Autori | Lombardini, Sandro |
Anno Compilazione | 2003 |
Provincia | Asti
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Area storica | Contado di Cocconato. Vedi mappa1. Vedi mappa 2. Vedi mappa 3. Vedi mappa 4. Vedi mappa 5. Vedi mappa 6.
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Abitanti | 230 [censimento 1991] / 309 [censimento 2001].
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Estensione | Ha. 508 [ISTAT] / ha. 547 [SITA].
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Confini | Buttigliera d'Asti, Castelnuovo Don Bosco, Cerreto d’Asti, Montafia, Passerano Marmorito.
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Frazioni | Le fonti ISTAT segnalano la presenza di un unico “centro” insediativo, che raccoglie un terzo della popolazione, con due “nuclei” che insieme ne raccolgono la metà e il restante distribuito in “case sparse”. Vedi mappa.
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Toponimo storico | Caprilius, attestato dal 1292 [Sella e Vayra 1880-1887, vol. III, doc. 1063]. In un diploma emanato dall’imperatore Federico I a Belforte nel 1164, il toponimo compare sotto la forma Craville [M.G.H., doc. 467]. Analogamente, nelle fonti in lingua italiana, fino alla prima metà del secolo XIX, accanto alla forma odierna e a una variante “Caprile”, si incontra talvolta “Craviglio”, per evidente derivazione dalla corrispondente voce dialettale [Casalis 1833-1856].
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Diocesi | Asti
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Pieve | Nel Registrum Ecclesiarum dioecesis astensis del 1345, la ecclesia Sancti Martini de Caprilio figura tra le chiese dipendenti dalla plebs de Bagnasco, con un “registro” del valore di 17 lire astesi. [Bosio 1894, p. 523]. Dopo l’istituzione dei vicariati foranei nella diocesi, avvenuta nel 1578, Capriglio appare, nei sinodi Aiazza del 1593 e Panigarola del 1605, sotto la giurisdizione del vicariato foraneo di Monale.
Nel 1805, nel quadro della riorganizzazione delle diocesi piemontesi voluta dal governo napoleonico e decretata dalla bolla di Pio VII del 1 giugno 1803, fu assegnata al vicariato di Bagnasco. Dopo la Resturazione, quando la bolla Beatri Petri, emanata dallo stesso pontefice nel 1817, tornò a operare un riassetto complessivo alle circoscrizioni diocesane subalpine, Bagnasco venne sostituita come sede vicariale da Montafia [Bosio 1894, pp. 133, 135 e 140; vd. anche schede Monale e Montafia]. |
Altre Presenze Ecclesiastiche | Ritroviamo la chiesa di San Martino presente nell’estimo del 1345 negli atti della visita apostolica Peruzzi (1585). All’epoca era la chiesa parrocchiale di Capriglio, di libera collazione del vescovo. Negli atti della visita, viene tuttavia descritta come “campestre” e situata in posizione “assai scomoda” per gli abitanti del luogo. Di conseguenza, vi si celebrava la messa solo occasionalmente e non vi si amministravano i sacramenti.
La cura d’anime effettiva era in realtà esercitata presso un’altra chiesa, dedicata a Santa Maria, anch’essa “campestre”, ma più comoda da raggiungere per i parrocchiani di Capriglio, benché anche questa apparisse in condizioni precarie. Il visitatore ordinava infatti di riedificarla interamente, in luogo più “comodo”, o almeno di provvedere alle riparazioni più urgenti, tra le quali la ricostruzione dell’unico altare, e disponeva che nel frattempo si celebrasse la messa e si dispensassero i sacramenti pressola vecchia parrocchiale [A.C.V.A., Visitatio apostolica, cc. 174v-179r (pp. 163-166) A.C.V.A., Visitatio apostolica, cc. 188r-190r]. |
Assetto Insediativo | Nel 1753, secondo quanto scriveva l’intendente di Asti, Capriglio era “luogo situato in collina, unito e non diviso in borgate” [B.R.T., Relazione generale, c. 68r]. Anche i censimenti otto- e novecenteschi non elencano unità con propria denominazione all’interno del comune, mentre classificano proporzioni assai alte di popolazione residente come “sparsa”, tra il 69 per cento e l’83 per cento circa. Una eccezione è costituita dal censimento del 1955, che pur organizzando il territorio comunale in una sola unità a livello delle “frazioni geografiche” (Capriglio), elenca all’interno di quest’ultima sei “località abitate”: Capriglio, Agagliate, Bacolla, Cecca, Giànoli e Serra. Nel 1951, inoltre, solo il 30 per cento circa della popolazione comunale risulta abitare in “case sparse”. Delle località menzionate nel censimento, le più cospicue, da un punto di vista demografico, appaiono il capoluogo e Serra, che raccolgono, rispettivamente, il 24 per cento e il 19 per cento circa dei residenti nel comune [Bordone 1977, p. 285; Informazioni 1839, p. 27; Istituto Centrale 1956; Ministero 1883 e successivi; Presidenza 1927 e successivi;].
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Luoghi Scomparsi | Non attestati.
