Costigliole d'Asti

AutoriMontanari, Mirella, and Roberto Leggero
Anno Compilazione2003
Anno RevisioneVERSIONE PROVVISORIA
Provincia
Asti
Area storica
“Comitato” di Loreto. Secondo il Settia, l’estensione del cosiddetto comitato di Loreto coincideva con quello della pieve di Ponte [Settia 1991, p. 297].  Vedi mappa 1. Vedi mappa 2. Vedi mappa 3.
Abitanti
5866 [ISTAT].
Estensione
36,86 Km2 [ISTAT].
Confini
Agliano Terme, Antignano, Calosso, Castagnole delle Lanze, Castiglione Tinella, Govone, Isola d’Asti, Montegrosso d'Asti, San Martino Alfieri.
Frazioni
Annunziata, Bastia, Bionzo, Boglietto, Burio, Loreto, Madonnina, Motta, Santa Margherita, Sant'Anna Alliere,  Canova, Case Genta, Convento Tinella, Mossione, Mulino Vecchio, Pasquana, San Carlo, Strada Ville, Valentino. Vedi mappa.
Toponimo storico
Corte Costeliolae [BSSS XVI, 319, 98, a. 1041]; Costegloleis [BSSS XXI, 323,129, a. 1233]; Costegloreis [BSSS XXI, 340, 163, a. 1255]; inoltre Costigliolis [Moriondo 1789-90 (1967), vol. II, p. 330, 10, a. 1161]. "Costale" o "Costiliolae Astensium" [Casalis 1839, p. 519].
Diocesi
Asti dal 1817 e prima di tale data Pavia, tranne negli anni compresi tra il 1704 e il 1717 durante, i quali Asti venne aggregata alla diocesi di Acqui. Esistono posizioni diverse circa il momento nel quale si sarebbe avuta l’aggregazione a quest’ultima diocesi [Giannoni 1974; Settia 1990]. Innanzitutto il Savio afferma che, originariamente, tale zona era sottoposta alla diocesi di Vercelli [Savio 1898, pp. 5-6] e solo nel IV-V secolo si sarebbe avuta l’istituzione della diocesi di Asti. Daniela Giannoni ritiene che l’aggregazione a Pavia sia anteriore al 1018, data nella quale emerge nell’Astigiano la presenza del vescovo di Pavia quale possessore: sarebbero proprio tali possessi a determinare l’aggregazione di Calosso alla diocesi pavese. La tesi appare superata dal lavoro di Aldo A. Settia che, più prudentemente, pone invece l’aggregazione a Pavia tra il 1094 e il 1095 in seguito ad una donazione di re Corrado confermata da Onorio II solo nel 1217.
Pieve
Pieve di Ponte, località scomparsa [Ferro 1992, p.41]. Si trattava di:
un’antica pieve che stava nel territorio di Costigliole nella regione del Cioccaro o di S. Agnese, ancora detta nel 1307 Plebs de Ponte, e della cui chiesa si vedevano i ruderi ancor pochi anni or sono [Viarengo 1887, p. 298].
Scrive Settia:
[S]appiamo che la chiesa pievana di Ponte […] si trovava nell’odierno territorio di Costigliole d’Asti, in posizione quindi da poter comprendere nella sua giurisdizione tutto il territorio circoscritto dai quattro corsi d’acqua […] che la separavano dalle adiacenti diocesi di Asti, Alba e Acqui.
La chiesa pievana, infatti, si trovava in diocesi di Pavia [Settia, 1991, p. 296].
     La plebs de Ponte, che aveva il suo centro nell’odierno territorio di Costigliole d’Asti e si sviluppava inter episcopatum Astensem et Albensem, una zona delimitata dal corso del Tanaro, del Belbo, del Tiglione e della Tinella, è indicata nei rogiti del Griffi, notaio della curia vescovile pavese attivo tra il 1367 e il 1417. La circoscrizione plebana giunse a comprendere le chiese di Costigliole, Calosso, Agliano, Castelnuovo Calcea, Vinchio e Mombercelli. Si tratta di chiese non menzionate nelle Rationes decimarum pavesi del secolo XIV, mentre nell’estimo del clero del 1471 figurano la chiesa di Mombercelli (probabilmente San Giacomo) e di San Michele di Agliano. Durante l’età della Controriforma, si ebbe una larga sovrapposizione tra la distrettuazione antica della pieve de Ponte e quella della pieve di Calosso, isola giurisdizionale della chiesa pavese, la cui circoscrizione incluse le parrocchie di Tigliole, Calosso, Agliano, Castelnuovo Calcea, Vinchio, Mombercelli e Costigliole. Fino alla istituzione dei due vicariati generali di Valenza e Lomello (1742 e 1750), questa circoscrizione fu eretta a vicariato foraneo in partibus Astiensibus: come tale, fu oggetto di frequenti visite pastorali nei secoli XVI e XVII (mentre non risulta agli atti della visita del 1460 di Amicus de’Fossulanis, vicario del vescovo Giacomo Ammannati Piccolomini) [Vd. riferimenti in scheda Tigliole].
