Bobbio Pellice

AutoriBallesio, Gabriella
Anno Compilazione1996
Provincia
Torino.
Area storica
Abitanti
608 (ISTAT 1991).
Estensione
9388 ha (ISTAT 1991); 9331 ha (SITA 1991).
Confini
A nord Prali, a est Villar Pellice, a sud Crissolo, a ovest Abriès (F).
Frazioni
Nessuna frazione risulta dai dati ISTAT (ISTAT 1991). Vedi mappa.
Toponimo storico
Monte Bobium [Caffaro 1903, vol. VI, p. 459];  Bobi (francese); Bobbio Pellice dal 1861 [Roletto 1930, p. 541]. «Bobium ad Pelicem» [Casalis 1851, p. 383].
Diocesi
Bobbio appartenne alla diocesi di Torino fino al 1748, quando venne eretta quella di Pinerolo.
Pieve
La prima chiesa di Santa Maria di Monte Bobbio, ricordata nell’elenco delle chiese della valle del 1386, venne distrutta nel 1561, come pure le successive durante il secolo XVII, dai Valdesi, che ne utilizzarono i materiali per la costruzione del tempio nel 1608; la messa venne celebrata fin verso la metà del XVIII secolo in un fienile posto sopra una stalla. La chiesa parrocchiale venne ricostituita nel 1759, soppressa nel 1801 e devoluta ai Valdesi, che la convertirono in magazzino di carbone. Ristabilita nel 1816, venne consacrata nel 1836 [Caffaro 1903, vol. VI, pp. 537 sgg.].
Altre Presenze Ecclesiastiche
Dalla metà del secolo XVI la popolazione nel suo complesso, tranne due famiglie che si trasferirono a Luserna, aderì alla Riforma; il tempio valdese venne edificato nel 1608 [Armand Hugon 1974].
Assetto Insediativo
  
Luoghi Scomparsi
Una località posta sulla sinistra orografica della Val Guichard, chiamata «Bosco di Berna», era indicata come primitivo insediamento medievale, sede del comune e del primo tempio valdese nel secolo XVI, anche se la distruzione della documentazione durante la guerra contro i Valdesi del 1686 impedisce la verifica dell’affermazione tradizionale; essa risulta abbandonata dalla fine del XVIII secolo, e attualmente i ruderi delle case sono completamente coperti dalla vegetazione (Jalla 1911)
Comunità, origine, funzionamento
Bobbio non appare esplicitamente citato nella documentazione relativa alle determinazioni dei confini del XIII secolo; si deve giungere agli affrancamenti dai signori del XV secolo per vedere pienamente operante l’istituzione comunale. Il nome di Bobbio compare difatti tra gli altri comuni della valle in una franchigia concessa da Ludovico II di Savoia nel 1448 (Caffaro 1903, VI, p. 454). Durante tutto il sec. XVI Bobbio e Villar ottengono numerose franchigie (AST, Provincia di Pinerolo, mazzo 5, fasc. 5: Patenti del Duca Carlo di Savoia d’approvazione delle convenzioni seguite tra li signori del Villar e Bobbio e le Comunità di detti luoghi fatte li 10 et 12 agosto 1529 et 16 et 18 luglio 1533 per affrancamento [1534]; fasc. 6: Rattifficanza della comunità del Villar e Bobbio dell’investitura a suo nome dell’affranchimento fatto da Guglielmo Bigliore dei Conti di Luserna [1548]; Rivoire 1896, pp. 49 sgg.).
Statuti
Non è attestata la presenza di statuti, ma è da presumere che a Bobbio vigessero gli statuti del sec. XIII di Luserna, centro della valle (Armand Hugon 1987, p. 18).
