondamente il tardo medioevo e l’età moderna sul territorio di Quattordio e di molte altre località coinvolte nei rapporti commerciali tra Piemonte, Monferrato, lo stato di Milano e la   riviera genovese [A.S.T., Sezioni Riunite, II Archiviazione, Capo 13, Mazzo 1, n. 25, Relazione sovra la pertinenza Territoriale, e sovra l’immunità del Tenimento della Garajta in contesa tra le Communità Del Cerro Basso Monferrato e Di Quattordio e Masio Provincia Alessandrina (s.d. ma 1764)]; n. 34, Dell’unioni proposte farsi nella Provincia d’Alessandria (1764); A.S.T., Sezioni Riunite,  II Archiviazione, Capo 13, Province di ultimo acquisto, Paragrafo 1, Censimento, Mazzo 25, Questione territoriale. Mazio, ed Oviglio; m. 34, Sulla ideata unione dei cassinali e compartimento territoriale delle due Provincie d’Alessandria e Lumellina. Parere del Conte Di Brandizzo Intendente Generale (1 agosto 1764)].
     L’importanza della collocazione territoriale della Garaita Franca tra il rio Gaminella e il Tanaro è vivamente presente a Casalis mentre ne tratteggia alcuni aspetti di una storia di autonomia giurisdizionale in mano alla famiglia Civalieri:
 
presso al Gaminella, a ponente di Quattordio, sur un poggio ameno, che prolungasi in vasto altipiano verso mezzodì, poco lungi dalla strada reale sorge la Rocca Civalieri, che prima del 1580 chiamavasi Rocca Sparvera. Veniva considerata come castello assai forte [...]. Il marchese Gioanni di Monferrato lo cedette con altri luoghi a Francesco Sforza di Milano in virtù di una convenzione dell’8 d’aprile 1454 [...]; e sempre fu così mantenuto dappoi sotto il nome di regione Garaita sino all’ultima organizzazione del catastro fatto eseguire dal R[egio] governo nello scorcio del passato secolo (XVIII) [p. 64].