Autori | Tigrino, Vittorio |
Anno Compilazione | 1996 |
Provincia | Cuneo.
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Area storica | Langa storica.
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Abitanti | 502 (ISTAT 1991).
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Estensione | 14,51 Kmq (ISTAT 1991).
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Confini | A nord Gorzegno e Levice, a est Castelletto Uzzone, a sud Gottasecca e Monesiglio, a ovest Mombarcaro e Niella Belbo.
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Frazioni | Colombi (345 m slm, 23 ab.) ed il capoluogo (750 m slm, 105 ab.); il censimento del 1991 segnala inoltre le località Baroni, Bricco, Brondo, Carro, Chiappa, Negri, Prati, Serra, oltre a case sparse.
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Toponimo storico | «Pruneto», «Prunej».
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Diocesi | Il territorio di Prunetto appartiene nel medioevo alla diocesi di Alba, da cui passa nel 1788 alla diocesi di Mondovì. Fra il 1805 al 1817 appartiene alla diocesi di Acqui (AD Alessandria, Rep. diocesi Antica - La diocesi con Napoleone).
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Pieve | Il territorio di Prunetto è contiguo a quello delle antiche pievi di Monesiglio e di Gottasecca, ma non ci sono attestazioni precise in età medievale: nel 1644 la parrocchia di Prunetto fa parte della vicaria di Cortemilia (Olivieri 1972).
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Altre Presenze Ecclesiastiche | Oggi esistono a Prunetto due chiese parrocchiali, entrambe costruite nell'ultimo secolo, ma la chiesa parrocchiale di Prunetto fino al 1904 è stata quello che è oggi conosciuta come Santuario della Madonna del Carmine, ubicato sulla sommità della collina nei pressi del castello. Ha conservato il titolo di parrocchiale dedicata a S. Lorenzo martire fino alla costruzione della parrocchia attuale, che è stata intitolata allo stesso santo e consacrata parrocchia fra il 1905 e il 1906; l'antica parrocchiale, chiusa perché inagibile, fu restaurata ed eretta in Santuario nel 1928. Lo spostamento della sede - la nuova parrocchia è sita in regione San Sebastiano - provocò una forte ondata di opposizione, anche e soprattutto da parte del consiglio comunale; il luogo prescelto da Delfina Ratto, che offrì i soldi per la costruzione della parrocchia alla condizione di vincolarne l'ubicazione, provocò il forte risentimento prima dei parrocchiani che abitavano più prossimi all'antico sito, poi - complici antichi dissapori con il parroco - di tutti gli abitanti. Per qualche anno addirittura la popolazione rifiutò di partecipare alle funzioni sacre nella nuova parrocchia (addirittura il comune, dopo aver soppresso gli oneri di culto di spettanza del parroco, favorì la propaganda di un pastore protestante di Torre Bormida). La frattura fu ricomposta solo con l'allontanamento del parroco nel 1909. Già da metà Ottocento intanto gli abitanti delle frazioni di fondovalle (Colombi, Pianezzo, Brondo, Vigne, Mo, Mosca, Manelli, Negrotti, Stroppo, Val di Tortagna) erano riusciti a far riconoscere direttamente dall'autorità del vescovo di Mondovì la loro necessità di avere una parrocchia succursale, in alternativa a quella, troppo lontana, di collina. Nonostante l'opposizione del consiglio comunale che rigettò nel 1854 la domanda delle frazioni di valle - numericamente inferiori come abitanti, ed evidentemente con uno scarso peso in consiglio comunale -, la domanda di rendere parrocchia succursale la cappella di S. Bernardo sita nella contrada Colombi fu presentata direttamente al vescovo, che la avallò. Con un procedimento per certi versi analogo fu riconosciuta poi la seconda parrocchia di Prunetto; sempre promossa dagli abitanti delle frazioni di