Catasti
Il primo catasto conservato risale al 1776 (AC Bobbio Pellice, mazzo 286: Atti riguardanti la misura generale di Bobbio); al 1787 risale il Catasto della Molto Magnifica Comunità di Bobbio posta nella valle di Luserna (AC Bobbio Pellice, mazzo 287), corredato da mappe di Bobbio, Comba dei Carbonieri, Alpe del Pra superiore, Alpe del Pra inferiore, Alpe del Pis della Rossa, Alpe della Rossa, Alpe del Pis Uvert. Inoltre un Libro campagnolo del Censo della M.to M.ca Comunità di Bobbio del 1842 (AC Bobbio Pellice, mazzo 300), riporta l’indice delle regioni catastali con i relativi toponimi.
Ordinati
La serie degli ordinati è attualmente presente nell’archivio comunale a partire dal 1709. Roletto cita un volume di atti consolari datato 1695, ora non più reperibile (Roletto 1930, p. 541).
Dipendenze nel Medioevo
Marca di Torino (sec. XI), Principato di Acaia e Contea-Ducato di Savoia (Pittavino 1964, pp. 19 sgg.).
Feudo
Uno dei valloni laterali appartenenti al territorio di Bobbio, la Val Guichard (ora Comba dei Carbonieri) risulta appartenere ai signori di Luserna fin dal 1159 secondo quanto risulta nella «Donazione di Guglielmo di Luserna a favore dell’Abate e monaci di Staffarda della valle del Guizzardo per l’estensione ivi specificata» (BRT, Archivio Luserna di Angrogna, mazzo 30). Nel 1295 i consignori di Luserna prestano giuramento a Filippo di Acaia per il «castrim, villam et homines Monti Bobium» (AST, Luserna e valle, mazzo 9, n. 14). Dei tre rami della casata dei Luserna si stanziò a Bobbio quello dei Bigliori di Bobbio e di Sibaud a partire dal XIII secolo (Rivoire 1894, p. 17). I marchesi di Angrogna esercitarono diritti signorili fino alla Rivoluzione (Rivoire 1899, pp. 91-93).
Mutamenti di distrettuazione
Bobbio venne aggregato, durante l’amministrazione francese, al Cantone di Torre Pellice, il quale con la Restaurazione si trasformò in Mandamento (Casalis 1851, p. 383).
Mutamenti Territoriali
Il riordino sabaudo del secolo XVI non causò per Bobbio alcun mutamento territoriale, in quanto il trattato di Cavour del 1561 tra i Savoia e i Valdesi prese implicitamente atto dei confini originali (AST, Corte, Provincia di Pinerolo, mazzo 15).
Comunanze
Pascoli sugli alpeggi dell'alta Comba dei Carbonieri e di Subiasco con Villar eTorre Pellice (Roletto 1930, pp. 546 sgg.).
Liti Territoriali
Luserna agì contro le comunità di Bobbio e Villar per diritti sui pascoli comuni indivisi nel 1599 (AC Luserna S. Giovanni, Archivio antico di Luserna, f. 130). L’incertezza della linea di confine tra i territori di Bobbio e Villar Pellice relativa ai pascoli del vallone di Subiasco (sinistra orografica) e della Comba dei Carbonieri (destra orografica), è stata causa di liti protrattesi nel tempo. La documentazione si trova nell’archivio comunale di Bobbio Pellice (AC Bobbio Pellice, mazzo 21, f. 2: Causa della comunità di Bobbio contro Villar per boschi e pascoli [1732-1733]; mazzo 22, fasc. 1: Causa della comunità di Bobbio contro Villar per pascoli [1826-1858]; mazzo 22, f. 2: Causa della comunità di Bobbio contro Villar per pascoli, alpe del Pis [1841-1842]; mazzo 22, f. 3: Causa della comunità di Bobbio contro Villar per pascoli [1858-1862]; mazzo 22, f. 4: Transazione di lite tra Bobbio e Villar [1866]). Altra documentazione è presente nell’archivio comunale di Villar Pellice: tra il 1739 e il 1777 si discute la linea divisionale con la comunità di Villar (AC Villar Pellice, mazzo 185); si trovano cause per gli alpeggi dell’alpe Tronciarea (AC Villar Pellice, mazzo 192, f. 4 [1732-1777]; mazzo 195, f. 8 [1778-1842]; mazzo 192, f. 2 [1841-1845]), con un progetto di componimento amichevole degli anni 1827 (AC Villar Pellice, mazzo 195, f. 4) e 1838 (AC Villar Pellice, mazzo 195, f. 3). Nei confronti della comunità di Torre si veda l’archivio comunale di Torre Pellice (AC Torre Pellice, mazzo 209: Atti di causa per l’alpe della Giana con i monaci di Staffarda e le comunità di Villar e Bobbio [1251-1858]).
