Castel Rocchero

AutoriGiana, Luca, and Vittorio Tigrino
Anno Compilazione2003
Anno RevisioneVERSIONE PROVVISORIA
Provincia
Asti
Area storica
Abitanti
464 [ISTAT  2001].
Estensione
564 ha. [ISTAT].
Confini
A nord Fontanile e Castelletto Molina, a est Alice Bel Colle, a sud Acqui Terme e Montabone, a ovest Castel Boglione.
Frazioni
Caciau, Vallegra, "case sparse". Vedi mappa.
Toponimo storico
In alcuni documenti di età moderna si riscontra il toponimo nelle varianti "Castil Rochero", "Castelrochero", "Castel Rochero".
Diocesi
Acqui Terme. Tra il 1737 e il 1741, l’abate Giacomo Francesco Cordara di Calamandrana -- ottenuta la nomina di cameriere d’onore dal Papa, e dopo aver tentato di ottenere un vescovato in partibus per ottenere gli emolumenti che gli avrebbero permesso una residenza a Roma -- porta avanti un progetto per erigere un vescovato in Nizza, sottraendo alcune parrocchie dipendenti dal vescovato di Acqui (34 delle 125 della “vastissima” diocesi). Il progetto non ha però alcun esito.
Pieve
Non si hanno attestazioni.
Altre Presenze Ecclesiastiche
La chiesa parrocchiale è intitolata a Sant'Andrea [A.S.D.A., fondo parrocchie, Relazioni parrocchiali, Castelrocchero, f. 1, c. 2, f. 1]. Oltre alla chiesa parrocchiale, vi sono cinque chiese: tre campestri (Sant'Andrea Apostolo, Santi Fabiano e Sebastiano, Santa Margherita) e due nel “luogo” (la confraternita di Sant'Antonio Abbate, la compagnia della Santissima Trinità e la chiesa della Santissima Annunziata).
     Durante l'età moderna, l’amministratore delle chiese è il priore della congregazione del Rosario; le chiese sono tutte senza reddito, tranne quella della Santissima Annunziata, patronato della famiglia Sburlati, e quella di Santa Margherita, patronato di Francesco Beltrandi della città di Acqui. Le compagnie presenti nella parrocchia sono tre: Corpus Domini, Rosario e San Borcio.
Assetto Insediativo
Durante l'età moderna, Castel Rocchero fa parte delle terre elencate, che si trovano “nella valle del Belbo, e nelle maggiori vicinanze della città di Nizza in Monferrato” (solo due di esse sono “di là dal Tanaro”) [A.S.T., Materie ecclesiastiche, Materie beneficiarie, Mazzo 4]. Vedi mappa.
    Nella relazione del 1926 il parroco scrive che il territorio della parrocchia è di circa 11 Kmq. L’unico insediamento, oltre al centro del paese, consiste nella cascina denominata “frazione Vallegra”, abitata da 4 nuclei familiari, a due chilometri di distanza dalla parrocchia. Nel 1931, nei 540 ettari che costituiscono la parrocchia di Castel Rocchero, risiedono 828 abitanti e il territorio della parrocchia corrisponde a quello del comune.
Luoghi Scomparsi
Non vi sono attestazioni.
Comunità, origine, funzionamento
Sono consultabili solo dati di epoca moderna sul funzionamento della comunità. La grande lacuna dovuta all’impossibilità di consultare l’archivio comunale non è colmabile con altra documentazione precedente. Casalis ci da notizia della comunità di Castel Rocchero tra il 1480 e il 1519, in occasione delle liti territoriali tra la comunità e Acqui per l’uso dei boschi [Casalis 1837, p. 223].
Statuti
Statuto comunale 2002. Vedi testo.
Catasti
Nell’Archivio di Stato di Torino  è conservato un catasto di età napoleonica [A.S.T., Sezioni Riunite, Catasti]. Da una indagine del 1782 sullo stato delle misurazioni territoriali e dei catasti delle comunità dell’Alto Monferrato, Castel Rocchero risulta tra le comunità in possesso di catasti disordinati o mutili, e di cui si ignora la data di compilazione, viene quindi richiesto di provvedere ad una nuova misura per la perequazione del Monferrato [A.S.T., Corte, Materie economiche per categorie, Perequazione Monferrato, Mazzo 1 di addizione.; A.S.T., Sezioni Riunite, II Archiviazione, Capo 26, Mazzo 18]. Nell’Archivio di Stato di Asti sono  conservati un catasto di Castelrocchero del 1860-1903 e altri tre successivi [A.S.A.].