fondovalle, fu inoltrata al vescovo la richiesta affinché la nuova chiesa di San Giovanni Battista, costruita nel 1924 nella borgata Colombi, fosse eretta parrocchia a tutti gli effetti, con le stesse motivazioni della domanda del secolo precedente. La domanda verrà accolta pochi anni dopo, nel 1942, quando il comune di Prunetto risulta accorpato a quello di Monesiglio, e di questo costituisce due frazioni distinte, Prunetto e Colombi. La chiesa è eretta in parrocchia sotto il titolo di San Giovanni Battista e San Bernardo abate. Vi sono inoltre attestazioni già nel secolo XVII di numerose cappelle ubicate nelle varie frazioni; una cappella dell'Ascensione, oratorio della confraternita dei Disciplinanti, che esisteva nei pressi del castello - nel secolo precedente l'oratorio dei Disciplinanti era dedicato alla Vergine e a S. Andrea -, e la cappella signorile dell'Assunzione, dei marchesi del Carretto (AD Alba, Visita mons. Marino [1573]; Visita mons. Regazzoni [1577]; Visita mons. Brizio [1644]; Visita mons. Della Chiesa [1667]). Sono segnalate poi una cappella della Beata Vergine in località Pian della Castagna; la cappella della Beata Vergine della Mercede in regione Bricco S. Giorgio; la cappella della Madonna del Carmine, che esisteva vicino all'antica chiesa parrocchiale; la cappella della Purità di Maria Vergine nella frazione Campo di Marzo; la cappella di S. Francesco in regione Pianezzo; la cappella di S. Giovanni Battista in regione Alemanni; la cappella di S. Matteo costruita nel secolo scorso dai particolari della borgata Massari; la cappella di S. Rosa; la cappella di S. Sebastiano (segnalata quest'ultima già nel secolo XVI). Ad esse hanno fatto riferimento le compagnie spirituali e le confraternite del luogo; ne sono segnalate almeno otto nella documentazione: Compagnia del Carmine, Compagnia della Dottrina Cristiana, Compagnia delle Figlie di Maria, Compagnia del SS. Rosario, Compagnia del SS. Sacramento, Compagnia del Suffragio; confraternita delle Umiliate e confraternita dei Disciplinanti Bianchi (Costa Pirovano 1989). |
Assetto Insediativo |
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Luoghi Scomparsi | Non rilevati.
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Comunità, origine, funzionamento | Le antiche carte comunali oggi non esistono più, ma dagli inventari passati si hanno testimonianze di attività degli organismi comunali a partire dal secolo XVII (ordinati dal 1620, registri catastali del 1603, ma anche atti di lite per censi, e liti fra il comune e particolari del luogo del secolo precedente). Durante gli ultimi due secoli sono di particolare interesse le dispute in materia ecclesiastica, che portano all'attenzione il carattere specifico del territorio comunale, nettamente diviso in frazioni di collina e frazioni di fondovalle; la documentazione ecclesiastica permette inoltre di osservare una complessità ancora maggiore, in un territorio con una configurazione di insediamenti estremamente frammentata, dove le risorse devozionali offrono occasione di coesione estremamente significativa. Nella seconda metà del Settecento compongono il consiglio comunale tre sindaci e nove consiglieri (BRT, Storia patria n. 853, Relazioni della provincia di Mondovì, relat. Corvesy 1753). |
Statuti | Fontana non fa menzione di statuti o raccolte di consuetudini per il comune di Prunetto (Fontana 1907).
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Catasti | Nel vecchio catalogo sono menzionati catasti a partire dal 1603, oggi non più reperibili.
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Ordinati | Non esistono più documenti comunali; il vecchio catalogo menziona registri degli ordinati a partire dal 1620 (mentre la scheda della visita del soprintendente parla di ordinati dal 1576: cfr. il lemma 'Fonti').
