Autori | Leggero, Roberto |
Anno Compilazione | 2002 |
Anno Revisione | VERSIONE PROVVISORIA |
Provincia | Alessandria
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Area storica | Vescovato. Vedi mappa 1. Vedi mappa 2. Vedi mappa 3. Vedi mappa 4.
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Abitanti | 126 (1991).
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Estensione | 312 ha (ISTAT); 325 ha (SITA).
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Confini | A nord Carezzano; a est Sant'Agata Fossili, a sud Sardigliano; a ovest Cassano Spinola.
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Frazioni | Nessuna.
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Toponimo storico | Gavaza [Il Chartarium Dertonense, p. 73, doc. 59 (1203)]; Gavaçola [Il Chartarium Dertonense, p. 233, doc. 144 (1244-1247); Gavazana [Le carte dell’Archivio capitolare, p. 312, doc. 615 (1283)].
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Diocesi | Tortona. La diocesi di Tortona, nel corso del secolo XIX, fu soppressa per alcuni anni. Nel 1803 la diocesi veniva eliminata e conferita a quella di Alessandria (costituita ex novo nel secolo XII durante la lotta contro Federico I e a cui Tortona aveva dovuto cedere una parte dell’antico distretto ecclesiastico). Nel 1805, però, la diocesi di Alessandria (e dunque anche quella di Tortona) passava alla sede episcopale di Casale. Nel 1817, infine, «previo accordo» con Vittorio Emanuele III, papa Pio VII ricostituì la diocesi di Tortona, distaccandola dalla provincia ecclesiastica di Milano e inserendola in quella di Genova [Goggi 1973].
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Pieve | Nessuna notizia.
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Altre Presenze Ecclesiastiche | San Martino (parrocchiale) la chiesa attuale venne edificata nella seconda metà del XIX secolo sulle rovine dell’antica struttura fortificata («castello») distrutta nel XIV secolo. Precedentemente essa si trovava fuori dal paese [Goggi 1973, p. 179]; la chiesa di S. Maria (in località Castiglione) compare nella documentazione a partire dal 1247: essa era una dipendenza dell’abbazia S. Maria di Rivalta nel piacentino (Goggi 1973, p. 179). Nell’anno 1523 essa possedeva ben 350 pertiche di terra diventate poi 235, nel 1723 (ASM, Confini, Parti cedute, 16, fasc. Gavazzana) anche a causa dell’abbandono dei monaci e della riduzione di S. Maria a beneficio semplice nel 1595, [Goggi 1973, p. 179].
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Assetto Insediativo | Gavazzana si trova, secondo le parole di Sebastiano Sasso che testimonia a questo proposito nel 1723 in relazione al censimento generale dello stato di Milano, «tutta situata in valle e in monte». Posta a 18 Km da Tortona, Gavazzana giace ad un’altezza di 334 m (in media, essendo il territorio compreso tra le quote 251-335 m). Ubicato in cima ad uno dei colli delle propaggini collinari che sovrastano la Scrivia, il comune si affaccia sulla pianura di Novi.
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Luoghi Scomparsi | Castello.
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Comunità, origine, funzionamento | Le prime attestazioni della presenza della comunità sono riferibili al XIII secolo (Dizionario di toponomastica 1990, p. 299). Anche Gavazzana disponeva, come ogni comunità del Vescovato, di una credenza elettiva annuale composta, in genere, da tre consoli (Merloni 1993, p. 128). La ridotta consistenza demografica di Gavazzana – un dato evidente in età contemporanea – non era tale anche in epoca antica. Nel 1723, infatti, il comune si poneva tra quelli che superavano i duecento abitanti (212) tra i quindici comuni che componevano il Vescovato; di questi quindici, sei non raggiungevano il numero indicato. Per i periodi precedenti due visite episcopali, una di monsignor Settala e l’altra di monsignor Ragazzoni entrambe relative all’anno 1629 indicavano in un caso 150 «anime» distribuite in 30 «fuochi» e nell’altro 200 «anime» per 28 «fuochi» (Goggi 1973, pp. 178-179). Secondo quanto afferma Merloni (Merloni 1993, p. 128) «per le questioni di interesse generale, riguardanti tutto il territorio dell’Episcopato o quando si trattava di difendere i diritti comuni minacciati, si riuniva in Carezzano o in altra località di quel dominio, un’assemblea generale dei credenziari. In quella sede, talvolta, veniva eletto un procuratore speciale nella persona di un uomo di legge, al quale veniva affidato l’incarico di trattare con la controparte nell’interesse del Vescovato».