Fonti
A.C.B. (Archivio Storico del Comune di Bobbio Pellice).
     A causa delle guerre contro i Valdesi, culminate nell’esilio del 1686, gli archivi di Bobbio vennero distrutti, e le serie documentarie riprendono dal loro ristabilimenti alla fine del secolo XVII.
A.C.B., mazzo 21, f. 2: Causa della comunità di Bobbio contro Villar per boschi e pascoli [1732-1733].
A.C.B., mazzo 22, fasc. 1: Causa della comunità di Bobbio contro Villar per pascoli (1826-1858); mazzo 22, f. 2: Causa della comunità di Bobbio contro Villar per pascoli, alpe del Pis (1841-1842);
A.C.B.,mazzo 22, f. 3: Causa della comunità di Bobbio contro Villar per pascoli (1858-1862);
A.C.B.,mazzo 22, f. 4: Transazione di lite tra Bobbio e Villar (1866);
A.C.B.,mazzo 29; mazzo 286: Atti riguardanti la misura generale di Bobbio; mazzi 287 e 300; verbale del Consiglio comunale del 22 novembre 1956.
 
A.C.L.  (Archivio Storico del Comune di Luserna San Giovanni)
A.C.L., , Archivio antico di Luserna, f. 130.
 
A.C.T. (Archivio Storico del Comune di Torre Pellice).
A.C.T.,  mazzo 209: Atti di causa per l’alpe della Giana con i monaci di Staffarda e le comunità di Villar e Bobbio (1251-1858.).
 
A.C.V.,  (Archivio Storico del Comune di Villar Pellice).
A.C.V., mazzo 185;
A.C.V., mazzo 192, f. 4 (1732- 1777);
A.C.V., mazzo 195, ff. 3-4, 8; mazzo 192, f. 2 (1841-1845)
 
A.S.T. (Archivio di Stato di Torino).
A.S.T., Camera dei Conti, art. 557, mazzo 1;
A.S.T., Camera dei Conti, mazzo 15, foll. 44-47; Luserna e valle, mazzo 9, n. 14;
A.S.T., Camerale, Carte topografiche e disegni, Carte topografiche segrete, Delfinato D 10 Nero,  Carta Topografica di parte dell'Alto, e Basso Delfinato, / Confinante cogli Stati di S.M. dalle Valli di Dora-riparia sino a quella di Tinea N.° 1. Carta topografica di parte dell'alto e basso Delfinato e di parte della Provenza confinanti cogli Stati di S.M. dalle Valli di Dora Riparia sino al Mare. Divisa in due parti e sottoscritta dagli ingegneri topografi Quaglia, Muletti, Casalegno e Burzio. Con altri riflessi stesi su di un foglio a parte dal colonnello Barone Monthoux Luogotenente Colonnello dello Stato Maggiore Gen.le, sulla guerra offensiva i quali si rapportano alla prima parte della Carta predetta, s.d. [Autore disegno originale: Luigi Quaglia].