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Dipendenze nel Medioevo | La corte di Pruneto è esplicitamente menzionata nel diploma con cui nel 967 l'imperatore Ottone I concede ad Aleramo «omnes illas cortes in desertis locis consistentes a flumine Tanari usque ad flumen Urbam et ad litus maris». Fra le conferme imperiali che vengono fatte fra la fine del X secolo e l'inizio del successivo ai vescovi di Savona compaiono due toponimi che possono rimandare alla corte di Prunetto: «Runito» nel 999 e «Scrunito» nel 1014. Fra i diritti confermati dal papa Alessandro III all'abbazia di San Quintino di Spigno nel 1178 e 1179 compaiono quelli in Pruneto. All'inizio del secolo XIII Prunetto appare fra i domini di Ottone del Carretto (ma è escluso dalla donazione di questi di molti luoghi delle Langhe a Asti nel 1209) ed è probabilmente a lui pervenuto dall'eredità dello zio, il marchese Bonifacio minore di Cortemilia. Nel 1224 a Catania, Guglielmo di Monferrato per coprire un credito impegna tutto il feudo di «Pruney» ed un quarto di Cortemilia. Negli accordi fra il comune di Asti e il marchese di Monferrato sono citati diritti che il marchese Ottone del Carretto possiede a «Primeto» (Prunetto). Nel 1268, all'atto della divisione fra gli eredi di Giacomo del Carretto, il castrum, la villa ed il territorio di Prunetto sono assegnati, con Gorzegno, Levice, Monesiglio ed altre terre, ad Enrico. |
Feudo | Compreso nel territorio della marca aleramica, feudo dei del Carretto. Nel 1431 Ludovico (o Lodisio) del Carretto è investito dei feudi di Prunetto, Levice, Altesino, Brovida e Scaletta, oltre che della sesta parte di Serole, dal duca Filippo Maria Visconti. Il feudo imperiale di Prunetto, eretto in Marchesato con Levice, Scaletta ed altri luoghi, dai del Carretto passa agli Scarampi e solo nel 1735 è annesso insieme agli altri feudi imperiali delle Langhe ai Savoia. Alla consegna ai Savoia risulta unico feudatario del luogo Giuseppe Galeazzo Scarampi (AST, Camera dei Conti, art. 534, Registro dei focolari delle Langhe).
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Mutamenti di distrettuazione | Prunetto, compreso dopo il passaggio ai Savoia nei feudi imperiali indicati come ex marchesato di Ceva (AST, Camera dei Conti, I archiviazione, Feudi e Giurisdizioni, mazzo II), entra a far parte solo nella seconda metà del Settecento della provincia di Mondovì; fa parte del mandamento di Monesiglio. Passa poi alla provincia di Cuneo.
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Mutamenti Territoriali | Dal 1929 al 1946 aggregato al comune di Monesiglio (insieme al comune di Mombarcaro); ma già nel 1930 viene fatta esplicita richiesta per la ricostituzione dell'autonomia; la domanda è rifiutata, ma a livello centrale si assicurano garanzie per «le frazioni più eccentriche dell'ex comune di Prunetto», quelle in prossimità del capoluogo del comune quando era autonomo (AC Monesiglio, f. 1). Nel censimento del 1936 Prunetto è diviso in due frazioni: quella che conserva il nome dell'ex comune - e che comprende probabilmente le frazioni di collina - conta 924 abitanti, contro i 360 della frazione Colombi, che raggruppa con sé le località di fondovalle, e che più sembra favorita da questo nuovo stato di cose (AC Monesiglio, f. 1). Proprio in coincidenza con questo accorpamento, la frazione di Colombi ottiene di avere una parrocchia autonoma rispetto al capoluogo (cfr. i lemmi 'Diocesi', 'Pieve' e 'Altre presenze ecclesiastiche'). Con la fine della guerra, la domanda per riottenere l'autonomia perviene al CLN già nel 1945; in quello stesso periodo sono testimoniate polemiche e lamentele contro l'amministrazione di Monesiglio, colpevole di aver trascurato la popolazione delle frazioni accorpate, mentre viene ribadito che gli abitanti di Prunetto «sono sempre stati e sempre lo saranno moralmente e materialmente separati da Monesiglio» (AC Monesiglio, f. 225). Nel 1947, al ritorno del comune alla situazione precedente l'accorpamento a Monesiglio, complici soprattutto le tensioni fra le due frazioni principali, inasprite dalle difficoltà dovute alla ricostruzione del dopoguerra, si crearono delle discussioni relative alla convenienza o meno di un ripristino del comune, che comunque avvenne senza cambiamenti nella circoscrizione territoriale del comune (Sturani 1995). |
Comunanze | Non si hanno dati per quanto riguarda la consistenza dei beni comunali prima di questo secolo; le indagini del Commissariato per la liquidazione degli usi civici degli anni Trenta - effettuate quando il comune di Prunetto era stato momentaneamente accorpato a quello di Monesiglio - hanno messo in evidenza una scarsissima consistenza di questi (00.10.57 ha cat. «B» in regione Moglia e 00.24.68 ha, sempre cat. «B», nel concentrico: CLUC, Monesiglio, relazione geom. Aimo), consigliandone la alienazione.
