Benevello

AutoriOlivieri, Antonio
Anno Compilazione1996
Anno RevisioneVERSIONE PROVVISORIA
Provincia
Cuneo.
Area storica
(In montana Ligurìae) Langhe.
Abitanti
419 (13° censimento).
Estensione
5,44 km2 (13° censimento).
Confini
Rodello, Diano d’Alba, Alba, Borgomale (per un lungo tratto da nord a est), Lequio Berria (tramite il torrente Berria) (cfr. carta allegata in fondo al fascicolo del 13° censimento e carta IGM citata in bibliogr.)
Frazioni
Manera ('località abitata' diversa dal capoluogo secondo il 13° censimento).
Toponimo storico
Attestato nella forma Benevellus.
Diocesi
Alba (dal medioevo senza interruzione sino al riassetto circoscrizionale diocesano del 1817, cui fu data occasione dalla creazione della diocesi di Cuneo).
Pieve
Non individuata.
Altre Presenze Ecclesiastiche
La chiesa parrocchiale è intitolata a S. Secondo martire; nel territorio di Benevello si hanno 4 oratori: quello di S. Rocco dei disciplinati; la cappella dell'Annunziata a poco meno di un km dal villaggio; quello di S. Pietro in vincoli presso il cimitero, poco distante da Benevello, che un tempo era la chiesa parrocchiale; la cappella di S. Luigi Gonzaga della famiglia Bonelli (CASALIS, II vol., pp. 240-241). Nel medioevo si ebbe in Benevello un priorato femminile, di cui è ignoto il titolo, unito nel 1188 al monastero di S. Antonio di Dronero (femm. cistercensi) (NADA PATRONE 1966).
Sarebbe interessante, dal punto di vista della storia del territorio comunale, studiare le vicende della concorrenza tra l'antica chiesa parrocchiale legata al cimitero posta fuori dal concentrico, S. Pietro in vincoli, e la chiesa di S. Secondo martire, divenuta parrocchiale in un decorso di tempo. Purtroppo non si dispone al momento di dati sufficienti.
Luoghi Scomparsi
Non individuati.
Comunità, origine, funzionamento
Non risultano attestazioni di una organizzazione comunitaria degli abitanti di Benevello nel medioevo.
Statuti
Non risultano.
Catasti
1665 (da una scheda della Soprintendenza archivistica del Piemonte del 1969).
Ordinati
1682 sgg. (da una scheda della Soprintendenza archivistica del Piemonte del 1969).
Dipendenze nel Medioevo
Cfr. punto seguente (Feudo).
Feudo
In mancanza di informazioni di prima mano (ma vedi oltre), si offre qualche informazione tratta dal Guasco (I vol., pp. 209-210): dalla fine del secolo XII, Benevello appartenne a quel ramo aleramico detto dei marchesi del Carretto, che, tra Due e Trecento, dovettero farne oggetto di un feudo oblato (donazione e ripresa in feudo) con il conte di Savoia. Nel settembre del 1323 ne vendettero poi una parte ai Falletti di Alba (un Falletti nel 1536 se ne intitolò conte). Nel 1541 Carlo V tolse il feudo ad Antonio Falletti, perché aveva lasciato le sue truppe per la Francia, e lo diede al suo generale Antonio de Sande (si trattava quindi di un feudo imperiale). Intanto il feudo si era frazionato: un dodicesimo di esso passò dai del Carretto a un Giovanni Anzario (1484), quindi ai Falletti a fine Cinquecento, per essere poi devoluto ai Savoia, che ne investirono un conte Scozia di Murisengo. Dagli Scozia venne venduto al duca di Mantova Ferdinando Gonzaga (1620), che ne infeudò un monsignor Vincenzo Zuccone.
Con il trattato di Cherasco, il feudo passò sotto il controllo dei Savoia, che lo infeudarono a un Prandi di Alba (1655), il quale, nel 1670, ne vendette la metà a Cesare Agostino della Chiesa (cfr. oltre).
Nel maggio 1617, Carlo Emanuele I dona al conte del Bestagno Prato di Monferrato, consigliere di Stato, provveditore generale dei forti, vicario e governatore di Chieri -- per ricompensarlo dei servizi e dei danni patiti per l'usurpazione del suo contado del Bestagno da parte degli Spagnoli -- gli dona, si diceva, i castelli e luoghi di Parno, Montelupo, Borgomale e Benevello sotto il titolo di contado, prima e seconda cognizione, ecc. e i redditi del sale dei detti luoghi altre volte dovuti al duca di Mantova (AST, Camerale, Patenti controllo finanze, 1617 in 18, fol. 32). L'efficacia di investiture come queste è tuttavia difficile da valutare, se, come sembra, Borgomale e Benevello passarono definitivamente ai Savoia solo con il trattato di Cherasco del 1630 (GUASCO, pp, 209-10). D'altra parte, una patente di Carlo Emanuele II del marzo 1670 (AST, Camerale, Patenti controllo finanze, 1699 in 70, ibi. 166) concedeva al conte Cesare Agostino della Chiesa il beneplacito per l'acquisto fatto della terza parte del feudo, giurisdizione, ecc. di Benevello, nonostante ogni ostacolo che potesse derivare a questo acquisto dal fatto che il della Chiesa stava per assumere la carica di comandante sabaudo di Alba (Benevello era nella prov. di Alba).
Mutamenti di distrettuazione
Non risultano. Benevello fa parte fa parte della Comunità Montana Alta Langa di Bossolasco.

