Autori | Olivieri, Antonio |
Anno Compilazione | 1996 |
Provincia | Cuneo
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Area storica | Alta Langa.
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Abitanti | 381 (ISTAT 1991).
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Estensione | 10,45 kmq (ISTAT 1991).
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Confini | A nord Serralunga d’Alba e Sinio, a est Cerretto Langhe, a sud-est Sarravalle Langhe, a sud Cissone, a sud-ovest Dogliani, a ovest Monforte d’Alba.
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Frazioni | Castepomo («località abitata» diversa dal capoluogo secondo il censimento del 1991).
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Toponimo storico | Il toponimo è attestato nelle forme «Rodinus» nel 1077 come «locus et fundus». In un documento del 1235 si ha l’attestazione «castrum et villa Rodini».
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Diocesi | Alba (a partire dalla riforma dell’assetto circoscrizionale diocesano che si ebbe con la creazione della diocesi di Cuneo nel 1817). Nel medioevo Roddino aveva fatto parte della diocesi di Alba. Con la costituzione della diocesi di Saluzzo (1511), alcune isole di territorio interne alla diocesi di Alba, evidentemente sotto il controllo politico del marchesato di Saluzzo, vennero annesse al territorio diocesano di Saluzzo, formando delle isole diocesane: tra esse una delle più rilevanti è quella di Dogliani, che comprende anche Roddino e Cissone (si vedano le schede dedicate a Dogliani e Cissone). Nel 1803 un decreto del governo francese riordinò l’assetto territoriale delle diocesi subalpine: la Sede Apostolica, nell’età della Restaurazione, pur abolendo la riforma francese, non restaurò lo status quo ante, ma, cogliendo l’occasione della formazione della diocesi di Cuneo, procedette a una generale razionalizzazione dei profili territoriali diocesani della zona (Atlante storico 1973; Dao 1965, pp. 265-273).
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Pieve | Non individuata.
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Altre Presenze Ecclesiastiche | La chiesa parrocchiale è intitolata a S. Margherita. Casalis aggiunge notizie sull’esistenza di una chiesa di Disciplinati e di cinque oratori campestri (Casalis 1847, pp. 547-48).
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Assetto Insediativo | |
Luoghi Scomparsi | Non individuati.
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Comunità, origine, funzionamento | Non individuati.
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Statuti | Non attestati.
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Catasti | 1731 (un registro), 1795-1816 (un registro) (dati tratti da scheda del 1960 presso la Soprintendenza archivistica del Piemonte).
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Ordinati | Nessuna notizia; sono tuttavia andate perdute per cause belliche circa 200 unità archivistiche, comprendenti tutto il materiale anteriore al 1731 (dati tratti da scheda del 1960 presso la Soprintendenza archivistica del Piemonte).
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Dipendenze nel Medioevo | Secondo Guasco, Roddino sarebbe stata una dipendenza dei Saluzzo per tutto il corso del medioevo (Guasco 1911, pp. 1375-6).
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Feudo | Nel settembre 1590, Carlo Emanuele I donò a Michele Antonio di Saluzzo signore della Manta il luogo di Cissone, metà di Roddino e metà di Belvedere, che erano stati incamerati dai Savoia in seguito alla morte di Paolo di Saluzzo senza legittimi successori. I detti feudi vennero eretti in contado, con conferma al signore della Manta delle altre concessioni regie (AST, Camera dei Conti, Patenti controllo finanze, 1591 m. 93, f. 28).