Altre Presenze Ecclesiastiche
Chiesa parrocchiale di Santa Maria. La chiesa crollò nella notte tra l’11 e il 12 novembre 1811 e venne ricostruita sullo stesso sito. Vi sono inoltre: la chiesa della Confraternita della Misericordia, ultimata nel 1626; la chiesa della Confraternita di San Gerolamo, innalzata nel 1673, che servì da parrocchiale tra il 1812 e il 1816 in seguito al crollo della vecchia chiesa parrocchiale -- che nell'arco di quattro anni venne ricostruita [Bellone 1930, passim].
Assetto Insediativo
Costigliole d’Asti è posto a 249 m. sul livello del mare e, come afferma l’Intendente di Asti incaricato, nel 1753, di verificare la situazione del comune:
[E]gli è un luogo diviso in borgate situate sopra un colle basso ed ameno [Relazione 1753, c. 108].
La forma dell’abitato sembra suggerire la struttura dei “borghi di strada”, i quali, proprio perché situati lungo un asse viario, assumono un andamento allungato e, come in questo caso, raccolto sulla cresta della collina. Vedi mappa.
Luoghi Scomparsi
Castrum de Ponte, Blone, castrum di Luy [Viarengo 1890, pp. 40-43]. Castrum di Sparoere, castrum di Sasso, Monteprevello, Cavorro [Bellone 1930, pp. 59-60].
Comunità, origine, funzionamento
La prima menzione di Costigliole si ritrova in un documento del 1041, in una carta di donazione emanata da Arrigo III,  il quale confermava al vescovo di Asti, Pietro, moltissime località, tra le quali Costigliole. Il luogo ebbe rilevanza, da un punto di vista demografico, soprattutto a partire dal 1255,  quando, in seguito alla distruzione di Loreto,  si ebbe un travaso di abitanti dall’una all’altra località. Tuttavia, già nel 1198, Costigliole raggiunge una convenzione con Asti, registrata da Ogerio Alfieri, sulla  base della quale Asti era tenuta a dare ogni anno un podestà a Costigliole [Sella e Vayra 1880-87].
Statuti
Non è stato possibile rinvenire traccia degli statuti della comunità. Dopo la dedizione ad Asti all’inizio del XIII secolo entrarono in vigore gli statuti cittadini. Conferma di statuti e privilegi da parte del duca di Savoia Emanuele Filiberto (1562) [Fontana 1907, vol. I, p. 404; Viarengo 1890, p. 69]. Statuto comunale 1999. Vedi testo.
Catasti
Nell’Archivio Comunale di Costigliole d'Asti è conservato diverso materiale relativo alla catastazione [A.S.C., 256, Cartella 21, 1670 marzo 31-1677 marzo 12, Espongono i sindaci della Comunità di Castigliole per alcune difficoltà incontrate sovra la renovatione dei registri,  ossia catasti],  che consente di intravvedere anche le difficoltà che si presentarono alla comunità al momento della redazione del catasto del 1677:
Espone la Comunità di Costigliole presso Asti che volendo dar principio alla sua misura de beni e catastatione […] dispone […] due difficoltà una che a come il finaggio e grande, vasto, li particulari quasi tutti possedano diverse pezze di beni in diverse reggioni lunghi l’una dall’altre la distanza di d’un miglio […] che quando si dovesse osservar il cappo che dicedoversi citar li particulari a giorno [anche?] per ascriber alla misura de’ loro beni resterebbe a detta Comunità imposibile […] e l’altra difficultà è che il s. Podestà di detto luogo, benché fosse pronto a proceder a tal misura e registrazione […] nulla di meno per che si trata che depende da detti signori di detto luogo, quali devono anche registrare loro beni tanto feudali che allodiali [A.S.C., 119, cart. 10, 1677, Atti di consegna, ricognizione e sottomissione dei beni di Costigliole al catasto e pagamento dei carichi].
Anche la Relazione del 1753 accenna allo stato dei catasti della comunità:
[V]i sono la Casa Comune, l’Archivio delle scritture, li Cattastri, libri di trasporti, quello delle ricevute d’estrazione delle scritture tutti in buon essere [Relazione 1753, c. 109v].
Secondo Bellone, il vecchio catasto:
era stato compilato nel 1720, ma, privo di mappa o di disegno che ne precisasse i loro confini causava molti litigi; perciò da tutti era sentito il bisogno di una mappa nuova […] sempre rinviata l’esecuzione. Ma nel 1927 [il comune] ne deliberò l’attuazione.
Il lavoro venne completato nel 1929 per la spesa di circa £300.000, ed entrò in vigore dal 1 febbraio 1930 [Bellone 1930, p. 19].
Ordinati
L’Archivio Storico del Comune di Costigliole conserva gli ordinati del XVIII secolo [A.S.C., 1, Cartella 1, 1709 gennaio 1-1709 settembre 17, Registro degli ordinati originali].
Dipendenze nel Medioevo
Costigliole viene nominata in un documento del 1041 quale possesso del vescovo di Asti. Successivamente i marchesi del Vasto esercitarono una signoria locale forte, prestigiosa e tanto ben radicata da dare origine al cosiddetto “contado” di Loreto (termine che propriamente designerebbe una ripartizione territoriale e giurisdizionale creata dal potere imperiale e a capo della quale viene posto un funzionario pubblico amovibile, e che è dunque usato impropriamente per descrivere il territorio sul quale i “conti” di Loreto esercitavano la propria signoria).