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Comunità, origine, funzionamento | L’organizzazione e il funzionamento delle istituzioni comunitarie di Capriglio in epoca precedente al secolo XVIII è scarsamente documentata. Intorno alla metà del Settecento, il suo Consiglio ordinario era composto di tre membri [B.R.T., Relazione generale, cc. 69r-69v]. E’ ipotizzabile, per analogia con quanto è possibile riscontrare in altri luoghi compresi nel contado di Cocconato, che lo sviluppo e l’autonomia della comunità risentisse, fra il tardo Medioevo e la prima età moderna, di un rapporto fortemente asimmetrico con un organismo signorile particolarmente coeso e strutturato.
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Statuti | Mancano attestazioni [Vd. anche scheda Cocconato]. Statuto comunale attuale 2000. Vedi testo.
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Catasti | L’Archivio Storico del Comune conserva documentazione relativa alla “misura generale” del luogo, avvenuta nel quadro della Perequazione generale del Piemonte nel 1703 [A.C.C., Atti della misurazione del luogo]. Materiale catastale otto- e novecentesco è presente in A.S.A., Catasti.
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Ordinati | La serie degli ordinati conservata presso l’Archivio Storico del Comune ha inizio nel 1750 e prosegue in maniera sostanzialmente continua fino alla soppressione del Comune nel 1928 [A.C.C., Libri degli ordinati].
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Dipendenze nel Medioevo | Nel quadro della distrettuazione carolingia, il territorio corrispondente a Capriglio era probabilmente compreso nella Iudiciaria torrensis, un distretto minore di cui si hanno indizi in carte risalenti alla seconda metà del secolo IX e ai primi anni del secolo successivo e che avrebbe potuto estendersi, a nord del comitato di Asti, tra le propaggini orientali della collina torinese e la confluenza del Po e del Tanaro. In particolare, testimonianze del tardo XIII secolo riferiscono a un’area designata come Turrexana luoghi e formazioni signorili - come quelli che facevano capo alle “case” di Radicata e di Cocconato - che risultano profondamente intrecciati con la storia di Capriglio. Quest’area risulta comunque avere perso un’autonoma caratterizzazione pubblicistica già intorno alla metà del secolo X, quando fu probabilmente smembrata a favore dei comitati cittadini limitrofi di Torino, Asti e Vercelli, per divenire infine, nel secolo successivo, oggetto delle contrastanti ambizioni territoriali degli Aleramici e dei vescovi di Asti e di Vercelli [Settia 1974].
Capriglio cum suo comitatu figura tra i possessi confermati dai papi Eugenio III, Anastasio IV e Adriano IV al vescovo di Asti Anselmo, rispettivamente, nel 1153, 1154 e 1156 [Assandria 1904-1907, docc. 315-317]. Il termine “comitato” riferito a Capriglio in tali documenti non indica qui l’eredità giurisdizionale di una forma di distrettuazione pubblica, ma rimanda semplicemente (caso frequente nella prassi notarile astigiana a cavallo dei secoli XII e XIII) a un territorio su cui si esercita il complesso di diritti signorili connessi con il dominatus loci [Bordone 1975, pp. 109-111, 116-117]. Pochi anni dopo, nel 1164, lo stesso Capriglio (Craville) compare tra i castra, possessiones et villae confermati in feudo dall’imperatore Federico I al marchese Guglielmo V di Monferrato, in uno dei due diplomi indirizzatigli da Belforte il 5 ottobre 1164 [Daviso e Benedetto 1965, p. 12, nota 18; Settia 1975a, p.243]. Capriglio non risulta invece menzionato tra i domini dal marchese Guglielmo VI elencati nella carta di mutuo rilasciata all’imperatore Federico II nel 1224 [Cancian 1983]. Compare tuttavia tra i luoghi elencati nel diploma di conferma dell’investitura imperiale concesso ai marchesi di Monferrato dall’imperatore Carlo IV nel 1355 [A.S.T., Diploma dell’Imperatore Carlo IV]. |
Feudo | Diritti su Capriglio compresi nell’eredità del cardinale Uberto di Cocconato furono fatti oggetto di transazione fra i suoi eredi nel 1277 [A.S.T., Sentenza arbitram.le proferta da Bonifacio di Cocconato]. Dal primo decennio del Trecento, con progressiva regolarità, i signori di Cocconato cominciarono a unire il titolo di “conti di Radicata” al loro predicato, che presto avrebbe finito con l’identificare tutte le componenti dello hospicium (consortile) de Radicata, un’associazione giurata costituitasi dapprima tra i vari rami delle casate dei signori di Radicata e dei signori di San Sebastiano Po, della quale la prima esplicita menzione risale al 1290, ma di cui vi è forse già un indizio nel 1258.