 

Comunanze
La scheda relativa a Benevello disponibile presso il C.U.C., formata con dati raccolti nella relazione del perito tecnico datata al novembre 1934 (il primo decreto commissariale di assegnazione dei beni comuni di Benevello a categoria è del dicembre 1934), consiste in un elenco di soli 2 appezzamenti estesi complessivamente 2.684.000 mq. Si tratta di due prati posti nel concentrico dell’ abitato. La relazione del perito tecnico, già citata, enumera un terzo appczzamento, adibito a cimitero, esteso 422.000 mq, sito in regione Vigne.
Liti Territoriali
Non risultano.

 

Fonti
A.C.B. (Archivio Storico del Comune di Benevello).
A.S.T. (Archivio di Stato di Torino).
A.S.T., Carte topografiche e disegni, Carte topografiche segrete, Borgonio B 5 Nero, Mazzo 1, v. immagine 2 ("CARTA / DEL / BURGOGNO"). Borgonio (Ingegnere) [Stagnon 1772] Carta corografica degli Stati di terraferma di S.M. il Re di Sardegna. Copie 2 una in fol. 17, compresa la tabella di riunione; colla divisione per governi e la seconda composta di fol. 16 colla divisione della Provincia ed un'altra copia in 4 fol. (Manca la copia composta di fogli 16). Sul verso: "Piemonte". L'originale seicentesco dal titolo "Carta generale de' Stati di Sua Altezza Reale" fu disegnato da Tommaso Borgonio ed inciso da Giovanni Maria Belgrano. Per l'edizione settecentesca qui conservata vennero aggiunti alcuni fogli raffiguranti i paesi di nuovo acquisto incisi da Stagnone su disegni di Castellino, Galletti e Boasso e vennero anche apportate alcune modifiche ai fogli disegnati dal Borgonio. Cfr. anche Carte Topografiche per A e B, PIEMONTE, n. 23 e Carte Topografiche Segrete, BORGONIO B 1 nero. (Data: [1772]) [Autore incisioni:(Giacomo Stagnon/ Stagnone)]. Vedi mappa.
Bibliografia
Carte IGM: 81-IV-NE (Castino).
- Dizionario. Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Torino 1990.
- GUASCO: F. GUASCO, Dizionario feudale degli antichi stati sardi e della Lombardia (dall'epoca carolingia ai nostri tempi), 3 voll., Pinerolo 1911(B.S.S.S. 54).
- 9° censimento: ISTITUTO NAZIONALE DI STATISTICA, 9° censimento generale della popolazione, 4 novembre 1951, Roma.
- 12° censimento: ISTITUTO NAZIONALE DI STATISTICA, 12° censimento generale della popolazione, 25 ottobre 1981, Roma 1986.
- 13° censimento: ISTITUTO NAZIONALE DI STATISTICA, 13° censimento generale della popolazione e delle abitazioni, 20 ottobre 199L Fascicolo provinciale Cuneo, Roma 1994.
- A. NADA PATRONE, / centri monastici ne ir Italia occidentale (Repertorio per i secoli VII-XIIIj, in Monasteri in alta Italia dopo le invasioni saracene e magiare (sec. X-XHI), Relazioni e comunicazioni presentate al XXXII Congresso storico subalpino (Pinerolo 6-9 sett. 1964), Torino 1966, pp. 631-794.
Descrizione Comune
Benevello
     Il censimento del 1991 presenta un'unica 'località abitata' diversa dal capoluogo: Manera. Stessa cosa per il censimento di dieci anni prima, che presentava una popolazione residente complessiva del comune di 366 abitanti, ripartiti in 108 al capoluogo, 74 a Manera e ben 184 in case sparse. Il censimento del 1951 (489 abitanti in complesso) elenca invece, oltre al capoluogo (115 ab,), Manera (42), Grimalda (19), Montrucchi (25). Ben 288 abitanti risultavano, nel 1951, risiedere in case sparse, pari al 58,9 %. Altissima quindi la dispersione insediativa, superiore al 50% sia nel 1951 sia nel 1981, che mostra un capoluogo caratterizzato, come è probabile, da una forte tradizione di centro amministrativo di una popolazione dispersa sul territorio.
     Questa dispersione insediativa, non si saprebbe dire quanto tradizionale del territorio di Benevello, se potesse venire confermata anche per i secoli anteriori al nostro, acquisterebbe una diversa dimensione se posta accanto a un altro dato rilevante. L'antica parrocchiale infatti, a detta del Casalis (cfr. sopra, altra dipendenza ecclesiastica), non era quella di S. Secondo, posta nel concentrico, ma quella di S. Pietro in vincoli, dotata di cimitero e posta a poca distanza da Benevello. La funzione cimiteriale che quest'ultima chiesa continuò ad avere, anche dopo la sua degradazione a cappella campestre, mostra forse un persistere di tensioni territoriali riconducibili a uno schema centro-periferia. La stessa cappella dell'Annunziata, detta della Madonna di Langa, che si indovina dotata di una rilevante capacità di attrarre devozioni, appartenente prò tempore al parroco al tempo del Casalis, distante poco meno di un km da Benevello, contribuisce a disegnare un quadro interessante di tensioni che si intersecano sul territorio.