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Liti Territoriali | Negli anni 1568-1569 è segnalata una vertenza territoriale in materia di confini fra la comunità di Prunetto e quella di Monesiglio. I luoghi contesi sono siti nella regione Stroppo, presso la quale il corso del Bormida separa i due comuni - ma Stroppo è anche il toponimo che da il nome al rittano che è parte anch'esso dell'attuale linea di confine -; la ragione della contesa è lo spostamento del corso del fiume ed il conseguente riadattamento dei termini fra le due comunità, con conseguenze sui diritti di proprietà di un bosco di confine sopra la strada sita a valle, fra i due comuni (IGM, Monesiglio; AST, Camera dei Conti, art. 753, fasc. 1, vol. 49, cc. 223-40). Una vertenza fra le stesse comunità è segnalata poi più di due secoli dopo, nel 1788, per questioni vertenti intorno a delimitazioni di proprietà che riguardano sempre gli stessi terreni. Le rimostranze presentate di fronte alla regia intendenza di Mondovì riguardano la regione Stroppo e quella denominata Ronco d'Isole. Per quel che riguarda la regione Stroppo - per la quale si sostiene che i catasti antichi riportano l'appartenenza chiara a Monesiglio - le rimostranze sono ben presto ritirate dalla comunità di Prunetto, mentre le pratiche che riguardano gli altri terreni sono più lunghe. La causa è anche in questo caso lo spostamento del letto del fiume per alluvione, ed il sito conteso è quantificato in 3 giornate, 6 tavole e 5 piedi «tra campi e ghiara cespugliata». La comunità di Prunetto difende la linea di confine preesistente, sostenendo la necessità di tracciare i confini nel mezzo dell'antico alveo; a suo favore sostiene che i particolari del luogo sono persone di Prunetto e hanno sempre pagato a quel comune le contribuzioni per quei terreni. Per contro la comunità Monesiglio protesta l'assoluta irrilevanza delle ragioni di Prunetto, soprattutto il fatto che i particolari siano della comunità vicina, e sostiene il ruolo "attivo" dell'erosione, che ha portato i terreni entro i termini del comune (AC Monesiglio, f. 33, Liti, Prunetto per delimitazione proprietà [1788]; le carte contengono anche una pianta topografica della regione contesa). |
Non esiste un archivio storico per il comune di Prunetto; moltissimo materiale è andato perduto durante l'ultimo conflitto mondiale (un inventario precedente, del 1933, è alla Soprintendenza Archivistica per il Piemonte). La visita del soprintendente del 1966 segnala però l'esistenza di antiche carte comunali (secoli XVI-XVIII) che non sono state più rintracciate nell'attuale sede comunale (il soprintendente fa riferimento ad una sistemazione impropria delle carte superstiti, nella vecchia sede del comune ormai abbandonata).
AC Monesiglio (Archivio Storico del Comune di Monesiglio), f. 1, f. 33, Liti, Prunetto per delimitazione proprietà [1788], f. 225. AD Alba (Archivio Storico della Diocesi di Alba): Visita mons. Marino [1573]; Visita mons. Regazzoni [1577]; Visita mons. Brizio [1644]; Visita mons. Della Chiesa [1667]. AD Alessandria (Archivio Storico della Diocesi di Alessandria): Rep. diocesi Antica - La diocesi con Napoleone. AST (Archivio di Stato di Torino): Camera dei Conti, art. 534, Registro dei focolari delle Langhe; Camera dei Conti, art. 753, fasc. 1, vol. 49, cc. 223-40; Camera dei Conti, I archiviazione, Feudi e Giurisdizioni, mazzo II. BRT (Biblioteca Reale di Torino): Mil. 143, 1: Dettaglio particolare delli vari posti situati lungo la valle della Bormida di Millesimo [1824]; Storia patria n. 853, Relazioni della provincia di Mondovì, relat. Corvesy 1753. La relazione dell'intendente Corvesy è edita: Descrizione della Provincia di Mondovì: relazione dell'intendente Corvesy, 1753, a cura di G. Comino, Mondovì 2003. CLUC (Commissariato per la liquidazione degli usi civici), Monesiglio, relazione geom. Aimo. | |
Bibliografia | Appendice documentaria al Rigestum comunis Albe, a cura di F. Gabotto, Pinerolo 1912 (BSSS 22).
