Cremolino

AutoriGiana, Luca
Anno Compilazione2007
Provincia
Alessandria
Area storica
Abitanti
959 [Dati ISTAT, 2001].
Estensione
14,41 kmq. [Dati comunali].
Confini
Cassinelle, Molare, Morbello, Morsasco, Ovada, Prasco, Trisobbio.
Frazioni
Belletti, Priarona, Crosio, Pobiano, Caramagna, Piazze, Piandelmo. Vedi mappa.
Toponimo storico
Cremorini [A.S.M., Feudi camerali, 232]. In un atto di alleanza stipulato nel 1203 fra il comune di Alessandria e il marchese di Monferrato Cremolino viene indicato latinamente con il nome Cormorinum [Moriondo 1789-90].
Diocesi
Acqui Terme.
Pieve
Le chiese di Cremolino erano dipendenti dalla pieve di Molare [Vd. anche scheda Molare].
Altre Presenze Ecclesiastiche
Santuario della Bruceta, chiesa parrocchiale della Madonna del Carmine,  cappella di Sant'Agata. Nel 1434 venne fondato il convento dei carmelitani, a cui fu affidata poi la parrocchia. Soppresso il convento nel 1805, la parrocchia rimase officiata da un sacerdote carmelitano fino al 1825.
Assetto Insediativo
Una maglia  policentrica incentrata sul  "borgo" si articola in  nuclei demici minori di varia dimensione, congiunti da  dinamiche ricorrenti di tensione istituzionale e amministrativa. Vedi mappa. [Vd. Descrizione.]
Luoghi Scomparsi
Nessuna attestazione.
Comunità, origine, funzionamento
Una delle prime attestazioni della comunità risale al 23 aprile 1467, giorno in cui i consiglieri del comune, insieme con tutti i cittadini maschi e padri di famiglia, giurano fedeltà al marchese di Monferrato alla presenza del pubblico notaio Domenico Cazzulini.
Statuti
Non sono attestate comiplazioni statutarie. Statuto comunale 2006: vedi testo.
Catasti
In A.C.C. sono conservati i catasti risalenti al XVII secolo e libri dei trasporti.
Ordinati
I convocati della comunità sono conservati nell'Archivio comunale a partire dal 1641 [A.C.C., Sezione antica, n. 2]. Sono presenti inoltre le serie degli ordinati comunali (gli atti della comunità sono conservati a partire dal 1654), mentre gli ordinati sono conservati a partire dal 1742.
Dipendenze nel Medioevo
Appartenente a Contado di Acqui, nel 967 Ottone II lo dona alla chiesa di Savona (San Quintino). Nel 1203 passa ai marchesi del Bosco quindi al comune di Genova. Dopo i Bosco,  passa ai Malaspina nel 1240 circa.
Feudo
Nel 1203 passa ai marchesi del Bosco,  quindi al comune di Genova. Dopo i Bosco,  passa ai Malaspina nel 1240 circa. Nel  1467, estintisi i Malaspina, il feudo passa alla camera marchionale di Monferrato. Il popolo chiede e ottenne di sottomettersi ai Paleologi nella persona del marchese Guglielmo VIII. I Sauli e i Centurione ne tennero il governo fino 1708. Passò nel 1708 ai Savoia,  che ne investrono  i Doria  fino al 1768, quando l'investitura passò  ai Serra per via del matrimonio tra Teresa Doria e un Serra.
Mutamenti di distrettuazione
Compreso nella provincia di Acqui, Cremolino ne seguì le sorti [Vd. scheda Acqui Terme]. (Vedi mappa 1; vedi mappa 2). In anni recenti ha aderito alla Comunità Montana Alta Valle Orba, Erro e Bormida di Spigno, dal 2005 denominata Comunità Montana “Suol D'Aleramo”. Rientra nella Regione Agraria n. 8: Colline dell'Alto Bormida.
Mutamenti Territoriali
Non sono attestati mutamenti territoriali di rilievo. [Vd. parte narrativa.]
Comunanze
Non vi sono attestazioni oltre alle voci del catasto relative ai beni della comunità in A.C.C.
Liti Territoriali
Con i comuni di Trisobbio e Molare [A.C.C.,  c. 13, Catasto, 1889-1890, Verbali di delimitazione del territorio comunale; A.S.T., Corte, Paesi,  Monferrato, Feudi per A e per B, M, Mazzo 47. Vd. Descrizione; vd. anche schede Molare e Trisobbio].
Fonti
A.C.C. (Archivio Storico del Comune di Cremolino). L'archivio comunale è di notevole interesse a partire dalla fine del secolo XVIII.
A.C.C., Sezione Antica, n. 2.
A.C.C., n. 14, Sez. Antica 1888-1892, Domanda degli abitanti la sezione Belletti pel riparto dei Consiglieri comunali nelle frazioni.
A.C.C.,  c. 13, Catasto, 1889-1890, Verbali di delimitazione del territorio comunale.
A.C.C., Sez. Antica, n. 25, 1850-1882. Proprietà comunali alienazioni.
A.C.C.,  Sez. Antica, n. 26, 1864-1895. Proprietà comunali alienazioni.
 