Il consortile, quale si configurò tra i secoli XIV e XVI, controllava territori e giurisdizioni, sui quali i marchesi di Monferrato vantano antichi diritti di superiorità. Il primo riconoscimento documentato di una dipendenza vassallatica è del 1340. Il primo riconoscimento documentato di una dipendenza vassallatica, risalente al 1340, non nomina i singoli luoghi infeudati. Capriglio non compare del resto tra le località elencate nelle successive investiture del 1365, 1386 e 1399 [A.S.T., Investitura Marchese Giovanni di Monferrato (1340); A.S.T., Investitura Marchese Giovanni di Monferrato (1365); A.S.T., Investitura Marchese Teodoro di Monferrato (1386); A.S.T., Investitura Marchese Teodoro di Monferrato (1399)]. All’origine dei loro possessi, i membri del consortile dei conti di Radicata e di Cocconato vantavano una diretta dipendenza dall’Impero, e Capriglio compare in tutti i diplomi di sicura autenticità che enumerino i singoli luoghi confermati dagli imperatori al consortile, ossia in quelli di Enrico VII del 1310, di Massimiliano I del 1512, di Carlo V del 1530. E’ inoltre menzionato nell’atto di aderenza dei di Cocconato al duca di Milano del 1399, nell’atto di dedizione degli stessi al duca di Savoia del 1446 e nella successiva aderenza, da loro stipulata nel 1458 con lo stesso duca sabaudo e con il duca di Milano, contestualmente allo scioglimento del legame vassallatico stabilito con il primo. Figura, infine, nell’aderenza prestata nel 1499 al Trivulzio, in qualità di luogotenente del re di Francia a Milano [Daviso, Benedetto 1965, pp. 19-29, 131, 134, 136; A.S.T., Dedizione spontanea; A.S.T., Transonto aut.co; A.S.T., Rinovazione d’aderenza; A.S.T., Aderenza fatta da Ottobone di Passerano]. A partire dal secolo XVII, il feudo, subì, in seguito ad alienazioni, un processo di frammentazione che portò ad affiancarsi ai discendenti dei Radicati, comunque ancora detentori di quote rilevanti di giurisdizione, personaggi - talvolta eminenti, come nel caso del marchese Simiane di Pianezza, investito nel 1699, talvolta, nel corso del Settecento, di recente nobilitazione – promossi dal favore della corte sabauda [Guasco 1911; B.R.T., Relazione generale, c. 69r]. |
Mutamenti di distrettuazione | Nel 1586, il duca di Savoia Carlo Emanuele I riuscì infine a negoziare con i signori del consortile di Cocconato la sottoscrizione di una “aderenza” per i loro feudi di Brozolo, Passerano e Robella, e un condizionato riconoscimento di sovranità per Aramengo, Capriglio, Cocconato, Cocconito, Marmorito, Primeglio e Schierano. La “transazione” fu approvata dall’imperatore – nei termini che si sono visti – nel 1588 [A.S.T., Transazione… Duca Carlo Em.le I; A.S.T., Copia del Contratto fatto dal Duca Carlo Emanuele I; Vd. Feudo]. Il consolidarsi, graduale, nel corso dei primi decenni del secolo XVII, della giurisdizione sabauda su Capriglio, come sugli altri luoghi del Contado, andò di pari passo con la loro effettiva integrazione nella provincia di Asti, confermata dall’ordinamento settecentesco relativo alle intendenze, alle prefetture e alle assise dei giudici (1723, 1724, 1729, 1730 e 1749) [Cassetti 1996; Duboin 1818-1869, III, pp. 58, 72, 79, 98, 133, 160].
Anche all’interno della maglia amministrativa francese, Capriglio seguì le sorti del territorio dellia vecchia provincia di appartenenza, aggregato, senza sostanziali alterazioni, a una circoscrizione di livello dipartimentale o circondariale, avente per capoluogo Asti. Inizialmente, si trattò del dipartimento del Tanaro, creato durante il primo effimero periodo di occupazione (1799). Capriglio, insieme con altri comuni dell’area a nord ovest di Asti (Albugnano, Bagnasco, Berzano, Castelnuovo, Cinzano, Moncucco e Mondonio) colse l’occasione della fine del vecchio ordine, presentando immediatamente ricorso per entrare invece a far parte del dipartimento dell’Eridano, vale a dire optando per una gravitazione amministrativa su Torino, anziché su Asti [A.S.T., Ricorso del Comune di Castelnuovo d’Asti]. Con il ritorno dei Francesi e in seguito alla riorganizzazione amministrativa del 1805, Asti fu a capo di un circondario (arrondissement) compreso nel dipartimento di Marengo (capoluogo: Alessandria). Vedi mappa. Al termine della parentesi napoleonica, Capriglio tornò, nel 1814, a far parte della ricostituita provincia di Asti che, dopo alcune instabili riorganizzazioni mandamentali nel 1818, fu ridotta a circondario della divisione amministrativa, poi provincia di Alessandria nel 1859 [Cassetti 1996; Sturani 1995; Sturani 2001]. Lo stesso circondario di Asti venne soppresso e aggregato a quello di Alessandria nel 1927 [Istituto Centrale 1927, p. 1], quindi staccato dalla provincia di Alessandria e aggregato alla nuova provincia di Asti formata nel 1935 [Istituto Centrale 1937, p. 8]. In anni recenti Capriglio ha aderito alla Comunità Collinare Alto Astigiano. |
Mutamenti Territoriali | Vi sono indizi che, in epoca imprecisata, ma anteriore, probabilmente di molti anni, al 1580 circa, il territorio di Capriglio e di Bagnasco (oggi frazione del comune di Montafia) fosse “comune” e “indiviso” fra i due luoghi [A.S.T., Documenti e Lettere, c. 100r; vd. anche scheda Montafia]. Nel 1928 il comune di Capriglio venne soppresso e aggregato al comune di Montafia, che nel 1935 entrò a far parte della nuova provincia di Asti [Istituto Centrale 1930, p. 2; 1937, p. 9]. Fu ricostituito come comune a sé stante nel 1946 [Istituto Centrale 1950, p. 12].