A.S.T., Carte topografiche e disegni, Carte topografiche segrete, Borgonio B 1 Nero, Mazzo 1, "CARTA COROGRAFICA / DEGLI / Stati di S.M. il Re di SARDEGNA / data in luce / dall'Ingegnere / BORGONIO / nel 1683 / corretta ed accresciuta / nell'anno 1772". Borgonio (Ingegnere) [Stagnon 1772] Carta corografica degli Stati di terraferma di S.M. il Re di Sardegna. Copie 2 una in fol. 17, compresa la tabella di riunione; colla divisione per governi e la seconda composta di fol. 16 colla divisione della Provincia ed un'altra copia in 4 fol. (Manca la copia composta di fogli 16). (Note: Sul verso: "Carta III. / continente il Marchesato di Susa, il Contado di / Nizza, e le Provincie di Pinerolo, e Cuneo, con la maggior / parte di quella di Torino, piccola parte delle rispettive / Provincie di Moriena, Ivrea, Alba, Mondovì, e / Principato d'Oneglia, con le Frontiere di Francia / e parte della Provenza, il Principato di Monaco, e / piccola parte del Genovesato". L'originale seicentesco dal titolo "Carta generale de' Stati di Sua Altezza Reale" fu disegnato da Tommaso Borgonio ed inciso da Giovanni Maria Belgrano. Per l'edizione settecentesca qui conservata vennero aggiunti alcuni fogli raffiguranti i paesi di nuovo acquisto incisi da Stagnone su disegni di Castellino, Galletti e Boasso e vennero anche apportate alcune modifiche ai fogli disegnati dal Borgonio. Cfr. anche Carte Topografiche per A e B, PIEMONTE, n. 23 e Carte Topografiche Segrete, BORGONIO B 5 nero), Foglio 3, 1772, . Vedi mappa.
A.S.T., Corte, Provincia di Pinerolo, Mazzo 5, fasc. 5: Patenti del Duca Carlo di Savoia d’approvazione delle convenzioni seguite tra li signori del Villar e Bobbio e le Comunità di detti luoghi fatte li 10 et 12 agosto 1529 et 16 et 18 luglio 1533 per affrancamento [1534]; fasc. 6: Rattifficanza della comunità del Villar e Bobbio dell’investitura a suo nome dell’affranchimento fatto da Guglielmo Bigliore dei Conti di Luserna [1548]; Mazzo 9; Mazzo 10, ff. 1 e 9; Mazzo 15.
 
B.N.F. (Bibliothèque nationale de France).
B.N.F.,  département Cartes et plans, GE BB 565 (12, 67), Les Vallées du Piémont Habitées par les Vaudois ou Barbets dressées sur les mémoires de Valerius Crassus et de Jean Léger Ministre des Vaudois et sur plusieurs Relations Nouvelles (Da Atlas Geographique Contenant Les Cartes d'Espagne, de Portugal, et d'Italie ; où sont les Etats de Piémont, de Gênes, de Milan, de Parme, de Modène, de Mantoue, de Venise, de l'Eglise, de Toscane, des Deux-Siciles, des Isles de Corse, et de Sardaigne , et de celle de Malthe. Tome XII, Chez I.B. Nolin (A Paris), 1690.  Vedi mappa.
 
B.R.T. (Biblioteca Reale di Torino).
B.R.T.,  Archivio Luserna di Angrogna, mazzo 30, mazzo 100, f. 4.
Bibliografia
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Armand Hugon A., Storia dei Valdesi, II, Dall’adesione alla Riforma all’Emancipazione (1532-1848), Torino 1974.
Barbero A., Il dominio dei signori di Luserna sulla Val Pellice (sec. XI-XIII), in «BSBS», 91 (1993), pp. 657-690.
Caffaro P., Notizie e documenti della Chiesa Pinerolese. Raccolta composta e dedicata a S.E. Ill.ma e Rev.ma Giovanni Maria Sardi vescovo di Pinerolo, Pinerolo 1893-1903, 6 voll.
Casalis G., Dizionario geografico storico-statistico commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, XXI, Torino 1851.
Cognazzo V., La Valle di Lucerna nel Medioevo, in «Novel Temp», 45 (1994), pp. 20-33.
Jalla J., Légendes Vaudoises, Torre Pellice 1911.
Jalla J., Storia della Riforma in Piemonte fino alla morte di Emanuele Filiberto (1517-1580), Torino 1914.
Jalla J., Storia della Riforma in Piemonte durante i regni dì Carlo Emanuele I e Vittorio Amedeo I (1580-1637), Torino 1936. Merlo G.G., Eretici e inquisitori nella società piemontese del Trecento, Torino 1977.