Arata A., De strata securiter tenenda, in «Acquesana», 1 (1995), pp. 4-31. Arata A., I mansi di San Quintino: le origini delle strutture insediative nelle Langhe tra le due Bormide, in «RSAAAl.At.», 100 (1991), pp. 85-106. Balbis G., Val Bormida medievale. Momenti di una storia inedita, Cengio 1980. Bosio B., La "charta " di fondazione e donazione dell'abbazia di S. Quintino di Spigno (4 maggio 991),Visone 1972. Braida G., Cortemilia e le Langhe nei tempi antichi, Savigliano 1877. Casalis G., Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, Maspero, Torino 1833-1856, 28 voll. Chabrol de Volvic F., Statistique desprovinces de Savona, d'Oneille, d'Acqui et departie de la province de Mondovì, formant l'ancien département de Montenotte, Paris 1824. Codex Astensis qui de Malabayla communiter nuncupatur, a cura di Q. Sella, I, Roma 1887, II-IV, Roma 1880. Conterno G., Pievi e chiese dell'antica diocesi di Alba, in «BSSSAACn.», 80 (1979), pp. 5589. Costa Pirovano M.P., Prunetto. Frammenti di storia, arte, cultura, folclore e tradizioni, Prunetto 1989. Descrizione della Provincia di Mondovì: relazione dell'intendente Corvesy, 1753, a cura di G. Comino, Mondovì 2003. Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Torino 1990. Fontana L., Bibliografia degli statuti dei comuni dell'Italia superiore, Torino 1907. Guasco Di Bisio F., Dizionario feudale degli antichi Stati Sardi e della Lombardia, Pinerolo 1911 (BSSS 54-58). Istituto Geografico Militare, Firenze, tavoletta n. 81, III, NE, "Monesiglio". Manno A., Bibliografia storica degli stati della monarchia di Savoia, 10 voll., Torino 18841934. Manno A., Il patriziato subalpino. Notizie di fatto storiche, genealogiche, feudali ed araldiche desunte da documenti, Civelli, Firenze 1895-1906, 2 voll. e 27 dattiloscritti, vol. I, ad vocem. Martina G., Cortemilia e le sue Langhe, Cuneo 1951. Merlone R., Sviluppo e distribuzione del patrimonio aleramico (sec. X e XI), in «BSBS», 90 (1992), pp. 635-689. Moriondo G.B., Monumenta aquensia, Torino 1789-90 (rist. Bologna 1967). Murialdo G., La fondazione del "burgus Finarii" nel quadro possessorio dei marchesi di Savona, o del Carretto, in «Rivista Ingauna e Intemelia», n.s. 40 (1985), nn. 1-3, pp. 32-63. Olivieri L., Le pievi medioevali dell'Alta Val Bormida, in «Rivista Ingauna e Intemelia», 27 (1972), nn. 1-4, pp. 17-34. Provero L., Dai marchesi del Vasto ai primi marchesi di Saluzzo. Sviluppi signorili entro quadri pubblici (secoli XI-XIII), Torino 1992 (BSS 209). Provero L., I marchesi del Carretto: tradizione pubblica, radicamento patrimoniale e ambiti di affermazione politica, in Savona nel XII secolo e la formazione del comune: 1191-1991. Atti del convegno di Savona, 26 ottobre 1991, in «Atti e memorie della Società savonese di storia patria», n.s. 30 (1994), pp. 21-50. Il «Rigestum comunis Albe», a cura di Gabotto F., Eusebio F., Pinerolo 1903 (BSSS 20 e 21). Sturani M.L., Il Piemontese, in Amministrazioni pubbliche e territorio in Italia, a cura di L. Gambi, F. Merloni, Bologna 1995, pp. 107-154. Torre A., Il consumo di devozioni. Religione e comunità nelle campagne dell'Ancien Régime, Venezia 1995. |
Descrizione Comune | Prunetto
Prunetto (alt. 334-840 m slm, 502 ab.) ha un territorio che si estende sulla collina fra la Bormida di Millesimo ed il torrente Uzzone, diviso essenzialmente fra gli insediamenti di fondovalle - il più importante è Colombi (345 m slm, 23 ab.) - ed il capoluogo, sito in collina (750 m slm, 105 ab.) Nel censimento del 1921, diviso il comune in due frazioni di censimento, risultano censite a Colombi, la frazione di fondovalle, 360 abitanti, contro gli 877 che fanno riferimento al capoluogo; nel 1971 la frazione Colombi conta 186 abitanti su 785 totali (41 a Colombi, 27 a Negri, 24 a Brondo, 22 a Pianezzo, oltre ai 72 delle case sparse di fondovalle).