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Comunanze | Verso la metà del secolo XVIII, stando alla Statistica generale del 1752, gli incolti (“gerbidi”) coprivano un’estensione corrispondente a meno dell’1 per cento della superficie comunale, solo un quarto della quale destinabile a pascolo, a causa della sua sterilità. Più della metà del territorio comunale risultava invece coperta dal bosco ceduo, descritto tuttavia nella relazione dell’intendente provinciale che accompagna questi dati come infelicemente ubicato “in alpestri siti e colline e in terreno arrido e sterile”. Secondo la stessa relazione, i boschi venivano utilizzati per ricavare legna da ardere e sostegni per le viti, per quanto la superficie occupata dalla vigna appaia fortemente ridotta rispetto alle comunità vicine, rappresentando non più del 12 per cento nel paesaggio agrario di Capriglio, ossia meno dell’aratorio (circa il 20 per cento) e del prato (circa il 14 per cento). La particolare ricchezza di boschi del territorio di Capriglio era ancora segnalata nella prima metà del secolo XIX [Casalis 1833-1856, p. 464].
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Liti Territoriali | Verso la metà degli anni Ottanta del secolo XVI, Capriglio fu interessata da una disputa di confine tra il Contado di Cocconato e il Marchesato di Monferrato, riguardante, nello stesso tempo, il controllo dei transiti lungo due itinerari inseriti nella fitta trama di raccordi e di vie secondarie che si snodavano nell’area compresa tra due assi di grande comunicazione: a est, la strada che collegava Genova, Asti e Torino, attraversando, nel tratto che ci interessa, i territori di Cunico, Montiglio, Cocconato, Aramengo, Tonengo e Casalborgone; a ovest, l’asse Asti-Chieri-Torino, in parte coincidente con il tracciato della via Fulvia, passante per il territorio di Dusino e di Buttigliera (anticamente: Mercurolio) [Daviso, Benedetto 1965, p. 8 e nota 13; Settia 1970, pp. 55-86; vd. anche schede Aramengo, Buttigliera d'Asti, Casalborgone, Cocconato, Cunico, Dusino San Michele, Montiglio Monferrato e Tonengo].
La controversia verteva principalmente, infatti, sul diritto, da parte degli agenti daziari della Camera ducale monferrina, di esigere l’imposta nota come “dazio generale”, che colpiva la circolazione delle merci, sui percorsi in questione. I conti di Cocconato si opponevano alla richiesta, affermando che il territorio attraversato era di evidente giuridizione imperiale (ossia apparteneva interamente al Contado), e dunque su di esso non avevano vigore le leggi daziarie del Monferrato (“asserentes dictas vias esse super eorum indubitato territorio imperiali, in quo dictum vectigal foraneum de jure exigi non poterat tamquam diversum ac separatum a dominio Montisferrati”).
Con una composizione amichevole mediata nel 1584 dal Senato di Casale, fu innanzitutto stabilito dalle parti che le due strade dovevano definirsi “comuni” tra il Monferrato e il Contado di Cocconato per sito e per giurisdizione: “quanto al dominio, et sito loro”. Sulla scorta delle “visite” compiute dai delegati dei conti di Cocconato e dei duchi di Monferrato, unitamente ai rappresentanti delle comunità locali, i tratti contestati furono minutamente descritti. La prima strada, che collegava Passerano a Bagnasco (oggi frazione del comune di Montafia), entrambe terre del Contado, era detta “Strada della Valle” (ma anche: “Strada grossa del Molino” o “del Vado [guado]”): iniziava a poca distanza dalla “Cassina di Passarenga” (una “cassina” o “massarizio”, di proprietà dei conti di Passerano) e proseguiva per “il molino dritto al vado dove si congiungono il Rivo Freddo e la Meina [il Rio Meinia]”, ossia passando il torrente “ove si dice al mulino dei signori di Cocconato, finaggio di Capriglio”, un’area interessata dagli incerti confini tra Mondonio (oggi frazione del comune di Castelnuovo Don Bosco), Passerano, Capriglio, Bagnasco e “le fini del Piovanato di Meirà” (cioè i territori delle comunità di Cerreto e di Piovà, “membri” dell’antica plebania di Meirate o Mairade). L’altra strada, nota come la “Strada di Golastretta”, andando da Passerano a Capriglio, seguiva un percorso leggermente più occidentale, che, attraverso il “passo” di Gola Stretta o del Montaccio, raggiungeva la val Pinzolio, parallela al confine tra Mondonio e Capriglio. Vedi mappa.
Le due strade furono considerate zona di libero transito per le merci destinate al traffico locale (“per ogni sorte di robbe, et bestie competenti, et sufficienti”, condotte “per uso proprio, et utile di essi territorij”), mentre una stretta collaborazione politica e di sorveglianza tra il contado di Cocconato e il Monferrato avrebbe impedito di:
tollerare, ch’alcuno possi né debba passare per altre strade nel Territorio loro che resta infra le due strade communi predette per dove si possi andare e venire dal Contado, né in Astegiana, né in Piemonte, con qual si voglia cosa obligata al Dacio, anzi debbiano abolire le strade che li sono in modo di tal forma.