Pittavino Arn., Storia di Pinerolo e del Pinerolese, Milano 1963.
Pittavino Arn., Pinerolo nei secoli e nella storia, Milano 1966.
Raccolta degl’Editti ed altre provvisioni delle Altezze Reali delli Serenissimi Duchi di Savoia, di tempo in tempo promulgate sopra gli occorrenti nelle Valli di Luserna. Perosa, Torino 1678.
Rivoire E.A., La Val Guicciarda e le sue Alpi, in «BSSV», 85 (1946), pp. 20-27 e 86 (1946), pp. 9-18.
Rivoire P., Storia dei Signori di Luserna, in «BSHV» nn. 11 (1894), pp. 3-86; 13 (1896), pp. 38-112; 14 (1897), pp. 23-44; 17 (1899), pp. 3-93; 20 (1903), pp. 38-85.
Roletto G., Ricerche antropogeografiche sulla Val Pellice, in «Memorie geografiche» (supplemento della «Rivista del C.A.I») (1918), pp. 5-122.
Roletto G., Le condizioni geografico-economiche di un Comune alpino (Bobbio Pellice), in «Rivista del CAI», 9 (1930), pp. 540-553, 10 (1930), pp.6 01-611, pp.757-759.
Rorengo M.A., Memorie historiche deirintroduttione dell’eresie nelle valli di Lucerna. Marchesato di Saluzzo et altre di Piemonte: Editti, previsioni. Diligenze delle Altezze di Savoia per estirparle. Col breve compendio d’esse e modo facile di confutarle del prior M.A.R. De’ conti di Lucerna, Torino 1649.
Descrizione Comune

Bobbio Pellice

Non si sa con esattezza quali furono i primi abitanti della valle del Pellice, anche se i reperti archeologici, le incisioni e soprattutto le tracce linguistiche sembrano identificarli come appartenenti a popolazioni di stirpe celto-ligure. La presenza dell’eresia tra le montagne delle Alpi occidentali, e in particolare nella valle del Pellice, percorsa da una via di comunicazione secondaria verso la Francia, e caratterizzata a partire dal secolo XIII da un quadro politico-istituzionale e socio-economico sufficientemente stabilizzato, con una scarsa stratificazione sociale e una struttura economica basata sul piccolo e medio possesso fondiario e sulla pastorizia, favorita dall’uso comune di ampi spazi silvo-pastorali, appare particolarmente diffusa (Merlo 1977, pp. 114 sgg.). I primi documenti riguardanti le determinazioni di confini dei comuni della val Pellice del 1251 (AST, Camera dei Conti, mazzo 15, foll. 44-47) e 1277 (BRT, Archivio Luserna d’Angrogna, mazzo 100, f. 4), non citano il nome della comunità di Bobbio, occupandosi soltanto della «valle Guichardesca», parte del suo territorio, che è l’oggetto del più antico documento conservato per questa zona. Si tratta di una donazione di Guglielmo di Luserna a favore dell’abate e dei monaci di Staffarda della valle del Guichard, con riserva delle miniere e della caccia, mediante un annuo censo di quaranta formaggi (BRT, Archivio Luserna d’Angrogna, mazzo 30), nel quale i confini di questa valle sono descritti con estrema precisione, e cioè: [dedit] Vallem Guizardi totum a Petra Laya supra et inde labitur aqua dictae alpis pendendo usque ad Monti Crizolij cui valli coherent ab una parte vallis Prati, sicut dividit inter valle illam et vallem Guichardi per summitatem dictarm alpium descendendo per Serrum della Blava usque ad Petram Layam; ab alia parte sicut protenditur per Serram Montis Mauri usque ad montaneam quae appellantur Leoza et diveidendo cum montanea quae dicitur Leoza usque ad montaneam quae vocatur Friolent; ab altera parte montes Crizoli. Per quanto riguarda l’attestazione dell’esistenza della comunità, invece, nel 1295 una ricognizione dei beni feudali dei signori di Luserna verso Filippo di Savoia Acaia riconosce il «castrum, villam et hominem Montibobium» (AST, Prov. di Pinerolo, mazzo 9, f. 14). Tra il 1529 e il 1572 i documenti che riportano le franchigie concesse dai signori di Luserna mediante il pagamento di censi annui nominano questa comunità e fanno cenno