Priocca

AutoriCastellani, Luisa
Secondary AuthorsFiore, Alessio
Anno Compilazione1996
Anno Revisione2013
Provincia
Cuneo
Area storica
Roero
Abitanti
2001 [Istat 2011].
Estensione
905 (ISTAT) e 880 (SITA) ettari
Confini
A nord confina con San Damiano dAsti, a est con Govone, a meridione con Magliano Alfieri e a ovest con Castellinaldo e Canale.
Frazioni
Oltre al centro omonimo nel censimento del 2001 erano riconsociuti come località riconosciute Moriodnfo, Roagna e Varinera [ISTAT 2001], mentre nella cartografia locale sono registrate anche le località di Madonna delle Grazie, S. Michele, Bricco Gatti, Boschetti, S. Carlo, S. Vittore, S. Silverio/Riale, Cucita, Val del Ponte, Barbarini, Sabbione, Borbore e Pirio.
Toponimo storico
"Predocha" (1041: II Libro Verde, doc. 323), "Pedroca" (1117, doc. 110); "Preocha" (1287: Codex Astensis, doc. 867); "Priocha" (1471: Molino, Soletti 1984, p. 130); “Peirocha” (1585, La visita apostolica, p. 373).
Diocesi
Nel medioevo faceva parte della diocesi d'Asti. Nel 1814, in occasione della ridefinizione dei confini diocesani, Priocca entrò a fare parte alla diocesi di Alba (Cordero 1960, 109).
Pieve
Vi sorgeva la pieve, San Vittore, che venne confermata al vescovo dall'imperatore Enrico III nel 1041 (II Libro Verde, doc. 323). Nel 1345 dalla pieve dipendevano nove chiese --San Secondo de Garvesio; San Giovanni di Tassere, Santi Giovanni e Pietro, San Giorgio di Calliano, Sant'Andrea di Saliceto, Santa Maria di Lavezzole, Santo Stefano di Priocca, Santa Maria de Cinzuris, Sant'Andrea di Magliano-- (Bosio 1894, 521). Nella visita pastorale del Peruzzi, nel 1585, la pieve era in rovina e se ne usufruiva solo per il cimitero annesso; risultava alle dipendenze del monastero di Sant'Anastasio di Asti, che ancora nel 1797 possedeva un cospicuo patrimonio, di 140 giornate, nel territorio di Priocca (La visita apostolica, pp. 373-77; cfr. Molino 2005, pp. 220-23).
Altre Presenze Ecclesiastiche
Parrocchiale di S. Stefano, attestata dal 1345 (Bosio 1894, p. 521); SS. Annunziata, seicentesca e ora scomparsa, apparteneva alla confraternita dei Disciplinanti. Scomparsa è anche S. Sebastiano, attestata nel 1585 nella visita pastorale Scarampi-Peruzzi e abbattuta nel 1964 (La visita apostolica, pp. 373-77). Altra chiesa è la cinquecentesca Natività di Maria Vergine, situata nella regione "Madonna" (detta anche "Madonna del Bealerasso"), sempre attestata nel 1585. La cappella di S. Silverio segna il limite con il territorio di Castellinaldo, a sud; nel 1242 era detta "de Curmurio", nome che si è mantenuto nella forma "Val Cormuto" (Molino 2005, pp. 220-23). Da segnalare è la conservazione nell'archivio comunale, a fine Ottocento, di un faldone contenente atti di transazione con le monache di S. Anastasio, probabile segno della presenza del monastero astigiano nel territorio di Priocca (Bianchi, 1881)
Assetto Insediativo
In epoca altomedievale il sito del villaggio non era quello attuale, ma era discosto di alcune centinaia di metri, in posizione meno elevata. La popolazione si spostò tra XI e XII secolo dal momento che il toponimo villa vetus (che indicava il vecchio sito insediativo) è menzionato per la prima volta nel 1215 (Rigestum comunis Albe, doc. 314). Il cambiamento di sito deve essere stato legato ad esigenze difensive, dal momnto che il concentrico risulta ora situato in area sommitale. In questa fase l'habitat risulta decisamente accentrato e si assiste alla scomparsa di alcune nuclei precedentemente attestati, come Pometto e Caselle; nel corso del XVI secolo inizia il processo di dispersione insediativa, con il sorgere di cascine e di borgate in tutto il territorio e la rivitalizzazione di quei nuclei abbandonati in precedenza, come Pometto e Caselle, prima menzionati (Molino 2005, pp. 220-23).
