Autori | Angelini, Massimo |
Anno Compilazione | 1996 |
Anno Revisione | VERSIONE PROVVISORIA |
Provincia | Cuneo.
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Area storica | Monferrato.
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Abitanti | 235 al censimento del 1991.
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Estensione | 362 [SITA] ettari al censimento del 1991.
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Confini | In senso N-E-S-O : Santo Stefano Belbo, Cessano Belbo, Mango.
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Frazioni |
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Toponimo storico | Camum e, in un diploma datato 1001, Camulum [Casalis 1836]; forse da un antroponimo Camus [Olivieri 1965, p. 109; Dizionario 1990,p. 122].
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Diocesi | Camo appartiene alla diocesi di Alba.
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Pieve | Non compare nel Registrum del 1325 [CONTERNO 1979].
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Altre Presenze Ecclesiastiche | L’attuale parrocchiale, intitolata a San Pietro in Vincoli, è stata costruita nel 1939, sulle rovine della precedente, riconosciuta pericolante e interdetta al culto cinque anni prima. Le notizie sulla chiesa di Camo non permettono di retrocedere oltre il 1604. La giurisdizione della parrocchia fu estesa nel 1644 alle frazioni di Dornere e Valdivilla : quest' ultima ritornò sotto Santo Stefano Belbo nel 1838.
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Assetto Insediativo |
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Luoghi Scomparsi |
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Comunità, origine, funzionamento | Ricaviamo le prime notizie sulla comunità da un memoriale, nel quale si racconta che gli uomini di Camo nel 1575 chiesero il riconoscimento di una copia degli statuti medievali, l’originale essendo andato perduto nel 1558, in seguito alla distruzione del paese per mano delle truppe spagnole [AST, Monferrato Feudi, mz. 10].
Non sono state rinvenute testimonianze sull' organizzazione della comunità, le cariche e le forme di gestione e partecipazione che ne regolavano la vita politica e amministrativa. |
Statuti | Nel 1575 esisteva una copia degli statuti medievali, distrutti nel 1558, conservata dal maestro Pietro Paulo da Morano [cfr. supra].
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Catasti | Registro della Magnifica Comunità di Camoli dove sono descritti et alibratti tutti li particolari posidenti beni tenutti et obligatti al pagamento de carighi, del 1720, conservato nell' archivio storico comunale. Gli altri registri dei catasti compilati tra il 1673 e 1766 e il Catasto particolare dei beni di Valdivilla e Dornere (1793-1795), sono andati perduti [BIANCHI 1881,270].
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Ordinati | Non ne sono rimasti : un rilevamento del 1881 segnala l’esistenza della serie dal 1680 al 1800, ora andata perduta [BIANCHI 1881, 248].
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Dipendenze nel Medioevo | Al termine del secolo X, le terre di Camo fanno parte della Marca aleramica; un secolo più tardi sono comprese nei possedimenti di Bonifacio del Vasto, che le include nella contea di Loreto e, nel 1125, le trasmette al figlio Ottone.
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Feudo | Nel 1148, Ottone, figlio di Bonifacio del Vasto, conte di Loreto, con atto di sottomissione cede il dominio di Camo alla città di Asti, ottenendone l’investitura. Alla morte di Ottone, il feudo passa al fratello Bonifacio, marchese di Cortemilia - con la conferma della sottomissione ad Asti (1188) - che, poco prima del 1190, lo trasmette indiviso ai figli Berengario I e Manfredo I Lancia, marchesi di Busca, e Bonifacio I, marchese di Clavesana.
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Mutamenti di distrettuazione | Nel 1631 Camo entra nei domini dello Stato sabaudo; nel 1635 risulta aggregata alla provincia di Mondovì; compresa nel dipartimento di Montenotte durante il periodo napoleonico. Sotto il Regno di Sardegna dipende dal mandamento di Santo Stefano Belbo e dalla provincia di Alba; entra a fare parte della provincia di Cuneo dopo l'Unità.
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Mutamenti Territoriali | [A.S.T., Inventario n. 176.3 - PAESI - Paesi in genere per province, Paesi in genere per provincia volume 3°, Provincia di Saluzzo, Mazzo 85, Fascicolo 13, SOPPRESSIONE dei Comuni di popolazione inferiore alle 200 anime nel Circondario di Saluzzo. Riunione di Bergolo a Torre Bormida, Camo a S.to Stefano Belbo, Castelletto Monforte a Perno. (1845)].