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Statuti | Sono perduti gli statuti del Vescovato, dove peraltro si ricorreva non solo agli Statuti che regolavano l’intera enclave vescovile ma si utilizzavano anche quelli di Tortona per certe particolari procedure [Statuta civitatis Derthonae, Mediolani 1573; A.V.T,, Volumi Privilegi-Statuti, nn. 6 e 9].
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Catasti | ASM, Confini, Parti cedute, 11, fasc. Catastro del Perticato Ecclesiastico del Contado di Tortona estratto dall’Archivio della Regia Camera; molto interessante la vertenza che occorre, nel 1727, tra le «terre piccole» e le «terre grosse» (tra le quali era compreso il Vescovato) circa il problema del pagamento delle tasse relative al «censimento» da farsi (le terre piccole vogliono pagare per quota e quelle grosse per perticato (ASM, Confini, Parti cedute, 18, fasc. Inter diversas Communitates Comitatus Derthone super diversa methodo Repartiendi Impositionis). Interessanti sono anche i Processi di seconda stazione per il bobbiese il tortonese e il vigevanasco (ASM, Confini, Parti cedute, 31) che presentano un resoconto dei livelli e delle proprietà comuni, i censi pagati dalle comunità e le entrate dei «particolari» delle comunità stesse. Dalla documentazione risulta che i comuni del Vescovato e segnatamente Gavazzana non disponevano tutti, all’inizio del XVIII secolo, di catasto: «il perticato del territorio tutto non si pole accertare per non esservi catastro ma bensì il sol il libro dell’Estimo che si vede imperfetto di total somma» (ASM, Confini, Parti cedute, 16, fasc. Gavazzana).
Catasto teresiano (1723). [.A.S.T., Sezioni Riunite, Catasti, Catasto teresiano, Allegato A. Mappe catastali teresiane, Circondario di Tortona, Mandamento di Villavernia, Carezzano Superiore, Portafoglio 120/1, Mappa del territorio di Gavazzana Vescovato, Contado di Tortona. Fatta dalli geometri Fedrico Suchuz, e Valentino Mantovani in occasione della misura generale del nuovo censimento dello Stato di Milano d'ordine della Cesarea Real Giunta, principiata il giorno 15 ottobre, e terminata il giorno 13 novembre dell'anno 1723. Con l'assistenza di Gerolamo Negri, Carlo Ruggeri, Andrea Ruggeri, Carlo Sterpo, e Carlo Cortona. Copiata dalli dissegnatori Paolo Scorza, e Carlo Francesco Annone in fogli 8]. Vedi mappa 1. Vedi mappa 2. Vedi mappa 3. Vedi mappa 4. Vedi mappa 5. Vedi mappa 6. Vedi mappa 7. Vedi mappa 8. |
Ordinati |
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Dipendenze nel Medioevo | Gavazzana era inserita nel territorio del Vescovato, comprendente quindici «terre» e dipendente direttamente dal vescovo di Tortona fin dal secolo XII.
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Feudo | Goggi contesta, apparentemente con buone ragioni fondate essenzialmente sulla dipendenza di Gavazzana dall’ordinario diocesano tortonese, le affermazioni di Casalis secondo le quali nel 1306 il vescovo di Acqui avrebbe investito della decima di Gavazzana Ruffino e Umberto Marcacciati e Umberto Tedisio di Mombaruzzo. Merloni ricorda però che «dalla prima metà del XIII secolo» a Gavazzana è segnalata la presenza «di famiglie manfredinghe, quali i de Cassano, i Curoli ed i Sasso, che l’ebbero in feudo» (Merloni 1989, p. 112). La presenza della località Castello, che corrispondeva all’antica struttura fortificata distrutta in epoca viscontea, sembra confermare l’ipotesi di Merloni per cui alla presenza di una struttura fortificata, che indica l’esercizio di una dominanza sul territorio, si associa il riconoscimento dell’alto dominio vescovile con il beneplacito dello stesso ordinario diocesano (secondo quanto avviene anche altrove nel Vescovato, per esempio a S. Alosio). In data 1 ottobre 1246 Pietro Grillo, cittadino di Genova, ricevette dai Curoli le loro «ragioni» su Cassano, Brionte e Gavazzana per la somma di 1650 lire pavesi [Gabotto 1922, pp. 337-340].