Luoghi Scomparsi
Nel territorio di Priocca sono diversi i luoghi scomparsi: il più antico è Caselle, sito sulla collina in prossimità dell'attuale frazione Roagna, già menzionato nel 940 (Molino, Soletti 1984, 130) e ancora nel 1242 (Codex Astensis, doc. 581). Più conosciuta, perché legata direttamente alla storia astigiana, è la villanova di Stella, fondata dal comune di Asti poco prima del 1201 (docc. 557-560) e destinata a sparire dopo pochi anni. Anche l'abitato di Pometto - presso la frazione Roagna - ebbe breve vita: malgrado una radicata tradizione che identifica in Pometto uno dei siti più antichi di Priocca (Cordero 1960, p. 27), studi più recenti ne collocano la nascita nel secolo XVII; nel catasto del 1797 vi si elencavano ancora 8 nuclei familiari residenti (Molino, Soletti 1984, 130).
Correggia (si veda Mutamenti territoriali).
Comunità, origine, funzionamento
La prima menzione di Priocca risale al 1041, quando l'imperatore Enrico III concesse al vescovo astigiano la quarta parte del castello e della corte, con tutte le pertinenze (II Libro Verde, doc. 323). Nel 1112 gli homines vescovili di Priocca ottennero di poter alienare fino a metà dei loro beni, consegnando un quarto del valore al presule (doc. 112). Alla fine del Duecento la comunità era sottoposta a tre signori: il vescovo di Asti, Tommasino Roero e il comune di Asti, ma la situazione appariva tanto complessa --con gente che non sapeva più distinguere quali terre teneva "pro comuni Astensi nec quas prò episcopo" -- da necessitare di un'inchiesta al fine di stabilire le esatte pertinenze (Codex Astensis, doc. 867).
Statuti
Gli statuti di Priocca, datati 17 febbraio 1470 e consegnati al signore del luogo, Benedetto Damiani, erano ancora conservati nell’archivio comunale nel 1844 (Eusebio 1911, 99). Attualmente ne esiste una copia nella Biblioteca del Seminario Maggiore di Alba, edita in Vezza 1974.
Catasti
Alla fine dell'Ottocento si segnalava l'esistenza di registri del catasto quattrocenteschi (Bianchi 1881). Nel 1733, la relazione stesa dall'Intendente di Asti Massa in occasione della Perequazione ordinata dai Savoia attestava il buono stato del catasto e del registro di allibramento dei beni di Priocca (A.S.T, Sezioni Riunite, Prima archiviazione, serie XVIII secolo, Misure territoriali e allibramenti, mazzo II, n. 8). Il catasto successivo, l’unico pervenuto, venne redatto nel 1797 (A. C. Priocca).
Ordinati
Non ne sono stati reperiti, sebbene nell'Ottocento ne esistesse una serie dal 1572 al 1792 (Bianchi, 1881).
Dipendenze nel Medioevo
Nel 1041 il vescovo di Asti era signore di un quarto di Priocca, ma non se ne conoscono i condomini. Dall'inizio del Duecento, il comune astigiano si inserì nel territorio di Priocca ottenendo a varie riprese il giuramento di fedeltà dei numerosissimi consignori tra i quali era frazionato il feudo (Codex Astensis, docc. 862-866). Le ostilità con il vescovo di Asti e le vicende guerresche determinate dalla venuta in Piemonte di Carlo d'Angiò fecero sì che i giuramenti dei vassalli di Priocca avessero corsi alterni. Quando, nel 1274, alcuni consignori di Priocca — Discalzi, Materassi e Obaudi — si allearono con l’Angiò, furono pesantemente puniti da Asti con il bando e con la confisca dei beni, ceduti a un cittadino, Tommasino Roero, nel 1277 (doc. 867). Nel 1387, Priocca è compresa nella dote che il duca G. Galeazzo Visconti consegna alla figlia Valentina, sposa di Ludovico d'Orléans (Sangiorgio 1780, 245).
Feudo
Nel 1117 i domini di Govone, custodes del castello vescovile di Priocca, pretendevano di esercitare la giurisdizione in loco (Bordone 1980, 372). Ne sorsero controversie, tanto che nell’investitura del 1188 riconfermò loro solo una parte del feudo. All'inizio del Duecento, alcuni consignori di Priocca giurarono fedeltà al comune di Asti (Codex Astensis, doc. 867). Alla metà del secolo, la maggior parte dei numerosi consignori di Priocca —Della Chiesa, Materassi, Zocca, de Lavezoglio, Bergagna, de Covazolio, di Loreto, Faussone, Desaia, di Govone, Obaudi, Discalzi e De Barre -- erano vassalli del comune. Nel corso del Trecento, Priocca era nelle mani dei discendenti di Tommasino Roero, il quale nel 1277 aveva acquistato parte del feudo dal comune. Nel 1473 il duca Carlo d'Orléans infeudò il centro a Benedetto Damiani; l'investitura venne confermata alla famiglia dai Savoia nel 1531 (Cordero 1960, 89), nel 1571 e nel 1581. Il feudo rimane in seno al casato, anche se non sempre per discendenza diretta: alla fine del Seicento, Vincenzo Damiani legò il feudo al vincolo di primogenitura, ma nel 1715 suo figlio Carlo Francesco morì senza eredi, cosicché Priocca passò al fratello Giuseppe Maria (Manno 1895, p. 319). Nel 1720 il marchese Giuseppe Damiani del Carretto di Saliceto ottenne il titolo di conte di Priocca (A.S.T., Camerale, Patenti - serie XVII secolo, 47, 82). Nel 1773 la signoria di Priocca venne elevata a titolo comitale (A.S.T., Corte, Paesi per A e B, Lettera P, mazzo 24, Priocca, n. 4) e nel 1781 ne fu investito Carlo Vittorio Filiberto Maria Damiani del Carretto.