A.S.G. (Archivio di Stato di Genova). Vedi inventario.
A.S.G., Raccolta dei Tipi, disegni e mappe dell'Archivio di Stato di Genova, Fondi cartografici originari, Mappe e tipi della Repubblica di Genova, Carte riconducibili all'ordinamento originario, CCC: "Visita, descrittione et delineatione de confini del Dominio della Serenissima Repubblica di Genova di la da Giogo" (1648), Delineazione del territorio di Ovada verso la Rocca, Trisobio e Cremolino ( 19 ott.1644 - 08 nov. 1644) [Cravenna , misuratore; Geronimo Rodino, commissario, responsabile del procedimento Gio Batta Massarotti, notaio cancelliere, estensore del documento; Ponsello, misuratore]. Vedi mappa.
A.S.G., Raccolta dei Tipi, disegni e mappe dell'Archivio di Stato di Genova, Fondi cartografici originari, Mappe e tipi della Repubblica di Genova, Cartografia miscellanea, Documenti iconografici estratti, Giunta dei Confini, 59, Tipo dei territori controversi tra Rocca Grimalda e Ovada. "Copia del tipo formato dall'ingegnere Cravenna nell'anno 1644" (6 lug. 1772) [Cravenna, ingegnere, autore dell'Antigrafo; Giacomo Bruschi, ingegnere, autore della copia]. Vedi mappa.
A.S.G., Raccolta dei Tipi, disegni e mappe dell'Archivio di Stato di Genova, Fondi cartografici originari, Mappe e tipi della Repubblica di Genova, Cartografia miscellanea, Documenti iconografici estratti, Guerra e Marina, 1225, [1], "Tavola della descritione delle strade che vengono a Voltri e Arenzano per via di Ovada, Cremorino e Orba" (mar. 1673) [Agostino Spinola, deputato; Bendinelli Sauli, deputato; Paolo Francesco Scaniglia, maestro, autore]. Vedi mappa.
 
A.S.M. (Archivio di Stato di Milano). Vedi inventario.
A.S.M., Feudi camerali, 232
 