Nel 1901, alla sua ricostituzione in comune autonomo, la frazione Dornere (97 residenti in quell’ anno) [D.G.S.R. 1907] viene staccata da Santo Stefano Belbo e assegnata a Camo [Regio Decreto 24.2.1901, n. 106].
Tra il 1928 e il 1947 l'intero territorio entra a fare parte del Comune di Santo Stefano Belbo.
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Comunanze | Nella scheda del C.U.C è registrata una sola particella (f. catastale 2:94) di 250.000 mq. in loc. Centro, assegnata a Santo Stefano Belbo. L’Elenco dei terreni appartenenti al Demanio Comunale di Santo Stefano, preparato nel 1932, segnala tre particelle dell' ex-comune di Camo per complessivi 1.634 mq., situate nel centro del paese e adibite a piazza pubblica.
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Liti Territoriali | Sono note le sole vertenze riguardanti la frazione di Dornere [A.C.S., Scritture relative alla lite promossa dalla Comunità nanti la Regia Camera dei Conti contro i feudatari ed altri possessori dei beni enfiteutici di Valdivilla e Dornere, 1703-1800; vd. anche scheda Santo Stefano Belbo].
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A.C.C. (Archivio Storico del Comune di Camo).
L' archivio storico comunale è in gran parte perduto. Dei documenti trasferiti nel 1929 a Santo Stefano Belbo sono stati restituiti, dopo il 1947, solo un registro del 1720 [infra] e i registri di stato civile dal 1866. Secondo una testimonianza orale, la parte di documenti rimasta a Camo è stata consumata dai partigiani, come combustibile da riscaldamento, nel 1943 [Scheda della Soprintendenza archivistica, 1971] : i manoscritti più antichi risalivano al 1680 e tra essi risultavano anche registri di misure territoriali e libri dei trasporti. A.C.S. (Archivio Storico del Comune di Santo Stefano Belbo).
A.C.S., Scritture relative alla lite promossa dalla Comunità nanti la Regia Camera dei Conti contro i feudatari ed altri possessori dei beni enfiteutici di Valdivilla e Dornere, 1703-1800. | |
Bibliografia | N. BIANCHI, Le carte degli archivi piemontesi, Torino 1881.
D. BOSCA, Camo, paese d.o.c., Camo 1985. G. CASALIS,Dizionario geografico storico statistico commerciale degli stati di S. M. il Re di Sardegna, voi. III, Torino 1836. G. CONTERNO, Pievi e chiese dell antica diocesi di Alba, «Bollettino della Società per gli Studi S.A.A. della Provincia di Cuneo», 1979. L. DE BARTOLOMEIS, Notizie topografiche e statistiche sugli Stati Sardi, Torino 1847, II, vol. IV. Direzione Generale della Statistica del Regno, Dizionario dei Comuni e frazioni di Comune secondo il censimento generale della popolazione al 10 febbraio 1901 (con le variazioni accertate fino al 31 dicembre 1906), Roma 1907. Dizionario di Toponomastica. I nomi geografici italiani, Torino 1990. F. GUASCO, Dizionario Feudale degli Antichi Stati Sardi e della Lombardia, Pinerolo 1911. ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica), XIII Censimento nazionale della popolazione e delle abitazioni. Popolazione legale 20.10.1991, Roma 1993. M. MESSA, Appunti per una storia parrocchiale, mss. rist. in BOSCA 985, 26-28. D. OLIVIERI, Dizionario di toponomastica piemontese, Brescia 1965. G.B. PIO, Mango. Vicende storiche di un comune del Monferrato, 1920. C. SCHIFFO, Cenni storici su 250 comuni dlla Provincia di Cuneo, Carrù 1962. D. TESTA, Storia del Monferrato, Castello d’Annone 1979. |
Descrizione Comune | Camo
Donato Bosca, in una breve monografia voluta nel 1985 dall' Amministrazione comunale, definisce Camo "paese meteorite", per sottolineare la particolare scarsità di documenti sulla storia del comune, considerato quasi «un corpo estraneo alla Langa, depositato sulle nostre colline per virtù di sortilegi o di strane alchimie celesti, senza un passato, senza memoria» [BOSCA 1985, 3]. Dall’incendio del paese appiccato nel 1558 per mano delle truppe spagnole, alla distruzione dell' archivio comunale avvenuta negli anni di Salò, le tracce del passato di questa piccola comunità sono state periodicamente e definitivamente distrutte.