Mutamenti di distrettuazione
Nel 1559, il territorio di Priocca pervenne agli Spagnoli in esecuzione del trattato di Cambrai (A.S.T., Corte, Inv. 18, m. 5, n. 11). Due anni dopo Carlo V ne fece dono alla duchessa Beatrice di Savoia (Ibid., n. 16). Nel XVI secolo Priocca appartiene al distretto astigiano (A.S.T., Corte, Inv. 18, m. 19, n. 1 e m. 25, n. 1). Nel 1706, Priocca faceva parte della provincia di Cherasco (A.S.T., Camerale, Camera dei conti, Art. 455, § 12, m. 2), ma nel 1714, con la riorganizzazione dei distretti, Govone risulta nella Provincia di Alba. Durante il periodo napoleonico fece parte del Dipartimento della Stura (Sturani 2001), mentre con il riassetto provinciale del 1859 viene inserita in provincia di Cuneo, circondario di Alba (Atlante storico)
Mutamenti Territoriali
La prima notizia di una modifica del territorio, seppure temporanea, risale al principio del secolo XIII, quando il comune di Asti fondò una villanova, Stella, nel punto d'incontro dei territori di Priocca, Govone e Magliano (1201; Codex Ast., docc. 557-560). La villanova ebbe vita breve e gli abitanti tornarono presto a gravitare sui centri più antichi. Non è però possibile una ricostruzione attendibile dei limiti territoriali di Priocca nel medioevo; di relativa utilità è il documento del 1345 (cattedratico di Asti) dal quale apprendiamo che il territorio sottoposto alla pieve di San Vittore si estendeva ben oltre gli attuali confini comunali, addentrandosi nelle terre di Magliano, sulla riva del Tanaro, in quelle di Lavezzole e di Tassere, a ima decina di chilometri a sud-ovest di Asti.
L’aggregazione di quella che oggi è la località Serra di Costa, ma che il Casalis ricorda nel 1847 chiamarsi Serra di Correggia (Casalis1847, p.752) avviene tra il 1902 e il 1905 (AC San Damiano d’Asti, Archivio storico moderno, classe 1, sezione 1, vol. 550.2, Distacco della frazione Serra dei Costa da Priocca e aggregazione al comune di San Damiano).
Comunanze
II catasto del 1797 registra quattro giornate della comunità a Stella, probabile residuo dei beni della villanova duecentesca. Altri beni comunali si trovano a Varinera (gerbido), ma soprattutto a Bieggio, dove permangono 54 giornate di bosco e pascolo, probabile residuo dell'antica silva de Bleso (Bordone 1980, 103). Nel 1830 si procedette alla vendita di diversi beni comunali usurpati da privati (A.S.T., Corte, Paesi per A e B, Lettera P, m. 24). Vi sono tuttora alcuni ettari di bosco e di prato di uso comune. Due lotti (accatastati nn. 523-524) costituiscono la piazza del paese (C.L.U.C., n. 4176).
Liti Territoriali
Un documento del 1717, contenente lo stato delle liti fra comunità, riporta l'assenza di controversie in corso per Priocca (A.S.T., Camerale, Prima archiviazione, Provincia di Alba, m. I, n. 2).  Sono ricordate numerosi conflitti tra la comunità e i signori in merito al fodro e ai pascoli (Cordero 1960, p. 95).
Nel 1574 Priocca e San Damiano d'Asti entrano in conflitto per la ridefinizione dei confini, ma la disputa non lascia altre tracce nella documentazione successiva (AC San Damiano d’Asti, Fondo antico, Atti di lite, cause e transazioni, vol. 87.1, Lite con diverse comunità).