     A partire dal 1198 Costigliole, come quasi tutte le località comprese nel distretto di Asti, stringe una convenzione con la città,  nell’orbita della quale Costigliole permarrà sino all’età contemporanea.
Feudo
La Relazione del 1753 recita:
[Q]uesto feudo porta il titolo marchionale, e li vassalli di esso in egual porzione sono il signor marchese Filippo Valentino Asinari di San Marzano ed il signor conte Alessandro Verasis residenti amendue nella città di Torino, quali non possedano altro di feudale che un castello in cui vi è una abitazione civile, e vi abiti alcuna parte dell’anno il signor marchese [Relazione 1753].
In effetti,  l’antica famiglia degli Asinari entrò in possesso del feudo di Costigliole soltanto alla fine del secolo XIV, allorché la città di Asti cedette a Giorgio Asinari il feudo per 6000 fiorini d’oro (24-27 aprile, 7 maggio 1341) [Vd. A.C.A., Atti di lite, Atti di lite tra la città di Asti da un lato e famiglie, particolari ed enti dall'altro,  Asinari (1555 - 1705)].
Mutamenti di distrettuazione
Il comune di Asti perde la propria autonomia nel 1312 con la dedizione al re Roberto d’Angiò. Nel 1355 Giovanni II marchese di Monferrato viene investito del feudo da parte dell’imperatore Carlo IV.   Ai Visconti la città di Asti offrirà la piena balia nel 1379. Nel 1380 Gian Galeazzo Visconti istituisce il capitaneatus Astesane.
     Nel 1735 il feudo imperiale transita definitivamente ai Savoia. Alla fine del secolo XVIII,  le vicende della Rivoluzione francese produrranno un effetto anche sul Piemonte,  che verrà in parte annesso alla stessa nazione francese. Nel 1804, in virtù dei decreti napoleonici, Asti cessa di essere capoluogo e viene aggregata per l’amministrativo ad Alessandria e per quanto riguarda l’ecclesiastico alla diocesi di Acqui. Vedi mappa.
     Nel 1817 la situazione si modifica nuovamente e la diocesi di Asti riprende la titolarità sulla zona, mentre l’area viene reintegrata nei domini dei Savoia. Capoluogo di provincia resterà Alessandria fino al 1935.
     Dopo l’8 settembre 1943, sorse la necessità di coordinare, attraverso un organismo superiore, l’azione dei comandi delle formazioni partigiane e del C.L.N. Si formò quindi una Giunta di governo per la zona liberata dell’Astigiano, la cui sede venne collocata presso i locali dell’albergo Fons Salutis di Agliano Terme [Bordone 1976, pp. 156-157; Bordone1978, pp. 146-147; Bussi 2000, p. 178; Laiolo  2002, passim).
     In anni recenti ha aderito alla Comunità delle colline tra Langhe e Monferrato.
Mutamenti Territoriali
[E]gli è un luogo diviso in borgate situato sopra un colle basso ed ameno, confina con li territori d’Isola Montegrosso, Agliano, Castiglione, Calosso, e di Castagnole ed è distante da stati Esteri, cioè dal Genovesato miglia venticinque [Relazione 1753, c. 108].
Tra il 1893 e il 1895 si svolgono le procedure per l’aggregazione della frazione Pasquana dal comune di Montegrosso d’Asti ,  su richiesta degli abitanti (deliberazione del 5.11.1895) [A.S.C., 608, Cartella 64, 1893-1895, Aggregazione della frazione Pasquano a Costigliole; A.C.M.]. Sembra però che, in seguito, Pasquana sia stata riaggregata a Montegrosso,  in quanto ritroviamo un procedimento di aggregazione della frazione Pasquana nel 1928.
     Tra il 1911 e il 1931 si hanno lievi variazioni dell’estensione del territorio comunale, che passa dai 3691 ha. dell’inizio degli anni Dieci, ai 3686 ha. del 1931, corrispondenti agli attuali 36,86 Km2. Nell’edizione del 1930 dei suoi Cenni topografici statistici e storici, però, Angelo Bellone indica in 36,31 Km2 l’estensione del territorio comunale. Quasi certamente ciò è dovuto all’utilizzo di dati vecchi, perché, con atto dato a Sant'Anna di Valdieri (R.D. del 3 agosto 1928 n. 1974), Vittorio Emanuele III aggregava le frazioni Pasquana e Lungamerenda, appartenenti al comune di Montegrosso d’Asti, a quello di Costigliole, venendo incontro, con tale atto, a una richiesta degli abitanti delle due frazioni, assai più prossimi a Costigliole che non a Montegrosso. Tale accorpamento aumentava la popolazione del comune di Costigliole di 127 abitanti e ne incrementava l’estensione territoriale di 66 ha.
     La linea delimitante le due comunità è quella individuata dalla pianta planimetrica «vistata dall’Ingegnere capo del genio civile di Alessandria in data 16 luglio 1928». Nelle due frazioni, peraltro, non esistevano:
beni pubblici, di uso pubblico, opere, costruzioni, impianti, adattamenti o altro avente carattere di attività patrimoniale, sorti per opera di quel comune o comunque col concorso della popolazione di Montegrosso.