Feudo
Nel 1536 Carlo V concede l’investitura di Castel Rocchero con tutti i redditi e prerogative a Pietro Antonio, Stefano, Guglielmo, Antonio, Filippo e Alessandro Sburlati [A.S.T., Corte, Paesi per A e per B, C, (21 giugno 1536)]. Dopo diversi processi istruiti contro le investiture dei fratelli Sburlati, nel 1691 la camera ducale di Monferrato concede l’investitura ai fratelli Alberto Carlo Francesco, Antonio e Francesco Maria, nipoti dei fratelli Sburlati, di cui era stata discussa la legittimità delle investiture precedenti [A.S.T., Corte, Paesi per A e per B, C, Atti di processo per difetto di investitura (1660) e Investitura del pedaggio feudo (31 agosto 1691) ]. Il feudo passa poi al marchese Guido Francesco Aldobrandino San Giorgio, che lo vende al capitano Giovanni Maria Bottero [A.S.T., Corte, Paesi per A e per B, C (28 novembre 1698)].
     La vendita di Guido Francesco Aldobrandino di San Giorgio viene contestata dal senato, che obbliga Aldobrandino a vendere il feudo a Stefano Francesco Scati e al Capitano Gio Antonio Beltrambi [A.S.T., Corte, Paesi per A e B, C (28 febbraio 1699)]. La famiglia Beltrambi ottiene nel 1702 il completamento dei benefici feudali su Castel Rocchero [A.S.T.,  Corte, Paesi per A e B, C (26 agosto 1702). L’anno successivo,  i privilegi feudali vengono scissi in due parti: una resta ai fratelli Beltrambi e l’altra viene venduta al conte Gio Maria Bottero [A.S.T., Corte, Paesi per A e B, C (1703)].
     Alcune informazioni sul feudo e sulle giurisdizioni ci provengono dalla “Riduzione per la morte di Bottero Prevido senza discendenza masculina” del 1707 [A.S.T., Sezioni Riunite, I Archiviazione, Feudi e giurisdizioni, Mazzo 2]. Il vassallo ha titolo comitale, mura e forni sono del conte, che possiede poi 49 moggia feudali e altre 130 in enfiteusi in affitto a particolari. Solo metà del feudo è stato devoluto alla Camera, mentre l’altra metà spetta al conte Beltrami che è consorte del feudo. Gli introiti feudali sono relativi ai forni e alla “secretaria” della comunità, mentre non ci sono molini.
      Una porzione dell’ “ordinario” dovuto dalla comunità di San Salvatore alla camera ducale (e poi alla regia tesoreria) era stato alienato dai duchi al marchese e al conte di San Giorgio, signori e alienatari dell’ordinario di Castel Rocchero e Alice (odierno Alice Bel Colle) [A.S.T., Corte, Paesi, Ducato di Monferrato, Mazzo 50, fasc. 28, Memorie diverse riguardanti le debiture del Monferrato e le alienazioni cadenti sovra l’ordinario (1770); vd. anche schede Alice Bel Colle e San Salvatore Monferrato].
Mutamenti di distrettuazione
Fa parte, fino al secolo XVIII, delle terre e castelli del marchesato, poi ducato, del Monferrato “oltre il Tanaro”, i cui territori successivamente -- sotto la dominazione dei Savoia – entreranno quasi tutti a far parte della provincia di Acqui. Fece parte del dipartimento di Montenotte, cantone di Acqui [Chabrol de Volvic 1824, p. 310] (Vedi mappa1; Vedi mappa 2.);  entrò a far parte della ricostituita provincia di Acqui, ridotta poi a circondario nella provincia di Alessandria nel 1859 [Casalis 1837, pp. 221-223], e fu compreso in  quella di Asti, costituita nel 1935.
Comunanze
In una inchiesta sullo “stato degli effetti, e gabelle spettanti ai pubblici dell’Alto Monferrato risultanti dai convocati del 1782” non sono segnalati né boschi, né beni coltivi, gerbidi, o pascoli. £56 di entrate sono segnalate per gabelle e daciti [A.S.T., Corte, Materie economiche per categorie, Perequazione Monferrato, Mazzo 1 di addizione].