La competenza per le frodi, o forme di contrabbando, compiute ai danni del dazio generale del Monferrato e scoperte dai “cavallanti, et ufficiali d’esso Dacio”, sarebbe stata condivisa dalle magistrature monferrine e dal tribunale di Cocconato [A.S.T., Istromenti di Transazione, cc. 2r-3v; A.S.T., Documenti e Lettere risguardanti le pendenze territoriali]. In quest’area, tensioni territoriali originate dalla competizione per il controllo dei transiti sono tuttavia documentate già in epoca assai precedente. Rappresentano, ad esempio, una componente fondamentale nella lite che, agli inizi del secolo XV, oppone i signori di Cocconato e i signori di Montafia, nella quale la disputa sui confini tra i luoghi (Montafia, Capriglio, Bagnasco e il piovanato di Meirate) s’intreccia emblematicamente con quella che riguarda il possesso di diritti di pedaggio sulle strade [A.S.T., Transonto della Sentenza arbitramentale]. Ancora nel 1598, i signori di Montafia reclamano il riconoscimento dei loro diritti di proprietà su sette appezzamenti di “terra lavoria”, siti in quattro regioni diverse del territorio di Capriglio, che pretendono usurpati da vari abitanti del luogo [A.S.T., Attestati sul possesso; vd. anche schede Castelnuovo Don Bosco, Montafia, Passerano Marmorito e Piovà Massaia].
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A.C.C. (Archivio del Comune di Capriglio). Vedi inventario.
A.C.C., Fld 1.1, Atti di lite, 1826-1847; Fld. 1.2, Atti della misurazione del luogo, 1703; Fld. 2.1, Libri degli ordinati, 1750-1801-Fld. 8.1, Registro delle deliberazioni del Consiglio comunale (sec. XX); Fld.11.2-4, Ordinati di affittamento, 1814-1838; 11.5-6, Registro degli atti di affittamento dei beni comunali, 1845-1853. A.C.V.A. (Archivio della Curia Vescovile di Asti), Visitatio apostolica episcopi Sarsinatensis 1585, cc. 188r-90r.
A.S.A. (Archivio di Stato di Asti). Vedi inventario. [Cassetti 1996].
A.S.A., Comune di Capriglio (1604-1928, con docc. in copia dal 1517), bb. 60. A.S.A., Opera pia Zuccaro di Capriglio (1778-1947), bb. 7. A.S.A., Congregazione di carità di Capriglio (1891-1929). A.S.T. (Archivio di Stato di Torino). Vedi inventario.
A.S.T., Carte topografiche e disegni, Disegni Monferrato Confini, Volume P , Mazzo 6, Tipo raffigurante i confini fra il Monferrato, il contado di Cocconato e le terre della chiesa di Asti, con indicazione di una strada pretesa dal Monferrato. Pievata - 1240-1673. Documenti e Lettere risguardanti le pendenze territoriali, che vi furono tra li Duchi di Monferrato, e li Signori di Passerano, quand'erano Feudatarj dell'Impero: E l'acquisto che dei loro feudi fu poi fatto dal Duca Carlo Emanuele I Signor nostro. Coll'Indice, e Tipi. (Note: Sul verso: "con Conconato, Piovà, e Mondonio"; "terre del / contado di Cocona[to]".), s.d. Vedi mappa. A.S.T., Carte topografiche e disegni, Disegni Monferrato Confini, Mazzo 6, Volume P, Disegno delle strade esistenti tra Capriglio, Albugnano, Cocconato, Castelnuovo e Bagnasco. Pievata - 1240-1673. Documenti e Lettere risguardanti le pendenze territoriali, che vi furono tra li Duchi di Monferrato, e li Signori di Passerano, quand'erano Feudatarj dell'Impero: E l'acquisto che dei loro feudi fu poi fatto dal Duca Carlo Emanuele I Signor nostro. Coll'Indice, e Tipi (Note: Sul verso: "questo è il mondo nuovo trovato / dalli antichi romani".), s.d. Vedi mappa. A.S.T., Carte topografiche e disegni, Carte topografiche per A e B, Dipartimenti, Mazzo 1, "DÉPARTEMENT / DE / MARENGO / Divise en 3 Arrondisemens / et en 31 Cantons." Carte dei dipartimenti della Dora (n.1), di Marengo (n. 2, 2 bis), del Po (n. 3), della Sesia (n. 4), delle Alpi Marittime (n. 5, 5 bis). Note : In alto: "N.