Sulla scorta di un documento datato 1001, Casalis scrive che 1'imperatore Ottone III confermò Camulum, insieme ad altri possedimenti situati nel contado di Alba, al marchese Olderico Manfredi [CASALIS 1836, 361]. Certamente, nel secolo successivo Camo viene occupata da Bonifacio, marchese del Vasto, e, in seguito, infeudata ai marchesi di Busca. Assoggettata dai marchesi del Monferrato nel 1324, Camo, con il Trattato di Cherasco del 1631, è ceduta ai Savoia, che la concedono in feudo ai signori Gambarana (1633), Cigliuto (1679), Beccaria-Incisa (1792) [CASALIS 1836; GUASCO 1911; TESTA 1979]. Le poche notizie recuperabili sulla comunità locale restano nel fondo parrocchiale del paese e in quelli delle parrocchie circostanti. Neppure le notizie sulla chiesa di Camo permettono di retrocedere oltre il 1604; il documento più antico conservato nell’archivio parrocchiale è Il Libro degli atti di morte dell' anno 1669. La parrocchiale di "San Pietro in Vincoli", sulla cui fondazione non è stata rinvenuta traccia, fu riconosciuta pericolante e interdetta al culto nel 1934, quindi demolita e completamente ricostruita nel 1939. In questi anni sono segnalate tensioni fra l’ autorità civile e quella religiosa in merito alla proprietà del terreno su cui sorgeva la chiesa, e fra coloro che sostenevano l’ opportunità del suo restauro e coloro che ne invocavano la ricostruzione [BOSCA 1985, 30-31]. Per il resto, non risultano conflitti sui beni comuni. Differentemente da altre comunità circostanti, i confini di Camo hanno subito nel tempo numerose ridefinizioni, soprattutto per quanto riguarda le due frazioni di Dornere (a ovest) e Valdivilla (a nord-est), di volta in volta attribuite alla giurisdizione parrocchiale o amministrativa del piccolo comune e fatte gravitare sul vicino influente centro di Santo Stefano Belbo. Dornere, sebbene compresa nel territorio comunale solo dal 1901, viene assegnata alla parrocchia di Camo, dal vescovo di Alba P. Brizio, nel 1644. Nello stesso anno 1644 venne accorpata anche la parrocchia della frazione Valdivilla (fino al 1838, quando verrà nuovamente staccata e riaggregata a Santo Stefano Belbo), con i cui abitanti nel 1676 il rettore di Camo, don Guglielmino Ferreroo concordò una convenzione [MESSA 1985]. Le prime notizie sulla cappella campestre di Dornere risalgono al 1779, per mano del prevosto di Camo, don Carlo Giachino, che la cita sotto il titolo dell' «Annunziata di Maria Ss.». Esiste traccia di un lungo contenzioso, iniziato nel 1868 e concluso quarant’ anni più tardi (1907), tra i rettori della cappella di Dornere e le autorità comunali di Santo Stefano, prima, e Camo, in seguito, per ottenere lìautorizzazione a spostare i festeggiamenti del 25 marzo, giorno dedicato ali' Annunziata, alla seconda domenica dopo Pasqua, il primo essendo un giorno lavorativo, nel quale «non si potrebbe né degnamente, né con molta frequenza di fede celebrare detta festa» [dal «Bollettino parrocchiale di Camo», cit. in BOSCA 1985,39]. La popolazione - poco più di 200 abitanti, quanti ne registrò Casalis nel 1836 [pag. 362] (aumentarono a 438 nel 1901 [D.G.S.R. 1907]) - è in gran parte concentrata sul colle del capoluogo e, per il resto, distribuita tutt' attorno in numerose case sparse. Il Registro della Magnifica comunità di Camoli del 1720 riporta i toponimi, molti dei quali rimasti fino a oggi, delle località in cui risiedevano gli abitanti di Camo: Goretta, Bulie, Casasse, Castelaro, Braglia, Ritana, Valle, Strinesio, Trosetto, Piane soprane, Ceretta, Lentigiaio, Piano del Monte, Acqua Crosa, Chiagia, Prati soprani, Berdo, Pianella, Morello, Albarette, San Pietro, Bricco del Trosetto, Piane, Rocha Crinera, Tane, Ceretti, Piazza, Campo della Oliva, Pezzo grosso, Costa di Ferrero, Roddino, Ronchetto, Bosco Boschone, Solito, Regione Codrò, Regione Noetto, Nosetto, Valone, Castagneti. |