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Mutamenti di distrettuazione | Gavazzana apparteneva al distretto territoriale del Vescovato (l’antica enclave, ricavata all’interno del contado urbano), sul quale il vescovo di Tortona esercitava l’alta signoria. Tale appartenenza rimase pressoché immutata nel corso del tempo tranne quando, tra il 1597 ed il 1613, Gavazzana ed altre località del Vescovato vennero temporaneamente affidate al vescovo di Lodi, ritornando infine nella disponibilità dell’ordinario diocesano di Tortona. Soltanto nel secolo XVIII (9 gennaio 1784) il Vescovato, e Gavazzana con esso, passerà al Regio Patrimonio di Casa Savoia, essendo stato ceduto dal vescovo di Tortona, Carlo Maurizio Peiretti, contro il titolo di principe di Cambiò. Durante l’occupazione francese il comune, saccheggiato dalle truppe del generale Moreau il 18 giugno 1799, si trovava inserito nel dipartimento di Genova.
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Mutamenti Territoriali | Gavazzana viene citata nella cronaca di Berruti quale «luocho di lo Episcopato» per essere posto al confine con una località contesa (1531) tra la città e il vescovo di Tortona, e cioè Vezano («qual si sforza il reverendissimo vescovo da Gambara atribuirlo al suo Episcopato como suo membro, per esser loco contiguo ali luochi dilo Episcopato et inhabitato da secullari per le ruine et guerre» [Berruti 2001, p. 126]), anche se poi il contenzioso che si sviluppa riguarderà piuttosto Carezzano e il vescovo (poiché gli uomini di Carezzano non volevano che Vezano fosse incluso nel loro territorio in quanto ciò avrebbe comportato un aggravio fiscale) mentre Gavazzana resterà fuori della lite. Nel 1596 anche Gavazzana viene coinvolta, assieme a tutte le altre «terre» del Vescovato, nel giuramento imposto dagli ufficiali incaricati di conferire il territorio del presule lodigiano al vescovo di Lodi, nelle mani del quale resterà fino ai primi anni del secolo successivo. Stante la scarsa disponibilità documentaria relativa al comune di Gavazzana, occorre utilizzare, ancora una volta, le carte dell’inchiesta del 1723 per visualizzare lo stato della comunità dal punto di vista territoriale: Sebastiano Sasso, a nome e per conto degli abitanti di Gavazzana, dichiara di non conoscere il perticato del territorio comunale né se «habbi altre ville o cassine a se unite» (ASM, Confini, Parti cedute, 16, fasc. Gavazzana). Merloni però, sulla scorta della medesima documentazione settecentesca, indica in 4700,17 pertiche l’estensione del territorio di Gavazzana (Merloni 1993, p. 131). Per quanto riguarda poi i confini della comunità, i testi del 1723 ribadiscono che essa «confina a mattina con quella di S. Agata mediante termini a mezzogiorno [confina con] Giusulana et Sardigliana a sera Cassano Spinola et a nulla ora parimente Cassano Spinola mediante termini». La situazione territoriale, così come quella socio-economica di Gavazzana, assieme a quella di molti altri comuni del Vescovato non sembra aver subito modificazioni di rilievo tra Settecento e Ottocento. Venendo ad un’epoca assai più recente, tra il 1929 ed il 1948 il comune di Gavazzana venne accorpato a quello di Cassano Spinola in seguito alle note aggregazioni di epoca fascista e ricostituito al termine del secondo conflitto mondiale.