Né esse possedevano «alcun patrimonio da separare dal Comune di Montegrosso d’Asti e neppure alcuna passività o attività», anche se l’esistenza di una sorgente in regione Garibaldo provocherà alcune osservazioni da parte di Montegrosso, che pretendeva di esercitare un diritto di proprietà [A.S.C., 91, Cartella 13, 1928-1931, Aggregazione frazioni Pasquana e Lungamerenda dal Comune di Montegrosso d’Asti; vd. anche scheda Montegrosso d'Asti].
Comunanze
Pietro Viarengo traduce così uno degli articoli della convenzione sottoscritta tra gli abitanti di Costigliole e di Asti nel 1198:
[Articolo] 5. Che debbano restare in comunione a tutti i Costigliolesi le sponde del Tanaro, i fossati, motte e sedimi delle torri, le acque e pascoli tutti del territorio [Viarengo, 1890, 47].
I beni comuni di Costigliole, da quanto emerge dalla documentazione, subirono un duro attacco durante il secolo XVII da parte dei feudatari della comunità. Fin dall’inizio del secolo, infatti,  la comunità si trova ad affrontare il tentativo degli Asinari di usurpare beni comuni nella località “la Motta” [A.S.C., 190, Cartella 19, 1600 giugno 20, Espongono i sindaci della Comunità di Costigliole per ottenere la reintegrazione agli usi civici di un pascolo minore sopra le fini di detto luogo ove si dice alla Motta usurpato dal conte Aurelio Asinari]. Tale contrasto prosegue fino a dopo la metà del secolo,  quando un’escussione di testi, datata 1666, informa del livello raggiunto dallo scontro in corso: Bartolomeo Campo di Giovanni infatti testimonia che:
[L]i Signori di detto luogo [...] fecero fabbricar un Cassone ne medesimi pascoli, et per esser che era fabricato su il proprio solo di Comunità, la detta Comunità andò et demolì tal casone portando li materiali et boscami nel fiume Tanaro, ivi attiguo, de quali pascoli la detta Comunità ne è stata spoliata non sapendo la causa.
Dalmazio Dano di Costigliole testimonia che già quarant'anni prima la comunità possedeva i terreni ora contesi per aver portato bestiame a pascolare [A.S.C., 105, Cartella 9, 1666, Propalazioni giustificanti li gorreti,  pascoli,  molini che erano della Comunità (di Costigliole)]. Verso la fine del secolo, tuttavia, sono gli stessi Asinari ad accusare una indebita appropriazione di beni da parte della comunità [A.S.C., 289, Cartella 21, 1699 luglio 27, Espone il marchese di San Marzano Roberto Asinari conte di Costigliole contro la medesima Comunità per causa di una indebita usurpazione di un sito esistente vicino al castello verso il rivo Bierna” ].
     Nella sua relazione del 1753 l’Intendente d’Asti, riferendosi a Costigliole,  afferma:
[Q]uantunque siasi riconosciuto che li beni di detto territorio siano sufficientemente coltivati, sendosi però osservato che ivi alcuni siti restano sprovvisti d’alberi, si è insinuato a quel Pubblico di farne il piantamento d’ogni sorta, e massime di moricelli.
Conclude però che: «li affari del pubblico sono bene maneggiati» (Relazione, 1753, c. 109). All’inizio dell’Ottocento, una piccola porzione di prato viene ceduta dal conte Verasis alla comunità per permettere la realizzazione della strada nuova per il cimitero [A.S.C., 393, Cartella 27, 1813, Cessione del prato in regione San Rocco dal conte Francesco Verasis alla Comunità di Costigliole].
Liti Territoriali
È del 1630 una lite con le comunità di Agliano Terme e di Calosso per ragioni fiscali [A.C.C., 45, Atti della Comunità et homini di Costigliole contro la nobile Comunità di Agliano. Dilla Comunità e huomini di Costigliole supplica contro la nobile Communità et homini d'Agliano supplicante, a.1630]: Agliano e Calosso contestano il fatto che Costigliole non abbia contribuito a pagare le spese per l'alloggiamento di compagnie di cavalleria. Un'altra lite con Calosso è attestata nel 1632 [A.S.C., 51, Cartella 6, 1632, Atti della comunità et homini di Costigliole presso d’Asti contro la Comunità et homini di Calosso; vd. anche schede Agliano Terme e Calosso].    
     Nella sua Relazione del 1753, l’intendente incaricato di visionare la situazione della comunità di Costigliole scrive:
[N]on vi sono liti eccetto d’una questione territoriale fra la detta comunità e quella di Govone per alcuni beni lasciati per salto del fiume Tanaro quale resta ancora indecisa, e se ne va esaminando le ragioni [Relazione 1753, 109].
In effetti,  la controversia era nata circa venti anni prima e aveva come causa il tentativo di Costigliole di contraddire una pratica di cui la stessa comunità aveva beneficiato nel 1710. Negli Atti della Comunità di Govone contro la Comunità di Costigliole la vicenda viene riassunta come segue:
la conclusione fatta dalla Comune di Govone che il fiume Tanaro debba dichiararsi divisorio del suo territorio da quello di Costigliole ancorché muti alveo, è talmente giusta e fondata che non potevasi né dovevasi da quella di Costigliole giuridicamente contendere, mentre avendolo questa già admesso per tale quando incorporò al suo territorio il tenimento delle Giare o sj Giarette già unito a quello di Govone […] perché lasciato dalla sua parte per salto nell’escrescenza del fiume seguita nell’anno 1710; per l’istessa ragione non doveva controvertire a quella di Govone il tenimento detto del Fondone o sj Cuneo […] anche stato abbandonato per salto di qua nel territorio di Govone in altra escrescenza fatta dal deto fiume nell’anno 1729.