Fonti
Fonti edite:
Cartario dell’abbazia di Breme, a cura di L. C. Bollea, Torino 1933 (B.S.S.S. CXXVIL)
II Librò Verde della Chiesa di Asti, a cura di G. Assandria, Pinerolo 1904 (B.S.S.S., XXV)
Rigestum comunis Albe, a cura di E. Milano, Pinerolo 1903 (B.S.S.S., XI)
Le più antiche carte dell'archivio capitolare di Asti, a cura di F. Gabotto, Pinerolo 1903 (B.S.S.S. XXVIII)
Fonti inedite:
A.S.T.(Archivio di Stato di Torino):
Corte, Paesi per A e B, Lettera P, m. 24, Priocca
Sezioni Riunite, Prima archiviazione, serie XVIII secolo, Misure territoriali e allibramenti, mazzo II, n. 8
C.L.U.C., (Commissariato di liquidazioen degli usi civici) n. 4176
A.C.Priocca (Archivio storico del Comune di Priocca)
AC San Damiano d’Asti (Archivio storico del Comune di San Damiano d'Asti - AT):
Fondo antico, Atti di lite, cause e transazioni, vol. 87.1, Lite con diverse comunità.
Archivio storico moderno, classe 1, sezione 1, vol. 550.2, Distacco della frazione Serra dei Costa da Priocca e aggregazione al comune di San Damiano.
Bibliografia
Atlante storico della provincia di Cuneo, a cura di P. Camilla, G. Lombardi, E. Mosca, G. Sergi, Cuneo 1973.
Bianchi, N., Le carte degli archivi piemontesi, Torino 1881
Bordone, R., Città e territorio nell'alto medioevo, Torino 1980.
Bosio, G., Storia della Chiesa di Asti, Appendice, Asti 1894.
Casalis G., Dizionario geografico, storico-statistico-commerciale degli stati di S. M. il re di Sardegna, Torino, G. Maspero, 1833-1856, vol. XV (1847), pp.751-753.
Cordero, V., Comune di Priocca. Memorie storiche, Cuneo 1960.
Eusebio, R, Gli Statuti di Priocca, in Alba Pompeia, IV (1911), pp. 99-100.
Manno, A., Il patriziato subalpino, Firenze 1895
Molino B., Soletti U., Roero-repertorio storico..., Savigliano 1984.
Sangiorgio, B., Cronica, Torino 1780, pp. 245-57.
Sturani, M. L., Il Piemonte, in Amministrazione e territorio in Italia, a cura di L. Gambi, F. Merloni, , Bologna 1995.
Vezza, A., L'intervento del comune di Asti nelle strutture dell'aristocrazia locale: "domini" e "homines" a Priocca nel secolo XIII, dattiloscritto presso Dipartimento di Storia dell'Università di Torino, Torino 1974.
Descrizione Comune
Punto estremo del contado astigiano in direzione di Alba, Priocca ebbe un ruolo importante nel sistema difensivo del vescovo e del comune di Asti, fin dalla sua comparsa come castello curtense, nel 1041. Il suo primo insediamento sorgeva a distanza di qualche centinaio di metri da quello attuale, in direzione sud, tra Riale e S. Sebastiano (Molino, Soletti 1984, 130). Il sito era già detto villa vetus nel 1215 (Rigestum comunis Albe, doc. 414) ed è quindi da ridimensionare la tradizione che vuole lo spostamento in concomitanza con l'arrivo dei Damiani nel secolo XV (Cordero 1960, 62).
L'importanza strategica di Priocca nel medioevo fece sì che divenisse un'area di poteri concorrenziali: all'inizio del secolo XII, i signori di Govone, vassalli del vescovo, tendevano a sfuggire al controllo del presule nel tentativo di affermare una propria autonomia. Sul castello e sul territorio vennero a intrecciarsi gli interessi del vescovo e del comune di Asti (e di Alba), i quali se ne spartivano il dominio. Fu l'intervento di Asti a incidere sul territorio modificandone temporaneamente l'assetto: verso il 1200 il comune procedette alla fondazione di una villanova, Stella, nel punto d'incontro dei tenitori di Priocca, Govone e Magliano, con fine punitivo nei confronti dei signori locali, ai quali venivano sottratti gli homines per popolare il nuovo insediamento (1201-1207; Codex Astensis, docc. 557-560).
La villanova ebbe vita breve e gli abitanti tornarono presto a gravitare sui centri più antichi, come in altri casi roerini (vedi in particolare la scheda Santa Vittoria d’Alba). Non è però possibile una ricostruzione attendibile dei limiti territoriali di Priocca nel medioevo e non siamo nemmeno sicuri che coincidesse con il territorio sottoposto alla pieve di S. Vittore nel 1345, poiché questo si estendeva ben oltre gli attuali confini comunali, addentrandosi nelle terre di Magliano, sulla riva del Tanaro, in quelle di Lavezzole e di Tassere, a una decina di chilometri a sud-ovest di Asti. L'appartenenza del territorio all'area storica del Roero va posta in relazione con la cospicua presenza di beni patrimoniali dell'omonima famiglia dalla fine del secolo XIII al Quattrocento inoltrato, quando i Roero cedettero i loro beni ai Damiani.