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Comunanze | Secondo l’escussione di testi del 1723, relativa al censimento generale dello stato di Milano, la comunità di Gavazzana si presentava pressoché sfornita di beni comuni. Sebastiano Sasso, «f. q. Bernardini», rappresentante della comunità (di cui però non viene chiarita la qualifica) affermava che Gavazzana «non ha nessuna entrata fuori che l’incanto che si fa ogni anno del forno» a cui si aggiungeva il «fitto» dell’acqua piovana «fatta grassa perché fa il passaggio per la contrada e per il letame che è nelle case» (ASM, Confini, Parti cedute, 16, fasc. Gavazzana). Come attestato anche per altre località, infatti, l’acqua piovana, fertilizzata in seguito al passaggio nelle corti e nelle stalle, diventava una risorsa per la comunità in quanto poteva essere utilizzata, appunto, come concime. Sul territorio del comune gravitavano alcuni beni ecclesiastici immuni quali la cappella di S. Maria di Castellione i cui possessi corrispondevano a 235 pertiche, la parrocchiale di S. Agata con 13 pertiche, la parrocchiale di Cassano con 24 pertiche e infine la parrocchiale di S. Martino di Gavazzana con 158 pertiche.
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Liti Territoriali | Nessuna notizia rilevabile dalla documentazione esaminata.
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Fonti edite
Berruti T., Cronaca di Tortona, a cura di S. Pagano, Tortona 2001.
L., Chartarium dertonense, Torino 1814.
Il Chartarium Dertonense e altri documenti del Comune di Tortona (934-1346), a cura di F. Gabotto, Pinerolo 1909 (BSSS 31).
Le carte dell’Archivio capitolare di Tortona (sec. IX-1220), a cura di F. Gabotto, V. Lege’, Pinerolo 1905 (BSSS 29).
Le carte dell’Archivio capitolare di Tortona (1221-1313), F. Gabotto, A. Colombo, V. Lege’, C. Patrucco, Pinerolo 1906 (BSSS 30).
Cronaca di Tortona, a cura di L. Costa, Torino 1814 (rist. anast. a cura di Rozzo U., Tortona 1986).
Dezza E., Gli Statuti di Tortona, in «Studia et documenta historiae et iuris», 43(1977), pp. 293-434.
Documenti per la storia di Tortona nell’età del comune, a cura di F. Gabotto, Torino 1922-1923 (BSSS 96/1 e 96/2).
Fonti inedite
A.C.G. (Archivio Storico del Comune di Gavazzana).
A.S.M., (Archivio di Stato di Milano).
A.S.M., Autografi, cartt. 203, 209; Autografi Ecclesiastici, cart. 51, fasc. Tortona, c.10; Comuni, cart. 82; Confini, cart. 19; Feudi Camerali, cartt. 24, 152, 163, 168, 458, 483, 484, 485, 637; Feudi Imperiali, cartt. 347, 672, 732; Militari, P.A., cart. 382, 384, 385; Missive ducali, cartt. 13, 97, 107, 161; Registri ducali e Missive, A.S.M., Frammenti, cart. 1; Sforzesco, cartt. 768, 769, 771, 773, 774, 1185, 1394.
A.S.P. (Archivio di Stato di Pavia)
A.S.P., Università, Rogiti Griffi, cartella 9, fasc. 1 (1395). A.S.T. (Archivio di Stato di Torino).
A.S.T., Carte topografiche e disegni, Carte topografiche segrete, Tortona 4 A VII Rosso, Mazzo 1, "Carta del Tortonese". Carta topografica del Tortonese. Fol. 1 Mss. senza data e senza sottoscrizione. (Note: Carta con timbro del Dépôt Général de la Guerre), s.d. Vedi mappa. A.S.T., Paesi di nuovo acquisto. Tortonese, mazzi I, II, III, XVI, XXI; Paesi di nuovo acquisto. Feudi Doria, mazzo I, n.3; Vescovati. Tortona, mazzo j, Pro S. Ecclesia Dertonae in Statu Mediolani. A.S.T., Sezioni Riunite, Catasti, Catasto teresiano, Allegato A. Mappe catastali teresiane, Circondario di Tortona, Mandamento di Villavernia, Carezzano Superiore, Portafoglio 120/1, Mappa del territorio di Gavazzana Vescovato, Contado di Tortona. Fatta dalli geometri Fedrico Suchuz, e Valentino Mantovani in occasione della misura generale del nuovo censimento dello Stato di Milano d'ordine della Cesarea Real Giunta, principiata il giorno 15 ottobre, e terminata il giorno 13 novembre dell'anno 1723. Con l'assistenza di Gerolamo Negri, Carlo Ruggeri, Andrea Ruggeri, Carlo Sterpo, e Carlo Cortona. Copiata dalli dissegnatori Paolo Scorza, e Carlo Francesco Annone in fogli 8. Vedi mappa 1. Vedi mappa 2. Vedi mappa 3. Vedi mappa 4. Vedi mappa 5. Vedi mappa 6. Vedi mappa 7. Vedi mappa 8. A.V.T. (Archivio Capitolare della Chiesa Cattedrale di Tortona).