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Mutamenti di distrettuazione | Il complesso mosaico dei poteri che, a partire dalla fine del XII secolo, furono interessati alla zona delle Langhe in cui si trovava Roddino, vide in una posizione costante di superiorità il comune di Asti, che, se non disponeva di un controllo diretto sulla zona, era comunque in grado di esercitare una salda egemonia sulle forze in campo: che furono i marchesi di Savona alla fine del XII secolo e poi stabilmente, a partire almeno dagli anni Venti del Duecento, i marchesi di Saluzzo. La circostanza che Roddino, con la creazione della diocesi di Saluzzo al principio del Cinquecento, ne costituì, insieme a Dogliani e Cissone, un’isola all’interno del territorio diocesano albese è un elemento sufficiente a sostenere, pur non disponendo di documentazione diretta, di una dipendenza di Roddino dal marchesato di Saluzzo. La patente di Carlo Emanuele I del 1590 citata sopra (cfr. il lemma ‘Feudo’) attesta poi chiaramente che Roddino, insieme ad altri luoghi delle Langhe, era stata in precedenza controllata da Paolo di Saluzzo, appartenente a un ramo cadetto della stirpe marchionale.
Con la fine del marchesato di Saluzzo, al principio del Seicento, Roddino venne compresa, all’interno dell’ordinamento provinciale sabaudo, nella costituita provincia di Saluzzo. Successivamente le località di quest’area furono inserite nelle provincie di Alba e di Mondovì.
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Mutamenti Territoriali | Nel giugno del 1927 – in seguito all’emanazione della legge che prevedeva accorpamenti e scorpori dei tenitori comunali, intesi a razionalizzare la gestione amministrativa dei comuni, al di là delle specifiche tradizioni storiche di indipendenza o dipendenza istituzionale e territoriale – il comune di Dogliani inviava alla Deputazione provinciale di Cuneo una relazione del suo podestà. Con essa il funzionario tracciava un quadro di Dogliani e della zona immediatamente circostante nell’intento di dimostrare l’opportunità di annettere cinque comuni circostanti a quello di Dogliani, per ragioni di carattere essenzialmente economico e amministrativo: facilitare i servizi pubblici, creare progresso e benessere, disporre di una maggiore base finanziaria per realizzare opere di utilità pubblica che giovassero ai piccoli centri, ecc. Tra i comuni da annettere era compreso quello di Cissone (cfr. la scheda dedicata a Cissone). Allo scopo di annettere a Dogliani quel territorio comunale proponeva di rettificare il confine tra i territori di Dogliani e Roddino nella zona della valle del Riavolo, «in cui i due territori con incomprensibile motivo prolungano due propaggini con evidente danno dei servizi» (Archivio storico della Provincia di Cuneo; cfr. la scheda dedicata a Dogliani). La proposta, per quanto se ne sa, non ebbe seguito.
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Comunanze | La scheda relativa a Roddino disponibile presso il CLUC, formata con dati raccolti nel corso di sopralluoghi effettuati per conto del Commissariato tra la fine degli anni Venti e i primi anni Trenta (il primo decreto commissariale di assegnazione dei beni comuni di Roddino a categoria è del febbraio 1934) consiste in un elenco di 34 appezzamenti estesi complessivamente 20.505.000 mq. Si tratta di 23 appezzamenti di incolto (per un totale di 12.571.000 mq), 3 a pascolo (1.565.000 mq), 7 appezzamenti a bosco (3.635.000 mq) e un appezzamento di seminativo (2.734.000 mq). Ben 17 appezzamenti si trovano in località Cerretto, 4 in località Lovazzolo e 4 in località Ruvia. Se ne trovano poi, per esempio, due presso la cascina Porina o Purina e uno preso la cascina Gattasso. Il sindaco di Roddino, con due lettere raccolte nell’incartamento relativo a Roddino conservato presso il CLUC, una del novembre 1925 e una del gennaio successivo, dichiarava come uso civico l’estrazione della rena dal torrente Riavolo a sud-est del paese (novembre 1925), dichiarando che le acque del torrente erano pubbliche per tutto il suo corso entro il territorio comunale e che l’estrazione del materiale di fabbricazione era comunque cosa di poco conto; l’accesso al torrente non era garantito da un uso di passo, ma occorreva chiedere il permesso ai proprietari dei fondi che si dovevano attraversare (gennaio 1926).
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Liti Territoriali | Non attestate.
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A.C.R. (Archivio Storico del Comune di Roddino) A.S.T. (Archivio di Stato di Torino). A.S.T., Camera dei Conti, Patenti controllo finanze, 1591 m. 93, f. 28. | |
Bibliografia | Casalis G., Dizionario storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, Torino 1847, vol. XVI.