Tra la documentazione esibita da Govone,  è presente anche il ricordo di un’altra lite, scoppiata nel 1706:
tempo in cui essendosi principiata la lite tra la comunità di Govone contro quella di Costigliole per il tenimento del Casone […] per farlo dichiarare di suo territorio perché lasciato per salto di qua dal fiume verso Govone.
     Il 20 febbraio 1739, l’Ufficio dell’Intendenza di Asti sentenzia che il Tanaro deve essere considerato confine tra le due comunità in ogni circostanza, anche quando esso cambiasse corso. Ciò rappresentava una sconfitta per Costigliole, perché, di fatto, riconosceva inconsistenti le sue richieste.
     Il 28 maggio 1739.  Costigliole ottiene una vittoria parziale perché a essa Carlo Emanuele re di Sardegna, da Venaria, accorda:
la revisione dell’ordinanza stata proferita dall’accennato Intendente [di Asti] sotto li 20. febraro trascaduto.
      Il riconoscimento si spiegava in virtù dell’importanza della causa di cui si tratta:
quella commettendo, atteso l’interesse che vi può anche avere il nostro Procuratore generale, alla Camera de Conti, a cui mandiamo di conoscere e decidere come sarà di ragione e giustizia sovra la nullità e gravami proposti contro dett’ordinanza.
Un parere, emesso da Torino il 19 marzo 1740, recita però testualmente:
[L]a comunità raccorente [Costigliole] in conformità alle Regie costituzioni […] non doveva intraprendere la lite […] e così non sembrerebbe conveniente che ambedue le comunità si consumassero ulteriormente in spese e litiggi.
Il 31 luglio 1764,  Costigliole ottiene una diffida contro Govone affinché nessun «agente, operaio o chiunque altro» tagli la «menoma quantità di bosco» [A.C.C., 162, cart.  atti della Comunità di Govone contro Costigliole; A.C.G., Inventario 1789; vd. anche scheda Govone].
     Ancora in età fascista si ritrova un fascicolo intitolato Delimitazione dei confini con Govone (1931-1932). Il geometra Luigi Allasia il 19 marzo 1932 scrive al Podestà di Costigliole per incontrarsi  affinché, "dovendo procedere alla liquidazione degli usi civici pel comune di Govone ed essendo necessario stabilire la linea di confine tra i due suddetti comuni»,  si possa «definire una buona volta questa annosa questione». Il 16 settembre 1932 si addiviene a stabilire:
come limite di confine tra i due comuni la linea segnata da regolare tipo compilato in data duodecimo primo vendemiago. Tale tipo ha come capisaldi invariabili I°. Angolo verso levante della casa di Domenico Rocca situata sulla collina detta delle Rocche sui fini di Antignano 2° Angolo verso mezzogiorno della casa di Gio Lorenzo Montersino in sommità della collina di Noscario 3° Torre del Barbaresco 4° Angolo verso mezzanotte del castello di Govone 5° Casa nel lungo di Govone, borgata di Cornaria già del conte Solaro ora Nazionale [A.S.C., 90, Cartella 13, 1931-1932, Delimitazione confini con Govone].
    Si registrano liti a spessore territoriale nel fondovalle del Tanaro, per il possesso di ghiaioni e gorreti la cui collocazione risulta incerta dopo eventi alluvionali. I principali contendenti sono Isola e la prospiciente Antignano; solo secondariamente intervengono Revigliasco e Costigliole. Le liti sei-settecentesche tra le comunità non superano mai, per la loro risoluzione, i confini dei tribunali locali, anche perché Revigliasco, Isola, e Antignano hanno all’epoca una dipendenza feudale intrecciata (si veda in proposito la seconda parte della scheda) [A.S.I., sez. prima, m. 19 Atti di lite della Comunità di Isola contro il marchese di San Severino di Antignano per gorreti, 1660-1733; sez. prima, Atti di lite della Comunità di Isola contro quelle di Antignano e Revigliasco per ragioni di territorialità (1638-1807). Vd. anche riferimenti in scheda Isola d'Asti].
     Lite con Montegrosso d'Asti [A.C.M. 1737; vd. anche scheda Montegrosso d'Asti].
Fonti
A.C.A. (Archivio Storico del Comune di Asti)
A.C.A., Atti di lite, Atti di lite tra la città di Asti da un lato e famiglie, particolari ed enti dall'altro,  Asinari (1555 - 1705). Vedi inventario.
A.C.C. (Archivio Storico del Comune di Calosso)
A.C.C., n. 45, Atti della Comunità et homini di Costigliole contro la nobile Comunità di Agliano. Dilla Comunità e huomini di Costigliole supplica contro la nobile Communità et homini d'Agliano supplicante, a.1630.
A.C.G. (Archivio Storico del Comune di Govone)
A.C.I. (Archivio Storico del Comune di Isola d'Asti). Vedi inventario.
A.C.M. (Archivio Storico del Comune di Montegrosso d'Asti). Vedi inventario.
A.S.A. (Archivio di Stato di Asti). Vedi inventario.