A.S.T. (Archivio di Stato di Torino). Vedi inventario.
A.S.T., Carte topografiche e disegni, Carte del Genovesato, Ovada,  Carta dei territori di Ovada e Roccagrimalda e loro adiacenze. "Tipo di Ovada e Roccagrimalda e loro adiacenze ed in ispecie Cassinelle, Molare, Tagliolo, Lerma, Cremolino, Trisobio, Silvano, Carpeneto, Pedagora, Capriata, Pedrosa. La maggior parte adiacenze del fiume Orba”, s.d. Vedi mappa.
A.S.T., Carte topografiche e disegni, Carte topografiche segrete,  Borgonio B 1 Nero, v. immagine 3 ("CARTA COROGRAFICA / DEGLI / Stati di S.M. il Re di SARDEGNA […]").Borgonio (Ingegnere) [Stagnon 1772] Carta corografica degli Stati di terraferma di S.M. il Re di Sardegna. Copie 2 una in fol. 17, compresa la tabella di riunione; colla divisione per governi e la seconda composta di fol. 16 colla divisione della Provincia ed un'altra copia in 4 fol. (Manca la copia composta di fogli 16). (Note: Sul verso: "Carta IV. / continente le Provincie d'Asti, Casale, Acqui, / Alessandria, Tortona, Oltrepò Pavese, e Bobbiese, con la / maggior parte delle Provincie d'Alba, Mondovì, Lumellina, e / Principato d'Oneglia, piccola porzione delle Provincie di / Vercelli, e Torino, con li Feudi Imperiali, Stato di Landi, / e Piacentino, la maggior parte della Repubblica di / Genova, e piccola parte del Principato di Pavia, Lodigiano / e Stato detto Pallavicino".L'originale seicentesco dal titolo "Carta generale de' Stati di Sua Altezza Reale" fu disegnato da Tommaso Borgonio ed inciso da Giovanni Maria Belgrano. Per l'edizione settecentesca qui conservata vennero aggiunti alcuni fogli raffiguranti i paesi di nuovo acquisto incisi da Stagnone su disegni di Castellino, Galletti e Boasso e vennero anche apportate alcune modifiche ai fogli disegnati dal Borgonio. Cfr. anche Carte Topografiche per A e B, PIEMONTE, n. 23 e Carte Topografiche Segrete, BORGONIO B 5 nero.), 1772 [Autore incisioni: Iacobus Stagnonus (Giacomo Stagnon/ Stagnone)]. Vedi mappa.
A.S.T., Carte topografiche e disegni, Carte topografiche per A e per B, Po, Mazzo 1,"LE / COURS / DU PO / DEDIÉ AU ROY / Par son tres humble, tres obeissant / et tres fidele Serviteur et Sujet, le / P. PLACIDE Augustin Dechaussé, et / Geographe Ordinaire de sa Majesté". Carta Corografica in stampa del Corso del Fiume Po delineata e dedicata a S.M- Cristianissima dal P. Placido Agostiniano scalzo nel 1734. Sulla Scala di 1/253.600 (Note: La carta è formata da 5 fogli giustapposti. Il 1° reca l'indicazione "A PARIS 1704"; il 3° e il 4° sono datati 1703; sul 1° e sul 5° foglio è riportata la data di concessione del privilegio reale, rinnovato per 15 anni nel 1734. Cfr. anche Carte Topografiche Segrete, PO 29 E IV ROSSO, 1703-1734 (ma vd. Note) [Autore disegno originale: P. Placide; Autore incisioni: Berey; Autore edizione: "A PARIS / Chez les Augustins pres la Place des Victoires"]. Vedi mappa.
A.S.T., Corte, Monferrato Province, Provincia di Acqui, Mazzo 4.
A.S.T., Corte, Paesi,  Monferrato, Feudi per A e per B, M, Mazzo 47.
A.S.T., Sezioni Riunite, II Archiviazione, Capo 79, n. 3.
 
A.V..A. (Archivio Storico Diocesano di Acqui Terme)
A.V..A., Rapporti Vescovo-Repubblica di Genova, 1652 Lettera del doge relativa a lamentele al Parroco di Cremolino, F. 8, c. 1, f 4.
A.V.A., 1644-1677 Lettere pastorali decreti, raccolta di omelie vertenze relative alla soppressione dei conventini F. 6, c. 1, f. 1.
 
B.N.F. (Bibliothèque nationale de France). Vedi catalogo.
B.N.F., département Cartes et plans, GE DD-2987 (5054 B), La principauté de Piémont, les marquisats de Saluce et de Suze, les comtés de Nice et d'Ast, le Montferrat / dediée au roy par son très humble, très obéissant, très fidèle sujet et serviteur H. Jaillot, géographe de sa Majesté, [chez l'auteur] (A Paris), 1695 [Jaillot, Alexis-Hubert (1632?-1712). Cartographe]. Vedi mappa.
B.N.F., département Cartes et plans, CPL GE DD-2987 (5043), Le Piémont et le Montferrat avecque les passages de France en Italie ... / Par P. Du Val, Chez l'Autheur (A Paris), 1600-1699 [Duval, Pierre (1619-1683). Cartographe]. Vedi mappa.
B.N.F., département Cartes et plans, GE D-14264, Carte des provinces de Savone d'Oneille d'Acqui et d'une partie de la province de Mondovi formant l'ancien département de Montenotte / Dressée par les soins de Mr le Cte de Chabrol de Volvic. 2 Myriamètres [=Om. 092 ; 1 : 217 800 environ Flahaut; sculp , s.n., 1812 [Autore del testo: Chabrol de Volvic, Gilbert de (1773-1843); autore: Flahaut (17..-18..? ; graveur)]. Vedi mappa.
B.N.F. département Cartes et plans, GE D-14266, Carte Topographique du Département de Montenotte / Rédigée par les soins de Mr le Comte de Chabrol Prefet. Echelle de 10. 000 Metres [=Om. 050 ; 1: 200 000 ] ; Dessinée par Cecchi, géographe, s.n. 1806-1812 [Autore del testo: Chabrol de Volvic, Gilbert de (1773-1843); autore: Cecchi (17..-18..? ; géographe)]. Vedi mappa.
B.N.F., département Cartes et plans, GE D-14265, Carte Topographique du Département de Montenotte / Rédigée par les soins de Mr le Comte de Chabrol Prefet. Echelle de 10. 000 Metres [=Om. 050 ; 1 : 200 000 ] ; Dessinée par Cecchi, géographe, s.n. 1806-1812 [Autore del testo: Chabrol de Volvic, Gilbert de (1773-1843); autore:Cecchi (17..-18..?; géographe)].  Vedi mappa.
B.N.F., département Cartes et plans, GE D-15141, Carte des provinces de Savone, d'Oneille, d'Acqui et d'une partie de la province de Mondovi formant l'ancien département de Montenotte / dressée par les soins de M. le Cte de Chabrol de Volvic, s.n., 1822 [Autore del testo: Chabrol de Volvic, Gilbert de (1773-1843) ]. Vedi mappa.
Bibliografia
Alloisio, Remo, Un interessante documento redatto a Cremolino nel 1700, in «Urbs» 4, XIX (2006), pp. 294-295.