A.V.T., Memoria fine sec. XVI, Fundamenta pro dominio et superioritate regis catholici in terris et castris territori Thertonensis quem episcopatum vocant, et in quibus episcopus illius civitatis iurisdictionem temporalem exercet et eam praetendit liberam et absolutam; A.V.T., Volumi Documenti storici-civili, cart. A 109; Volumi Privilegi-Statuti, nn. 6 e 9; vol. XLVI, Proprietà fondiarie della Mensa in Dernice e Fabbrica; vol. LXX, Proprietà della Mensa in S. Agata, S. Alosio, S. Biagio, n. 1; A.V.T., Sinodus Derthonae illustrissimi et reverendissimi D. D. Henrici Rampini de S. Alosio, Dei et apostolicae sedis gratia episcopi Derthonensis et comitis habita die XXX Maji, 1435. B.N.F., département Cartes et plans, CPL GE DD-2987 (5042), Estats du duc de Savoye ...sous le nom de Piémont...le duché de Montferrat.... par le Sr Sanson d'Abbeville, chez Pierre Mariette (Paris), 1665 [Sanson, Nicolas (1600-1667). Cartographe]. Vedi mappa. B.N.F., département Cartes et plans, GE DD-2987 (5054 B), La principauté de Piémont, les marquisats de Saluce et de Suze, les comtés de Nice et d'Ast, le Montferrat / dediée au roy par son très humble, très obéissant, très fidèle sujet et serviteur H. Jaillot, géographe de sa Majesté, [chez l'auteur] (A Paris), 1695 [Jaillot, Alexis-Hubert (1632?-1712). Cartographe]. Vedi mappa. B.N.F., département Cartes et plans, CPL GE DD-2987 (5043), Le Piémont et le Montferrat avecque les passages de France en Italie ... / Par P. Du Val, Chez l'Autheur (A Paris), 1600-1699 [Duval, Pierre (1619-1683). Cartographe]. Vedi mappa. | |
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Tonso-Pernigotti, Indice dei documenti tortonesi, manoscritto 926, conservato presso la Biblioteca dell’Accademia delle Scienze di Torino.
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Descrizione Comune | Gavazzana
Le condizioni orografiche in virtù delle quali Gavazzana ha ricevuto il proprio nome («riflesso della voce dialettale gavas» nel senso di dosso o gobba collinosa [Dizionario di toponomastica 1990, p. 299]) hanno condizionato sia la sua storia sia la sua espansione territoriale. Per quanto riguarda la prima, infatti, abbiamo già indicato come l’incastellamento di Gavazzana possa essere attribuito o a una situazione locale (emersione della preminenza in loco di un gruppo familiare) oppure all’azione del vescovo di Tortona, che avrebbe stimolato l’efficacia del controllo esercitato dal comune sul territorio circonvicino.
Nulla esclude che le due ipotesi possano essersi determinate contemporaneamente, per cui mentre localmente alcune famiglie diventano più forti e importanti, il vescovo decide di affidare ad esse Gavazzana, legittimando di diritto una situazione già di fatto esistente. È quanto avviene, per esempio, a S. Alosio dove i de Sancto Alosio ricevono dal presule tortonese il diritto di incastellare la villa per contrapporre tale insediamento a quello cittadino del «castello». Al contrario di quanto avviene nel caso di S. Alosio, dove i signori locali seppero espandere la propria influenza, anche grazie al potente appoggio del duca di Milano, fino ad arrivare a occupare la cattedra episcopale di Tortona, Gavazzana subì la distruzione della fortificazione che aveva goduto di una posizione assai favorevole, disposta com’era a destra della Scrivia, su un colle dominante la pianura di Novi. Non è escluso che proprio la collocazione favorevole, da un punto di vista tattico, della fortificazione, abbia deciso la sua sorte. Da un punto di vista istituzionale anche Gavazzana venne trascinata nella contesa che vide il vescovo di Tortona opporsi, nel novembre del 1596, al progetto dell’amministrazione spagnola di trasferire le comunità di Carezzano e altre «terre» (tra cui Gavazzana) al vescovo di Lodi. Juan Ferdinando de Velasco scrive agli ufficiali incaricati di procedere all’«apprensione da farsi» in nome della Regia Camera: Voi siete già informati de i mali termini usati dal vescovo di Tortona in pregiuditio de la Reale giurisdittione, et come tenta sottrarsi da la superiorità di S[ua] M[aestà] per gli luoghi […] che tiene del suo Vescovato usurpandosegli, senza voler riconoscere il supremo dominio de la Mtà sua […] ordina[te] subito ad uno dei vostri colleghi che dimane [30 novembre 1596] se ne vada per fare detta apprensione […] avvertendo il collega vostro di andare per tal effetto di farla con minore strepito che sia possibile […] et se trovasse ostacolo si vaglia de gli soldati del castello di Tortona, et de gli cavalli leggeri alogiati in detta città, et bisognando maggiore aggiunto, mandi subito in posta a Serravalle et in Alessandria per quel numero di soldati che vorrà, che si scrive a capi loro con gli alligati che glene diano ad ogni suo aviso affine che in ogni modo si faccia la detta apprendione come S. Mtà comanda» (ASM, Feudi Camerali, Parte antica, 138, 29 novembre 1596).