a contrasti tra Bobbio e Villar a causa degli alpeggi, citando «alpem Lioze e Subiascgi» (1533) (AST, Prov. di Pinerolo, mazzo 10, f. 1); il confine tra i due comuni verrà definito soltanto più tardi nella val Guichard, l’attuale valle dei Carbonieri. Nel 1534, buona parte delle convenzioni e affrancamenti vennero ratificati da Carlo III mediante il pagamento di mille scudi d’oro (AST, Provincia di Pinerolo, mazzo 5, f. 5). Negli anni successivi, sotto la pressione delle comunità, i signori di Luserna rinunciarono progressivamente alle varie alpi della valle in cambio di canoni e regalie, e l’abbazia di Staffarda, approfittando della progressiva esautorazione dei nobili, riuscì a ad assicurarsi il possesso reale della valle del Guichard, apparendo sempre più come vera e propria proprietaria, e concedendo in affitto i pascoli ad appaltatori che a loro volta li subaffittavano in nome dell’abate a privati dei comuni di Bobbio, Villar, Torre, Luserna, Angrogna, Bibiana, fino a Campiglione. Verso la metà del secolo XVI, dopo l’adesione dei Valdesi alla Riforma e la costruzione di un tempio alla Romana, una borgata posta a metà della valle, si assistette ad un progressivo impossessamento da parte di privati di Bobbio e Villar dei pascoli dell’abbazia, con dissodamento di terre e costruzione di abitazioni. Queste azioni diedero origine ad una serie di cause davanti al tribunale di Torino, la cui documentazione venne raccolta in copia ed è conservata presso l’archivio comunale di Torre Pellice (AC Torre Pellice, mazzo 209). Nel 1538 il conte della Torre cedette, con il consenso dell’abate, le alpi della val Guichard alle comunità rappresentate dai sindaci in cambio di una somma di denaro e, in seguito a cessioni di pascoli, i comuni di Bobbio e Villar ne divennero di fatto i legittimi proprietari (AST, Provincia di Pinerolo, mazzo 10, f. 9). A questo proposito non si hanno documenti sulla spartizione che assegnò a Bobbio il lato sinistro della Comba dei Carbonieri e a Villar quello destro, lasciando nel mezzo una striscia di terreno indiviso (ancor oggi chiamato «Content», cioè «conteso»), e non chiarendo la questione del possesso delle alpi minori Tronciarea e Chiot Ponset. Nel corso del secolo XVI il comune, attraverso i suoi rappresentanti, agì per ottenere gli affrancamenti dai diritti signorili, sovente di concerto con le altre comunità della valle: di questi atti esiste una copiosa documentazione nell’Archivio di Stato di Torino (AST, Prov. di Pinerolo, mazzo 10) e nell’archivio della famiglia Manfredi di Luserna conservato nella Biblioteca Reale di Torino, accanto ai consegnameli dei capifamiglia relativi ai beni enfiteutici (Armand Hugon I960, pp. 81-82). Gli affrancamenti condotti di comune accordo e senza distinzioni tra le due comunità portarono però, più tardi, al delinearsi di conflitti per i confini: nel 1732 scoppiarono liti per il possesso dei pascoli tra Bobbio e Villar, sia nella Comba dei Carbonieri che per le alpi della sinistra orografica del Pellice, che si conclusero soltanto dopo la metà del XIX secolo. Il processo di organizzazione del comune attraverso l’affermazione della propria autonomia e la creazione di un apparato amministrativo si intrecciò pure, nel corso del secolo XVI, con la decisione di aderire alla Riforma protestante, presa a Chanforan (Angrogna) dall’assemblea dei capifamiglia nel 1532. L’analogia del sistema ecclesiastico presbiteriano-sinodale e dell’organizzazione comunale provocò una sorta di parallelismo tra il comune e la chiesa locale sia nei limiti territoriali che nell’identificazione dei responsabili delle due istituzioni, che venivano scelti attraverso meccanismi molto simili. Questo modello appare generale