Arata, Angelo, I mansi di S. Quintino: le origini delle strutture insediative nelle Langhe tra le due Bormide, in “Rivista di storia, arte, archeologia per le province di Alessandria e Asti”, C (1991), pp. 85-106.
 
Benente, Fabrizio e Garbarino, Gian Battista., Incastellamento popolamento signoria rurale tra Piemonte meridionale e Liguria: fonti scritte e foto, Atti del convengno di Acqui Terme, 17-18-19 novembre 2000,
 
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Bosio, Bernardino, La “Charta” di fondazione e donazione dell'abbazia di San Quintino in Spigno: (stipulata nel Castello di Visone il 4 maggio 991), Alba, Tipografia Suore Domenicane 1972.
 
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Gaino, Giovanni, Cremolino nella storia. Memorie e tradizioni. Asti, Scuola Tipografica San Giuseppe, 1939.
 
Gasparolo, Francesco (a cura di), Cartario alessandrino fino al 1300, 3 voll., (B.S.S.S. 113, 115, 117), Alessandria 1928-1930.
 
Giacobbe, Pier Giorgio, Il castello e il feudo di Cremolino dopo i Malaspina, in «Urbs» 1, XVII (2004), pp. 16-19
 
Guasco, Francesco, Dizionario feudale degli antichi Stati Sardi e della Lombardia, Pinerolo 1911 (B. S. S. LV). Vedi testo.
 
Manno Antonio, Bibliografia storica degli stati della monarchia di Savoia, vol. V, Torino,  Fratelli Bocca librai di S.M., 1893, p. 36. Vedi testo.
 
Manno, Antonio, Il patriziato subalpino. Notizie di fatto, storiche, genealogiche, feudali e araldiche desunte de’ documenti, Firenze 1859-1906. Vedi testo.
 
Merlone, Rinaldo, Gli aleramici: una dinastia dalle strutture pubbliche ai nuovi orientamenti territoriali (secoli IX – XI), Torino, Palazzo Carignano, 1995 (B.S.S.S. 112).
 
Merlone, Rinaldo, Sviluppo e distribuzione del patrimonio aleramico (sec. X e XI), iin “Bollettino Storico-Bibliografico Subalpino”, XC (1992), pp. 635-689.
 
Moriondo, Giovanni Battista (a cura di), Monumenta Aquensia, 3 voll., Bologna, Forni, 1967 (ediz. orig. 1789-90). Vedi testo.
 
Pesce, Franco, Il castello di Cremolino e i Malaspina, in «Urbs» 2, XIV (2001), p. 146-150.
 
Rapetti Bovio Della Torre, Gian Luigi, I Marchesi Malaspina signori di Cremolino: nascita e declino di una signoria tra alto Monferrato e Oltregiogo ligure, in «Urbs» 4, XXI, 2008, pp. 273-278.
 