Dao E., La Chiesa nel Saluzzese fino alla costituzione della diocesi di Saluzzo (1511), Saluzzo 1965.
Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Torino 1990.
Guasco F., Dizionario feudale degli antichi stati sardi e della Lombardia (dall’epoca carolingia ai nostri tempi), Pinerolo 1911, 3 voll. (BSSS 54).
Istituto Geografico Militare, Firenze, tavoletta n. 81-IV-SO, Bossolasco.
Istituto Geografico Militare, Firenze, tavoletta n. 81-IV-NO, Monforte d’Alba.
Istituto Nazionale di Statistica, 9° censimento generale della popolazione, 4 novembre 1951, Roma 1954.
Istituto Nazionale di Statistica, 12° censimento generale della popolazione, 25 ottobre 1981, Roma 1986.
Istituto Nazionale di Statistica, 13° censimento generale della popolazione e delle abitazioni, 20 ottobre 1991. Fascicolo provinciale Cuneo, Roma 1994.
Olivieri D., Dizionario di toponomastica piemontese, Brescia 1965.
Società per gli Studi storici, archeologici ed artistici della Provincia di Cuneo, Atlante storico della provincia di Cuneo, Cuneo 1973.
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Descrizione Comune | Roddino
Si accennerà qui brevemente alla questione delle frazioni, traendo elementi di riflessione da tre diversi censimenti. Si è visto (cfr. il lemma ‘Frazioni’) che il censimento del 1991 indicava come unica località abitata diversa dal capoluogo Castepomo. Quarant’anni prima il 9° censimento attestava una situazione di questo tipo: un territorio, quello di Roddino, diviso in due zone differenti. La prima, con 724 abitanti, gravitante su Roddino e costituita da Roddino (208 ab.), Conno (85 ab.), Noè (105 ab.) e da case sparse (326 ab.); la seconda assegnata a Castepomo, zona che il censimento diceva gravitante su Sinio, costituita da Castepomo (67 ab.) e Sappa (28 ab.), divisa a sua volta con Sinio. L’intera zona di Castepomo totalizzava, compresi gli abitanti in case sparse, 112 abitanti. Una situazione abbastanza complessa quindi: un territorio in cui potevano essere individuate due zone nettamente distinte, facenti riferimento a due diversi centri, uno dei quali gravitante sul territorio di un comune contermine, con il quale divideva anche una frazione. Trent’anni dopo, con il censimento del 1981, la situazione era simile, dal punto di vista almeno dei luoghi abitati censiti e delle zone a cui facevano riferimento: Castepomo, composto ora però dal solo Castepomo e case sparse (la frazione Sappa, nel 1951 divisa con Sinio, era scomparsa); Roddino composto da Roddino, Conni, Lopiano, Noè, Villaro e case sparse, con due frazioni in più, quindi, rispetto al 1951. La situazione demografica era però drasticamente mutata. La popolazione complessiva (Roddino e Castepomo) era passata da 836 a 413, con una perdita del 50,6 per cento degli abitanti. La zona di Castepomo da 112 abitanti era passata a 39 (- 65,2 per cento), quella di Roddino da 724 a 374 (- 48,3 per cento). Nel 1991 la situazione demografica risultava ancora più indebolita: da 413 abitanti complessivi nel 1981 si era passati a 381 con una ulteriore perdita del 7,7 per cento. Inoltre il censimento del 1991 cessava di segnalare quella sorta di dualismo insediativo di cui s’è parlato. La complessità insediativa di un territorio, la situazione di tensione che poteva eventualmente sussistere in ragione del confronto tra diversi gruppi umani distribuiti nella medesima circoscrizione comunale o anche in circoscrizioni diverse (si ricordi della frazione Sappa e del gravitare di Castepomo su Sinio secondo il censimento del 1951) venivano brutalmente semplificate da un grave depauperamento demografico che, in un quarantennio, conduceva alla perdita del 54,4 per cento della popolazione residente.
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