A.S.C. (Archivio Storico del Comune di Costigliole d'Asti)
A.S.C., [unità archivistica] 1, Cartella 1, 1709 gennaio 1-1709 settembre 17, Registro degli ordinati originali
A.S.C., 2, Cartella 2, 1527 (copia prodotta tra il 1698 e il 1702), (sommario di atti prodotti dalla comunità di) Costigliole contro i signori marchesi di San Marzano e conte senatore Verasis.
A.S.C., 7, Cartella 2, 1570 , (atti commissionali della comunità) et huomini di Costigliole agenti e supplicanti contra li particolari possidenti et registrati nel catastro di detto luogo.
A.S.C., 21, Cartella 4, 1615, Atti della comunità et huomini di Costigliole contra la comunità et huomini di Montaldo.
A.S.C., 27, Cartella 4, 1622, Atti delle molto reverende Madri di S’Anastasio della Città d’Asti contro la comunità et homini di Costigliole convenuti.
A.S.C., 45, Cartella 5, 1630, Atti della comunità et homini di Costigliole contro la nobile Comunità di Agliano.
A.S.C., 51, Cartella 6, 1632, Atti della comunità et homini di Costigliole presso d’Asti contro la Comunità et homini di Calosso.
A.S.C., 105, Cartella 9, 1666, Propalazioni giustificanti li gorreti,  pascoli,  molini che erano della Comunità [di Costigliole].
A.S.C., 107, Cartella 9, 1667, Atti civili della presente Comunità di Costigliole e suo esattore,  convenuti per una parte,  contro li molto reverendi Padri della Madonna Santissima della Consolata di Torino,  attori dall’altra.
A.S.C., 108, Cartella 9, 1667, Atti della Comunità di Costigliole in Astegiana contro i molto reverendi monaci di San Bernardo in Torino
A.S.C., 114, Cartella 10, 1675, Atti della comunità di Costigliole contro la Comunità di Burio.
A.S.C., 117, Cartella 10, 1675, Propalazione a favore della magnifica Comunità di Costigliole [sui diritti del forno].
A.S.C., 119, Cartella 10, 1677, Atti di consegna di ricognizione e sottomissione dei beni di Costigliole al catasto e pagamento dei carichi.
A.S.C., 122, Cartella 11, 1678, Propalazione a richiesta dalli signori agenti della magnifica Comunità di Costigliole giustificanti il possesso di molini,  pascoli e gorreti.
A.S.C., 139, Cartella 13, 1700, Diversi testimoniali di pubblicazione di misura,  consegnamenti di beni affetti alla perpetua catastrazione del luogo di Castigliole.
A.S.C., 142, Cartella 13, 1702, Atti del Patrimoniale e comunità di Costigliole contro i cappellani di (non rilevabile per caduta di testo).
A.S.C., 144, Cartella 14, 1702, Repetizione dei testi attestanti et altri della Comunità di Costigliole in Astegiana per il fatto del fosso esistente in questo luogo.
A.S.C., 146, Cartella 14, 1710, Atti della Comunità di Govone contro la Comunità di Costigliole.
A.S.C., 157, Cartella 15, 1730, Atti della Comunità di Costigliole contro la Comunità di Govone.
A.S.C., 162, Cartella 16, 1739, Atti della Comunità di Costigliole contro la Comunità di Govone.
A.S.C., 167, Cartella 17, 1752, Sommario nella causa tra la Comunità di Costigliole e quella di Govone.
A.S.C., 181, Cartella 18, 1777, Atti della Comunità di Costigliole contro la Comunità di Govone.
A.S.C., 190, Cartella 19, 1600 giugno 20, Espongono i sindaci della Comunità di Costigliole per ottenere la reintegrazione agli usi civici di un pascolo minore sopra le fini di detto luogo ove si dice alla Motta usurpato dal conte Aurelio Asinari.
A.S.C., 191, Cartella 19, 1607 maggio 29, Ricorrono gli agenti e i sindaci della Comunità di Costigliole in contraddittorio con il conte Aurelio Asinari relativamente alla contestata registrazione di un pascolo confinante al territorio d’Isola,  fiume Tanaro.
A.S.C., 207, Cartella 19, 1623 novembre 17, Ricorrono i sindaci della Comunità di Castigliole contro Ottavia Asinari con altri consorti nel feudo a causa di alcune transazioni.
A.S.C., 210, Cartella 19, 1627, Espongono e ricorrono gli agenti della Comunità di Costigliole contro particolari della Comunità di Burio affogliati nei catasti pubblici della Comunità di Castigliole.
A.S.C., 214, Cartella 19, 1632 dicembre 23, Ricorrono gli agenti della Comunità di Costigliole contro la pretesa di affittare beni di proprietà comunale.
A.S.C., 256, Cartella 21, 1670 marzo 31-1677 marzo 12, Espongono i sindaci della Comunità di Castigliole per alcune difficoltà incontrate sovra la renovatione dei registri,  ossia catasti.
A.S.C., 258, Cartella 21, 1673 marzo 8, Espongono i sindaci della Comunità di Costigliole supplicante al fine di addivenire ad una rapida visita e misurazione dei beni dei vassalli,  consiglieri e particolari della Comunità.