Repetto, Simone, Le chiese romaniche di Cremolino, Prasco, Morsasco e Visone, in «Urbs» 1, XVI (2003), p. 38-50
Descrizione Comune
Cremolino
     I dati ISTAT rilevano che la popolazione di Cremolino, tra il 1881  e il 2001, segue quella tendenza calante che si riscontra in molti altri comuni nella fascia appenninica del Piemonte meridionale. I 1535 abitanti censiti nel 1881 aumentano di numero fino ai 2172 censiti nel 1901, ma si riducono progressivamente fino al 1981, quando si registra il minimo storico di popolazione: 765 abitanti. Tra il 1981 e il 2001, la popolazione è nuovamente in aumento, acquisendo circa 200 abitanti. Se a spiegare tale incremento valgono ragioni analoghe a quanto registrato per Ovada, allora si può ritenere che l'andamento recente sia notevolmente condizionato dall'insediamento di immigrati “extracomunitari”.
     I censimenti ISTAT conservati nell'archivio comunale di Cremolino descrivono un'articolazione territoriale assai interessante. Il primo censimento richiede alle amministrazioni comunali di operare un formalizzazione  degli insediamenti presenti sul territorio, ai fini di stabilire quali insediamenti siano “frazioni” e quali, per esempio, semplici “case sparse”. Ciò permette a noi di leggere le peculiarità del territorio comunale a partire da queste descrizioni formali e al loro variare nel tempo.
      Risulta molto interessante, da questo punto di vista, un ricorso aperto da un “frazionista”, Andrea Torrielli, contro il comune, che non ha riconosciuto alla frazione un rappresentante nel Consiglio comunale. La pratica viene avviata nel 1888, quando, a seguito delle nuove composizione del Consiglio, risulta che una frazione, pur riconosciuta come “sezione” nel censimento del 1881, non vi ha propri consiglieri [A.C. C., n. 14, Sez. Antica 1888-1892, Domanda degli abitanti la sezione Belletti pel riparto dei Consiglieri comunali nelle frazioni]. Siccome Cremolino appartiene al mandamento di Molare, Circondario di Acqui, il ricorso approda ad Acqui [Vd. anche schede Acqui Terme e Molare]. In questo quadro amministrativo gerarchico si inserisce dunque una pratica che muove proprio dalla descrizione formale del luogo compiuta in occasione del censimento del 1881. 
      La frazione oggetto del ricorso è Belletti, composta da 31 “case sparse”:
 
qua e là per una vasta zona montuosa e frastagliata, ove spiccano due principali gruppi di cascinali quello dei Bertinazzi, che conta 4 famiglie e quello dei Belletti che ne conta cinque.  I quali distano tra loro circa quattrocento metri.
 
Secondo il censimento del 1881, gli abitanti della sezione Belletti sono 180, ossia circa un decimo della popolazione censita per l'insieme del comune nel 1883. Belletti è dunque quarta per numero di abitanti tra le “sezioni rurali” del comune. Le frazioni formalmente riconosciute sono: Guardia, Priarona, Praglie, Ricrosio, Caramagna, Piazze; viceversa, le sezioni non sono ritenute formalmente frazioni. Caramagna dista dal centro del comune 3500 metri, Viazze 2500, Belletti 1600, mentre le altre sono a distanze inferiori.
     La posta in gioco diviene evidente quando si legge la risposta del comune al ricorso, poiché, tra le richieste fatte al comune, vi era quella che sostenesse per intero i costi di costruzione delle strade tra le frazioni e il capoluogo. Mentre per le frazioni ufficialmente riconosciute le spese gravano sull'intera comunità, e sezioni rurali devono accollarsii carichi di costruzione della strada per 50 per cento. La richiesta di Belletti di avere diritto a un consigliere rappresentante nel Consiglio comunale implica quindi i un riconoscimento formale sia per le opere per la viabilità sia, per altre risorse, quali una scuola, interamente a carico del comune .
     La replica presentata dal comune giustifica la scelta di non concedere il titolo di frazione a Belletti in quanto non sufficientemente abitato, non sufficientemente distante dal centro e privo di insediamenti accentrati, perché composto soltanto di case sparse. A fronte di una raccolta di per richiedere l'erezione a frazione (o “frazionamento”) di Belletti, il segretario comunale respinge l'istanza segnalando che gli 11 firmatari non sono residenti e svolgono attività all'esterno del comune: poiché dunque non pagano le imposte locali, non hanno il diritto di intervenire sulle decisioni del Consiglio.  I cognomi delle famiglie firmatarie (Giacobbbe, Camera, Gallo, Torrielli, Barisone) sono diffusi uniformemente nelle altre frazioni del comune.
     Andrea Torrielli, il promotore del “frazionamento”, è un proprietario locale residente stabilmente nella frazione. Già consigliere, era stato escluso nell'ultimo sorteggio e autopromuoveva quindi una sua nuova candidatura in quanto rappresentante delle frazione. Torrielli ha una lunghissima vicenda di scontro con la giunta comunale proprio in relazione alla progettazione e realizzazione della strada che unirebbe la frazione al centro. Poiché ritiene di non doversi accollare le spese di costruzione della strada, nell'arco di 23 anni ricorre per 17 volte  contro il comune insieme agli altri “frazionisti” di Belletti.
     La legislazione del Regno d'Italia permetteva al Consiglio comunale di risolvere in parte la questione, prevedendo che le frazioni fossero, sì, determinate dal censimento del 1881, ma dovessero altresì seguire un regolamento specifico: 
 