     I dati del 1782 raccolti per la perequazione descrivono un territorio di 1371.35 moggia (campo 662.29, prato 50.85, vigna 446.35, castagneto 16.42, bosco 85.69, “zerbido” 109.75), di cui giornate 328.6 “non collettabili” o fiscalmente esenti [16.41 ecclesiastici, 209 feudali, 0 comunitativi, 102.65 convenzionati) (A.S.T., Sezioni Riunite, II Archiviazione, Capo 26, Mazzo 18bis].
Liti Territoriali
Gli archivi consultati non riportano liti territoriali. Uno Stato delle liti delle città e comunità della provincia d’Acqui della metà del secolo XVIII non segnala liti territoriali per Castel Rocchero [A.S.T., Camerale, I Archiviazione, Provincia di Acqui, Mazzo 11, 1757]. Casalis descrive tuttavia una lunga lite con la comunità di Acqui per l’uso del bosco “spettante il comune di Acqui” nel XV e XVI secolo [Casalis 1837, p.p. 223]. In questa occasione Castelvero si unì alle comunità di Ricaldone, Alice, Terzo e Montabone contro Acqui; la lite si ricompose nel 1519 con un nuovo ripartimento dei boschi di Acqui [Vd. scheda Acqui Terme].
Fonti
A.C.C. (Archivio Storico del Comune di Castel Rocchero). L’archivio storico comunale è in fase di riordino (2003).
A.S.A. (Archivio di Stato di Asti). Vedi inventario.
A.S.D.A. (Archivio Storico Diocesano di Acqui Terme)
A.S.D.A., Relazioni parrocchiali, Castelrocchero, f. 1, c. 2, f. 1.
A.S.T. (Archivio di Stato di Torino). Vedi inventario.
A.S.T., Carte topografiche e disegni, Carte topografiche per A e per B, Acqui, Mazzo 1, Carta topografica di una parte della Provincia di Acqui. Carta Topografica di piccola parte della Provincia d'Acqui contenente Calamandrana, Castelvero, Rocchetta Palafea, Castel Rochero, Fontanile e Castelletto, senza data e senza sottoscrizione. Sulla Scala di 1/9576 (copie due). Questa carta probabilmente era parte di una della Provincia d'Acqui, s.d. Vedi mappa.
A.S.T., Carte topografiche e disegni, Carte topografiche serie III, Asti, Mazzo 1, "Carta dimostrativa della Strada che dalla Città d'Asti tende, a quelle di Nizza, e d'Acqui passando per il piano d'Isola / e quindi nella Valle di Montegrosso, ne Luoghi D'Agliano, e Castelrochero, colla delineazione in rosso dei tratti della d[ett]a Strada formati provisionalmente". "Carta dimostrativa della strada che dalla città d'Asti tende a quelle di Nizza e d'Acqui passando per il piano d'Isola e quindi nella Valle di Montegrosso, ne' luoghi di Agliano e Castelrochero, colla delineazione in rosso de' tratti della detta strada formati provisionalmente". Torino, 28 settembre 1786, N. Bojne Misuratore Generale di S.M. Inchiostro e acquerello di vari colori (Data: 1786-9-28) [ Autore disegno originale: N.(icolao) Bojne]. Vedi mappa.
A.S.T., Carte topografiche e disegni, Carte topografiche segrete, Acqui 2 A I Rosso , Mazzo 1, "Carta Topografica di parte del Corso del BELBO verso Calamandrana ritrovansi anche Rochetta Palafea e Fontanile.". Carta topografica di parte della Provincia d'Acqui contenente Calamandrana, Rocchetta Palafea e Fontanile. Fol. 1 Mss. sottoscritti Fedele e Rossi, s.d., [Autore disegno originale: Non indicato (ma "Originale dalli Sig.i Fedele, e Roffi")]. Vedi mappa.
A.S.T., Corte, Materie ecclesiastiche, Materie beneficiarie, Mazzo 4.
A.S.T., Corte, Materie economiche per categorie, Perequazione Monferrato, Mazzo 1 di addizione.
A.S.T., Corte, Paesi, Monferrato, Materie economiche e feudali, Mazzo 19
A.S.T., Corte, Paesi, Ducato di Monferrato, Mazzo 50, fasc. 28, Memorie diverse riguardanti le debiture del Monferrato e le alienazioni cadenti sovra l’ordinario (1770).