° 101.", "ATLAS NATIONAL DE FRANCE", s.d., [Autore incisioni: P.A.F. Tardieu; autore edizione: P.G. Chanlaire]. Vedi mappa. A.S.T., Carte topografiche e disegni, Disegni Monferrato Confini, Mazzo 6, Volume P, Disegno delle strade esistenti tra Piea, Capriglio, Albugnano, Cocconato, Castelnuovo e Bagnasco. Pievata - 1240-1673. Documenti e Lettere risguardanti le pendenze territoriali, che vi furono tra li Duchi di Monferrato, e li Signori di Passerano, quand'erano Feudatarj dell'Impero: E l'acquisto che dei loro feudi fu poi fatto dal Duca Carlo Emanuele I Signor nostro. Coll'Indice, e Tipi (Note: Sul verso: "Copia di F[...]".), s.d. Vedi mappa. A.S.T., Carte topografiche e disegni, Disegni Monferrato Confini, Mazzo 6, Volume P, Tipo delle strade esistenti tra Montafia, Capriglio, Albugnano, Coconato, Piovà e Cortazzone. Pievata - 1240-1673. Documenti e Lettere risguardanti le pendenze territoriali, che vi furono tra li Duchi di Monferrato, e li Signori di Passerano, quand'erano Feudatarj dell'Impero: E l'acquisto che dei loro feudi fu poi fatto dal Duca Carlo Emanuele I Signor nostro. Coll'Indice, e Tipi, s.d. Vedi mappa. A.S.T., Corte, Carte topografiche e disegni,Disegni Monferrato Feudi per a e B, Mazzo 26, Cocconato, Disegno della via che pretende il Monferrato congionga i Territorii della Piova e Mondonio. Schizzo in pianta della via che unisce Mondonio e Cerreto, con altre vie di comunicazione e con l'indicazione, mediante colori diversi, dei confini tra i territori del Monferrato, del contado di Cocconato, dei Savoia e delle terre della chiesa di Asti, s.d. Vedi mappa. A.S.T., Carte topografiche e disegni, Carte topografiche per A e per B, Po, Mazzo 1,"LE / COURS / DU PO / DEDIÉ AU ROY / Par son tres humble, tres obeissant / et tres fidele Serviteur et Sujet, le / P. PLACIDE Augustin Dechaussé, et / Geographe Ordinaire de sa Majesté". Carta Corografica in stampa del Corso del Fiume Po delineata e dedicata a S.M- Cristianissima dal P. Placido Agostiniano scalzo nel 1734. Sulla Scala di 1/253.600 (Note: La carta è formata da 5 fogli giustapposti. Il 1° reca l'indicazione "A PARIS 1704"; il 3° e il 4° sono datati 1703; sul 1° e sul 5° foglio è riportata la data di concessione del privilegio reale, rinnovato per 15 anni nel 1734. Cfr. anche Carte Topografiche Segrete, PO 29 E IV ROSSO, 1703-1734 (ma vd. Note) [Autore disegno originale: P. Placide; Autore incisioni: Berey; Autore edizione: "A PARIS / Chez les Augustins pres la Place des Victoires"]. Vedi mappa. A.S.T., Corte, Materie ecclesiastiche, Arcivescovadi e Vescovadi, Vercelli, Mazzo 1, Diploma dell’imperatore Carlo IV di donazione, e uova concessioe a favore del Marchese Gio. di Monferrato delle Città, Castelli, Ville, e Luoghi di Serravalle… Aramengo…colle fedeltà, superiorità, e pertienze di tutti detti Luoghi, da tenersi per esso Marchese, suoi Eredi, e Successori maschj, e femine (10 maggio 1355). A.S.T., Corte, Paesi, Monferrato, Confini per A e B, P, n. 6, Documenti e Lettere risguardanti le pendenze territoriali, che vi furono tralli Duchi di Monferr.o, e li SS.i di Passerano quand’erano Feudatarj dell’Impero; E l’acquisto, che de’ loro feudi fu offerto dal Duca Carlo Emanuele I (1240-1673), in particolare, cc. 227 sgg.: Copia di Transazione fatta trall’Uffizio del Dacito Gen.le di Monferrato e li SS.i Passerano di Cocconato, o sian tutti li Vassalli Imperiali di Passerano, Bagnasco, Capriglio, e Marmorito, inclusi li SS.i di Primeglio, p. cui si convenne che ’l detto Officio potesse in avvenire scuoder ’l Dacito nelle due Strade di Passarenga, e Gola Stretta, o sia Montaccio, esclusi però d.i Signori, e quelle Com.tà a loro soggette, restando però comune tralle due parti in ordine alla proprietà le med.e Strade, colla designazione de’ siti e p. la terminazione de’ Confini, ed altre particolarità (4 giugno 1584). A.S.T., Corte, Paesi, Monferrato, Feudi per A e B, Mazzo 26, Investitura concessa dal Marchese Giovanni di Monferrato a Tholomeo, e Brandalisio Conti di Coconato… de’ feudi, ch’essi, e loro Antecessori hanno riconosciuto da’ Marchesi di Monferrato in feudo retto, e gentile (25 agosto 1340); Mazzo 26, Investitura concessa dal Marchese Giovanni di Monferrato a favore di Bonifacio fu Guglielmo, Abellono fu Giovanni, Guidetto di lui fratello, Giovannino fu Ottobone… de’ feudi, giurisdizione, e beni feudali, che li loro antecessori riconoscevano da’ Marchesi di Monferrato…(4 settembre 1365); Mazzo 26, Investitura concessa dal Marchese Teodoro di Monferrato a favore di Abellone fu Giovanni di Cocconato, Ubertetto fu Uberto di Cocconato, ed Antonio di Passerano fu Ottobone di Cocconato de’ Conti Radicate… de’ feudi, che erano soliti riconoscere dalli Marchesi di Monferrato… (23 aprile 1386); Mazzo 26, Investitura concessa dal Marchese Teodoro di Monferrato a Guglielmo fu Guideto di Cocconato…de’ Castelli e Luoghi di Berzano, Albugnano, e Serralonga, S. Sebastiano, ed altri feudi, che loro Antecessori riconoscevano