[P]er potersi far luogo al riparto dei consiglieri comunali fra le frazioni nel senso dell'articolo 62 della vigente legge comunale, è assolutamente necessario che esistano vere e propriamente dette frazioni,  vale a dire borgate con popolazione agglomerata formanti un abitato. Le frazioni in cui sia stato diviso il territorio comunale all'epoca del censimento senza che in nessun punto siavi un aggregato di abitazione che possa costituire un benché minimo centro, non possono altrimenti ritenersi che come zone di territorio con case sparse e conseguentemente non può a loro riguardo applicarsi l'art. 47 della legge del consigli di Stato del 1876. Secondo lo spirito della legge non può, sotto il nome di frazione, intendersi una combinazione artificiale ed arbitraria non sorretta di una vera e reale  agglomerazione già esistente [...] [S]ono dunque artificiali e non fondate le deduzioni dei frazionisti Belletti.
 
Il censimento aveva già fatto emergere i dati relativi a Belletti:
 
[L]a popolazione del Comune, viste le risultanze del censimento ufficiale 188, conta 180 persone (101 maschi e 79 femmine). I maschi in maggiore età e godenti diritti civili sono 55 dei quali 20 sono analfabeti. Gli elettori politici sono 28 e quelli amministrativi sono 14.
 
Inoltre, come precisa il sindaco anticipando le possibili richieste dei frazionisti, il comune ha obbligo di mantenere una scuolasolo nelle frazioni con più di 500 abitanti e distanti almeno 3 km dal centro . Il caso di Ovada viene citato come esemplare:
 
[C]i sono tre frazioni Costa, Grillano e San Lorenzo, che hanno rispettivamente  645, 513, 504 abitanti. Esse hanno pure una chiesa e un centro agglomerato attorno ad essa. Ognuna di queste frazioni ha diritto ad una consigliere perché soddisfa i requisiti [vd. scheda Ovada].
    
Nel 1887 il Consiglio provinciale, mentre accoglie il ricorso dei frazionisti, rimette però la decisione ultima nelle mani del Consiglio comunale, il quale respinge in via pregiudiziale il ricorso, perché le firme e le croci dei frazionisti non sono autenticate e non si può conoscerne la provenienza:
 
non sono state autenticate da Regio Notaio in modo da distinguersi la personalità e la località dei ricorrenti constando dall'anagrafe che il cognome Giacobbe, ripetuto quindici volte, è riportato da circa trenta individui maschi del comune di Cremolino e che non pochi abitanti della sezioni Belletti conosciuti per tale cognome e firmatari dell'anzidetta domanda sino notoriamente analfabeti.
 