Lo straordinario spiegamento di forze che il Conestabile mette a disposizione dei suoi ufficiali ci induce a ritenere che si temesse una generale sollevazione della popolazione locale contro gli ufficiali spagnoli, impressione rafforzata dalla necessità, paradossale, di fare meno «strepito» possibile quando il motivo del contendere è proprio il diritto della giurisdizione regia sul Vescovato. Il 30 novembre 1596, il giorno in cui in teoria si sarebbe dovuta fare l’«apprensione», il Conestabile scrive ancora ai suoi ufficiali
si rendiamo certi del collega vostro quale mandate a prendere il possesso che S. Mtà ha ordinato delli luoghi di Stazano, Carezano et altri del Vescovato di Tortona, sarà tanto avvertito che procurerà schifare l’incontro de monitorii, inhibitioni o scomuniche che per parte del Vescovo potrebbero inviarsi per impedire l’essecutione sudetta come facilmente potrebbe succedere per essersi divulgata la detta andata per la poca destrezza di alcuni: nondimeno […] [date] ordine preciso al detto collega vostro, che non ostante qualsivoglia inhibitione, monitorio o scomunica effettui in ogni modo la detta commissione sotto pena non lo facendo della disgratia di S. Mtà te nostra
Tra il 6 e il 7 dicembre 1596 gli «homines capita domorum» delle comunità del Vescovato, tra i quali quelli di Gavazzana giurarono fedeltà:
«post instrumentum adprehensionis possessionis infra terram Carezani inferioris et dipendentium facti per instrumentum Illmo Deligatum nomine Reg, Mtis […] incola dictae terre Carezani Inferioris episcopatus Derthoni seu districtus et capita domorum ad prestandum debitum fidelitatis iuramentum prefati Reg. Mti […] in manibus prefati […] Deligati» (ASM, Feudi Camerali, Parte antica, 138, 7 dicembre 1596).
Come abbiamo già ricordato la cessione al vescovo di Lodi delle terre sottratte al presule tortonese sarà abbastanza breve.