da’ Marchesi di Monferrato… (28 ottobre 1399). A.S.T., Corte, Paesi, Provincia di Asti, Mazzo 9, Attestati sul possesso, che nanti a quel tempo ebbero li Conti di Montafia, e massime il C.te Lodovico di diversi beni situati ne’ Territorj di Bagnasco, e Capriglio (1598); Mazzo 12, Sentenza arbitram.le proferta da Bonifacio di Cocconato Arbitro eletto per terminare le differenze, che vertivano tra Allamano, e Manuele suoi fratelli da una parte, et Uberto, e Bonifacio suoi nipoti per riguardo all’eredità, ed acquisti fatti dal fu Card.le Uberto di Cocconato loro fratello, e patruo rispettivam.te… (19 marzo, 2 aprile 1277); Mazzo 12, Sentenza arbitram.le proferta da Bonifacio di Cocconato Arbitro eletto per terminare le differenze, che vertivano tra Allamano, e Manuele suoi fratelli da una parte, et Uberto, e Bonifacio suoi nipoti per riguardo all’eredità, ed acquisti fatti dal fu Card.le Uberto di Cocconato loro fratello, e patruo rispettivam.te… (19 marzo, 2 aprile 1277); Mazzo 12, Altra fatta al Duca di Milano Gio. Galeazzo Visconti da Pietro di Primeglio fu Oberto del tezero di Casalborgone… per li Castelli, e Luoghi di Coconato… Aramengo… (5 maggio 1399); Mazzo 12, Transonto aut.co dell’Aderenza fatta alli Duchi di Sav.a e di Milano da Gabriele figlio di Ottobone di Passerano… tutti Radicati de’ Consignori di Coconato per li Castelli, e feudi di Coconato… Aramengo… et altri luoghi da’ med.i posseduti sotto l’osservanza delle condizioni, e patti ivi espressi (14 ottobre 1458); Mazzo 12, Rinovazione d’aderenza fatta alli Duchi di Milano, e di Savoja per Gio. figlio di Guietto di Ticineto de’ Consignori di Coconato… tutti Radicati Consignori di Coconato per li Castelli, e feudi di Coconato… Aramengo… ed altri Luoghi da’ med.i posseduti come s.a (29 novembre 1458); Mazzo 12, Aderenza fatta da Gio. di Ticineto, et Iberto di Primeglio de’ Sig.ri di Coconato… a loro nome, et degl’altri Sig.ri di Coconato al Duca Amedeo di Sav.a per li Castelli del Contado di Coconato (12 marzo 1467); Mazzo 12, Rinovazione d’aderenza fatta alli Duchi di Milano, e di Savoja per Gio. figlio di Guietto di Ticineto de’ Consignori di Coconato… tutti Radicati Consignori di Coconato per li Castelli, e feudi di Coconato… Aramengo… ed altri Luoghi da’ med.i posseduti come s.a (29 novembre 1458); Mazzo 12, Aderenza fatta da Ottobone di Passerano de’ Conti Radicati, e Consig.re di Coconato… a loro nome, e Proc.ri di tutti gli altri Consig.ri di d.o Contado di Radicati, e Coconato al Luogoten.te Gen.le e Maresciale di Fr.a Gio. Giac.o Triulzio per li Castelli, e Luoghi di Coconato… Aramengo… e loro dipendenze (10 ottobre 1499); Mazzo 13, Istromenti di Transazione tra gl’Agenti per la Camera Ducale di Monferrato, li Dacieri del Dacito Gen.le di quel Ducato, e li SS.ri di Passerano Conti di Cocconato… per cui si convenne potersi da d.i Dacieri esiggere il Dacito dalli Passaggieri per le Strade della Valle, e di Gola Stretta… (1584); Mazzo 26, Dedizione spontanea di Guglielmino fu Guidone… Consignori di Cocconato…Aramengo… al Duca Ludovico di Savoja, con prestazione di fedeltà per li suddetti Castelli, e Luoghi, sotto però l’osservanza di varj Patti, e condizioni (5 dicembre 1446); Mazzo 40, Transonto della Sentenza arbitramentale proferta sovra le diferenze vertenti tra li SS.ri di Cocconato, e Montafia a causa de pedaggj, e confini de Luoghi di Montafia, Bagnasco, e Capriglio, La Piovà, e Cerretto (2 aprile 1405). A.S.T., Corte, Paesi, Paesi per A e B, C, Mazzo 35, Ricorso del Comune di Castelnuovo d’Asti per essere aggregato al dipartimento dell’Eridano anziché a quello del Tanaro, e per essere eretto esso luogo; detto ricorso è appoggiato dai comuni di Albugnano, Bagnasco, Berzano, Capriglio, Cinzano, Moncucco, Mondonio (23 germinale VII/12 aprile 1799). A.S.T., Sezioni Riunite, Carte topografiche e disegni, Camerale Piemonte, Tipi articolo 664, Chieri, Mazzo 13, Chieri. Territorio compreso tra Chieri, Cinzano, Albugnano e Passerano (Note: Il titolo originario è riportato sul verso del disegno. Disegno restaurato), s.d. Vedi mappa. A.S.T., Sezioni Riunite, I Archiviazione, Provincia di Asti, Mazzo 1, n. 3, Stato delle liti, che hanno vertenti le Città, e Communità della Provincia d’Asti (Intendente Granella, Asti 16 ottobre 1717). B.N.F. (Bibliothèque nationale de France). Vedi catalogo.