per i paesi di fondovalle, quali Bobbio, la cui popolazione era a larghissima maggioranza protestante (Armand Hugon 1974). Nel 1561 il trattato di Cavour, che concluse la prima guerra dei Savoia contro i Valdesi, fissò i limiti territoriali all’interno dei quali era concesso loro di abitare ed esercitare il culto riformato, accentuando il carattere autonomo della comunità locale. Il secolo successivo, con l’intensificarsi delle persecuzioni dei Valdesi fino all’esilio dei sopravvissuti nel 1686 e alla confisca di tutti i loro beni, vide il tentativo di sostituire gli abitanti originari con coloni provenienti da altri territori soggetti al duca, e in particolare dalla Savoia, ma il rientro armato dei Valdesi nel 1689 portò alla restituzione delle terre. Nel 1697 si procedette a una catastazione mediante la consegna da parte degli abitanti dei loro beni, che ridefinì anche per Bobbio la situazione delle proprietà (AST, Camera dei Conti, art. 557, mazzo 1). Nel 1755 il comune di Villar procedette alla formazione della linea divisionale con i territori di quelli di Bobbio, Rorà, Torre, Bagnolo e Crissolo. Verso Bobbio si pose accanto a una pietra che affiorava dal terreno una pichiera tendente parimenti dal levante a ponente con due ponti laterali, [...] qual pichiera che serviva di termine divide li rispettivi territori di modo che quello del Villaro si ritrova verso mezzanotte e quello di Bobbio verso mezzogiorno. Quindi da detta pichiera rivoltando verso levante l’estensione di trabuchi cento novanta sei piedi tre in linea retta e sino alla regione di via Forca, et in una giara nuda alquanto discosto da detta via Forca si è piantato un termine di pietra grigia [...] da qual termine proseguendosi verso mezzogiorno attraversandosi il Pellice e fino all’imboccatura del rivo detto Valghiciardo [...] con dichiarazione che detto rivo Valghiciardo serviva e serve come rispettivamente admettono i deputati, et indicanti di termine divisorio de’ loro rispettivi territori di modo che quello del Villaro si ritrova dalla parte del levante e quello di Bobbio verso ponente di detto rivo. Salendo nella Comba dei Carbonieri sorsero differenti proposte tra i rappresentanti di Bobbio e quelli di Villar sulla divisione della valle, risolte grazie al ritrovamento di «una pietra di confine piantata [...] circa nel mezzo delle due coste del monte Tronciarea, denominato tal posto da detti di Bobbio, Contento», dalla cui pietra si procedette alla misura divisionale (AC Villar Pellice, mazzo 185). Il comune di Bobbio procedette alla misurazione del proprio territorio nel 1776 con una «ricognizione de’ confini, termini e linee divisorie del suo territorio» sia verso Villar che verso Crissolo, nel quadro della regolamentazione generale sabauda, ma anche per l’affermazione dei propri diritti (AC Bobbio Pellice, mazzo 29). Esso infatti svolse costantemente un’opera di difesa a oltranza dei beni pastorali, impedendo non solo alienazioni ma anche lo sfruttamento da parte di persone non appartenenti alla comunità, con riflessi salienti sull’ambiente antropico e sull’economia locale. Difatti ancora nel 1956 il comune richiese il consolidamento degli usi civici, definiti «essenziali e utili», da godersi secondo una regolamentazione precisa, col ricordare il passaggio dei terreni attualmente demaniali dai signori di Luserna al comune del secolo XVI (AC Bobbio Pellice, verbale del Consiglio comunale del 22 novembre 1956). Il problema dei diritti di pascolo degli abitanti di Bobbio rispetto a quelli dei comuni vicini è riapparso come rilevante negli ultimi anni a causa di una ripresa di attività legate alla pastorizia, provocando alcune liti sfociate recentemente in gravi fatti di sangue.