A.S.C., 275, Cartella 21, 1693 gennaio 23, Espongono i sindaci della Comunità di Costigliole relativamente all’infeudazione fatta da Roberto Asinari per l’ammontare di lire cinque e mezza di registro.
A.S.C., 284, Cartella 21, 1697 agosto 21, Espongono i sindaci della Comunità di Costigliole presenzienti che il marchese di San Marzano intenda pretendere giuramento dalli abitanti e particolari d’esso luogo contro l’antichissimo (…) possesso di libertà ch’essi anno al contrario.
A.S.C., 285, Cartella 21, 1697 agosto 23, Espongono i sindaci della Comunità di Costigliole per aver patito diverse infeudazioni fatte da diversi particolari dall’anno 1690 in qua.
A.S.C., 289, Cartella 21, 1699 luglio 27, Espone il marchese di San Marzano Roberto Asinari conte di Costigliole contro la medesima Comunità per causa di una indebita usurpazione di un sito esistente vicino al castello verso il rivo Bierna”.
A.S.C., 295, Cartella 22, 1428, Liber discusionis viarum Comunitatis Costigliolarum facto de anno MCCCCXXVIII.
A.S.C., 299, Cartella 22, 1756, Calcolo delle spese che si richiedono per le riparazioni da farsi nella piana del Tanaro per impedire le corrosioni del detto fiume.
A.S.C., 346, Cartella 24, 1630 aprile 20, Scrittura privata da cui risulta un censo di fiorini trent’otto mila dovuti dalla Comunità di Costigliole a favore dei Padri della Consolata di Torino.
A.S.C., 349, Cartella 24, 1686, Nota dei beni ecclesiastici esistenti sulle fini di Costigliole.
A.S.C., 390, Cartella 27, 1808, Tipo dimostrativo dell’andamento della strada della Rocca che (…) introducesi nel capo luogo di Costigliole riguardante quella lunghezza di strada che esiste sotto le case dette del signor Pescarmona.
A.S.C., 393, Cartella 27, 1813, Cessione del prato in regione San Rocco dal conte Francesco Verasis alla Comunità di Costigliole.
A.S.C., 438, Cartella 35, 1825-1838 [ma in realtà fino al 1841], Registro delle liti vertenti.
A.S.C., 608, Cartella 64, 1893-1895, Aggregazione della frazione Pasquano a Costigliole.
A.S.C., 90, Cartella 13, 1931-1932, Delimitazione confini con Govone.
A.S.C., 91, Cartella 13, 1928-1931, Aggregazione frazioni Pasquana e Lungamerenda dal Comune di Montegrosso d’Asti.
A.S.T. (Archivio di Stato di Torino).  Vedi inventario.
A.S.T., Carte topografiche e disegni, Carte topografiche per A e per B,  Asti e Alba, mazzo 1, "Figura dimostrativa delle Strade che da Torino tendono alle Città d'Asti, et Alba, coll'apposizioni de' Luoghi / Intermedi, e Latterali alle medesime Strade" Figura dimostrativa delle Strade che da Torino tendono alle Città d'Asti e Alba coll'apposizioni dei Luoghi intermedi e laterali alle medesime Strade; signata Bojne ai 29 aprile 1784, 29 aprile 1784 [Autore disegno originale: Bojne]. Vedi mappa.
A.S.T., Carte topografiche e disegni, Carte topografiche per A e B, Dipartimenti, Mazzo 1, "DÉPARTEMENT / DE / MARENGO / Divise en 3 Arrondisemens / et en 31 Cantons." Carte dei dipartimenti della Dora (n.1), di Marengo (n. 2, 2 bis), del Po (n. 3), della Sesia (n. 4), delle Alpi Marittime (n. 5, 5 bis). Note : In alto: "N.° 101.", "ATLAS NATIONAL DE FRANCE", s.d., [Autore incisioni: P.A.F. Tardieu; autore edizione: P.G. Chanlaire]. Vedi mappa.
A.S.T., Carte topografiche e disegni, Carte topografiche per A e per B, Po, Mazzo 1,"LE / COURS / DU PO / DEDIÉ AU ROY / Par son tres humble, tres obeissant / et tres fidele Serviteur et Sujet, le / P. PLACIDE Augustin Dechaussé, et / Geographe Ordinaire de sa Majesté". Carta Corografica in stampa del Corso del Fiume Po delineata e dedicata a S.M- Cristianissima dal P. Placido Agostiniano scalzo nel 1734. Sulla Scala di 1/253.600 (Note: La carta è formata da 5 fogli giustapposti. Il 1° reca l'indicazione "A PARIS 1704"; il 3° e il 4° sono datati 1703; sul 1° e sul 5° foglio è riportata la data di concessione del privilegio reale, rinnovato per 15 anni nel 1734. Cfr. anche Carte Topografiche Segrete, PO 29 E IV ROSSO, 1703-1734 (ma vd. Note) [Autore disegno originale: P. Placide; Autore incisioni: Berey; Autore edizione: "A PARIS / Chez les Augustins pres la Place des Victoires"]. Vedi mappa.
B.N.F. (Bibliothèque nationale de France). Vedi catalogo.
B.N.F., département Cartes et plans, GE DD-2987 (5054 B), La principauté de Piémont, les marquisats de Saluce et de Suze, les comtés de Nice et d'Ast, le Montferrat / dediée au roy par son très humble, très obéissant, très fidèle sujet et serviteur H. Jaillot, géographe de sa Majesté, [chez l'auteur] (A Paris), 1695 [Jaillot, Alexis-Hubert (1632?-1712). Cartographe]. Vedi mappa.