B.N.F., département Cartes et plans, GE DD-2987 (5054 B), La principauté de Piémont, les marquisats de Saluce et de Suze, les comtés de Nice et d'Ast, le Montferrat / dediée au roy par son très humble, très obéissant, très fidèle sujet et serviteur H. Jaillot, géographe de sa Majesté, [chez l'auteur] (A Paris), 1695 [Jaillot, Alexis-Hubert (1632?-1712). Cartographe]. Vedi mappa. B.R.T. (Biblioteca Reale di Torino). Vedi catalogo. B.R.T., Relazione generale dell’ Intendente d’Asti sullo stato della Provincia, 1753, cc. 68r-69v (p. 18), (pp. 218, 238). | |
Descrizione Comune | Capriglio
Già possesso della chiesa di Asti, passato ai marchesi di Monferrato nel corso del secolo XII, Capriglio appartenne stabilmente, per gran parte della sua storia tardomedievale e moderna, al Contado di Cocconato. Un lembo di territorio dipendente dall’immediata supremazia dell’impero, formato da Capriglio, insieme con Bagnasco e Passerano, si incuneava, in tal modo, nel Marchesato, poi Ducato, di Monferrato, tra le comunità dell’antica pieve di Meirate, a est, e i luoghi di Mondonio, Castelnuovo e Pino d’Asti, a ovest.
Nelle contese territoriali che opposero il Contado di Cocconato e il Monferrato in quest’area, documentate soprattutto per la seconda metà del secolo XVI, si trova in effetti la rivendicazione, da parte monferrina, di un confine comune tra Mondonio e il Piovanato di Meirate, in altre parole, di una continuità territoriale che avrebbe diminuito i costi e l’insicurezza del passaggio di uomini e merci tra settori diversi dello stato. Ma l’aspetto fondamentale del contenzioso riguardò la giurisdizione sulle strade che i signori del Contado intendevano mantenere esenti dal Dazio generale del Monferrato. Su entrambi i fronti del conflitto, si affrontarono in prima istanza formazioni territoriali di taglia e statuto intermedi. Possiamo far rientrare in questa categoria il Contado di Cocconato. Per la sua estensione e per l’equilibrio in cui viveva da secoli fra l’intransigente richiamo all’alta giurisdizione imperiale e il coinvolgimento in calibrate “aderenze” e “dedizioni” negoziate con i potentati regionali. Per legami più cogenti di fedeltà vassallatica mantenuti nei confronti degli stessi potentati dal consortile dei signori o da alcuni suoi membri. Parallelamente, si coglie, pur sotto la sovranità monferrina, la persistente rilevanza del “piovanato di Meirate”, un soggetto che nella prima età moderna sembra conservare una propria identità di “corpo”, accanto alle singole comunità che lo compongono, quali Cerreto e Piovà. Per queste compagini di luoghi, le strade in questione non avevano soltanto un’ovvia importanza come elemento connettivo, ma costituivano inoltre un’intelaiatura simbolica di riferimenti territoriali. La loro manutenzione si valeva dell’impegno coordinato delle singole comunità, minuziosamente ripartito tra le stesse per settori. Come puntualizzava una fonte prodotta dal Contado, “li huomini di Craviglio et Bagnasco hanno ai tempi debiti fatto acconciar strade poste nelle regioni sudette et massime la strada grossa del mulino”, mentre a quelli di Passerano spettava la cura della strada di Gola Stretta “sino a mezzo colle”, punto dal quale li sostituivano, “sin in val Pinzolio”, gli uomini di Capriglio. Una tipica forma rituale di ricognizione dei confini, la processione delle rogazioni, seguiva annualmente i loro percorsi: li della Piovà […] ogni anno alle littanie campestri gli soleno andar in processione per la strada grossa del molino et per la strada che va al luogo dove sono le croci […] li di Passerano […] loro ancora ogni anno vano in processione con la croce per la sudetta strada grossa…anticamente li di Bagnasco et Craviglio quando la fine di Bagnasco et Craviglio era comune et indivisa, li di Bagnasco venivano in processione con la croce sino al guado ove intra il Rivo Fredo nella Meijnia et li di Craviglio venendo per val Pinzolio et per la via di Gola Stretta et per la via grossa del molino al sudetto guado.
Infine, beni di proprietà o di uso prevalentemente collettivo, quali boschi e pascoli, attraversati dalle strade, interagivano con esse nella definizione di una geografia dei diritti sul territorio. La rivendicazione di un confine comune da parte degli uomini del Piovanato e di Mondonio sembra ancorarsi a diritti d’uso condivisi sulla “bosca” del monte di val Rattera e sui boschi di val Piana, tra i quali si snodava la strada che scendeva nella val Pinzolio. Il possesso della strada di Gola Stretta era confermato, secondo la versione dei rappresentanti delle comunità del Contado, dalla presenza nella regione, detta anche del Montaccio, in territorio di Capriglio, dei boschi e dei prati dei signori di Cocconato [A.S.T., Documenti e Lettere risguardanti le pendenze territoriali, cc. 86r, 100r-101v].
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