Dal punto di vista sociale ed economico, in base alla documentazione pervenuta, la condizione di Gavazzana, tra età medievale ed età moderna sembra essere piuttosto statica: all’inizio del Seicento la popolazione ammonta a circa 150-200 «anime»; l’inchiesta «imposta in tutto lo stato di Milano con grida del 1 febbraio 1647, che registra anche le variazioni di popolazione, per fuochi, a causa della peste del 1630, comparato con un analogo censimento portato a termine nel 1655» (Merloni 1993, p. 130) mostra come, prima della peste i fuochi di Gavazzana fossero 36, 32 nel 1647, e di nuovo 37 nel 1655. Non ci discosteremo dal vero presupponendo un fattore di conversione 6 (componenti per fuoco) da applicare al numero dei fuochi sopra indicato. Circa un secolo dopo le prime rilevazioni, infatti, ritroviamo la popolazione attestata sui medesimi valori: nel 1723 gli abitanti di Gavazzana sono 212, corrispondenti a 36 fuochi (che corrisponderebbero a 5,8 componenti per fuoco). La situazione dell’agricoltura era simile a quella che si ritrovava un po’ ovunque nel Vescovato contrassegnata da una certa difficoltà in virtù della natura del terreno, anche se Gavazzana non sembra versare nelle tragiche condizioni, da questo punto di vista, di altri luoghi limitrofi. Dalla documentazione anzi emerge una produzione, limitata certo ma significativa in quanto pressoché assente altrove tranne che a Carezzano, di olio di noce, prodotto fatto oggetto di una specifica attenzione del delegato cesareo presso il quale si recheranno i rappresentanti della comunità nel 1723. Scarsa era invece la produzione di miele (se confrontata con quella delle altre località del Vescovato), che raggiungeva, per il decennio 1576-1577 il valore di 30 scudi (Spineto e Carezzano Maggiore, le località dove si produceva di più, ricavavano mediamente 80 scudi, mentre Perleto produceva miele per 20 scudi ed era il valore più basso). La superficie del territorio di Gavazzana (4700 pertiche) poneva la comunità tra quei luoghi del Vescovato che disponevano di un territorio che non era tra i più grandi ma neppure tra i più piccoli. La situazione territoriale, così come quella socio-economica di Gavazzana, assieme a quella di molti altri comuni del Vescovato non sembra aver subito modificazioni di rilievo nel corso del Settecento. All’inizio dell’Ottocento invece, si pone un avvenimento certamente significativo per Gavazzana e che incise in senso negativo sulla situazione del comune: il saccheggio della località da parte dei soldati del generale Moreau che fecero anche diversi morti tra la popolazione civile. A buon diritto, dunque, Gavazzana ricevette alcuni anni dopo, nel 1809, un contributo dall’amministrazione dello stato che le permettesse di ripianare il deficit delle casse comunali. Non è detto che a produrre tale deficit siano stati proprio i luttuosi avvenimenti conseguenza del saccheggio del 1799; in effetti Gavazzana si trova in compagnia di altre comunità anche più grandi di lei nell’elenco dei comuni più poveri del Vescovato. Al momento del versamento (1809), nelle casse comunali, della cifra di 30 franchi destinata a coprire completamente la differenza tra entrate e uscite, le spese del comune ammontavano a 157,08 franchi a fronte di 129,80 franchi di incassi. Dopo la fine dell’età napoleonica e raggiunta l’unità d’Italia, tra il 1866 ed il 1867 si pongono i lavori di ricostruzione della chiesa di S. Martino sull’area dell’antico castello distrutto da quattro secoli, mentre il vecchio edificio ecclesiastico, fuori dal paese veniva adibito a scuola. La vecchia chiesa di S. Maria di Castiglione (citata nei documenti a partire dal 1246) aveva da tempo perso sia la sua dipendenza dalla famosa abbazia, sia ogni segno distintivo essendo stata ridotta al rango di beneficio semplice (con obbligo di messa festiva; Goggi 1973, p. 179). Quale tenitore di tale beneficio veniva nominato un Commendatore «che ne godeva le rendite e ne demandava la cura ad un mal pagato sostituto» (Goggi 1973, p. 179), ma anche tale carica era destinata a scomparire a causa delle difficoltà che essa produceva nella comunità e tra i fedeli. La chiesa di S. Maria venne abbattuta nel XIX secolo. Infine, occorre registrare quale ultimo atto di una situazione territoriale tutto sommato statica nel corso dei secoli (evidente anche per il fatto che Gavazzana non possiede frazioni), gli avvenimenti del ventennio fascista. Sulla scorta, infatti della decisione del regime di procedere a semplificazioni e accorpamenti delle amministrazioni locali, il comune di Gavazzana si ritrovò soppresso per decreto regio il 28 febbraio 1929 e aggregato a Cassano Spinola comune, peraltro, confinante con quello soppresso. Tali aggregazioni e accorpamenti, decisi dall’alto e senza il concorso delle comunità locali, non ressero alla prova dei fatti dando origine a tensioni e a desideri, a volte mal celati, di ripristino delle amministrazioni soppresse. Ciò accadde anche a Gavazzana, che venne ricostituita come comune alla fine del secondo conflitto mondiale nel 1948 allorché, nelle mutate condizioni politiche, poterono trovare benevolo ascolto le richieste provenienti dai comuni soppressi. |