A.S.T., Sezioni Riunite, I Archiviazione, Provincia di Acqui, Mazzo 11, Stato delle liti delle città e comunità della provincia d’Acqui, 1757.
A.S.T., Sezioni Riunite, II Archiviazione, Capo 26, Mazzo 40, Stato generale dei benefici, cappellanie, confraternite, congregazioni di carità, e ogni altra opera della provincia di Acqui (con aggiunta di beni e redditi che si trovano fuori provincia, ma legati ad istituzioni presenti nella provincia stessa), firmata dall’intendente Traffano, luglio 1753.
A.S.T., Sezioni Riunite, II Archiviazione, Capo 26, Mazzo 37, Relazione generale dell’operato dal commendatore Petitti in dipendenza del Regio Editto delli 24 giugno 1728 concernente li beni posseduti dalli ecclesiastici e luoghi pii nel Ducato di Monferrato]
A.S.T., Sezioni Riunite, II Archiviazione, Capo 26, Mazzo 40, Stato generale dei benefici, cappellanie, confraternite, congregazioni di carità, e ogni altra opera della provincia di Acqui (con aggiunta di beni e redditi che si trovano fuori provincia, ma legati ad istituzioni presenti nella provincia stessa), firmata dall’intendente Traffano, luglio 1753.
A.S.T., Sezioni Riunite, II Archiviazione, Capo 79, Statistica generale, nn. 4-6.
A.S.T., Sezioni Riunite, Carte topografiche e disegni, Carte topografiche serie III, Monferrato,    Mazzo 6, Carta topografica dell'Alto Monferrato, s.d. Vedi mappa.
A.S.T., Sezioni Riunite, Catasti.
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B.N.F., département Cartes et plans, GE DD-2987 (5054 B), La principauté de Piémont, les marquisats de Saluce et de Suze, les comtés de Nice et d'Ast, le Montferrat / dediée au roy par son très humble, très obéissant, très fidèle sujet et serviteur H. Jaillot, géographe de sa Majesté, [chez l'auteur] (A Paris), 1695 [Jaillot, Alexis-Hubert (1632?-1712). Cartographe]. Vedi mappa.
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B.N.F., département Cartes et plans, GE D-14265, Carte Topographique du Département de Montenotte / Rédigée par les soins de Mr le Comte de Chabrol Prefet. Echelle de 10. 000 Metres [=Om. 050 ; 1 : 200 000 ] ; Dessinée par Cecchi, géographe, s.n. 1806-1812 [Autore del testo: Chabrol de Volvic, Gilbert de (1773-1843); autore:Cecchi (17..-18..?; géographe)].  Vedi mappa.
B.N.F., département Cartes et plans, GE D-15141, Carte des provinces de Savone, d'Oneille, d'Acqui et d'une partie de la province de Mondovi formant l'ancien département de Montenotte / dressée par les soins de M. le Cte de Chabrol de Volvic, s.n., 1822 [Autore del testo: Chabrol de Volvic, Gilbert de (1773-1843) ]. Vedi mappa.
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Descrizione Comune

Castel Rocchero

     I dati ISTAT, a partire dal 1861, testimoniano un aumento della popolazione fino al 1936, passando da 617 abitanti a 875, e poi una veloce diminuzione fino ai 464 abitanti del 1991. La categoria di analisi della frazione cambia nel corso dei censimenti: pertanto i dati riguardanti gli spostamenti della popolazione nelle frazioni sono soggetti a questo problema teorico. Le frazioni – Caciau e Vallegra – sono indicate solo a partire dal dopoguerra e presentano un numero di abitanti lievemente decrescente fino al 1991.
     Le fonti di età moderna ci forniscono altre informazioni relative alla popolazione e alle dimensioni dei beni comuni. In una relazione fiscale del Seicento sono indicati 164 abitanti (“anime”), su 1233.1.2 moggia di terra registrate, con 94 moggia “feudali” [A.S.T., Corte, Monferrato, Materie economiche e feudali, Mazzo19]. Nel secolo XVIII, la popolazione censita risulta essere di 500 unità circa, con una lieve flessione nella seconda metà del secolo, come risulta anche dai dati raccolti da Chabrol de Volvic [AST, Sezioni Riunite, I Archiviazione, tributi del Monferrato, Mazzo 1]: gli abitanti sono 500 nel 1717, 426 nel 1750, 427 nel 1751, 425 nel 1752. I dati ottocenteschi riportati da Casalis e Chabrol attestavano una popolazione di 502 abitanti [Casalis 1837, p. 223[ e di 406 [Chabrol de Volvic 1824, p. 310].