Infine, per chiudere il contenzioso, il sindaco produce un atto di  notorietà del comune di Cremolino, nel quale dichiara che tutto il territorio comunale è diviso in appena due frazioni, di cui:
una comprende l'abitato principale e l'altro tutta la campagna cioè le case sparse.  Quest'ultima frazione è chiamata coi nomi di Guardia, Belletti, Priarona, Ricrosio, Praglie, Caramagna, Piazze.
     I dati che erano stati raccolti nel 1753 dall'Intendente di Acqui attestavano la presenza a Cremolino di “200 fuochi, un solo mulino due filatoi di piante cadauno e due filature di fornelli” [A.S.T., Sezioni Riunite, II Archiviazione, Capo 79, n. 3]. Nella breve nota che accompagna i dati viene precisato che: si “produce vino che viene scambiato con con grano e altre vettovaglie soprattutto nel genovesato” (con questo termine si deve intendere l'Ovadese e non direttamente la Riviera ligure).
     A fronte della presenza di “case sparse”, i centri devozionali non sembrano assecondare la conformazione diffusa dell'insediamento. Il convento dei carmelitani, che reggono la parrocchia fino a dopo la soppressione napoleonica, accentra il culto nel “borgo”. Il convento era stato fondato nel 1434 e la parrocchia fu a esso affidata nel 1463. Nel 1753, l'intendente di Acqui annotava la presenza del convento, retto da “sei, sette soggetti che possiedono in questo luogo l’ammontare di  lire 6:18 di Reg oltre ai beni e censi che hanno altrove” [A.S.T., Sezioni Riunite, II Archiviazione, Capo 79, n. 3]. Nonostante i carmelitani di Cremolino fossero tra i conventi soppressi già nel 1650 (e poi definitivamente nel 1805), restarono attivi localmente come rettori della parrocchia fino  al 1825 [A.S.D.A., 1644-1677 Lettere pastorali decreti, raccolta di omelie vertenze relative alla soppressione dei conventini F. 6, c. 1, f. 1]. 
     Non mancano tuttavia le tensioni tra i carmelitani e alcune famiglie locali. Tra gli oppositori ai carmelitani vi è la famiglia Cazzulini, che a più riprese manifesta il proprio  scontento per i carmelitani. Le denunce fatte dagli abitanti del borgo, che evidentemente non riconoscono l'autorità religiosa dei carmelitani, sollecitano il vescovo a proporre, nel 1765, la soppressione del convento,  che, già definita nel 1650, era stata revocata nel frattempo. Nonostante i ricorsi dei parrocchiani, solo nel 1825 i carmelitani lasciano definitivamente la chiesa di San Benedetto al clero diocesano [A.S.D.A., Rapporti Vescovo-Repubblica di Genova, 1652 Lettera del doge relativa a lamentele al Parroco di Cremolino, F. 8, c. 1, f 4].
     La presenza dell'ordine carmelitano sembra accentrare in modo significativo i centri cultuali dell'area, come attestato da una Bolla di Papa Sisto IV del 21 giugno 1473, che stabiliva: che la chiesa di San Benedetto cambiasse nome, per assumere quello di Santa Maria del Carmine; che venisse eretto all'interno della chiesa un altare in onore di San Benedetto e che tutte le altre chiese vengissero incorporate alla chiesa parrocchiale. Un simile processo di razionalizzazione dei centri di culto in favore di un'unica parrocchia precede di circa due secoli le direttive tridentine, affidandonel'incarico ai carmelitani.
     La documentazione dell'archivio vescovile acquese attesta una sistemazione giurisdizionale imposta dall'esterno, che produce non poche lamentele da parte dei locali verso i carmelitani, accusati di trascurare la cura d'anime. In alcuni luoghi simili contrasti producono tendenzialmente una proliferazione dei centri cultuali, ma cò non avviene nel caso di Cremolino.
     Oltre ai carmelitani, l'unico altro centro che integra e diversifica, in parte,   i bisogni religiosi locali è il santuario della Bruceta. Abbastanza vicino al borgo (circa 2,5 km dal centro), ne è tuttavia sufficientemente distante per svincolarlo al controllo della parrocchia -- anche se formalmente ne è dipendente. La chiesa della Bruceta, dedicata alla Madonna delle Grazie, era stata istituita come dipendenza della pieve di Molare nel secolo XI  da San Guido, vescovo di Acqui. Fu poi incorporata (1475) alla parrocchia  di San Benedetto.
     Menzionato nella “charta” dell'abbazia di San Quintino, Cremolino restò sempre legato all'Acquese. Con la donazione di San Quintino sembrerebbe attuarsi un tentativo da parte degli Aleramici di sottrarlo a un probabile ampliamento delle dipendenze che gravitavano attorno alla città di Acqui. (Il progetto avrebbe potrebbe essere di unirlo, in un secondo tempo, ad altre giurisdizioni.) Solo nel 1203 fu ceduto ai marchesi del Bosco e, successivamente, venduto al comune di Genova. I marchesi del Bosco cedettero l'infeudazione ai Malaspina nel 1240. In seguito alla morte di tutti gli eredi Malaspina nel 1467, Cremolino passò alla camera marchionale dl Monferrato [A.S.T., Corte, Monferrato Province, Provincia di Acqui, Mazzo 4]. I Sauli e i Centurione si avvicendarono nelle infeudazioni successive. Nel 1708 venne acquisito dal Savoia insieme con il resto del con il Monferrato e investito ai Doria, che lo tennero fino al 1768. Per matrimonio ed eredità passò infine alla famiglia Serra.
     Le vicende feudali non sembrano modificare gli assetti territoriali di Cremolino, ma, piuttosto, mantengono attivi gli scontri giurisdizionali con i signori esterni, come avviene nel caso di Trisobbio.  La porzione del confine tra Trisobbio e Cremolino fu oggetto di una secolare lite, fino a quando venne raggiunto un peculiare equilibrio:  i due comuni si accordarono per una soluzione che prevedeva il posizionamento di termini provvisori “amovibili” – che permettevano al confine di restare perpetuamente indeterminato. Nel momento in cui il comune di Cremolino sostituirà tali termini con altri fissi, il ricorso della comunità di Trisobbio sarà immediato, ripristinando quella incertezza del confine con la quale, in sostanza, sembrano lungamente convivere entrambe le circoscrizioni comunali [A.C.C.,  c. 13, Catasto, 1889-1890, Verbali di delimitazione del territorio comunale].
     Una situazione analoga si riscontra sul confine con Molare, anche se in questo caso la determinazione sembra raggiunta grazie a un accordo stabile nel 1691  [ A.S.T., Corte, Paesi,  Monferrato, Feudi per A e per B, M, Mazzo 47; vd. scheda Molare].
     L'attività della comunità di Cremolino è attestata a partire dalla vendita al comune di Genova del 1203, anche se istituzioni comunali non sono documentate fino al 23 aprile 1467, giorno in cui i consiglieri del comune e tutti i cittadini maschi e padri di famiglia, alla presenza del pubblico notaio, Domenico Cazzulini, giurano fedeltà al marchese di Monferrato.
     Anche il patrimonio dei beni comuni presenti sul territorio è solo indagabile per tracce di varia consistenza. Non si conserva alcuna documentazione negli archivi del Commissariato Usi Civici per il Piemonte e la Val d'Aosta . Si hanno notizie certe, ma frammentarie, grazie a un registro risalente al 1843, dal titolo Indagine sopra i bei del comune [A.C.C.,  Sez. Antica, n. 26, 1864-1895. Proprietà comunali alienazioni] Vi si riporta un indice con le denominazioni di 35 pezze di terra di piccole dimensioni, per un totale di stare 559.7.11.6. Altre notizie sono desumibili dalle vendite di beni comunali registrate nei “libri dei trasporti” e in alcuni registri conservati a partire dal 1850 [A.C.C., Sez. Antica, n. 25, 1850-1882. Proprietà comunali alienazioni]. I terreni in questione non costituiscono grandi aggregati contigui, bensì piccoli appezzamenti sparsi all'interno del territorio comunale. Le tipologie possono essere analoghe a quella qui riportata:
 