Una nota del secolo scorso indica Colombi come «borgata assai popolata, e più forte di tutto il paese» (BRT, Mil. 143, 1: Dettaglio particolare delli vari posti situati lungo la valle della Bormida di Millesimo [1824]; ma il documento è redatto per giustificare una strada di fondovalle, e quindi non è da escludere una enfasi troppo interessata per un orientamento verso il fondovalle del comune). Gli abitanti sono in costante diminuzione a partire dal secondo dopoguerra. Nel 1744 erano censiti per il feudo imperiale di Prunetto 97 fuochi tassabili (AST, Camera dei Conti, art. 534, Registro dei focolari delle Langhe); 800 abitanti nel 1753 (BRT, Storia patria n. 853, Relazioni della provincia di Mondovì, relat. Corvesy 1753). Nel 1861 conta 1224 abitanti. Nel 1921 sono 1237, per scendere a 948 nel secondo dopoguerra (1961), e a 637 nel 1981. Compreso nel territorio della marca aleramica, feudo dei del Carretto, su Prunetto vantano possessi nel medioevo anche i vescovi savonesi. Successivamente il feudo imperiale di Prunetto, eretto in Marchesato con Levice, Scaletta ed altri luoghi, dai del Carretto passa agli Scarampi e solo nel 1735 è annesso insieme agli altri feudi imperiali delle Langhe ai Savoia. Durante gli ultimi due secoli sono di particolare interesse le dispute in materia ecclesiastica, che portano all'attenzione il carattere specifico del territorio comunale, nettamente diviso in frazioni di collina e frazioni di fondovalle; la documentazione ecclesiastica permette inoltre di osservare una complessità ancora maggiore - ne sono esempio le moltissime cappelle campestri distribuite su tutti i confini comunali -, in un territorio con una configurazione di insediamenti estremamente frammentata, dove le risorse devozionali offrono occasione di coesione estremamente significativa. Le dinamiche di contrapposizione fra i due borghi principali sono ancora più evidenti, soprattutto nella documentazione di questo ultimo secolo, quando fra l'altro viene istituita una nuova parrocchia per gli abitanti di fondovalle, mentre la vecchia, in collina presso il castello, viene sostituita con una nuova, la cui collocazione in un altro luogo provoca molte polemiche. Le testimonianze dell'attività comunale - peraltro poco significative per l'età moderna, perché in gran parte andate perdute - presentano caratteri identici. Le dinamiche di contrapposizione sono sempre fra le due zone di insediamento, e sfruttano ora una, ora l'altra, le possibilità offerte anche dalle iniziative che partono a livello centrale: è evidente ad esempio l'importanza che assume l'operazione di accorpamento dei piccoli comuni che parte in età fascista. In quel periodo le frazioni di fondovalle trovano finalmente una risposta alle loro mozioni di insoddisfazione della gestione degli affari comunali; non sembra un caso che l'ex comune di Prunetto venga espressamente diviso, all'interno del comune di Monesiglio, in due frazioni, una la Colombi, l'altra Prunetto propriamente detto. Non sembra neppure un caso che proprio in quegli anni venga finalmente soddisfatta la richiesta di istituire una parrocchia per gli abitanti di fondovalle, che si ritengono svantaggiati anche nella vita cerimoniale rispetto agli abitanti di collina, sulla cui cima sorgeva la parrocchiale. L'inconsistenza dei beni della comunità rilevata a livello centrale sembra confermare questo dato di scarsa rilevanza delle pratiche di gestione comuni. Esistono testimonianze di liti territoriali che, anche se sporadiche, segnalano l'esistenza di un territorio in continua contrattazione con la comunità confinante di Monesiglio. Riguardo il comune di Prunetto esiste un'opera specifica (Costa Pirovano 1989), e menzioni in opere a carattere generale sul territorio della Langa e su comunità vicine. |