Relazione 1753 (Relazione generale sullo stato della Provincia di Asti dell’intendente Balduini di Santa Margherita, 1752-53,  ms., Biblioteca Astense, Asti [Merlotti, in corso di stampa]).
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Descrizione Comune
Costigliole d'Asti
    Innanzitutto occorre dire che la ricchezza della documentazione di età moderna di cui Costigliole d'Asti dispone e la scarsa consistenza degli studi effettuati consentono, in questa sede, niente di più che alcune considerazioni,  che si possono ritenere introduttive e non definitive,  per la comprensione della storia di questa località.
     Occorrerà comunque incominciare dall’unico vero storico locale, Pietro Viarengo. Il Viarengo, nel redigere le sue Memorie su Costigliole, ritenne necessario indicare, fin nel titolo del volume, la relazione tra la località di Loreto e Costigliole. In effetti, come per altri comuni di quest’area dell’Astigiano, occorre considerarne lo sviluppo a partire da un altro luogo. L’elemento di differenza, in questo caso particolare, risiede nel fatto che Loreto si trova su un rilievo maggiore di quello di Costigliole e la sua posizione “in quota” (300 m. s.l.m.) ricondurrebbe le origini dell’insediamento all’età medievale.
     In effetti, non ci troviamo qui di fronte alla derivazione da un insediamento tardo antico a un altro – cosa normale, come si è detto, per l’Astigiano – ma dell’ampliamento di una località (Costigliole) a seguito della distruzione temporanea di un’altra (Loreto, nel 1255). Se ciò non coincise con l’abbandono definitivo dell’abitato di Loreto – e molti altri esempi si potrebbero fare di luoghi distrutti militarmente, ma tenacemente disposti a riemergere dalle proprie rovine – certamente ne ridimensionò le aspirazioni e le fortune.  Lo sviluppo del territorio di Costigliole, dunque, dipende in parte dalla storia non di Costigliole,  bensì di Loreto,  e perciò appare perfettamente coerente la decisione di Pietro Viarengo di porre Loreto accanto a Costigliole nello studio storico che egli dedicò, alla fine del secolo XIX, al proprio comune natio.
     Nel dispiegarsi della millenaria storia di Costigliole destano grande interesse due vicende poste nel XVII e nel XVIII secolo. A metà del Seicento Costigliole si trova costretta a ribadire la propria giurisdizione sulla comunità di Burio e lo fa ricordando la dipendenza giuridica di Burio da Costigliole:
et in spetie dell’anno 1667 a 1668 in cui tempo reggeva l’offitio il s. avocato G. Francesco Gagliardi [testimonia] che Pietro Bertolino detto Cozotto qual abitando nel Collombaro del S. Gio Battista Pelletta sotto il castello di Burio tenesse ivi arme proibite, esso sig. Gagliardi si portò alla detta reggione di Burio et alla detta Cassina del Collombaro abitatione di detto Bertolino […] per procedere ad inquisitione […] et si trovò in detta cassina un pistoletto a fucile uso un fucile longo e carrabino […] et si procedette contro detto Bertolino.
All’inizio del Settecento si pone invece la lunga questione della lite con Govone, di cui si è già dato conto. Assai interessante è la documentazione prodotta dalle due comunità, centrata com’è sul problema di stabilire se sia lecito oppure no considerare il Tanaro come “divisorio” dei due territori. La comunità di Govone, ovviamente, sostiene che esso è divisorio,  in quanto compreso tra gli elementi naturali (i fiumi, i monti, le valli) che segnano i confini in quanto “termini perenni”. Molto chiara sembra anche l’opinione della comunità di Govone nel corso della lunga lite su come sia possibile “provare” i confini: si fa o con pubblici document,i oppure con:
l’opinione del volgo et voce et fama pubblica che vicini quali etiandio quanto più sono rustici o semplici tanto più si rendono credibili nel detto.
Emerge anche, dalle testimonianze dei “rustici” di Castagnole che Govone chiama a testimoni, l’esistenza di una “convenzione” in merito al Tanaro stretta tra Costigliole e Govone.
     Per quanto riguarda gli aspetti demografici, e lasciando da parte l’aumento di popolazione, non determinabile, dovuto alla distruzione di Loreto, si sa che, nel 1753, sono 717 capi di casa. Se a tale cifra applichiamo un coefficiente 4, otteniamo 2868, stima, approssimata probabilmente per difetto, degli abitanti di Costigliole   -- e tuttavia forse non distante dalla realtà, se consideriamo che, 85 anni dopo, cioè nel 1838, la popolazione si attesta sui 5016 abitanti.
     Essi diventano poi 5185 nel 1848; 5669 nel 1861 e addirittura 8743 nel 1901. Si tratta però dell’ultimo colpo di coda del secolo XIX , perché, come in tutte le comunità della zona, la tendenza del secolo XX è quella al decremento demografico:  tant’è che si passa dagli 8404 abitanti del 1911, agli 8272 del 1921, ai 7778 del 1931, ai 7357 del 1936, ai 6507 del 1951, per arrivare, poi, agli attuali 5866.