Vendita della vigna prato e castagneto e bosco di proprietà del comune di Cremolino situato nella regione Tortarolo della superficie effettiva di are 81 centiare 30 pari a stara locali 8, tavole 18 con confini tra Turco Don Cipriano fu Pietro, gli eredi di Scarso Stefano, Barletti cav. Pietro, e il marchese Pareto Niccolò.
 
In questo caso specifico, il terreno viene venduto al proprietario confinante, Don Cipriano Turco, per £2750. Il terreno aveva reso al comune £45,05 di affitto annuo. Era stato donato al comune dal  marchese Domenico Serra, senatore del Regno, nel maggio del 1850. Il marchese Serra aveva acquisito il titolo nobiliare  di conte di Cremolino. La clausola testamentaria imposta dal donatore era che il ricavato delle rendite fosse destinato alla scuola comunale. Nel 1862 il Comune rieuscì ad acquistare i locali di proprietà della parrocchia per alloggiare le scuole.
     Altre alienazioni sono documentate dall'asta del 1869, riguardante sei lotti:
 
[P]rimo lotto bosco di 2 ettari, 47 centiare; secondo lotto vigna, bosco e roccato 1 ettaro, 10 are e 52 centiare; terzo lotto bosco e vigna vigna 3 ettari, 92 are e 52 centiare; quarto lotto vigna 10 are  14 centiare; quinto lotto  vigna e bosco 1 ettaro, 69 are 20 centiare; sesto bosco orto e campo, 5 ettari, 45 are, 20 centiare.