     Le visite fiscali del Seicento e quelle del Settecento permettono una ulteriore gamma di dati sul territorio di Castel Rocchero. In una relazione del 1753, Castel Rocchero viene descritto come una comunità di 90 fuochi, infeudato al conte Beltrami di Acqui, situato in cima a una collina di mediocre qualità. Vi sono tre telai di tela da canapa. Il consiglio è composto di 12 soggetti, cioè 2 consoli e 10 consiglieri, che escono 3 ogni anno, e i subentranti vengono nominati dai consoli, che sono eletti dal corpo. Non vi sono stabilimenti. Ha 2 segretari associati. L’archivio consiste in una cassa con una sola chiave e senza inventario (si ordina di fare due chiavi e un inventario). Il catasto fatto con misura del 1690 è confuso. Non vi è esito di vettovaglie, “perché vi sono molti forensi possessori e fanno condurre alle loro case”, quindi vi è emigrazione stagionale (Alessandrino e Lomellina). Dei confini attuali non è menzionato Castelletto Molina. Il fumante concorre per un terzo alle caserme “e parte dei locali”, il resto a registro con distinzione del forense. Il territorio è di moggia 1542 compresi gli immuni (coltive 600, prati 100, vigneti 500, bosco 200, castagneti 100, gerbido 50, feudali e immuni 180) [Relazione 1753 ]
     La comunità di Castel Rocchero gravita attorno al centro di Casale evitando Acqui per via delle controversie incorse per l’uso dei boschi. È attestata ancora nel 1743 una rappresentanza di Castel Rocchero a Casale che, nel 1719, vanta esenzioni per la comunità relativamente ad alcuni carichi.
     Nella relazione parrocchiale del 1786 la chiesa della Santissima Annunziata viene descritta diroccata e senza patrono. Anche la chiesa di Santa Margherita è profanata e non più utilizzata, anche se viene mantenuto e riconosciuto il giuspatronato dei marchesi. L’unica chiesa censita in grado di soddisfare le pratiche devozionali dei circa quattrocento fedeli di Castel Rocchero, oltre alla parrocchia, è quella di Sant'Antonio Abbate, usata anche come cimitero. È evidente che il centro cultuale è nella chiesa parrocchiale.
     Nel 1819, oltre alla chiesa parrocchiale, verranno censite solo tre chiese: Sant'Antonio Abate, San Sebastiano e Santa Margherita Martire. Le suppellettili delle chiese si trasportano dalla parrocchiale, non vengono celebrate funzioni autonome. Il cimitero è ora sospeso, nonostante sia riconosciuto nel luogo tradizionale fuori dalle mura, e le sepolture vengono accolte dalla chiesa di Sant'Antonio dei disciplinanti.
     Tra il 1819 e il 1838 viene citato un convento di barnabiti, che non compare più nei documenti a partire dal 1838. Nella relazione del 1786 il parroco attestava la totale assenza sul territorio parrocchiale di frati, monasteri o conventi.
     Alcune informazioni sulle presenze ecclesiastiche e sulla consistenza del loro patrimonio è leggibile nella relazione del Petitti [A.S.T., Sezioni Riunite, II Archiviazione, Capo 26, Mazzo 37, Relazione generale dell’operato dal commendatore Petitti in dipendenza del Regio Editto delli 24 giugno 1728 concernente li beni posseduti dalli ecclesiastici e luoghi pii nel Ducato di Monferrato]. Vengono censiti i beni dei Padri Barnabiti del collegio di San Paolo di Acqui (51 moggia più 81), i beni della parrocchia del luogo (22 moggia più 23), e i pochi beni della parrocchia del Moirano, posta sui confini di Acqui.
     Nella relazione del Traffano si hanno simili valori con l’aggiunta di piccole porzioni nel territorio in Alice e Fontanile [A.S.T., Sezioni Riunite, II Archiviazione, Capo 26, Mazzo 40, Stato generale dei benefici, cappellanie, confraternite, congregazioni di carità, e ogni altra opera della provincia di Acqui (con aggiunta di beni e redditi che si trovano fuori provincia, ma legati a istituzioni presenti nella provincia stessa), firmata dall’intendente Traffano, luglio 1753; vd. anche schede Alice Bel Colle e Fontanile].